Raffinati giochi stilistici in bilico tra suggestioni luxury e multiculturalismo caratterizzano la collezione autunno/inverno 2017-2018 Sachin & Babi, che ha sfilato sulle passerelle newyorkesi. Un sincretismo tra cultura britannica e cultura indiana dà vita ad un défilé ricco di pathos ed eleganza: è il Raj britannico ad influenzare l’intera collezione, tra l’opulenza di abiti da cocktail e da sera. Sachin e Babi Ahluwalia si ispirano all’India nel periodo compreso tra il 1858 e il 1947: l’impero anglo-indiano funge da ispirazione per un défilé intriso di note couture e lusso allo stato puro. Sfarzo e tessuti preziosi caratterizzano una stagione in cui la femminilità diviene centrale: tripudio di taffetà dorato su abiti da sera impreziositi da cascate di Swarovski, elogio di uno stile sofisticato ed evergreen nei capi in mikado di seta dalle costruzioni ardite ed architettoniche. Largo a volumi scultorei e romanticismo, tra decorazioni preziose, ricami e passamanerie timeless. La donna che calca la passerella ricorda una principessa indiana, tra gioielli tipicamente indiani che ornano la fronte e suggestioni orientali che rimandano alle Mille e una notte. Teatrale e sontuosa la donna Sachin & Babi percorre la passerella sfoggiando gonne in taffetà e stampe raffiguranti la rosa inglese, quasi un blasone che fa capolino da maglie semplici indossate con enormi gonne dai volumi teatrali. Largo a lunghi abiti in pizzo multicolor, tra nude look e maniche a velo, ma anche decorazioni gioiello che impreziosiscono sete e raso di seta per capi scultura e infine stampe optical a contrasto. Non mancano note romantiche, come il lungo abito da sera rosa in pizzo, o ancora il nero tempestato da rose. Suggestiva l’ispirazione alla base della collezione, che ripercorre i tratti peculiari della cultura indiana e lo spirito di conquista del colonialismo britannico. Una magistrale interpretazione per un’avvincente sfilata.
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Note gipsy ed ispirazioni grunge in passerella da Nicole Miller
Giovane e divertente la collezione di Nicole Miller, che ha sfilato nell’ambito della fashion week newyorkese. La stilista ha dato vita ad una sfilata interessante, per un autunno/Inverno 2017-2018 che vede una inedita fusione di elementi gipsy e citazioni grunge. La stilista unisce motivi dal sapore mistico a note streetwear, in un continuo gioco di rimandi e sovrapposizioni. Le carte dei tarocchi, costellazioni, dragoni e ancora fiori ed api sono i motivi che impreziosiscono maglie, t-shirt e minidress, facendo capolino attraverso decorazioni in cristalli e paillettes. Largo a cardigan minimali, animalier all over per abiti sartoriali e strutturati con maniche a sbuffo, black all over con applicazioni gioiello su mini dress monospalla: tripudio di stampe jacquard e tessuti preziosi da abbinare a parka camouflage e capispalla dalle note sporty. In passerella sfila una parata di capi di stile diverso, per una ragazza eclettica e dalla personalità spumeggiante: paillettes all over impreziosiscono magliette semplici da abbinare a jeans strappati, mentre simboli mistici fanno capolino da bomber asimmetrici. La collezione è pervasa da uno spirito gitano, che utilizza simboli arcaici ed esoterici sdoganandoli come nuovi must have, piccole decorazioni preziose perfette per dare colore ai capi scuri. Se talvolta il mood prevalente nel défilé sembra scadere nel kitsch, tuttavia la collezione è intrisa da uno spirito giovanile e divertente.
