Piume, fiori, nastri e velette: Firenze si prepara all’invasione di cappelli da signora come Royal Ascot. Esattamente come il famoso ippodromo inglese, in cui dal 1711 si sfoggiano copricapo esagerati durante le corse dei cavalli, anche nel capoluogo toscano la Corsa dell’Arno vedrà sfilare signore e ragazze in sgargianti ed eccentrici cappellini. Il concorso “Il cappello più bello per Corri la Vita” è un’iniziativa benefica organizzata dal consorzio Il Cappello di Firenze, che invita tutti i fiorentini a presentarsi alla storica corsa di cavalli del 25 aprile con un copricapo degno della Famiglia Reale inglese. Le signore che accetteranno la sfida potranno recarsi in un atelier dedicato presso un’azienda associata al consorzio, la Memar. Qui dal 17 al 24 aprile potranno scegliere forme, colori, nastri e decorazioni per creare un cappello personalizzato che stupisca tutti. In alternativa, durante la gara all’Ippodromo del Visarno alle Cascine, un chiosco allestito dal consorzio fornirà altri cappelli da acquistare sul momento.
Le signore dotate di copricapo sfileranno durante la Corsa dell’Arno e una giuria le osserverà attentamente per decretare il più bel cappello in tre categorie: eleganza, creatività e promising designer. Quest’ultima categoria sarà dedicata alle proposte dei giovani studenti delle scuole di moda. Le vincitrici del concorso riceveranno dei viaggi in varie città d’Italia, ma tutti i partecipanti avranno la gioia di aver contribuito a un’iniziativa a fin di bene. Il consorzio Il Cappello, infatti, donerà parte del ricavato dell’evento all’Associazione Corri la Vita Onlus. Si tratta di un’organizzazione no-profit che realizza progetti specializzati nella cura, nell’assistenza e nella riabilitazione psico-fisica di donne malate di tumore al seno. Un’iniziativa divertente, che trasformerà l’ippodromo del Visarno alle Cascine in un’elegante e stravagante succursale del Royal Ascot e che permetterà alle signore di sfoggiare le creazioni più fantasiose, con la certezza di aver fatto del bene ad altre donne.
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160 anni di cappelli Borsalino: un francobollo per festeggiare l’anniversario del brand
I cappelli Borsalino compiono 160 anni. Da piccola azienda, rilevata il 4 aprile 1857 da Giuseppe Borsalino, a icona del made in Italy, il marchio ha attraversato e testimoniato i cambiamenti della società, della moda e dello stile italiano. Nel giorno del suo centosessantesimo anniversario, le Poste Italiane hanno emesso un francobollo del valore di 95 centesimi che celebra il passato e il futuro di Borsalino. Il francobollo appartiene alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico“. Borsalino, infatti, non è solo un’azienda di eccellenza nella manifattura di cappelli, ma è anche un simbolo dello stile italiano: attraverso alcune pellicole cult, il cappello da uomo Borsalino è diventato talmente iconico da ottenere lo stesso nome dell’azienda.
Un riconoscimento che vale come celebrazione di 160 anni di storia della moda, ma anche come ringraziamento all’imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio, che insieme ad altri dieci soci ha deciso di investire nell’azienda e salvarla dal fallimento. «È un omaggio ad un marchio protagonista del Made in Italy, che con le sue creazioni ha contribuito a diffondere lo stile italiano in tutto il mondo. Ma è soprattutto un riconoscimento a chi continua a muoversi nel solco di questa tradizione, con creatività e sapienza artigianale» ha detto Giovanni Accusani, responsabile filatelia di Poste. Nonostante le controversie ancora in corso con l’Agenzia delle Entrate, Borsalino continua a produrre e a vendere, anche grazie all’inatteso ritorno del cappello tra gli accessori must del guardaroba maschile e femminile. «Questo è un pezzo di storia, i cappelli Borsalino sono un piccolo sogno in tutto il mondo -ha dichiarato l’assessore alle attività produttive Giuseppina de Santis, presente alla presentazione ufficiale del francobollo nella sede di Spinetta Marengo – Vorrei ringraziare Philippe Camperio che ha creduto nel salvataggio, senza di lui questa giornata forse non ci sarebbe stata». Non resta che sperare in una risoluzione definitiva dell’intricato caso Borsalino.
Tendenze moda autunno/inverno 2016-2017: cappellini
Accessorio irrinunciabile del guardaroba e vezzo femminile, il cappello è must have di ogni stagione invernale. L’autunno/inverno 2016-2017 vede una grande offerta di modelli, che hanno caratterizzato le principali collezioni: occhi puntati sul cappello, che diviene principale fashion trend di stagione.
