Il misantropo chic di Songzio

Alla sua seconda apparizione sul calendario della London Fashion Week dedicata al menswear, Songzio punta tutto su un approccio classico ed evergreen. Il brand sud coreano conferma la sua estetica, intrisa di suggestioni romantiche e teatrali. Lo stilista Zio Song intitola la sfilata Misanthrope: in passerella sfila uno stile elegante e curato, in cui domina una pulizia formale e un certo rigore.

I confini tra arte e moda non sono più così netti e i rimandi all’arte astratta e moderna divengono cifra stilistica del brand. Dagli abiti sartoriali ai volumi dal mood teatrale, la collezione Songzio tratteggia la storia di un giovane uomo: lo immaginiamo così, intento a passeggiare in una strada solitaria, al chiaro di luna. Un dandy contemporaneo, perso in una solitaria contemplazione quasi ascetica del paesaggio circostante: le luci della notte e il gelo invernale sembrano affascinare il suo animo poetico e condurlo attraverso misteriose epifanie.

Dominano la collezione AI2017 di Songzio contrasti sia nei volumi che nei tessuti e nei materiali utilizzati: dai pantaloni voluminosi ai cappotti cocoon e alle cappe quasi Vittoriane, il giovane misantropo veste con cura e metodo, quasi che il buon gusto si ergesse per lui a regola di vita come anche a corazza per meglio affrontare la sua ascesi spirituale. Riservato e schivo, l’eroe romantico fugge dalla società, aborrendone gli usi e i costumi, che osserva quasi con malcelato disprezzo dalla torre d’avorio in cui la sua estetica lo ha confinato. Solo e disilluso, l’esteta delicato mixa sapienti sovrapposizioni a capispalla avvolgenti e altamente scenografici.



Largo a nero all over da cui sbucano qua e là stampe iconiche e patchwork, che impreziosiscono giacche in pelle, bomber ma anche capi sartoriali. Non mancano cravatte in velluto insieme al più classico tre pezzi, tra colletti bianchi dal piglio clericale e suggestioni luxury, che impreziosiscono un riuscito esperimento stilistico.

L’estetica multiforme di KTZ

Un crogiolo di ispirazioni eterogenee costituiscono l’estetica di KTZ. Il brand di Marjan Pejoski sfila alla fashion week londinese dedicata al menswear con una collezione eclettica e variegata, ricca di spunti e contrasti iconici.

Perfettamente capace di far coesistere nella stessa sfilata spiritualità ed allusioni sessuali, suggestioni tratte dal motocross e kilt scozzesi, fino a richiami all’Antica Grecia, lo stilista sorprende e diverte. Un mix & match di ispirazioni affascinanti, condite da citazioni streetwear che strizzano invece l’occhio al mondo di oggi.

Marjan Pejoski ci conduce attraverso il suo mondo interiore, spaziando tra epoche e stili diversi e spesso in antitesi tra loro. Largo a corsetti da cui fanno capolino giochi di colore optical in black and White: la femminilità viene enfatizzata attraverso sapienti cuciture che esaltano le forme. Le stesse bicromie caratterizzano anche i capi per lui.



Giacche biker si alternano a dettagli che ricordano da vicino le uniformi dei soldati dell’Antica Grecia, tra motivi iconici che impreziosiscono le silhouette e le giacche, le felpe ed ogni outfit, fino ai capispalla. La donna KTZ è aggressiva e si muove sulla passerella come una valchiria metropolitana; l’uomo non lesina in capi dal mood sporty, come le felpe con cappuccio, anch’esse impreziosite da cromie otpical e contrasti.

Non mancano ispirazioni streetwear, come i leggings. Largo a capi genderless: ora è lui ad indossare la gonna, portata con un bomber, mentre sia l’uomo che la donna sfilano strizzati in capi dalle stampe black and White che ricordano la struttura ossea. Ironia ed effetti ottici 3d negli scheletri che sbucano dai vari pezzi, grazie a sapienti virtuosismi cromatici.