Sfila a New York la moda politicheggiante di Tome
Sofisticata, grintosa e sicura di sé la donna Tome, protagonista della settimana della moda di New York: una collezione autunno/inverno 2017-2018 pervasa da note minimali e mirabolanti virtuosismi stilistici, tra tocchi surrealisti e messaggi di natura politica. Ryan Lobo e Ramon Martin traggono ispirazione dalle Guerrilla Girls, gruppo di artiste e attiviste politiche neo femministe famose per indossare maschere raffiguranti volti di gorilla per mantenere l’anonimato. Sfilano in passerella camicie originali, impreziosite da zip oblique ed indossate su gonne con spacco inguinale. Sensualità in pillole per una collezione che riesce contemporaneamente ad attingere al guardaroba maschile e alla corsetteria, tra accenni lingerie e citazioni surrealiste: le giacche sono impreziosite da accenni di pelliccia e decorate con motivi che omaggiano la corrente surrealista, come la clessidra ecc. Non mancano capi in blocchi cromatici, caratterizzati da ardite stampe e grafismi, in una collezione pensata per esaltare la silhouette femminile. “I corpi delle donne sono sotto attacco”, ha commentato Ramon Martin, creatore di una collezione che si pone come sussidiario visivo alla tematica del diritto di scelta da parte delle donne. Il duo di creativi omaggia le Guerrilla Girls attraverso il motivo iconico della banana, che fa capolino sul retro di giacche in pelle. “Siamo stati ispirati dal modo in cui loro riescono ad incanalare la frustrazione, il terrore, la protesta e l’agitazione tramite l’ironia che pervade il loro lavoro”, ha dichiarato Martin, citando anche altre artiste femministe, come Dorothea Tanning, Alina Szapocznikow e Louise Bourgeois, che sono servite ai due stilisti come riferimenti addizionali per una collezione che esalta l’essere donna. Il duo creativo ha inoltre rispolverato alcune idee delle passate collezioni, come i cappotti in plastica creati per la collezione primavera/estate 2014. Una sfilata che si è meritata una standing ovation.
L’estetica bohémien di Erin Fetherston
Suggestioni etniche si uniscono a riferimenti urban in una collezione che elogia la femminilità: Erin Fetherston si rivolge ad una moderna globetrotter in una collezione ricca di ispirazioni multiformi, per un autunno/inverno 2017-2018 pieno di stimoli. Sulla passerella newyorkese tripudio di citazioni marocchine ed indiane per pattern preziosi che vengono sapientemente mixati con influenze urban: Erin Fetherston ci porta in un inedito giro per il mondo, in bilico tra culture diverse. Un melting pot culturale traslitterato in chiave luxury, per un’estetica chic e femminile. Un mix & match di ispirazioni multiformi dà vita ad una collezione pensata per una donna in carriera, amante dei viaggi e desiderosa di ampliare i propri orizzonti culturali attingendo alle tradizioni di altre etnie.
Non mancano note folk declinate in chiave metropolitane, tra echi marocchini che sbucano soprattutto nella palette cromatica, che abbraccia tonalità speziate come la paprika: tripudio di opulenza nelle stampe che strizzano l’occhio all’India, mentre le scarpe traggono ispirazione dal Nord Africa. Un guardaroba affascinante ed ipnotico, quello sdoganato da Erin Fetherston, tra maxi dress e tuniche dal piglio coloniale, e pantaloni a gamba larga di ispirazione boho-chic. La stilista riserva attenzione certosina ai dettagli, anch’essi declinati in chiave etnica, per quanto bilanciata da pezzi di netta ispirazione urban, come abiti in velluto dalle silhouette rilassate e maglioni a collo alto indossati con pantaloni in maglia. L’intera collezione è pervasa da uno charme bohémien che sembra fare riferimento agli anni Settanta: tuttavia la designer non si perde in sterili echi nostalgici ma rielabora le ispirazioni in una collezione elegante e sofisticata, pensata per una donna moderna.
Sfila a New York il gotico grunge di Adeam
Si ispira al Giappone underground la collezione Adeam per l’autunno/inverno 2017-2018: sulla passerella della fashion week newyorkese sfilano inedite citazioni che evocano certe subculture nipponiche, come il Gothic & Lolita, una Street culture giapponese radicata in suggestioni vittoriane ed eduardiane. Una moda creata per esaltare l’individualismo, intrisa da uno spirito punk che conferisce note suggestive ad un défilé dal finale a sorpresa: l’artista giapponese Kavka Shishido chiude lo show con un abito in stile eduardiano arricchito da richiami punk, prima di dare vita ad una performance live esibendosi con la batteria. La designer Hanako Maeda torna spesso sulla sua Heritage e questa stagione lo fa scegliendo di diffondere un messaggio ben preciso, che celebra la bellezza della diversità. Pochi brand possono vantare un’evoluzione stilistica del calibro di Adeam, che, stagione dopo stagione, è riuscito ad imporsi con uno stile iconico, senza perdere di vista l’estetica originaria della maison. Largo a maniche dai volumi esasperati, smoking dal piglio gotico e dall’austerità vittoriana, tra perle che fanno capolino dalle maniche delle giacche ed accessori preziosi. Non mancano sovrapposizioni ed asimmetrie per conferire alla collezione uno spirito ribelle e sovversivo, a partire da certi cappotti sartoriali dalle note army-chic, sapientemente destrutturati, o ancora nelle mirabili interpretazioni in chiave moderna dello stile vittoriano, tra pizzo all over e caleidoscopici ricami. Onirica e suggestiva la donna di Adeam, che calca la passerella indossando abiti a stampa floreale declinati in una palette cromatica dark, tra viola all over e nero. Non mancano inediti virtuosismi stilistici come nei cappotti con maniche in pelliccia oversize o nelle decorazioni ricamate che fanno capolino da preziosi abiti in black. Sofisticata e tragica la donna che sfila per Adeam, in un crogiolo di ispirazioni, in bilico tra passato e presente.
