Buon compleanno, Cher

Spegne oggi 70 candeline Cher. Star della musica, attrice premio Oscar, icona della cultura pop e musa fashion, Cherilyn Sarkisian La Pierre, più nota come Cher, è l’ultima diva contemporanea.

Nata in California il 20 maggio 1946, Cherilyn trascorre un’infanzia disagiata. Il padre è un rifugiato armeno che lavora come camionista, la madre Jakie Jean Crouch (in arte Georgia Holt) è un’aspirante attrice e modella. Dal ramo materno la futura diva vanta origini Cherokee, Francesi e Inglesi. Quando i genitori divorziano, iniziano grandi difficoltà economiche per lei e per la madre, che dà alla luce Georganne da un’altra relazione. Le due figlie saranno poi adottate dal successivo marito della donna, Gilbert La Pierre, banchiere.

La piccola Cherilyn soffre di una grave forma di dislessia non diagnosticata, a causa della quale è costretta a lasciare la Fresno High School all’età di 16 anni. Nello stesso anno avviene a Los Angeles l’incontro con Salvatore Bono, detto Sonny: il giovane all’epoca ha 27 anni, e lavora per Phil Spector ai Gold Star Studios di Hollywood. La giovane Cher sogna già di fare l’attrice. I due fuggono insieme e vanno a convivere all’insaputa della madre della ragazza. Nel 1964 convolano a nozze e dalla loro unione, il 4 marzo 1969, nasce Chastity Bono, che nel maggio 2010 ha completato il percorso di cambio di sesso.

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Cherilyn Sarkisian La Pierre, più nota come Cher, è nata in California


Cher nel film "Good Times", diretto da William Friedkin, 1967
Cher nel film “Good Times”, diretto da William Friedkin, 1967


Cher ritratta da Richard Avedon per Vogue, 1966
Cher ritratta da Richard Avedon per Vogue, 1966


Sonny e Cher ritratti da Richard Avedon per Vogue, 1972
Sonny e Cher ritratti da Richard Avedon per Vogue, 1972


Nel 1965 arriva per il duo di artisti il primo album e la canzone I Got You Babe diventa una hit internazionale. Lo stile dei due e il loro spirito bohémien si impongono sulla scena musicale ma non solo: i due diventano icone della cultura hippie degli anni Sessanta. Basette lui e lunghi capelli neri e pantaloni a zampa d’elefante lei, posano insieme per Vogue ed entrano nel mito.

Cher arriva per la prima volta in Italia, insieme a Sonny, nel settembre del 1966, dove assiste anche ad un’udienza di Papa Paolo VI a Castel Gandolfo, a Roma. L’anno successivo i due tornano in Italia per partecipare al Festival di Sanremo. La cantante si presenta nella gara canora in coppia con Nico Fidenco. Negli anni Settanta conducono insieme uno show televisivo che sdogana Cher come un sex symbol internazionale: i suoi outfit audaci inaugurano una nuova era dello stile. Inoltre la diva fu la prima donna a mostrare l’ombelico. Il suo stilista Bob Mackie ideò per lei degli abiti che lasciassero scoperte alcune parti del corpo.

Foto di Francesco Scavullo, 1974
Foto di Francesco Scavullo, 1974


Cher ritratta da Stephen Paley, Vogue, 1 settembre 1969
Cher ritratta da Stephen Paley, Vogue, 1 settembre 1969


Foto di Harry Langdon, 1978
Foto di Harry Langdon, 1978


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La bellezza di Cher in uno scatto di Avedon, 1974


Cher, foto di Bob Willoughby per Vogue, 1967
Cher, foto di Bob Willoughby per Vogue, 1967


Cher in uno scatto di Richard Avedon per Vogue, 1969
Cher in uno scatto di Richard Avedon per Vogue, 1969


Dopo tanti successi, la coppia divorzia nel 1975, dopo 13 anni di matrimonio. Il divorzio ha portato la cancellazione del “The Sonny and Cher Comedy Hour”. Nello stesso anno, Cher sposa Gregg Allman. Dal nuovo matrimonio, il 10 luglio 1976 nasce un figlio, Elijah Blue Allman.

