Grintoso, romantico, trendy. Tre tra i tanti aggettivi con cui possiamo identificare il pixie cut. Il taglio pixie veniva sfoggiato già da Audrey Hepburn negli anni ’50 e da Twiggy negli anni ’60. A loro si aggiunsero Liza Minnelli, Madonna e infine Rihanna. Senza ombra di dubbio, questo è un taglio per le più coraggiose. Anche se, bisogna ammetterlo, una volta provato, è difficile da abbandonare.
Il pixie cut ha conquistato tutti, sottolineando il carattere forte e deciso di chi lo porta.
La svolta con Sassoon. Nel 1968 Mia Farrow recitò nel film Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York e si affidò a Vidal Sassoon per il suo taglio. Ma ancora non sapeva che avrebbe segnato la storia. Ne risultò un pixie molto, molto corto. Una vera e propria prova di coraggio.
Attraverso gli anni, il pixie è stato rivisto più e più volte, reinterpretato e personalizzato a seconda di chi lo porta. Personalizzato nella lunghezza e, ovviamente, nel colore. Non è detto che non si possa giocare col colore anche sui capelli corti!
Consiglio dell’hairstylist: per modellare al meglio il vostro pixie cut usate la cera Shift It – Matt Claydi Kadus Professional per un look asciutto. Se, invece, amate un look più wet ma non siete delle fans del gel, provate la cera Spin Off, che dona texture e brillantezza. Prezzo 14-16€.
Dunque, siete pronte a dimostrare il vostro coraggio con un intramontabile pixie cut? Give yourself a go!
ENGLISH VERSION
Fierce, romantic, trendy. These are just three of the adjectives we can use to identify the pixie cut. Audrey Hepburn in the 50s used to have this haircut, as well as Twiggy in the 60s. They were soon followed by Liza Minnelli, Madonna and Rihanna, just to name a few. There’s no doubt: this haircut is only for the bravest ones. Even though once you go for it, you never go back.
Everybody loves a good pixie cut, which highlights the strong and determined character of the person wearing it.
The turning point with Sassoon. In 1968 Mia Farrow had to play in the movie Rosemary’s Baby and wanted Vidal Sassoon to take care of her haircut. But she did not know she would leave everlasting footprints in history. The actress ended up wearing a really, really short pixie cut. She definitely demonstrated courage.
Throughout the years, the pixie cut was customized depending on who had to wear it. It was personalized also in terms of hair color! Who says you cannot play with color if you have short hair!
Hairstylist’s tip: do you want to shape your cute pixie cut the best way possible? Well, if you like a matte look, go for the Shift It – Matt Clayby Kadus Professional. But if you prefer a more wet look, you should make use of the Spin Off – Classic Wax, which gives texture and brightness. Price 14-16€.
So, are you ready to show how brave you are with an everlasting pixie cut? Give yourself a go!
Tiffany & Co., il famoso brand americano di alta gioielleria, ha inaugurato l’11 maggio scorso, la terza boutique in via Condotti civico 55.
Per l’occasione, Villa Aurelia, sulla cima del Giannicolo, si è tinta di un soave color Tiffany e ha ospitato il gala dinner di Tiffany & Co., alla quale hanno partecipato: Maria Grazia Cucinotta, Margherita Buy, Ambra Angiolini, Cristina Parodi, Annie Leibovitz, Isabella Borromeo, i premi Oscar Francesco Lo Schiavo e Dante Ferretti, Cindy Sherman ed Emma Ferrer, nipote dell’icona Audrey Hepburn che ha contribuito ai fasti della celeberrima griffe.
Florence Rollet, vice presidente per Europa, Medio Oriente e Africa, ha dichiarato: “Si tratta di un’occasione importante per Tiffany in Italia. Via Condotti è famosa per lo shopping di lusso e aprire un negozio in questa celebre strada, sottolinea l’importanza del mercato italiano e favorisce la nostra strategia di crescita come marchio globale, sinonimo di stile ed eleganza”.
In occasione dell’inaugurazione, è stata allestita all’interno del negozio, una mostra che ospita pezzi di alta gioielleria della maison e che ripercorrono le tappe salienti della griffe, dagli anni venti agli anni cinquanta. L’esposizione potrà essere visibile fino al 5 giugno prossimo.