Note floreali in passerella da La Perla
Tripudio di pizzi per mirabolanti giochi di seduzione sulla passerella di La Perla: Julia Haart sceglie di ispirarsi ai giardini inglesi, lavorando su motivi floreali che arricchiscono di suggestioni la collezione autunno/inverno 2017-2018. Sensualità e sex appeal dominano sulla passerella, che ha visto tra le star Naomi Campbell e Kendall Jenner: alla sua seconda stagione alla direzione creativa del colosso di lingerie, Julia Haart elabora un’estetica dalle suggestioni botaniche e bucoliche, tra muschio aromatico ed edera lussureggiante che fa capolino dalla location scelta per il défilé. Una passerella decorata con erba e muschio vede sfilare una donna che ricorda una ninfa silvestre in chiave sexy. Intervistata prima della sfilata, la designer ha dichiarato di essersi ispirata alla natura concepita ed interpretata da diversi stilisti nel corso della storia. “Dal pittore pre-raffaellita Lawrence Alma-Tadema ad artisti modernisti come Georgia O’Keeffe, il concetto era la natura vista dagli occhi dell’essere umano, con colori vibranti, calore e sensualità”, così ha commentato Julia Haart. La stilista sceglie non a caso di riprodurre nella location i mirabili giardini inglesi, disordinati ed incolti per definizione, a differenza di quelli francesi. Lavorando su motivi floreali che evocano un’inedita joie de vivre unita ad una certa spensieratezza, la collezione La Perla si ispira ad una donna sexy e disinibita, che ama la natura ed il proprio corpo, di cui conosce pregi e difetti. Apre il défilé la statuaria Naomi Campbell, stretta in una sottoveste blu in pizzo e raso, indossata sotto un cappotto vestaglia in pizzo macramè: un outfit perfetto per accogliere il proprio amante in camera da letto, per una mistress sofisticata. Una parata di top model si alterna sulla passerella, da Isabeli Fontana a Sasha Pivovarova a Joam Smalls: tripudio di corsetti audaci e languidi neglige declinati in pizzo e decorazioni floreali. Largo anche a stampe tartan, tra gonne in lana e minidress in seta, che sembrano usciti dal film cult anni Novanta Clueless. Largo a silhouette morbide impreziosite da interti in tulle e trasparenze audaci in un caleidoscopico gioco di pizzi e cut out ad alto tasso di seduzione. Kendall Jenner chiude la sfilata stretta dentro un lungo abito da sera in pizzo metallizzato in oro, che lascia davvero poco all’immaginazione, specie sul retro. “Le donne hanno le curve più belle”, ha detto la stilista. “Godiamocele”.
L’irriverente idolatria di Jeremy Scott
Irriverente, provocatoria, a tratti dissacrante: la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Jeremy Scott è riuscita anche questa volta a monopolizzare l’attenzione della fashion week newyorkese. Lo stilista sceglie come figure di riferimento cui ispirarsi icone del calibro di Elvis, Michael Jackson e Gesù Cristo, in bilico tra glam e suggestioni escatologiche. L’enfant terrible della moda americana sceglie l’idolatria come punto di partenza della sfilata, in un crogiolo di ispirazioni e citazioni che spaziano dalla Barbie doll al glam anni Settanta, dalla femminilità Fifties alla religione: ecco l’iconografia di Gesù fare capolino da t-shirt e felpe, mentre abitini più simili a babydoll sdoganano lo slogan “l’amore puzza”. Largo a pellicce in tinte neon che profumano di Seventies, tra capelli rosa shocking e citazioni glam rock; apre la sfilata una Gigi Hadid strizzata in completi da cow girl, tra ironia all over ed idolatria. Nel front row spiccano Kylie Jenner e Sofia Richie. Sfilano note animalier e glitter all over, tra calze a rete e tocchi fur: la palette cromatica abbraccia le tonalità baby. In passerella sfila una party girl strizzata in iconici capisaplla glitterati, tra pelliccia e mini dress iconici tempestati di paillettes e pelle nera dal mood aggressive: opulenza ed overdressing negli sfarzosi capispalla con inserti di pelliccia, tra stampe leopardate e velluti preziosi. Non mancano come di consueto le stampe cartoon, cifra stilistica di Jeremy Scott, e capi che evocano innocenza giovanile, come le ciglia finte disegnate sugli occhi delle modelle. Jeremy Scott non si smentisce nemmeno stavolta, portando una ventata di aria fresca sulle passerelle della Grande Mela.