Dopo il divorzio la cantante si concentra sulla propria carriera da solista e passa al cinema, nei primi anni Ottanta. Dapprima è Robert Altman a volerla in “Jimmy Dean Jimmy Dean”, poi in “Silkwood” recita accanto a Meryl Streep e ottiene la prima candidatura all’Oscar. Dopo “Le streghe di Eastwick” e “Presunto colpevole” arriva l’Oscar per “Stregata dalla luna”. Inoltre è stata premiata anche con un Golden Globe e una Palma d’oro.



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Intanto Cher è diventata un mito: nel 1971 entra nell’International Best Dressed List, grazie ai suoi look iconici. Zigomi alti, lunghi capelli lisci e fisico tonico, la bella Cher unisce in sé il fascino dei Nativi americani e il glamour anni Settanta. Trendsetter ante litteram, la sua impronta fu decisiva per la moda anni Sessanta/Settanta. Cher diviene presenza fissa sulle cover dei magazine patinati e posa per i più grandi fotografi di moda, da Richard Avedon ad Annie Leibovitz, da Francesco Scavullo fino ad Herb Ritts. Icona amatissima dalla comunità gay, nel corso degli anni per inseguire il mito dell’eterna giovinezza si è sottoposta a numerosi interventi di chirurgia plastica.

Cher in una foto di Richard Avedon, Vogue 1974
Cher in una foto di Richard Avedon, Vogue 1974


Divina negli scatti realizzati da Avedon per Vogue, 1974
Divina negli scatti realizzati da Avedon per Vogue, 1974


Foto di Richard Avedon, Vogue 1974
Foto di Richard Avedon, Vogue 1974


Foto di Richard Avedon, 1974
Foto di Richard Avedon, 1974


Con oltre cinquant’anni di carriera, Cher è entrata nella storia della musica, con oltre 100 milioni di dischi venduti nel mondo. Durante la sua carriera, oltre ad un Oscar come miglior attrice, è stata insignita anche con il Prix d’interprétation féminine a Cannes, un Grammy, un Emmy, tre Golden Globe e un People’s Choice Award per i suoi contributi nel cinema, nella musica e nella televisione.

La ritroviamo negli anni Novanta strizzata in bustier super sexy e immortalata da Herb Ritts. Tra i suoi video ad alto tasso erotico, il singolo If I Could Turn Back Time, che viene censurato da MTV. Nel 1999 arriva un successo galattico con Believe: il singolo è il più venduto da una cantante donna in Inghilterra. Nel 2005 l’artista ha concluso il suo Farewell Tour, durato tre anni.


Cher in una foto di Annie Leibovitz, Vanity Fair, 1968
Cher in una foto di Annie Leibovitz, Vanity Fair, 1968


Foto di Harry Langdon, 1978
Foto di Harry Langdon, 1978


Foto di Herb Ritts, 1990
Foto di Herb Ritts, 1990


Foto di Michael Lavine, 2001
Foto di Michael Lavine, 2001



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È morto Prince, genio della musica

Ad appena 57 anni si è spento Prince. A darne per primo la notizia il sito Tmz. La popstar simbolo degli anni Ottanta è stata trovata morta intorno alle 9.43 di questa mattina nella sua residenza in Minnesota, dove aveva anche sede il suo studio di registrazione. Tuttavia le cause del decesso non sono ancora chiare: pare infatti che possa essersi trattato di un incidente o di morte violenta. La polizia ha aperto un fascicolo per accertare i fatti.

All’anagrafe Prince Rogers Nelson, il cantante era nato a Minneapolis il 7 giugno 1958 da una famiglia di jazzisti. Una carriera prolifica che lo ha visto musicista, cantante, attore, regista, tante sono le hit entrate nella storia della musica, a partire da Purple Rain, oltre 100 milioni gli album venduti. Arguto sperimentatore, la sua musica era un mix di generi diversi, dal soul al pop, dal rock psichedelico al funk, con accenni di jazz.

Dal debutto, nel 1978, alle dispute con le case discografiche, in primis la Warner Bros, Prince era un genio della musica, poliedrico, irrequieto, ribelle, provocatorio. Un fisico androgino e una sottile sensualità, la popstar, che non sfiorava il metro e sessanta vantava un lungo carnet di conquiste amorose, che includevano la splendida Kim Basinger. Nel 1996 il dramma della morte del figlio avuto da Myate Garcia. Due divorzi alle spalle, la musica rimase la sua unica amante.