Sempre all’interno della boutique di via Condotti 55, sarà possibile visionare, dal 13 al 19 maggio, la mostra fotografica “TheFemale Portrait: Photography by American Women” che vedrà esposti i progetti fotografici di: Cindy Sherman, Nan Goldin, Linda McCartney, Lee Mille, Imogen Cunningham, Diane Arbus, Annie Leibovitz, Vivian Maier, Dorothea Lange, Margaret Bourke White, Lisette Model, Eve Arnold e Mona Kuhn.
Ci sono film che sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo, contribuendo a sdoganare fashion trend divenuti evergreen. Colazione da Tiffany, celebre pellicola del 1961 diretta da Blake Edwards e tratta dall’omonimo romanzo di Truman Capote, è forse il film più amato da tutte le donne: lo stile senza tempo della protagonista, Holly Golightly, mirabilmente interpretata dall’indimenticabile Audrey Hepburn, ha incantato intere generazioni.
La splendida attrice, che solo pochi giorni fa avrebbe compiuto 87 anni (qui un pezzo a lei dedicato) è stata una delle icone di stile più amate nella storia: impossibile dimenticare i fantastici outfit indossati nel film, frutto del sodalizio artistico tra Audrey Hepburn e Hubert de Givenchy, celebre stilista che veste la diva nella pellicola in questione.
Copiare lo stile iconico della protagonista di Breakfast at Tiffany’s non è così difficile: must have irrinunciabile è il tubino nero. Capo principe del guardaroba femminile, il “little black dress” (o LBD) si può indossare in tutte le occasioni, dal giorno alla sera. Audrey Hepburn nel film lo abbina a lunghi guanti neri in raso, occhiali da diva, perle all over e, dulcis in fundo, coroncina in testa. Perfetto per un look sofisticato, il LBD è un capo passepartout, che si abbina facilmente ad un trench doppiopetto dalle linee classiche e a scarpe flat o con tacco basso. Suggestioni vintage dominano l’outfit, perfetto per ogni occasione. Charme, fascino e mistero caratterizzano lo stile ispirato ad Holly Golightly: tripudio di femminilità e grazia nella scelta degli accessori, dai gioielli alle scarpe. Un look perfetto sia per il giorno che per la sera, versatile e dinamico, a seconda degli accessori da abbinare.
Occhi da cerbiatto, fisico etereo e un viso che innumerevoli pellicole hanno contribuito ad imprimere in modo permanente nella mente di milioni di persone. Nasceva oggi Audrey Hepburn, mito indimenticabile, icona di stile e di bellezza. All’anagrafe Audrey Kathleen Ruston, la futura diva nacque a Bruxelles il 4 maggio 1929 dall’inglese Joseph Anthony Ruston e dalla sua seconda moglie, la baronessa Ella van Heemstra, un’aristocratica olandese. Non sorprende che in quella figura dal portamento regale e dai modi naturalmente pieni di grazia scorra sangue blu. Il cognome Hepburn fu aggiunto anni dopo dal padre di Audrey. La giovane aveva due fratellastri, Arnoud Robert Alexander e Ian Edgar Bruce, nati dal primo matrimonio della madre, con l’aristocratico olandese Hendrik Gustaaf Adolf Quarles van Ufford. Tra gli avi dell’attrice troviamo personaggi illustri, tra cui Edoardo III d’Inghilterra e James Hepburn, IV conte di Bothwell, quarto Conte di Bothwell, dal quale pare discenda anche Katharine Hepburn.
Il padre di Audrey lavora in una compagnia di assicurazioni britannica ed è costretto a frequenti spostamenti tra Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito. Simpatizzante nazista, dopo il divorzio tra lui e la madre di Audrey, avvenuto nel 1935, l’uomo abbandona la famiglia. Per la giovane Audrey è un trauma fortissimo. L’attrice ritroverà più avanti il padre, trasferitosi intanto a Dublino, e lo sosterrà economicamente durante la vecchiaia. Nel 1939 la madre si trasferì insieme ai figli nella città olandese di Arnhem, per cercare di sfuggire agli attacchi nazisti. Qui la piccola Audrey inizia a studiare danza, frequentando il Conservatorio dal 1939 al 1945. Ma nel 1940 Arnhem viene invasa dai tedeschi. Audrey Hepburn durante la guerra cambia il suo nome in Edda van Heemstra, a causa del suono “inglese” del suo vero nome, considerato pericoloso. Nel 1944 la ragazza è divenuta un’étoile e partecipa a spettacoli segreti per raccogliere fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Nello stesso anno, dopo lo sbarco in Normandia delle forze alleate, i nazisti confiscano le ultime riserve di cibo della popolazione olandese, insieme alle scorte di carburante. Le case sono prive di riscaldamento e le persone continuano a morire per la fame e il freddo. Audrey patisce la fame sulla propria pelle. A causa della malnutrizione sviluppa delle patologie. Il trauma resterà indelebile nella sua memoria e condizionerà le future scelte della diva. Trasferitasi ad Amsterdam, dove continua i suoi studi di danza, nel 1948 parte alla volta di Londra.