Lo stilista macedone, noto per il suo stile trasgressivo ed originale, ci propone una delle sue collezioni migliori: sfrontata, provocante, la sfilata alterna con gusto tocchi fetish e dettagli sadomaso al rigore di un’estetica underground. Largo a maglie e pantaloni skinny da cui fanno capolino piercing metallici con il logo del brand. Per un nuovo lusso.

Astrattismo e suggestioni sportswear in passerella da Christopher Raeburn

Sperimentazione e omaggi all’arte moderna in passerella da Christopher Raeburn. Prendendo spunto dall’opera dell’artista Ellsworth Kelly, lo stilista mixa camouflage e astrattismo: il risultato è una collezione originale e forte, perfetta per l’uomo contemporaneo.
Largo a suggestioni streetwear e ardita sperimentazione, tra tocchi minimal e omaggi all’arte astratta.

La collezione AI2017 di Raeburn è ispirata alle ultime opere di Ellsworth Kelly e al suo coinvolgimento nell’Esercito Fantasma, una divisione che radunava artisti e nomi illustri del mondo dell’arte e del design, dallo stilista Bill Blass al pittore Ellsworth Kelly al fumettista Bill Mauldin. Raeburn reinterpreta il camouflage strizzando l’occhio alla contemporaneità: tra tocchi di giallo fluorescente e sovrapposizioni ardite troviamo un patchwork di stampe che omaggia l’astrattismo.

Lo stilista fornisce diverse interpretazioni iconiche della stampa camouflage, dai capispalla alle maglie, che si arricchiscono di particolari astratti e dettagli streetwear. Il grigio e il giallo predominano nella palette cromatica. Raeburn guarda anche allo sportswear in una collezione ricca di spunti eterogenei e ispirazioni multiformi: il designer propone tute per uomini e donne in materiali che ricordano i paracadute. Largo anche a parka in kaki, arricchito da cinture a strappo e accessori che sembrano perfetti per affrontare un conflitto bellico: le tasche divengono pertugi ove nascondere bombe a mano e munizioni, in una ideale guerra di trincea.



Tripudio di capi basic ed essenziali, dalle felpe con cappuccio alle tute. Comfort e funzionalità dominano l’intera sfilata, come anche l’ultima collaborazione che vede Raeburn lavorare per Eastpak. Lo stilista, considerato uno dei designer emergenti più interessanti sulla scena inglese, ha ridefinito i codici del lusso contemporaneo, a cui ha conferito nuove ed inedite suggestioni. Una moda etica, la sua, che difende la natura senza perdere di vista lo charme.

Sfila a Londra il nuovo workwear di Kiko Kostadinov

Minimalista ed essenziale la collezione Kiko Kostadinov, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda maschile londinese. In passerella un uomo che non teme di riappropriarsi di codici estetici che puntano ad una sobrietà spesso dimenticata: indossa una moderna uniforme l’uomo Kostadinov per l’AI2017.

Largo a tute da chimico e suggestioni working per una collezione che indugia in capi essenziali dalle linee pulite e dal mood minimalista. Largo a cappucci e cargo pants, da indossare con il più sobrio dei dolcevita. La palette cromatica abbraccia il blu, il nero, il grigio e il marrone.

Lo stilista bulgaro manda un messaggio forte e chiaro: la sua è una collezione dal piglio concettuale e dai rimandi futuristi. Le silhouette sono minimali, mentre i colpi di testa sono ridotti al minimo. Prevale uno stile sobrio e pulito, per un tripudio di essenzialità.



Largo a t-shirt lunghe, cappotti, giacche e pantaloni dalle linee essenziali. Non mancano asimmetrie e intarsi per una moda che non lesina in sperimentazione. I pantaloni giocano con le tasche, mentre le proporzioni strizzano l’occhio a volumi over e dettagli futuristi.