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All’anagrafe Prince Rogers Nelson, il cantante era nato a Minneapolis il 7 giugno 1958


Non sono ancora chiare le dinamiche della morte del cantante. Le autorità della contea di Carver hanno riferito di aver risposto ad un’emergenza medica presso Paisley Park, dove aveva sede l’abitazione di Prince, nonché il suo studio di registrazione. Pare che la popstar avesse contratto un virus influenzale poche settimane fa: lo scorso 15 aprile il suo jet privato era stato costretto ad un atterraggio d’emergenza in Illinois. Ma le condizioni del cantante non avevano destato particolare preoccupazione dal momento che Prince era apparso in forma già il giorno seguente, tranquillizzando i fan durante un suo concerto. Anche l’agente del genio del pop aveva confermato che il cantante stava bene. Oggi ha confermato la notizia della sua prematura scomparsa. I fan del cantante, numerosissimi in tutto il mondo, testimoniano in queste ore l’incredulità e il cordoglio per la morte di quella che resterà sempre come una stella del firmamento della musica.

Baptiste Giabiconi: il volto più amato da Karl Lagerfeld

Quando si parla di muse vengono alla mente figure di donne eteree e straordinarie, dalla Beatrice dantesca alla Laura di petrarchiana memoria, da Lee Miller, indimenticabile musa di Picasso e Man Ray, fino alla celebre Elena Ivanovna Diakonova, conosciuta come Gala, che ispirò Paul Eluard e Salvador Dalí: tutte donne eccezionali, ispiratrici di opere altrettanto uniche. Ma cosa succede quando a vestire i panni della musa ispiratrice è un lui? È il caso di Baptiste Giabiconi, modello originario di Marsiglia amatissimo da Karl Lagerfeld.

Presenza fissa delle sfilate Chanel, ha chiuso il défilé romano di Chanel Métiers d’Art presentandosi sottobraccio a Kaiser Karl: classe 1989, quella di Baptiste Giabiconi è la parabola di un ragazzo che dal lavoro di operario in fabbrica si è ritrovato catapultato sulle passerelle.

Bellezza efebica e fascino ambiguo, Baptiste ha lavorato per anni in una fabbrica di elicotteri nel sud della Francia; un talent scout non meglio identificato ne avrebbe poi scoperto la grande fotogenia. Da lì la fama ci ha messo poco ad arrivare: dopo aver firmato un contratto con la prestigiosa Dna Model Management di New York, Giabiconi è divenuto il volto della campagna pubblicitaria di Frankie Morello. Dal 2008 il modello è entrato nelle grazie di Karl Lagerfeld, che ne ha fatto la propria musa iconica.

Baptiste Giabiconi è la musa maschile di Karl Lagerfeld
Classe 1989 e un fascino giocato sull'ambiguità
Classe 1989 e un fascino giocato sull’ambiguità

Baptiste Giacobini fotografato da Karl Lagerfeld
Baptiste Giabiconi fotografato da Karl Lagerfeld per Purple Magazine


Viso angelico e sguardo di ghiaccio, Baptiste Giabiconi ha fatto dell’ambiguità la sua forza: elegante e fascinoso anche quando posa in tacchi a spillo per Lagerfeld o quando sfila in turbante come novello Lawrence d’Arabia.

Dopo aver preso parte ad un cortometraggio diretto proprio da Lagerfeld, accanto a Lara Stone, e dopo essere stato protagonista dello spot del Magnum Algida, per la regia dello stesso Lagerfeld, Giabiconi ha segnato un traguardo, essendo stato il primo modello uomo ad apparire nudo sul calendario Pirelli. L’edizione in questione è quella del 2011, firmata ancora una volta da Lagerfeld. Qui Baptiste posa come in déshabillé a metà tra un satiro e un dio, per scatti ispirati alla mitologia greca, accanto a nomi del calibro di Bianca Balti ed Elisa Sednaoui.

