Iris van Herpen: teatralità a profusione in bolle di sapone

Poeticamente teatrale. A tratti, architettonica. Surreale e profondamente couture: Iris van Herpen incanta Parigi proponendo una collezione autunno/ inverno 16-17 superlativa come solo la maison sa proporre.

Bolle di sapone emergono da drappi sapientemente modellati. La bellezza del 3D s’inerpica ed esplora ogni qualsiasi confine di magnificenza artigianale della stilista olandese. Splendore.

La collezione  prêt-à-porter presentata a Parigi, è l’incontro materializzato tra il sogno della designer e la realtà magica che si annida ogni giorno nella sua vita.

Colori iridescenti su abiti dalle volumetrie forzatamente contenute: le opere d’arte create da van Herpen sono  affascinanti e perdutamente ammalianti. Stupore.

Abiti sospesi in aria. Singolari. La maestria di mille bolle create meticolosamente con il supporto della tecnologia.

Iris Van Herpen ha un’idea del tutto particolare della moda, per lei, mezzo d’espressione incondizionato per raccontare stralci di storia, di estetica e di futuro su abiti immateriali che prendono vigore dalla luce.

Artigianalità e innovazione interagiscono tra loro per creare drappi in seta affascinanti e stampe e spirali in 3D.

Con Iris van Herpen, l’arte esplode nella moda superando ogni limite di aspettative.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

 

Carven: equilibrio estetico a Parigi

Pantaloni in vinile, bomber per ripararsi dal gelido freddo invernale e maglioncini in lana da petite fille.

Ecco che il marchio Carven, oggi capeggiato dal duo di stilisti Adrien Caillaudaud e Alexis Martial insediati dopo l’abbandono del couturier Guillaume Henry, presenta una collezione autunno/inverno 16-17  impostata, garbata, vicina al mood anni novanta.

Punto di partenza del défilé è il montgomery con profili in vello di pecora che troviamo, peraltro, anche sui profili degli abiti e dei cappotti.

La donna Carven, è ben lontana dal presentarsi al pubblico con orpelli ed eccessi, aspira ad attirare l’attenzione su di sé, attraverso capi portabili e freschi.

Predomina la tonalità mauve che ritroviamo anche su una scialle lavorato ai ferri e con frange finali.

Abbondanza di pelle utilizzata per confezionare gonne dalla linea midi e pantaloni affusolati.

Leggerezza idealizzata con l’abito chemisier velato che lascia scorgere un secondo vestito stampato per una sovrapposizione studiata e riuscita.

Il glamour in maison Carven si veste di effetti sparkling con cristalli ton sur ton che splendono su abiti cocktail con stampa astratta, su top e sui taschini delle camicie.

In attesa di un nuovo direttore creativo, Adrien Caillaudaud e Alexis Martial, hanno creato una collezione molto vicina all’immagine del marchio, scongiurando qualsiasi rimpianto per l’addio di  Guillaume Henry.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

Mademoiselle Coco rivive sulla passerella di Chanel

Che a Kaiser Karl piacesse fare le cose in grande non era un segreto per nessuno, ma stavolta ha davvero superato se stesso: ad ospitare la sfilata Chanel nell’ambito della Paris Fashion Week una passerella lunga ben 600 metri. Nessuna scenografia mirabolante, nessun coup de théâtre per il fashion show più atteso, solo la certosina ricostruzione dell’atelier di rue Cambon, adattandolo però ad un pubblico che abitualmente conta circa 3.000 ospiti.

Front row only recitava l’invito: perché non si nega a nessuno l’emozione di occupare la prima fila di un défilé tanto importante, prendendo posto accanto a celebrities e it girls. Lagerfeld prolunga la prima fila all’infinito, in un catwalk di oltre 600 metri, per una moda che si apre al mondo in una sorta di rivoluzione democratica.