Sfila a New York il neo femminismo firmato Victoria Beckham
Una moda pensata per restituire il potere alle donne, quella firmata da Victoria Beckham, protagonista delle passerelle newyorkesi. Lontana da prendere parte alla querelle politica che sta sconvolgendo gli Stati Uniti, la designer inglese sforna una collezione Autunno/Inverno 2017-2018 dalle raffinate linee tailoring, tra comfort e stile: una celebrazione dello stile femminile, che tuttavia, scevra dal chiudersi in una torre d’avorio, sceglie di guardare il mondo circostante traendo input ispirazionali dalla contemporaneità. “Guardo a quanto sta accadendo nel mondo”, ha dichiarato la designer, che ha ammesso di avvertire un’urgenza di natura politica e sociale, nel ridare potere al sesso femminile. “Non è mai stato tanto importante dare potere alle donne”, ha commentato Victoria Beckham. In passerella si alternano colori ricchi come il blu, il rosso e l’arancio, in un’eleganza dalle suggestioni tailoring che si ripromette di rivoluzionare alcuni capi presi in prestito dal guardaroba maschile, come giacche squadrati e pantaloni: Victoria Beckham intende lanciare un messaggio subliminale per restituisce forza e vigore alle donne. Sfilano cappotti dal taglio squadrato, da indossare su pantaloni fluidi e foulard. Fluide ed armoniose le silhouette, tra abiti in impalpabile chiffon da indossare sotto blazer sartoriali e maglioni dalle maniche scultura e pantaloni con coulisse. Domina anche il jersey, per un comfort che si unisce allo stile: tripudio di stampe optical ispirate a Paul Nash in abiti in jersey. L’attenzione per il dettaglio è certosina, a partire dalle scarpe flat che si alternano agli stivali. Uno stile concepito per una donna forte e sicura di sé, che non rinuncia alla propria femminilità: largo quindi a borse a mano che ricordano trousse, con tanto di specchietto, nate dalla collaborazione con Estée Lauder. Tripudio di sartorialità inglese, tra tartan all over e citazioni colte, che strizzano l’occhio a certa eleganza British, come le uniformi. “Una collezione molto inglese con una portata globale”, così Victoria Beckham ha commentato la sua collezione per la prossima stagione invernale. Una moda per donne forti.
Il viaggio cosmico di Lacoste
Note spaziali irrompono prepotentemente sulla passerella di Lacoste: Felipe Oliveira Baptista intraprende con la collezione AI2017-2018 un viaggio cosmico, sulle orme del fondatore della maison, René Lacoste, che dopo la sua carriera nel tennis fondò la compagnia aerea Air Equipement, che portò allo sviluppo del Concorde e dell’Airbus. “Anche mio padre era un pilota quindi sono sempre stato ossessionato dagli aerei e dalla fantascienza”, ha dichiarato lo stilista. Tante sono le citazioni spaziali che fanno capolino nella collezione. “Mi piace quest’idea di guardare avanti, specie in questi tempi”, ha aggiunto poi Baptista. La passerella newyorkese viene invasa con Lacoste da atmosfere alla space oddity, tra stampe iridescenti di galassie ed universi sconfinati e tocchi grunge di ispirazione Nineties: non mancano citazioni streetwear che impreziosiscono molte delle uscite sia per lui che per lei. Largo ad abiti declinati in stampa check ma anche a cardigan oversize in mohair da indossare con minigonne in pelle. Baptista mixa sapientemente epoche e stili, unendo materiali techno a note classiche, come il trench in pelle nera decorato da toppe in lyon coloratissimo o abiti in pelle a stampa patchwork. I riferimenti streetwear pervadono anche le uscite dedicate al menswear. I modelli indossano pantaloni baggy con tasche cargo, giacche impreziosite da blocchi cromatici e parka da indossare con dolcevita d’ordinanza. Non mancano camicie in flanella double-face tra silhouette che strizzano l’occhio agli anni Novanta. “Mi piace l’idea di capi adattabili alla tua vita e che possano fare qualcosa per te”, ha commentato lo stilista, che ha anche giocato sul materiale prediletto in questo momento nel menswear, il velluto a coste, declinato sulla passerella in una giacca color crema con collo alto e baggy pants ton sur ton. Largo anche a trench in pelle color cioccolato, intervallati da citazioni Seventies, come nel bomber in pelle e nel vestito doppiopetto. Baptista dimostra ancora una volta doti camaleontiche unite all’innata capacità di creare nuovi trend pur rimanendo fedele all’heritage del brand.