Pirelli 2011 con scatti di Karl Lagerfeld
Pirelli 2011 con scatti di Karl Lagerfeld

In passerella per Chanel Haute-Couture Primavera/Estate 2012
In passerella per Chanel Haute-Couture Primavera/Estate 2012


Il giovanissimo modello ha anche tentato, seppur con discutibile successo, la carriera discografica, incidendo nel 2010 il singolo «Showtime», prima di fare ritorno nel mondo della moda, a lui più congeniale. Torace scolpito, lo vediamo immortalarsi da buon Narciso in diversi selfie a torso nudo, che posta prontamente sui social network, a partire da Instagram, dove è seguito da oltre un milione di followers. Un tatuaggio con la scritta «Simplicité», monito per ricordarsi sempre delle proprie origini, si dice che Giabiconi sia stato boyfriend di Katy Perry, icona dalla femminilità esplosiva: stuoli di ragazzine impazziscono per lui, e la stessa Naomi Campbell ha dichiarato la sua ammirazione per il modello, che a suo dire non avrebbe nemmeno l’ombra di un difetto. Ma la virilità è un’altra cosa, ça va sans dire.


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Lo stile di Caroline Vreeland

Lo stile di Caroline Vreeland

Stando alla genetica lo stile dovrebbe scorrerle nelle vene: Caroline Vreeland, socialite, cantante ed icona di stile, è la nipote della mitica Diana Vreeland. La celebre fashion editor non è stata solo una figura importante del fashion biz, ma il nome che, dagli anni Quaranta ai Sessanta, con la sua impronta ironica, irriverente e personalissima ha rivoluzionato il corso della moda mondiale, fungendo da spartiacque tra l’antico e il moderno.

Divenuta famosa per la sua rubrica su Harper’s Bazaar intitolata “Why don’t you…?”, dalla quale dispensava consigli deliziosamente sui generis, fino al suo ruolo di direttrice di Vogue America, chi ha avuto come nonna un personaggio del calibro di Diana Vreeland non può non sentire tutto il peso che tale eredità inevitabilmente comporta.

Guardando Caroline Vreeland, viso angelico e fisico prorompente, la prima parola che viene in mente è personalità. Perché la bionda cantautrice e modella, balzata alle cronache degli ultimi anni anche per il suo stile, di personalità ne ha da vendere. E se essere figli, o, in questo caso, “nipoti di”, può essere un’arma a doppio taglio, nel caso della giovane Vreeland proprio il carattere e la grinta hanno fatto la differenza.

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Curve da capogiro e grinta da vendere, la bombshell americana si contraddistingue per uno stile moderno e all’avanguardia, che attinge spesso e volentieri dal guardaroba maschile. Cantante apprezzata, prima ancora che icona fashion, Caroline Vreeland predilige il total black e un mood aggressivo. Come lei stessa ha dichiarato più volte, da adolescente ha avvertito la pressione derivatale dal cognome ma anche dal suo fisico esplosivo: grande sensualità, il décolleté generoso e la notevole fotogenia le hanno aperto le porte della moda, con un contratto come modella stipulato con la celebre Next Agency.

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Caroline lavora anche come attrice e talent scout e definisce sua nonna la donna più chic mai esistita. Presenza fissa nei front-row delle settimane della moda, apprezzata anche da Carine Roitfeld, Caroline Vreeland nel 2013 è stata protagonista di American Idol. Spontanea e curiosa, ha dichiarato di sentirsi a proprio agio anche struccata. Perché la personalità è glamour.


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Beyoncé per Topshop

Ormai è ufficiale: Beyoncé firmerà una linea in esclusiva per Topshop. La catena low cost inglese e la regina della musica hanno confermato l’inedita collaborazione, che si preannuncia un riuscito esperimento stilistico.

La cantante si improvvisa designer di una linea dall’appeal sporty-chic che sarà in vendita da aprile 2016, secondo indiscrezioni. Parkwood Topshop Athletic Ltd., questo il nome della linea sportiva disegnata da Beyoncé, sarà molto più che una collezione stagionale: pare infatti che la linea diventerà fissa nei store della catena inglese.

Curve da capogiro e una grande passione per la moda, la bella Beyoncé ci stupirà con il suo sportswear: declinata in top, leggings, sneakers, i capi saranno adatti per molteplici attività sportive, dalla danza alla corsa.

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Disponibile in 25 paesi, Stati Uniti ed Europa inclusi, Topshop non è nuovo a esperimenti di questo tipo: indimenticabile la collezione disegnata da Kate Moss per il brand low cost. Adesso tocca alla ex delle Destiny’s Child conferire un tocco di stile e di femminilità all’abbigliamento sportivo.