Dopo aver ultimato la sua formazione presso la prestigiosa Central Saint Martins nel 2016, Kostadinov ha iniziato subito una carriera promettente: le sue collaborazioni con Stüssy sold out sia in Inghilterra che a New York, hanno contribuito ad imporre il suo stile nel mondo. Numerose sono state le collaborazioni con altri brand. L’interesse del designer nel creare un prodotto capace di stimolare un sentimento nel consumatore ha contribuito al design di capi iconici.

Non mancano nelle sue collezioni ispirazioni nipponiche: la pulizia e il minimalismo orientale si uniscono in Kostadinov ad un impegno culturale e politico, velatamente presente in ogni collezione. Ad ispirare il giovane stilista anche le sue vicende personali, in primis l’emigrazione della sua famiglia, oggi residente a Londra. Abbondano tocchi oriental come le sciarpe e i grembiuli, mentre i dettagli military-chic si accostano ad una nuova interpretazione del workwear. La sua collezione AI2017 riflette perfettamente il suo approccio anti decorativo al design, scevro da inutili virtuosismi e da vuote considerazioni, per il ritorno ad uno stile minimale e pulito.

I contrasti sartoriali di Markus Lupfer

Un sapiente gioco di contrasti sembra essere il fil rouge della collezione AI2017 presentata da Markus Lupfer nell’ambito della London Fashion Week Men’s. Tripudio di alta sartoria tra inediti virtuosismi stilistici da cui fanno capolino suggestioni streetwear: classico e moderno si intersecano in un gioco stilistico che strizza l’occhio alla più ardita sperimentazione.

Un’estetica ricca di stimoli e ispirazioni, quella di Markus Lupfer: lo stilista trae ispirazione per la sua collezione AI2017 da un viaggio a Berlino, compiuto nel lontano 1989, dopo la caduta del muro. Lupfer intende enfatizzare l’impatto culturale e la portata storica della caduta del muro di Berlino, focalizzandosi sulla funzionalità dello stile militare, che nelle sue mani si arricchisce di tagli sartoriali dallo charme evergreen.

Lana tartan e nylon dominano per capispalla e cappotti dal gusto classico, accostati ad abiti sartoriali: contrasti anche nella scelta di accostare cargo pants a maglioni a collo alto dall’allure esistenzialista, per un mix & match iconico ed affascinante. Lo stile militare domina nelle giacche con tasche oversize, mentre ispirazioni sporty-chic si trovano nei bomber stampa camouflage. Largo a pezzi che sembrano presi a prestito dallo Street stle, come il cappotto sartoriale oversize con maniche imbottite. Lupfer si concentra anche sui tessuti, affidandosi ad un’azienda scozzese per il suo iconico tartan, declinato su cappotti e pantaloni skinny. La palette cromatica indugia su nuance scure, dal cioccolato al cammello al blu, per uno stile minimale e sofisticato.



Laureatosi cum laude nel 1997 presso l’Università di Westminster, Markus Lupfer ha ridefinito col suo stile ironico molti dei capi più classici. La sua prima collezione fu un successo storico e venne immediatamente messa in vendita nella boutique londinese Koh Samui. Successivamente lo stilista fu insignito nel 2001 dal British Fashion Council del New Generation Award. Dopo essere divenuto direttore creativo del brand spagnolo Armand Basi, nel 2006, lo stilista due anni più tardi venne insignito del Prix de la Mode Awards come ‘Best Designer of the Year’. Tante le collaborazioni nel suo curriculum, come Ruffo, Cacharel, Mulberry. Tra i suoi fan spiccano Madonna, Beyoncé, Rhianna, Katy Perry, Jennifer Lopez, Cara Delevigne, Olivia Palermo, Anna Kendrick e Nina Dobrev.