La femme fatale di Cushnie et Ochs incanta New York
Sofisticata eleganza e sex appeal da vendere in passerella da Cushnie et Ochs, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda di New York. Carly Cushnie e Michelle Ochs tornano alle ispirazioni degli albori, dando luogo a suggestivi flashback che raccontano di un’eleganza senza fronzoli e di una magistrale capacità di esaltare al massimo la silhouette femminile. Un mood celebrativo, per il brand newyorkese, che compie 10 anni dalla nascita, celebrando l’anniversario con il lancio di una nuova handbag. I direttori creativi Cushnie ed Ochs ripartono dall’archivio del brand e dalle ispirazioni primigenie, che diedero vita alle prime collezioni: l’arte e l’architettura ispirano alle due designer una collezione caratterizzata da linee pulite ed essenziali e da capi che enfatizzano il corpo. Le sculture in vetro di Robert Smithson costituiscono ispirazione predominante di una collezione semplice eppure ad alto impatto scenografico: a monopolizzare l’attenzione è lo charme della donna che calca la passerella, una femme fatale dal piglio urban, strizzata in body-con dress in viscosa stretch tra fluidità di satin e sete preziose e charme vibrante. Lo stile americano trova nuova interpretazione in una sfilata iconica, che mixa viscosa a velluto, knitwear e pelliccia. Largo a colori tenui come il ghiaccio, il nero e il bianco. Sfilano blazer in velluto, abiti e maglie impreziositi da cut out ad alto tasso di seduzione e fur coat avvincenti. Paillettes all over dominano nel finale, in una sfilata che culmina tra le note di “The Future Is Female” di Madame Gandhi: forza e sensualità sono protagoniste assolute di un défilé affascinante, che riporta in auge una femminilità oggi forse accantonata da molti stilisti. Per valchirie metropolitane.
Sfila a New York il romanticismo irriverente di Cinq à Sept
Ha sfilato nell’ambito della settimana della moda newyorkese la collezione autunno/inverno 2017-2018 di Cinq à Sept. Il direttore creativo Jane Siskin trae ispirazione da certo romanticismo anni Cinquanta, tra balze, rouches ed inedita dolcezza, sapientemente mixata a note grunge prese a prestito dai Nineties: il risultato è una moda che unisce note eteree ad ironia. Nella sua sesta stagione all’interno del calendario del ready-to-wear newyorkese, Cinq à Sept si è già imposto nei maggiori retail grazie al suo stile iconico e all’estrema portabilità che caratterizza da sempre i capi di ogni collezione. Uno stile che strizza l’occhio all’eleganza wasp senza perdere di vista suggestioni squisitamente europee: “Volevamo davvero creare un’esperienza che ispirasse la gente a voler indossare i capi”, ha commentato Jane Siskin. “E’ davvero molto importante e qualcosa che a molta gente mancava”, ha commentato poi il direttore creativo del brand. Sovrapposizioni e balzi tra i secoli e gli stili: questo il leitmotiv della collezione AI2017-18: “Siamo stati ispirati dal romanticismo degli anni Cinquanta ma amiamo al contempo il grunge anni Novanta, per cui ho voluto unire le due tendenze”, ha spiegato Siskin. Largo dunque a cappotti in jacquard con maniche in pelliccia, leggings ricamati da indossare con t-shirt e pelliccia, abiti a balze da indossare sopra maglie a manica lunga e giacche da smoking impreziosite da frange, per un tuxedo alternativo. L’abito lungo da cocktail o da sera si indossa ora con calzettoni a prova di gelo, mentre il cappotto in tapestry floreale si arricchisce di maxi sleeves in morbida pelliccia, per affrontare i rigori invernali. Una collezione all’insegna della sperimentazione, tra virtuosismi stilistici e creatività: perfetta dal giorno alla sera, la donna Cinq à Sept ama essere sofisticata e al tempo stesso irriverente, sospesa tra citazioni dal piglio rétro e note streetwear.