Ma non è l’unica rivoluzione che ha caratterizzato la collezione Autunno/Inverno 2016/2017 di Chanel: come un déjà vu, la donna che calca la passerella ci sembra assai familiare, nel suo cappellino, nel tailleur bon ton in tweed accompagnato dall’immancabile filo di perle. In tempi in cui la tensione verso un futuro ignoto e spesso privo di gusto sembra essere l’ultimo fashion trend, monsieur Lagerfeld decide di andare controcorrente, attingendo al glorioso passato. E chi meglio di mademoiselle Coco in persona può mai dettare tendenza? “Io non faccio moda, io sono la moda”, diceva l’impavida stilista, che, sfidando il destino, non proprio benevolo durante la sua infanzia, ha rivoluzionato il corso della moda e dello stile.

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(Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)
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Gigi Hadid in passerella da Chanel (Foto Madame Figaro)
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Kendall Jenner per Chanel (Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)

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Lindsey Wixson sfila per Chanel (Foto Madame Figaro)


Tante sono le uscite che omaggiano Gabrielle Coco Chanel, accanto a suggestioni classiche, che attraversano tanto i tailleur quanto gli abiti da sera che chiudono il défilé. Tweed e lana bouclé dominano, tra simboli tipici della maison e arabeschi di chiffon ed organza. Gonne a corolla si alternano a stivali da cavallerizza, il denim sfila accanto a satin e lamé. Non mancano le stampe mentre la palette cromatica celebra il trionfo del fucsia e del rosa, specie nelle prime uscite.

Tra i capispalla spicca il piumino matelassé dalle proporzioni oversize nei toni di un candido bianco che si alterna ai cappotti dorati. Parata di top model ad attraversare con lunghe falcate l’immensa passerella: dalle onnipresenti Gigi Hadid e Kendall Jenner a Mariacarla Boscono e Lindsey Wixson. Nel parterre ad applaudire l’ultima geniale trovata di Lagerfeld ritroviamo Pharrell Williams, Jada Pinkett-Smith e Willow, Isabelle Huppert e Anna Wintour.

(Foto copertina Getty Images)


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Julie de Libran omaggia Sonia Rykiel e le donne della sua famiglia

È la donna che anima l’abito. Non può essere il contrario. La provocazione è la donna, mai quello che indossa”, rivelò Sonia Rykiel e, la collezione autunno/inverno 16-17 presentata a Parigi, ne è la conferma.

Femminilità, grazia e creatività: il défilé della maison francese incanta non solo per la sua bellezza, ma anche perché a distanza di anni dalla sua nascita, il marchio rimane fedele alla sua immagine.

È accattivante, prolifera di ispirazioni. È dedicata ad una donna vera, sicura di sé, lontana da eccessi per rivendicare la sua essenza.

Nella collezione prevalgono capi abbondanti e dalla lunghezza totale. Le righe segnano abiti, calze e pencil skirt e, la pelliccia, rinvigorisce  coats, cardigans, maglioni e sandali.

Bluse chiuse da un vaporoso fiocco, ruches su abiti dal sapore wild, gonne in pelle e pantaloni dal taglio maschile da indossare durante il giorno o comunque fino al tramonto. Vestiti con macro paillettes per un effetto sparkling effervescente e abiti lingerie audaci, sono le proposte dedicate alla sera.

Julie de Libran, da tre anni alla direzione creativa della maison, ha elaborato una serie di capi da indossare in ogni occasione abbandonando qualsiasi eccesso e ponendo la donna al centro dell’universo Sonia Rykiel.

La collezione omaggia, tuttavia, la fondatrice, la figlia Nathalie, Lola (la nipote della stilista) e la stessa Julie,  con una serie di volti creati dall’artista Maggie Cardelús che disegnano vestiti e tute.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

 

Stella McCartney gioca coi cigni a Parigi

Cigni a volontà e capi sporty-glam: questo è il progetto creativo di Stella McCartney per il prossimo autunno/inverno 16-17.

L’intera collezione punta sulla comodità e piace perché avvalora il concetto di prêt-à-porter. Focus sul jeans, tessuto principale della collezione e proposto su dress, camicie e maxi coats.