Dal basco alla francese al berretto in lana, tantissimi sono i modelli proposti dai principali designer: perfetti per impreziosire ogni mise, dalla più classica alla più sportiva. E se Alessandro Michele porta in passerella da Gucci un cappellino con veletta, dalle suggestioni lady like e dal piglio bon ton, Philosophy by Lorenzo Serafini reinterpreta un evergreen dal fascino intramontabile quale è il basco alla francese.
Missoni punta sulla morbidezza della lana, per combattere il freddo e il rigore invernale. Prada propone invece inedite ispirazioni mariniere per cappellini dal piglio vintage. Suggestioni Seventies e linee rigorose da H&M, che sdogana il cappello in feltro, pezzo classico del guardaroba.
Cappelli Borsalino, il servizio itinerante Made To Measure
C’è stato un tempo in cui il cappello da uomo era l’accessorio più importante del guardaroba, indipendentemente da professione e classe sociale. Negli anni ’20 nessuno usciva di casa senza un cappello e l’Italia era il paese che produceva ed esportava il maggior numero di modelli. In quel periodo l’azienda italiana Borsalino, che ha fatto della manifattura made in Italy, del design classico ma creativo e dei materiali pregiati il suo punto di forza, è diventata il riferimento internazionale dello stile. I cappelli Borsalino sono famosi in tutto il mondo, tanto da aver dato un nome proprio all’intramontabile cappello da uomo e da donna in feltro che negli ultimi anni è ritornato ad essere un must have. Oggi Borsalino si rinnova, dando all’iconico accessorio da dandy la massima possibilità di personalizzazione. Nasce Itinerant Made To Measure Experience Trunk, un servizio itinerante che toccherà tutti i principali punti vendita della manifattura di Alessandria per garantire ad ogni gentiluomo il suo cappello Borsalino su misura.
Il servizio su misura, che a partire dal 2015 è una prerogativa della boutique milanese di Borsalino, va in tour. Si parte da Lodenfrey, department store di Monaco di Baviera che ha dedicato ai cappelli Borsalino una speciale vetrina celebrativa in stile surrealista, per poi toccare le principali città del mondo. Il trunk permette di scegliere la larghezza della tesa del proprio cappello in feltro e personalizzarlo nelle nuance e nei dettagli. Ben 33 varianti di colori per l’inverno 2016/17, da colori neutri quali le palette di grigi, marroni e blu ai colori caldi e freddi che saranno di tendenza la prossima stagione: giallo senape, azzurro intenso, rosso aurora, da abbinare ad altre 38 tinte per il nastro. E poi la fodera in seta, il marocchino in pelle, tutti i dettagli che fanno di un cappello il proprio cappello. Fino ad arrivare alla personalizzazione estrema: l’incisione delle proprie iniziali in lamina d’oro.
Ilariusss. Il lusso di un copricapo ironico e surreale
“Il cappello è come un punto alla fine di una frase “. Non potrebbe utilizzare definizione migliore, Ilaria Soncini, per definire il suo brand.
I suoi cappelli sono vere opere d’arte che toccano l’ingegno teatrale. Cuori, labbra e pon pon: il copricapo Ilariusss non conosce banalità.
100% Made in Italy, le sue creazioni sono confezionate artigianalmente da mani esperte che esaltano la naturale bellezza dei suoi cappelli.
Ilaria, cosa dovremmo sapere di te?
Sono una sognatrice romantica ed una eterna bambina. Amo sorprendermi e sorprendere. Non sopporto la noia e le cose scontate. Mi hanno detto che sono stata un pirata nella scorsa vita, vivendo senza un vero scopo. In questa vita, sento di dover dedicare tutto il mio tempo alla mia più grande passione che è creare cappelli, per poter lasciare un segno creativo concreto.
Ilariusss: come ha inizio la storia del tuo brand?
Ilariusss nasce a Berlino con la mia carissima amica Sofia, tra immaginazioni e travestimenti. Ci divertivamo a creare cappelli che potessero vestire il corpo. Ci ispiravamo al teatro di Victoria Chaplin e al mondo surreale dell’impossibile. Ilariusss è nato sognando un mondo assurdo.
Tre aggettivi per definirti.
Leale, creativa e appassionata.
Tre aggettivi per definire Ilariusss.
Ironico, elegante e surreale.
La tua fonte d’ispirazione.
Il teatro, le favole dei bambini e i miei amici.
La tua personale definizione di cappello.