Verso il 1944 Audrey era divenuta una ballerina a tutti gli effetti. Partecipava a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Anni dopo disse: «Il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine dello spettacolo[8]». Dopo lo sbarco in Normandia delle forze alleate, la situazione sotto gli occupanti nazisti peggiorò. Durante la carestia dell’inverno 1944, la brutalità crebbe e i nazisti confiscarono le limitate riserve di cibo e carburante della popolazione olandese. Senza riscaldamento nelle case o cibo da mangiare, la popolazione moriva di fame o di freddo nelle strade. Sofferente per la malnutrizione, la Hepburn sviluppò diversi problemi di salute e l’impatto di quei tempi difficili avrebbe condizionato i suoi valori per il resto della vita.
Dopo un soggiorno di tre anni ad Amsterdam, dove continuò i suoi studi di danza, Audrey Hepburn si trasferì a Londra nel 1948. Qui prese lezioni da Marie Rambert, tra i cui allievi spiccava il famoso ballerino Vaclav Nižinskij. Ma Audrey, troppo alta per gli standard dell’epoca (1 metro e 67) e provata dalla malnutrizione, ha un futuro incerto come étoile. Delusa nel dover accantonare il suo sogno, la ragazza tenta allora la carriera di attrice. Dopo i primi ruoli a teatro, nel 1951 arriva il grande schermo, con il film One Wild Oat. La scrittrice Colette la sceglie per interpretare la protagonista del suo romanzo Gigi, che era stato trasformato in una commedia per Broadway. Grazie a questa interpretazione Audrey Hepburn vince il premio Theatre World Award. Il primo ruolo importante è nel 1952, nel film The Secret People: il ruolo di una ballerina le calza a pennello, in una interpretazione fortemente voluta dalla protagonista del film, Valentina Cortese. Nello stesso anno la Hepburn gira Vacanze romane. Inizialmente il regista Wyler voleva Elizabeth Taylor. Ma qualcosa accadde durante il provino della giovane Audrey Hepburn. La sua innocenza, l’aria buffa e l’espressività del suo volto ammaliano Wyler, che la trova assolutamente perfetta per il ruolo della principessa Anna. Quella giovane attrice, ancora alle prime armi, colpisce anche Gregory Peck, protagonista maschile della pellicola: l’attore chiese che venisse messo in risalto il nome della Hepburn accanto al proprio, dicendosi certo che la giovane avrebbe vinto l’Oscar. E questo fu esattamente quanto accadde di lì a poco. Nel 1954 Audrey Hepburn vinse l’Oscar come migliore attrice protagonista nel suo primo film importante. Inoltre si aggiudicò anche un NTFCC e un BAFTA.
SFOGLIA LA GALLERY:
Audrey Hepburn. Foto di Howell Conant 1962
Audrey Hepburn per LIFE Magazine, 1955, foto di Philippe Halsmann
Audrey Hepburn in “Sabrina” (1954)
Audrey Hepburn in “Sabrina” (1954)
Audrey Hepburn in Givenchy, foto di Howell Conant, febbraio 1962
Audrey Hepburn a Beverly Hills, foto di Bob Willoughby, novembre 1958
Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany” (1961)
Audrey Hepburn nei panni di Holly Golightly
Audrey Hepburn in uno scatto di August Mc Bean, 1951
Audrey Hepburn per Valentino, Vogue Italia, Roma 1969, foto di Gian Paolo Barbieri
Audrey Hepburn in Valentino, Vogue Italia, Roma 1969, foto di Gian Paolo Barbieri
Foto di Bert Stern, 1963
Audrey Hepburn per Harper’s Bazaar, foto di Richard Avedon, settembre 1961
Audrey Hepburn in “Cenerentola a Parigi”
Una scena di “Cenerentola a Parigi”
Con Gregory Peck in “Vacanze Romane”
In “Sabrina”
Audrey Hepburn in “Cenerentola a Parigi”
Audrey Hepburn in “My Fair Lady”
Uno scatto in bianco e nero di Audrey Hepburn
Audrey Hepburn in Cecil Beaton per ‘My Fair Lady’. (Foto di Cecil Beaton)