L’eleganza disimpegnata dell’uomo Phoebe English

Ironica ed anticonformista, Phoebe English ha presentato la collezione autunno/inverno 2017-2018 nell’ambito della fashion week londinese dedicata al menswear. Suggestioni femministe caratterizzano la collezione, che viene presentata attraverso un’installazione iconica in cui i modelli sono impegnati nei lavori domestici tipici di una casalinga: passare l’aspirapolvere, spazzare i pavimenti e pulire non era mai stato tanto trendy.

Pezzi basic di facile portabilità compongono la collezione: gli otto modelli indossano i capi mentre stirano, puliscono ed affrontano le quotidiane incombenze della vita di una desperate housewife. Una realtà surreale quella rappresentata nella performance, che ribadisce una parità di genere talvolta dimenticata.

Londra, baluardo del Sessantotto e patria di Mary Quant, torna a difendere il femminismo e lo fa attraverso una collezione dedicata all’uomo contemporaneo: Phoebe English decreta la scomparsa del macho a favore di un nuovo prototipo di virilità, che non disdegna di farsi carico di quelle che la tradizione di stampo maschilista ha sempre considerato come prerogativa assoluta della donna.



La collezione si caratterizza per un piglio fortemente pratico, che unisce funzionalità e minimalismo in chiave ultra chic. L’uomo veste con capi dalle linee pulite ed essenziali: ispirazioni orientali nel cappotto vestaglia, che ricorda un kimono. Tripudio di fibre naturali per capi basic, tra cotone e velluto. La palette cromatica predilige tinte neutrali, come il blu, il verde militare e il grigio.

Suggestioni military-chic anche nelle scarpe, come gli stivali in pelle, o ancora nelle tinte in cui vengono declinati i capispalla. Una collezione che strizza l’occhio anche a suggestioni sporty sapientemente alternate ad un sofisticato tocco businesswear. “Una collezione radicata nella realtà ed ispirata dagli uomini creativi”, così la designer ha commentato la collezione AI2017.

Suggestioni grunge in passerella da Tourne de Transmission

Il grunge anni Novanta torna prepotentemente alla ribalta alla London Fashion Week, grazie alla sfilata di Tourne de Transmission. Echi di una ribellione giovanile mai dimenticata ma solo sopita nei meandri della memoria ritornano in auge uniti ad una personalità esplosiva.

Graeme Gaughan rievoca l’estetica caratterizzante gli anni Novanta: largo a camicie tartan oversize da indossare con il cappello in feltro, tra iconiche t-shirt da cui fa capolino il logo indicante il nome della collezione, Nowhere, o ancora i pantaloni da skater, che rimandano all’adolescenza del direttore creativo del brand.

La palette cromatica abbraccia i toni del nero, del grigio, del bianco, tra sprizzi inaspettati di giallo e tartan rosso a stemperare il mood prevalente. Non mancano virtuosismi stilistici che rimandano allo stile di Gaughan, come la giacca in denim ton-sur-ton, che aveva già caratterizzato l’ultima collezione di Tourne de Transmission, da indossare questa volta su pantaloni cargo e una maglia grigio.



Dettagli dal mood sporty-chic caratterizzano l’intero défilé, a partire dalla cerniera lampo in plastica brillante che impreziosisce outfit come il parka con cappuccio a stampa camouflage. Non mancano outfit total white: prevale il nylon trasparente, per look oversize che ricordano le tute da sci. Una collezione forse priva di eccessivi coup de théâtre ma che punta sulla vestibilità e sul comfort, tra suggestioni streetwear e citazioni grunge. Inoltre il brand ha recentemente presentato una capsule collection disegnata in esclusiva per River Island, colosso del retail online.

L’estetica pop di Bobby Abley

Colori fluo, ironia e brio caratterizzano la collezione AI2017 di Bobby Abley, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al menswear. L’uomo vestito Bobby Abley non corre certo il rischio di passare inosservato: pellicce in iconici blocchi di colore che ricordano il cubo di Rubik, maxi felpe a stampa cartoon e maglioni con dettagli eccentrici dominano sul catwalk.