“Il cappello è come un punto alla fine di una frase “.
Il tuo presente.
So finalmente chi sono e cosa voglio.
Il tuo futuro.
So esattamente cosa vorrò, me lo sono prefissata lo scorso anno a Roma grazie ad una persona speciale che mi ha aiutato a capirlo. Voglio un Atelier dove si possano realizzare cappelli per spettacolo, teatro, vetrine, moda e dove lavorino un team di persone appassionate. Sto lavorando per raggiungere questo obiettivo, so che riuscirò in un modo che non mi è ancora stato svelato, ad arrivarci.
Per maggiori informazioni www.ilariusss.com
Photo courtesy Ilaria Soncini
Viaggio nello stile parigino: Krasnova, modista tra vintage e futuro
Parigi, la capitale della moda, da sempre crocevia di artisti e fucina di talenti provenienti da tutto il mondo; Parigi con il suo charme ed una storia di couturier che hanno reso la moda francese unica nel mondo. Eccomi qui, ad assaporare le intrinseche contraddizioni dello stile parisien, attraverso le sfilate del pret-à-porter, nostalgica di tempi d’oro forse ormai andati.
È una giornata uggiosa, con una pioggerellina che non vuole saperne di smettere, la settimana della moda si è appena conclusa e progetto un nuovo tour de force alla scoperta di atelier che sappiano ancora stupirmi. A Parigi può anche capitare di restare chiusi fuori di casa, ritrovandosi ad osservare la realtà circostante con occhi nuovi e curiosi, ripercorrendo gli itinerari delle foto di Doisneau o perdendosi dentro i bouquinistes, sfiorando la carta invecchiata di antiche stampe e volumi a due passi dalla Senna.
La incontro così, in una via tipicamente parigina, tra il profumo di una boulangerie e il romanticismo dei tetti bianchi delle case: il viso pulito, lunghi capelli castani e il passo svelto di chi nella Ville Lumière a neanche 30 anni ha già costruito un proprio business, partendo dallo studio e da una severa disciplina. Io, notoriamente appassionata di vintage, probabilmente avrei fatto carte false per scoprire le sue creazioni, le velette dall’aria retrò, i cappellini in stile deliziosamente Fifties, l’allure misteriosa e sofisticata che profuma di antiche tradizioni sartoriali, di laboratori e retrobottega nascosti in mezzo al lusso delle strade parigine. Piccole fucine in cui anziane modiste francesi tramandano ancora oggi le loro tecniche segrete, perse dietro manichini e stoffe da confezionare.
Dietro Krasnova e le sue collezioni accattivanti c’è l’estro creativo di una giovane ragazza: si chiama Evgeniya Guilhot Fomina e viene da lontano. Nata a Soči, nel sud della Russia, trasferitasi a Parigi nel 2007, appena terminati gli studi, da sempre appassionata della cultura francese in toto, con il suo savoir-vivre, l’arte e la moda. Evgeniya si specializza presso la scuola privata di moda e design Creapole, situata nel cuore di Parigi. Qui studia per 5 anni Art Design: la sua formazione comprende scenografia, bozzetti di moda, interior design, scultura e altri progetti. Solo al quarto anno del corso si rende conto che il suo cuore batte per gli accessori, in particolare i cappellini, i cosiddetti couvre-chef, meglio se dalle forme bizzarre e particolari.
Dopo due stage presso i brand di bijoux haute couture Coralie de Seynes e Garnazelle, Evgeniya capisce che Parigi le può offrire una preparazione invidiabile, se solo andrà alla riscoperta delle tradizioni sartoriali più antiche. Inizia pertanto a prendere lezioni da una vecchia modista francese, maestra nella confezione di cappellini. Sempre più innamorata di quell’arte antica eppure quantomai attuale, frequenta un tirocinio presso l’Opéra Garnier: qui si respira magia allo stato puro, tra lo sfarzo dei costumi e le costruzioni ardite e scenografiche dei copricapi che le sarte e le modiste confezionano per i balletti e le opere liriche. Sicura di sé e della propria formazione, Evgeniya si sente ormai matura per creare il proprio brand: nasce così Krasnova, la linea con cui la modista cerca un proprio posto nel mondo del fashion biz, riportando in auge il fascino della creazione artigianale e le tecniche sartoriali della tradizione francese. Dopo vendite private ed eventi esclusivi con una clientela già entusiasta per quei cappellini così chic, la giovane creativa si sente finalmente pronta per mostrare ad un pubblico più vasto le proprie creazioni, che comprendono cappelli dall’appeal contemporaneo, fedora, borsalino in feltro di lana dai dettagli realizzati interamente a mano, come ricami e passamanerie preziose, e lavorazioni artigianali.