Una scena di “Colazione da Tiffany)
Il film successivo è Sabrina, di Billy Wilder, accanto a Humphrey Bogart e William Holden. A vestire l’attrice in questo film è Hubert de Givenchy. Sabrina è la storia di una moderna Cenerentola, la parabola di una ragazza semplice che torna da Parigi trasformata in una diva, sofisticata e sicura di sé. La Hepburn riceve una seconda nomination all’Oscar. Non vince ma ormai è nell’Olimpo. Il sodalizio con Givenchy durerà per tutta una vita. Lui, convinto inizialmente di trovarsi davanti Katherine Hepburn, resta affascinato dal fascino della giovane Audrey. Fisico sottile e volto perfetto, Audrey Hepburn incarna una bellezza assolutamente inedita e unica nel panorama degli anni Cinquanta. Non più curve esplosive ma una ventata di freschezza che rivoluziona gli standard dell’epoca. Come la stessa Hepburn dichiarerà, la sua bellezza non è nelle forme ma è nello stile, sofisticato ed iconico. Musa di Givenchy, André Courrèges, Valentino Garavani, viene ritratta dai più grandi, da Richard Avedon all’amico Cecil Beaton, solo per citarne alcuni. Innumerevoli le cover che la immortalano, da Life a Vogue. Nessuna più di lei è entrata nell’immaginario collettivo: dopo tante pellicole, da Cenerentola a Parigi a La storia di una monaca, con cui l’attrice si impone per la sua straordinaria interpretazione, fino a Sciarada, la ritroviamo in tubino nero, filo di perle e coroncina, persa nell’alba newyorkese, che la vede sgranocchiare un croissant sognando davanti alle vetrine di Tiffany. Impossibile immaginare qualcun altro al posto suo per interpretare Holly Golightly: strampalata quanto basta, deliziosamente sopra le righe, ironica ma anche drammatica, vulcanica, semplicemente irresistibile. La classe innata e lo stile che ha fatto storia sono legati indissolubilmente a Colazione da Tiffany, film del 1961 tratto dal romanzo di Truman Capote e diretto da Blake Edwards, che consacra l’attrice come musa di intere generazioni. Presenza fissa dell’International Best Dressed List, Audrey Hepburn è un’icona di stile amata come poche.
Innumerevoli sono intanto i premi e riconoscimenti che riceve, mentre gli attori sgomitano per lavorare con lei. Nel 1964 la sua carriera mette a segno un altro successo, con My Fair Lady. Perfettamente a suo agio nel ruolo di Eliza Doolittle, il film musicale ne consacra la fama. Intanto la vita privata non le riserva la stessa felicità: durante le riprese di Sabrina ha una relazione con William Holden, osteggiata dalla casa di produzione, che vietava agli attori legami affettivi. Nel 1954 l’attrice sposa il collega Mel Ferrer. Dopo diversi aborti spontanei dà alla luce il loro unico figlio, Sean, nato a Lucerna il 17 luglio 1960. Nel 1968 divorzia da Ferrer e si unisce in seconde nozze con Andrea Dotti, psichiatra romano. Una gravidanza difficile la costringe a letto fino alla nascita del secondo figlio, Luca, nato l’8 gennaio 1970. Ma anche questo matrimonio fallisce, a cause dei numerosi tradimenti di Dotti. Altre relazioni con Ben Gazzara e Robert Wolders, con cui visse fino alla morte.
L’ultima apparizione sul grande schermo fu nel film di Steven Spielberg Always-Per sempre, nel 1988, dove la Hepburn interpretava un angelo di nome Hap. Negli ultimi mesi della sua vita lavorò in televisione, presentando il programma Gardens of the World with Audrey Hepburn. La prima puntata andò in onda il giorno successivo alla sua morte. Negli ultimi anni della sua breve vita numerosissimi furono i riconoscimenti speciali, tra cui il Golden Globe nel 1990 e, nel 1992, il SAG e il BAFTA alla carriera.