Uno stile a metà tra suggestioni pop e arti marziali: se enormi orsacchiotti campeggiano sulle felpe e sui maglioni, inneggiando ad uno spirito romantico e a suggestioni infantili, le silhouette recuperano invece virilità e sembrano ispirate dalle arti marziali.

Non nuovo ad ispirazioni prepotentemente pop per le sue collezioni, Abley è solito mixare i cartoon della Disney ai Muppet: la sua ironia e il consueto garbo gli permettono persino di usare il logo in stile Louis Vuitton rivisitandolo in un esperimento fashion. Ora lo stilista mixa faux fur in stampa patchwork a shorts in pelo: audace sperimentatore, Abley gioca con la palette cromatica, che alterna giallo canarino a verde.

In un maglione ecco fare capolino gli indimenticabili Power Rangers, che hanno allietato l’infanzia di tutti coloro che sono nati alla fine degli anni Ottanta. Ecco dunque sbucare seducenti fotomodelle, o ancora il logo della maison. Noto per il suo charme unico come anche per il suo sense of humour tipicamente British, Bobby Abley si lascia andare a nostalgici richiami ai Nineties e ad immagini giocose che mixa con grande nonchalance al design contemporaneo. La sua linea, lanciata solo pochi anni fa, nel 2012, si è imposta all’attenzione del fashion biz nel giro di pochi anni.



In questa stagione lo stilista testa anche la filosofia del see now buy now, mettendo subito in vendita alcuni dei capi che sono stati presentati durante la sfilata: alcune maglie e alcune giacche della collezione AI2017 sono già disponibili sul sito di Selfridges (selfridges.com) e nei diversi store: i prezzi variano da 65 a 200 sterline.

Lo stile British trionfa sulla passerella di Oliver Spencer

La collezione AI2017 di Oliver Spencer, che ha sfilato nell’ambito della London Fashion Week Men’s, tradisce un’ispirazione risolutamente maschile. L’uomo torna in primo piano, protagonista assoluto di una sfilata ricca di charme, alla riscoperta di un’eleganza senza tempo.

Lo stilista attinge anche ad una miscellanea di immagini che ispirano la collezione, come richiami musicali. “Volevo solo creare dei capi più tosti, molto più interessanti e lineari- capi per ragazzi”, ha commentato lo stilista nel backstage. La sfilata, che ha avuto luogo lo scorso 8 gennaio, ha visto alternarsi sulla passerella silhouette classiche e tessuti naturali e preziosi. Tripudio di tartan all over, in omaggio al più autentico British style. Calcano la passerella anche modelli agée, a dimostrazione del fatto che la moda e lo stile non hanno confini di età, razza o cultura.

Largo al più classico Principe di Galles, a tweed di lana e suggestioni vintage nei cappotti dal piglio rilassato, nei pantaloni dal taglio sartoriale e nelle giacche bomber. La palette cromatica abbraccia toni autunnali e caldi, come le sfumature di verde e marrone. La musica -in particolare lo ska punk- da sempre parte dell’estetica di Spencer, non smette di influenzare anche questa collezione. Largo a maglioni oversize dalle suggestioni punk, mixati al velluto di giacche declinate in oro e rosso.



Designer fieramente autodidatta, Oliver Spencer si è formato a Portobello, lavorando come sarto. Nel 2002 fonda il brand che porta il suo nome. I suoi capi iconici sono caratterizzati da tagli sartoriali: bando al formalismo, lo stilista predilige virtuosismi stilistici che seguono le sue ispirazioni predilette. Non teme mai di osare, Spencer, forte di un’estetica ricca di immagini. Oggi i suoi store sono decine e decine in tutto il mondo e i suoi capi sono venduti Selfridges, da Liberty of London e da Mr Porter.