Nel dicembre 2015 il lancio della prima capsule collection per l’Inverno 2016. Di impronta fortemente parisienne, lo stile Krasnova è personalissimo e ricco di suggestioni: lo charme del glorioso passato si sposa mirabilmente a dettagli attuali e ispirazioni urban, per una donna sofisticata. Nappine e gioielli scendono giù dai cappelli fedora, ad impreziosire linee classiche con dettagli moderni che tradiscono una grande ricerca stilistica. Ricami realizzati interamente a mano e grande cura per la scelta dei materiali usati, provenienti dalla Francia, con forme in legno realizzate da scultori e feltro di pelo di coniglio proveniente da allevamenti francesi.
Accanto ai modelli per il giorno, ecco il coup de théâtre di deliziosi couvre-chef di ispirazione vintage, hatinator e velette che, come un déjà-vu, ci riportano indietro nel tempo, ad una Parigi imperiale ricca di sfarzo rococò. Tutti i processi di creazione si rifanno ad antiche tradizioni, palpabile è la precisione e la massima cura per il dettaglio, per un lusso contemporaneo ed un’eleganza evergreen. Sta per uscire la collezione Primavera/Estate 2016, che sarà caratterizzata da un mood più romantico, tra motivi floreali e leggerezza. Intanto per acquistare i capi su misura Krasnova basta ordinarli. Per veri hatlovers.
BLONDIEFULL FOR D-ART
I cappelli hanno sempre fatto parte del nostro guardaroba, da secoli, e ne sono stati un grande arricchimento.
Ovviamente hanno un scopo, per esempio ci proteggono dal freddo, dal sole o dalla pioggia – e talvolta invece servono come accessorio per catturare l’attenzione o come simbolo di una uniforme.
Pensiamo a certe celebrità/icone praticamente inseparabili dai loro cappelli… o ai film hollywoodiani che devono parte del loro successo ai personaggi che li interpretavano e al loro stile.
Il cappello più in voga oggi è quello da Baseball, ma cosa ne pensate del “bowler” (come nel film Clock Work Orange), o del cappello Cowboy, il cappello a cilindro (Abraham Lincoln), del basco, del beanie, Il Fedora (Indiana Jones) o il grande cappello cascante (Brigitte Bardot).
Ce ne sono troppi per poterli nominare tutti, ma una cosa è certa: uno dei marchi più prestigiosi e di fama mondiale è Borsalino. Chi non lo conosce?
Producono cappelli dal 1857. I 2 modelli più famosi sono “il cappello Panama” e “il cappello Fedora” anche conosciuto come “il Borsalino“.
Humphrey Bogart l’ha portato, John Belushi (Blues Brothers), Michael Jackson. E Alain Delon e Jeanpaul Belmondo erano i gangster francesi nel film “Borsalino“.
Celebrità come Johnny Depp, Audrey Hepburn, Greta Garbo, Leonardo Di Caprio, Justin Timberlake, Madonna, Kate Moss, Nicole Kidman e John Malkovich tutti hanno portato Borsalino.
Per questo oggi voglio fare un giochetto mostrandovi i cappelli Borsalino che hanno catturato la mia attenzione e che mi hanno fatto ricordare dei bellissimi film iconici.
Spero vi piacciano 🙂
Love B
ENGLISH VERSION
Hats have always played a big part in our wardrobes for centuries and have been a great enrichment. Obviously they serve a purpose, they for example protect us from the cold or the sunlight or rain but sometimes they can also just be an attention catcher or be a part of an uniform.
Just think of some iconic celebrities that are inseparable from their hats..or some great Hollywood movies that owe alot of their success also to their characters wearing their iconic hats..
For sure the most common hat seen on the street today is by far the baseball cap, but how about the bowler (like in the movie Clock work orange), or the cowboy hat, the top hat (Abraham Lincoln),the beret, a beanie, the Fedora (Indiana Jones), or the big floppy hat (Brigitte Bardot)
Of course there are too many hats for me to name but one thing is for sure that one of the most prestigious brands of hats worldwide is without a doubt Borsalino..Who doesn’t know them?
They have been making hats since 1857.The 2 most famous models they made are for sure “the Panama Hat” and “the Fedora hat” also known as ” The Borsalino”.
Humphrey Bogart has worn it, John Belushi (Blues Brothers), Michael Jackson… Alain Delon and Jeanpaul Belmondo were the french gangsters in the movie “Borsalino”.