Nel 1992 le venne diagnosticato un cancro al colon in fase terminale. L’attrice morì ad appena 63 anni, il 20 gennaio 1993 a Tolochenaz (Canton Vaud, Svizzera), dove fu sepolta. Lo stesso anno della sua morte, il figlio Sean fondò l’Audrey Hepburn Children’s Fund per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani. La diva aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita ad aiutare i bambini africani. Poliglotta e dall’animo nobile, fu nominata ambasciatrice UNICEF. «Chi non crede nei miracoli, non è realista», era solita ripetere. Tante le sue missioni, dall’Etiopia all’America Latina alla Somalia, viaggio che definì apocalittico. Nel 1992 il Presidente degli Stati Uniti, George H. W. Bush, la premiò con uno dei più importanti riconoscimenti attribuibili a un civile statunitense, la Medaglia Presidenziale della Libertà (Presidential Medal of Freedom), per il suo impegno con l’UNICEF. Nel 2011, i figli Sean e Luca hanno promosso in Italia il club di donatori UNICEF Amici di Audrey.
1. Valentina, raccontaci dei tuoi inizi in qualità di modella:
Avevo 16 anni e vivevo ancora nella mia città, Galati in Romania. Uno scouter mi vide e mi chiese di partecipare ad un concorso, dove una grande agenzia di Bucharest faceva selezioni. Era la MRA Models con cui, grazie a quel concorso, ho avuto un contratto di esclusività per 5 anni.
2. Quali sono i pro e i contro del tuo mestiere?
Esistono pro e contro in tutti i campi. Molti pensano che fare la modella sia un lavoro facile e leggero, invece è un lavoro relativamente faticoso, come tutti gli altri. Le gratificazioni a me arrivano quando mia madre va in edicola, compra una rivista in cui sono pubblicate delle mie foto e le mostra agli altri orgogliosa. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: alzarsi alle 5.00 del mattino per prendere un treno e ritornare a casa alle 23.00. E’ la forte passione che fa passare stress e stanchezza.
3. Segui delle diete per mantenerti in forma?
Mai seguito nessuna dieta per dimagrire! Ho fatto qualche dieta mirata, ma per mettere massa. Sono magra di natura ed è una fortuna per il mio lavoro, anche se la gente pensa che io non mangi; chi mi conosce sa che mangio di tutto senza esclusione.
4. Quali sono i tuoi prodotti di bellezza?
Potrei dilungarmi per ore! Adoro i prodotti per la pelle, le creme per il corpo, il make-up… I miei must per il trucco sono il fondotinta (Shiseido), il mascara (Dior), l’eye-liner (Make-up forever), il blush (Mac) ed il balsamo per le labbra (Elisabeth Arden).
5. Quanto è importante per te l’essere e quanto l’apparire?
Sono convinta che viviamo in una società in cui “apparire” è più importante che “essere”. Io cerco sempre di mantenere un approccio naturale agli altri e di non dare mai troppe spiegazioni. Non mi piace giustificare i miei atteggiamenti e se sono nel “mood di apparire”, lo faccio e basta. Ma il mio vero “io”, il mio “essere”, lo riservo alle persone con una bella energia – Quali tipi di persone? Lo si capisce dai loro occhi!
6. I tuoi progetti per il futuro:
Tantissimi progetti, troppi 🙂 ma cerco di stare con i piedi per terra e vivere il presente. Come dice una canzone “non chiedermi del futuro, si avvicina mentre andiamo“.
7. Cosa consiglieresti a una giovane ragazza che si addentra nel mondo della moda?
Di essere se stessa, puntare in alto e studiare. Personalmente sono stufa di quelli che pensano che le modelle non hanno tanta materia grigia. Poi di andare e vedere il mondo. Questo lavoro ti offre tante possibilità di viaggiare, quindi non dite di no ai viaggi.
8. Ci sono icone a cui ti ispiri?
La mia ispirazione è ovunque: moda, natura, architettura, sorrisi, occhi…
Adoro Audrey Hepburn perché abbiamo una cosa in comune: la passione per i cappelli. Non esco mai di casa senza indossarne uno. Più che una passione è un’ossessione.
9. La campagna fotografica per cui avresti voluto posare?
Parliamo di una campagna del 2015?!? Se sì, non c’è dubbio: avrei voluto vestire i panni di Rihanna per Dior Secret Garden, fotografata da Steven Klein -un sogno! Solo la location mi fa venire i brividi: Château de Versailles, stesso luogo dove la bellissima Charlize Theron è stata testimonial della campagna profumo J’Adore.
10. I tuoi hobby e il tuo tempo libero:
Ascoltare musica è il mio più grande hobby. Anche perché posso fare tante cose mentre ascolto. La musica cura le mie ferite ed apre mente e cuore. Poi amo tantissimo la natura quindi vado a fare lunghe passeggiate nei boschi e rifletto…