Sfila alla Londra Fashion Week l’uomo Casely-Hayford

Ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al Menswear la collezione Autunno/inverno 2017-2018 di Casely-Hayford. Alla direzione creativa del brand vi è un team composto da padre e figlio: trattasi rispettivamente di Joe e Charlie Casely-Hayford. Il duo creativo ha portato sulla passerella londinese una collezione ricca e variegata.

Non mancano i dettagli iconici, per uno stile che oscilla vorticosamente tra echi nostalgici per un passato remoto e suggestioni che rimandano ad un futuro non meglio identificato. Per la prima volta si alternano sul défilé capi di menswear e capi di womenswear, che attingono all’archivio del brand e alla sua storia lunga 30 anni.

Charlie ha definito la collezione come “un dialogo tra padre e figlio, tra due generazioni”: non mancano capi fatti su misura e dettagli realizzati a mano. Ciò si traduce in una collezione elegante e sofisticata, curata nei minimi particolari. Attenzione certosina per i dettagli e amore per il glorioso passato della maison, per uno stile classico ma fortemente improntato alla contemporaneità.



Le silhouette predominanti sono squadrate ed angolari, come nella giacca indossata con pantaloni al polpaccio a righe. I capispalla sono impreziositi da frange e dettagli preziosi, tra pois e fantasie patchwork. Presenti anche dettagli knitwear, come i cardigan, perfetti sia per lui che per lei. Per le donne sfilano pantaloni a gamba ampia con stampe in 3D.

Già all’inizio della sua carriera, Joe Casely-Hayford -classe 1956- vestiva i Clash e gli U2, mentre lavorava alla creazione del suo brand e sfilava a Parigi, Tokyo e Londra. Il figlio Charlie, diplomatosi presso la prestigiosa Central Saint Martin, ha seguito un periodo di apprendistato nello studio del padre: qui ha appreso le nozioni di storia del costume e le principali competenze tecniche. Il giovane ha iniziato a lavorare all’età di 21 anni. Tra gli amanti del brand attori come Robert Downey Jnr e Michael Fassbender.

Gli echi nazionalisti di Matthew Miller

Una collezione sofisticata e politicamente impegnata, quella presentata da Matthew Miller nell’ambito della London Fashion Week Men’s. L’autunno/inverno 2017-2018 dipinto da Miller vede echi nazionalisti e bandiere che inneggiano ad Albion: in uno scenario post-apocalittico l’uomo che calca la passerella col viso dipinto sembra uscito da guerriglie urbane e da guerre per l’indipendenza.

Suggestioni belliche attraversano l’interno défilé, intitolato non a caso “Fear Itself”. Ispirato da agitazioni militari e politiche che hanno caratterizzato la storia recente, lo stilista concentra la sua attenzione nei dettagli. Ecco sfilare una giacca da pilota combattente risalente al 1941: le tasche diventano inserti per l’artiglieria, perfette per nascondere munizioni e bombe a mano. In attacco o in difesa, gli uomini e le donne che si alternano sul catwalk sembrano usciti da una guerra di trincea, guerriglieri solitari di una battaglia in nome dello stile.

Vesti da combattente in nylon si alternano a giacche biker in pelle dal mood aggressivo, prontamente stemperato da lunghi cardigan fluidi indossati sotto. C’è un senso di poesia e struggente dedizione ad alti ideali di giustizia, che prevale nell’intero défilé: la causa universale viene sposata dai modelli, che sembrano sfilare tra le barricate. Non mancano le sovrapposizioni, come le due maglie indossate l’una sopra l’altra. Largo anche a tagli sartoriali, che rivelano la maestria di Miller nel destreggiarsi con classe tra ispirazioni eterogenee pur mantenendo il British style d’ordinanza.



“Non ho mai visto la bellezza come un oggetto fisico. Vedo fondamentalmente la bellezza come un momento, un sentimento fugace, una cicatrice, un ricordo, un’esperienza, il senso di libertà”, con queste parole lo stilista saluta dal suo sito internet. Ricca e versatile la sua estetica, che coniuga ribellione e poesia.

(Foto: WWD)