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Miley Cyrus e lo stile (che non c’è)

Il suo nome è in assoluto uno dei più cliccati su Google. Ex enfant prodige Disney, divenuta famosa grazie al ruolo di Hannah Montana, Miley Cyrus appare molto cambiata dai suoi albori. Classe 1992, all’anagrafe Destiny Hope Cyrus, i tempi di Hannah Montana sembrano ormai un lontano ricordo per la bionda attrice e cantante, che interpretava nel telefilm firmato Disney la tipica ragazza della porta accanto. Ennesima incarnazione del sogno americano, la cantante esprimeva un candore e una spontaneità che rappresentavano la sua cifra stilistica. Quasi venerata da milioni di teenager sparsi in ogni parte del globo, come spesso accade la popolarità ha cambiato Miley Cyrus.

L’abbiamo ritrovata, solo qualche anno più tardi, sbocciata nella sua bellezza: denti ricostruiti alla perfezione, linea invidiabile e capelli corti, la vecchia Hannah Montana aveva lasciato il posto ad uno sguardo che esprimeva ora piena consapevolezza e la malizia tipica dell’adolescenza. E con buona pace di chi gridava allo scandalo, immortalare le acerbe rotondità dell’adolescente Miley sembrava in fondo naturale tributo di lolitesca memoria ad una bellezza in fiore. È risaputo quanto un sano spirito di ribellione e il bisogno di trasgredire caratterizzino da sempre gli anni dell’adolescenza. Ma un polverone si stagliò su Terry Richardson, reo di averla fotografata in scatti sexy.

Seguì Wrecking Ball, la hit che dimostrò il talento della giovanissima interprete. Diretta nel videoclip ancora una volta da Richardson, Miley Cyrus appariva nuda e in lacrime, quasi struggente, abbarbicata sopra una gigantesca palla demolitrice. La canzone parlava della forza dirompente e distruttiva dei sentimenti, e la coreografia nel cemento ben si sposava con il mood del testo della canzone. Tutto sembrava perfettamente in regola ma a ben guardare le avvisaglie di quel che sarebbe accaduto dopo vi erano tutte: unghie finte dall’appeal aggressivo e inquadrature che indugiavano sul fondoschiena della cantante, fino a primi piani che immortalavano la baby diva intenta a leccare il manico di un martello.

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Miley Cyrus nel video di “Wrecking Ball”

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La cantante nei panni di Hannah Montana


Da quel momento trasgredire sembra essere divenuta la parola chiave per la giovane artista, e se a destare scalpore sono i suoi videoclip e i servizi fotografici che la ritraggono nelle principali riviste, i suoi concerti e le sue esibizioni dal vivo mostrano in modo inequivocabile una realtà ancora più inquietante: body sgambati oltre ogni limite, la lingua perennemente in mostra, gambe spalancate a mimare atti copulativi e terga esibite ad ogni costo. Tra pupazzi fallici e twerking, quello che si consuma ad ogni concerto della Cyrus è la quintessenza del cattivo gusto. Manifesto di un’estetica anti femminista, si osserva con dispiacere come il tentativo di affermazione di una giovane artista debba partire ancora una volta dalla mercificazione del corpo femminile.

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Uno scatto di Terry Richardson


La trasgressione, inseguita ad ogni costo e con ogni mezzo, sembra esser divenuta condicio sine qua non della carriera di Miley Cyrus. Risultato paradossale eppure inevitabile di tanta ostentata sessualità è la perdita di ogni sensualità: il sex appeal appare svuotato di ogni contenuto. E se anche star del calibro di Madonna hanno costruito una carriera puntando sulla trasgressione, la cifra stilistica appariva ben diversa: una sottile ed intelligente arte della provocazione si univa a suggestioni che attingevano ad una femminilità mediterranea e ad un’estetica forte, in Madonna era il femminismo a trovare una nuova voce e anche la nudità appariva un mezzo per affermare la personalità dell’artista. Forse la parabola di Miley Cyrus appare più simile a quella vissuta da Britney Spears, che dopo i primi successi che la incoronarono regina incontrastata della top chart, naufragò nelle dipendenze fino al gesto più drammatico, di radersi i capelli in pubblico: ma non è un alibi ritenere certi comportamenti, per quanto estremi, fisiologiche reazioni a seguito di un successo destabilizzante.