Il défilé punta sulla contaminazione di stili, sul gioco tra moda femminile e moda maschile.

Capi abbondanti e sportivi, perfetti per ogni giorno come ad esempio il piumino matelassé full size abbinato a maxi dress in tessuto tecnico, per ripararci dal freddo invernale.

La tuta/pigiama  con ruches sul davanti, irriverente nella tonalità fluo, si scontra adorabilmente con una versione più chic della donna McCartney che veste tailleur abbondanti in velluto e particolari velati e canotta laminata.

Abiti lingerie in seta e pizzo per una donna sensuale. Hanno un sapore vintage, anzi, appaiono rubati dall’armadio della nonna ed attualizzati.

Il dualismo comfort/eleganza sempre presente nelle collezioni di Stella McCartney, esplode nella collezione più vivida che mai.

Variopinta risulta, inoltre, la scelta della palette cromatica che spazia dal nero,  al rosa shocking  per giungere alla terra bruciata e al grigio.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

Lanvin: il post Alber Helbaz tutto da rifare

Orfana di un valido direttore creativo. Un cambio di immagine talmente repentino che ha lasciato l’amaro in bocca agli estimatori della maison storica Lanvin.

Con l’abbandono della direzione creativa di Alber Helbaz circa quattro mesi addietro, il team creativo è stato affidato a Lucio Finale e Chemena Kamali che, con immani sforzi, hanno creato una collezione autunno/inverno 16-17 quasi abbozzata e, comunque, lontana dai canoni estetici del marchio Lanvin.

Il progetto creativo punta ad esaltare gli anni ’80 proponendo capi leggeri e dai colori smorti, rivitalizzati con dettagli in pizzo o con tagli sotto il seno. Gli abiti sottana in seta proposti dal duo di stilisti, affannano ad emergere abbinati a pellicce e a stole in vello di animale che amplificano in difetto l’allure vintage della collezione.

Broccati e motivi jacquard disegnano giacche aderenti e abiti scivolati. Maxi skirts  plissettate, corpetti con baschine, boleri in Principe di Galles abbinati a pantaloni abbondanti. Opulenza di ruches e di tessuti laminati.  In questa miriade di contaminazioni, non mancano altresì capi extralarge e pantaloni a vita alta in velluto.

Per gli accessori dominano stiletti a punta con fasce incrociate che avvolgono il collo del piede, mini bag e bijoux importanti con cristalli.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

Il trionfo di Balmain tra colori pastello e passamanerie

È lo show più atteso della settimana della moda parigina ed  Olivier Rousteing, direttore creativo di maison Balmain, non delude le aspettative.

Opulenza sfrontata, dettagli superlativi, eccedenza di particolari desunti dai costumi della moda parigina nel periodo di Luigi XIV.

Un salto nel passato, che viene magistralmente attualizzato con fogge contemporanee e grazie alla top model Kendall Jenner (eletta musa ispiratrice dello stilista), che solo per la collezione autunno/inverno 16-17, abbandona la sua chioma scura per indossare una parrucca bionda.

Nappine, crinoline, passamanerie, perle e ricami in oro, esaltano la ricchezza del progetto creativo di Rousteing.

Corsetti striminziti che segnano il punto vita, celebrano capi basici come il maglione in cachemire; straordinario risulta, altresì, l’abbinamento a dettagli fur che elargiscono la collezione a livelli altissimi di magnificenza.

Se il bustier risulta il punto di partenza della collezione, le morbide ruches  valorizzano i lati dei pantaloni in pizzo, la baschina e le maniche dei  top e, infine, le tute sensuali.

Olivier Rousteing adopera colori pastello per raccontare il viaggio nelle Parigi del 1700 percorso dalla sua collezione. Non mancano il nero, l’oro (simbolo di ricchezza), il bianco e il verde.