Celebrities such as Johnny Depp, Audrey Hepburn, Greta Garbo,Leonardo di Caprio, Justin Timberlake, Madonna, Kate Moss, Nicole Kidman and
John Malkovich all have been wearing Borsalino .
So today I wanted to play a little and show you a few kind of different Borsalino hats that got my attention and reminded me a bit of some iconic movies..
Hope you enjoy…
love B
Hats/Cappelli @BORSALINO
Dress/Vestito @PINKO
Earrings/Orrecchini @TIFFANY AND CO
PH by HENRIK HANSSON
Halston, il re del glamour anni Settanta
Chi ha vissuto negli anni Settanta non può non ricordare i suoi capi. Linee pulite ed essenziali si uniscono al glam tipico degli anni Settanta, per capi che divengono emblema di un’epoca. Roy Halston Frowick nasce nel 1932 a Des Moines, Iowa. Già nella prima infanzia crea abiti per la madre e la sorella e ben presto inizia a disegnare cappelli.
Nel 1952 si trasferisce a Chicago, dove frequenta un corso serale presso la School of the Art Institute e contemporaneamente lavora come visual merchandiser per mantenersi agli studi.
L’anno seguente, nel 1953, inizia la sua attività di creatore di cappelli, riscuotendo grande clamore: Kim Novak, Deborah Kerr e Gloria Swanson sono solo alcune delle star che indossano le sue creazioni. Nel 1957, dopo avere inaugurato la sua prima boutique, si trasferisce a New York, dove inizia a lavorare per la celebre stilista Lilly Daché. Nel giro di un anno viene nominato co-designer della maison, incarico che lascia per passare alla Bergdorf Goodman.
Halston balzò agli onori della cronaca per aver disegnato il cappellino indossato da Jackie Kennedy alla cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del marito, nel 1961. Inoltre amarono i suoi cappelli personalità del calibro di Rita Hayworth, Diana Vreeland e Marlene Dietrich.
Definito da Newsweek come il designer più interessante d’America, nel 1966 passò dalla creazione di cappelli alla creazione di abiti, inaugurando la sua prima boutique in Madison Avenue nel 1968. L’anno seguente, nel 1969, lanciò la sua prima linea di prêt-à-porter, Halston Limited.
Come egli stesso dichiarò in un’intervista rilasciata a Vogue, ciò che più gli stava a cuore, nella creazione dei capi, era la funzionalità. Odiava tutto ciò che non fosse funzionale, come fiocchi o cuciture inutili; le sue collezioni fin dal principio si distinsero per un minimalismo funzionale. Si trattava di capi eleganti e sexy ma dalle linee semplici e pulite.
Nel 1972 brevettò l’Ultra suede, un particolare tessuto facilmente lavabile anche in lavatrice, comodo e perfettamente adattabile alla silhouette. Il suo halter dress, ideato due anni più tardi, è entrato nei dizionari di moda: quando parliamo di scollatura all’americana, parliamo di Halston, che ne fu l’inventore. La sua donna era una sirena della disco glam di fine anni Settanta. I suoi abiti, perfetti per un party in piscina, erano la perfetta incarnazione del mito americano. Colori caldi come il bronzo, l’oro, l’argento, il fucsia, il blu elettrico e tessuti come il cachemire, il jersey e la seta.
Il jet set internazionale cadde ai suoi piedi. Tra le sue più fedeli clienti troviamo Anjelica Huston, Lauren Bacall, Margaux Hemingway, Elizabeth Taylor, Bianca Jagger e Liza Minnelli.
Dal 1968 al 1973 il fatturato del brand si stima intorno ai 30 milioni di dollari. Nel 1975 Max Factor realizzò la prima fragranza col nome della maison. Secondo Vogue, Halston contribuì a rendere popolare il caftano, disegnando diversi modelli per Jackie Kennedy.
Personalità emblematica di quegli anni, Roy Halston fu assiduo frequentatore dello Studio 54 ed intimo amico di Liza Minnelli ed Andy Wahrol. Dopo una vita di eccessi, si ritirò a metà degli anni Ottanta. Nel 1988 risultò positivo al test dell’HIV e morì due anni dopo, nel 1990, per complicanze legate al virus.
Oggi resta la sua eredità. Il marchio, dopo diverse vicissitudini legate a scelte sbagliate, è stato acquistato nel 2011 da Ben Malka, già presidente del gruppo BCBG Max Azria. Halston continua ad essere sinonimo di stile e si contraddistingue ancora oggi come uno dei marchi più venduti negli Stati Uniti.