In Miley Cyrus la trasgressione sembra essere più una strategia di marketing, studiata a tavolino per far dimenticare Hannah Montana. Diceva qualcuno che le brave ragazze vanno in paradiso ma le cattive vanno dappertutto: questo sembra essere il mantra della vita della giovane artista americana. E se fino a due anni fa faceva capolino agli MTV Music Awards strizzata in un Dolce & Gabbana vintage corredato da un sorriso ancora innocente, oggi di quella ragazza è rimasto ben poco. È stato appena pubblicato un nuovo shoot a luci rosse che la ritrae in pose provocanti che poco o nulla lasciano all’immaginazione: ancora una volta fotografo dello scandalo è Terry Richardson, ma qui l’erotismo è la vera incognita. Quasi palpabile è ormai il tentativo di battere tutti i confini dello scandalo: la luce bianca, da sempre firma di Richardson, viene sparata sul volto della giovane, che appare quasi disorientata nel tentativo di apparire sexy ad ogni costo. Tutto ciò mentre rumours annunciano che l’artista sarebbe pronta a nuove esibizioni live rigorosamente in déshabillé.

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La trasgressione è divenuta cifra stilistica della cantante

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Miley Cyrus durante un suo concerto


In tempi come questi, abbrutiti dalla crisi e dalla minaccia del terrorismo, si avverte sempre più l’esigenza di tornare ad un buon gusto che sembra poco più che un ricordo sfocato. È con crescente nostalgia che si ricordano la leggiadra eleganza degli anni Cinquanta e Sessanta, le crinoline delle gonne, il mistero che celava inconfessabili verità, la sensualità bollente di una scollatura che lasciava immaginare trasgressioni indicibili. Tempi in cui la bellezza era sinonimo di signorilità, in cui la femminilità non era mai urlata ma faceva capolino da piccoli dettagli. L’immortale eleganza di tempi molto diversi da quelli in cui si consuma con nonchalance la parabola discendente di una giovane donna americana.


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Adele: quando la bellezza è curvy

Un viso angelico ed una voce unica: Adele è tornata dopo quattro anni con il suo nuovo singolo, Hello, che è già il pezzo più ascoltato d’autunno, e con ben 30 chili in meno.

Un video struggente, in delicate atmosfere filtrate da una luce seppia, molto retrò, ed un testo strappalacrime: ma Adele Laurie Blue Adkins, classe 1988, non è solo la voce più bella di questo decennio.

Uno stile raffinato l’ha contraddistinta dai suoi esordi: l’immancabile eyeliner, le ciglia finte e una classe oggi quantomai rara l’hanno portata, nel 2012, ad apparire sulla cover di Vogue America.

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Adele è tornata col suo nuovo singolo, “Hello”, mentre il suo nuovo album uscirà il prossimo 20 novembre
Eyeliner e ciglia finte: lo stile Adele
Eyeliner e ciglia finte: lo stile Adele

Adele fotografata da Mert Alas and Marcus Piggott con lo styling di Tonne Goodman per Vogue America, marzo 2012
Adele fotografata da Mert Alas and Marcus Piggott con lo styling di Tonne Goodman per Vogue America, marzo 2012


Ritratta da fotografi del calibro di Mert & Marcus, la sua fotogenia nulla ha da invidiare alle modelle professioniste. Il carisma fa la differenza, e la sua proverbiale simpatia catalizzano l’attenzione ad ogni sua esibizione pubblica.

Consacrata ad icona di stile e bellezza, la cantante britannica non ha nulla da invidiare alle colleghe taglia 40: un volto dai lineamenti perfetti, grandi ed espressivi occhi azzurri e labbra carnose, il biondo caldo di capelli ad onde e la sofisticata eleganza di icone della musica del calibro di Etta James ed Aretha Franklin, sue ispiratrici.

Il suo stile predilige suggestioni vintage, come i capelli cotonati e le unghie finte, tubini neri e pizzo, ma anche capi colorati. I chili in più non ne hanno mai scalfito la bellezza, ma nonostante ciò la cantante ha deciso di sottoporsi ad una dieta vegana, perdendo ben 30 chili. La cantante che ha venduto di più dai tempi dei Beatles adesso è tornata, più affascinante che mai.

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Il servizio pubblicato su Vogue America nel 2012
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Viso perfetto e labbra carnose per la cantante britannica
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Rossetto rosso lacca e sofisticata eleganza

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Adele Laurie Blue Adkins è nata il 5 maggio 1988 a Tottenham, Londra



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