Cocker/gorgiera in plexiglass, cinture alte, cuissard in suede e scarpe con fermaglio decorativo sulla tomaia completano la collezione.

 

Kendall Jenner per Balmain
Kendall Jenner per Balmain

 

 

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Gigi Hadid per Balmain

 

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

 

Dior: l’iconica giacca “Bar” regina del défilé

C’è da chiedersi cosa sia successo alla maison di lusso Dior potendo giudicare la collezione autunno/inverno 16-17 che presenta una noiosa reminiscenza del défilé Haute Couture primavera/estate 2016 proposto nei mesi passati.

L’estro creativo di Monsieur Dior, rivive appannato sulla celebre giacca Bar o attraverso il leopardato: motivo adottato dalla storica casa di moda  parigina in tutte le collezioni e rivisto in questa occasione su un over coat dalla lunghezza totale.

L’attesa del nuovo direttore creativo, diventa spasmodica per gli estimatori del marchio di lusso che, orfani di Raf Simons, vedono traghettatori Lucie Meier e Serge Tuffieu, già alla direzione artistica della collezione Haute Couture estate 2016 e forse ancora poco preparati per guidare una maison blasonata come Dior.

Eccedenza di nero in passerella con capi abbondanti, morigerati, distinti. Revers ribaltati in pelliccia su cappotti essenziali, mughetti che fioriscono tempestivamente e delicatamente su pencil skirt e su abiti puritani.

Assenza totale di trousers  per eccedenza di femminilità.

Tagli netti, costruiti con dovizia geometrica, si addolciscono attraverso curve sinuose che determinano una mitigazione dei capi strutturati.

Piccoli ma lussuosi dettagli luccicano con cristalli colorati che disegnano i capi o con voluttuose e dinamiche plissettature, che spuntano dallo spacco delle gonne quasi ad insinuare una dignitosa innocenza  al défilé.

È chiaro, dunque, come la collezione punti sui particolari servendosi della grazia dei tessuti che movimentano il gioco visivo degli abiti eccessivamente garbati.

Completano la collezione, gli accessori in tono con il progetto creativo degli stilisti: borse a tracolla, stringate ed sunglasses avvolgenti.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

Giorgio Armani veste lo stile di velluto nero

Annullare ogni dettame di sensualità forzata per descrivere una donna affascinante ed elegante con capi casti e dalla linea prettamente maschile.

Giorgio Armani chiude la settimana della moda milanese con una collezione che invalida la miriade di colori presentati sinora, di capi succinti e accostamenti osati a favore di una individuale e sorprendente austerità e l’abuso convincente di toni cupi che depurano da ogni eccesso il défilé più atteso degli ultimi appuntamenti della fashion week nostrana.

La classe di Re Giorgio passa innanzitutto dal velluto: tessuto regale della collezione, adoperato sia su pantaloni comodi che su giacche a doppio petto e su abiti da sera.

Giorgio,  attraverso questo progetto creativo, insegna che l’eleganza non ha bisogno di orpelli o declamate dichiarazioni di stile, nemmeno di effetti scenografici imponenti.

La collezione autunno/inverno 16-17 potrebbe essere definita, peraltro, la sintesi del pensiero del couturier italiano: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”.

L’impianto esecutivo della collezione si sviluppa sul concetto di abolizione di genere tra uomo e donna, idea nutrita  ed applicata ormai da anni, dallo stilista.

L’eleganza della donna pensata da Giorgio Armani si insinua, infatti, nella sua classe innata. Capi essenziali, mocassini e clutch. Linee pulite, giacche aderenti e farfalle bijoux che impreziosiscono gli outfit di una semplicità disarmante.

Ricami, timide ruches, fiocchi, lavorazioni dévoré e fantastici fiori stilizzati, galvanizzano la collezione a livelli altissimi.

Nessuna vanità, alcuna ostentazione: i capi proposti da Giorgio Armani sono stati creati per essere acquistati da chiunque e indossati in svariate situazioni.

Del resto, la moda si avvicina sempre più alla gente comune e Re Giorgio è a tutti gli effetti il precursore di questa tendenza.

 

(fonte Madame Figaro)
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Immagine copertina d.repubblica.it

 

 

Eleganza d’altri tempi per Bottega Veneta

Estremamente borghese, severa. È l’antitesi dell’essenziale in tutte le sue forme. È ricca e castigata, disegnata per una donna d’altri tempi, che non si lascia abbagliare dalle tendenze. È lasciva.

Tomas Maier austero direttore creativo della casa di moda Bottega Veneta, presenta a Milano una collezione autunno/inverno 2016-17 degna della maison. Totale abbandono degli eccessi, nessuna trasparenza ordinaria, alcun dettaglio sopra le righe. La bellezza risiede nella semplicità, nel garbo e nell’eleganza.

La donna Bottega Veneta è aggraziata ed è eterea come Greta Garbo. Porta un lungo foulard  annodato al collo, indossa gonne ampie che sfiorano delicatamente il ginocchio e veste abiti delicati in chiffon.

Riesce, peraltro, ad indossare over coats magnifici in lana bouclé con estrema femminilità e classe.

È grintosa quando porta generosamente capispalla animalier e dimostra gran carattere quando indossa abbondanti tailleur maschili.

Profondamente seducente, la donna disegnata  da Maier ha stile da vendere e punta sulla qualità dei tessuti indossati. Cachemire e pelliccia sono un vezzo per lady Bottega Veneta, ma indossa piacevolmente canotte in lurex, maglioni over in lana e dettagli in pelle.

I toni della collezioni sono anch’essi rigorosi: nero, verde e viola, illuminati da un bianco candido e dal grigio.

Ad incarnare la donna Bottega Veneta, tre modelle d’eccezione: la bellissima e prorompente modella russa Irina Shayk, l’irresistibile topo model Adriana Lima e l’affascinante Kendall Jenner.

 

Irina Shayk splendida in Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)
Adriana Lima splendida in Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)

 

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Irina Shayk sfila per Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)
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Kendall Jenner Per Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)
Kendall Jenner Per Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)

 

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Irina Shayk a Milano per Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)
Irina Shayk a Milano per Bottega Veneta (fonte Madame Figaro)

 

 

 

 

Il circo magico di Elisabetta Franchi si esibisce a Milano

Il circo. Il suo mondo effimero, bello a vedersi, difficile spesso da giustificare. Le majorette e i loro virtuosismi, le cavallerizze in stile vittoriano che incantano il pubblico. Gli animali, quegli esseri così mansueti e così teatranti che, come attori, fingono di essere felici.

Elisabetta Franchi, con la collezione autunno/inverno 16-17, lancia più che una collezione, una missiva con la t-shirt slogan “Animals are not clowns”. Loro non sono dei pagliacci, loro meritano la libertà.

Incedono sicure e a passo di felino, le modelle della maison italiana sulle note di Cat People (Putting on Fire) di Hollywood & Mon Amour. Indossano alti cuissard e pantaloni aderentissimi a vita alta. È sensuale negli abiti attillatissimi, nelle velature generose degli abiti da sera e nel vertiginoso e audace spacco di una gonna leggera che lascia scorgere i micro shorts della tuta sahariana.

È wild e androgina, iper femminili e luminosa. Il défilé presentato da Elisabetta è variegato e asseconda i gusti eclettici della stilista.

L’animalier, tanto caro alla designer e onnipresente nelle sue collezioni, viene proposto totalmente sugli abiti o in piccoli e piacevoli dettagli.

Abiti sparkling da gran soirée e pantaloni luminosi abbinati a giacche mini, impreziosite da lunghe frange dorate.

Non mancano nemmeno le pellicce, rigorosamente faux fur: sono vaporose, leggere, glamour.

Il circo contamina non solo i completi rigati rossi e blu, ma anche gli accessori con fantastiche nappine annodate in vita come una cintura.

 

(fonte Madame Figaro)
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