L’eccellenza Kiton nella collezione Uomo Autunno/Inverno 2016/17

Il loro motto è “Lavora duramente per raggiungere la perfezione. E se non ci riesci, prova ancora.

I loro abiti sono rigorosamente prodotti a mano ed ognuno è realizzato da 45 sarti; cravatte alta moda e completi da uomo sono la forza del brand. Stiamo parlando di Kiton, casa di moda e sartoria industriale napoletana.

Per la collezione Uomo Autunno/Inverno 2016/17 Kiton non si smentisce e presenta delle eccellenze in fatto di sartoria, sportswear, accessori, denim, con la grande novità del termico.

Il progetto si chiama CULTO ed unisce l’evoluzione dell’arte sartoriale all’avanguardia delle tecnologie. Il risultato è la creazione di capispalla sartoriali termici che grazie ad alcuni materiali eleganti e leggeri, fungono da valvola termica. Quindi addio alla pesantezza dei tessuti invernali, sì alla comodità e alla vestibilità sempre in un capo caldo e moderno.

 

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Forza e preminenza nella formalità Kiton, che torna con un must di stagione nell’abito tre pezzi: il gilet.

I tessuti utilizzati dalla maison sono sempre sinonimo di raffinatezza: il 13.2, il 13.5, il 14 micron – così come le giacche (monopetto e doppiopetto) in filato di puro cashmere che si combinano alla vicuna (la fibra più fine e rara al mondo che si ricava da un piccolo camelide che vive selvaggio sulle Ande – la vigogna) e al guanaco  (fibra ricavata da un camelide affine al lama diffuso in Sudamerica – il guanaco presenta un manto doppio: uno più ruvido all’esterno e uno più soffice all’interno. Quest’ultima copertura è molto pregiata).

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Le camicie, da sempre il “terzo occhio” delle capacità sartoriali,  divengono strutturate con delicatissime filature a “microdisegni”; la selezione cromatica dei pantaloni è ricca ed in velluto di cotone. Grandi protagonisti sono il blu e il grigio in ogni sfumatura, in aggiunta delle note intense bordeaux, verdi e dei classici bianco e nero.

 

 

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Esclusività anche nel capo più sportivo al mondo: il jeans.
Per la linea denim Kiton sceglie il jeans giapponese Kurabo, prodotto con cotone biologico, lavorato ad alta intensità su antichi telai, proposto in versione slim europea e comoda americana.

Si contraddistinguono per la doppia cucitura con gli iconici bottoni in smalto rosso e sono disponibili in una ricca gamma di blu, per ogni occasione. Un capo indispensabile per l’uomo Kiton che non vuole rinunciare alla comodità, ma lo fa con gusto.

 

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Anche gli accessori vestono la raffinatezza Kiton, dalle scarpe da smoking in coccodrillo lucido nero con stringhe in grois di seta colorate (anche in giallo fluo per i più audaci – ai set di borse da viaggio, shopping bag e zaini.

I colori della collezione sono l’ardesia, il testa di moro, il whisky, il verde felce ed il bordeaux – i metalli utilizzati per le scarpe classiche sono il palladio e l’oro, mentre le fibbie sono in rutenio dark, oro rosa, oro e palladio.

Gli showroom Kiton sono presenti in tutto il mondo e tramandano con grande passione il valore e la tradizione dell’antica sartoria napoletana, da sempre la migliore.

 

 

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Francesco Maria Colombo dirige l’orchestra Verdi – è il turno della Svizzera

Spogliatosi del frac, Francesco Maria Colombo alla direzione dell’Orchestra Verdi, il 3 agosto ha inaugurato la serata dedicata alla Svizzera presso l’Auditorium di Milano. La rassegna musicale “Around the world” continua quindi in “vesti estive e casual”, rallegrando gli spiriti dell’accaldato milanese.

Una serata in cui la musica è il comune denominatore tra le 14 nazioni scelte, più di 50 partiture, altrettanti compositori e alcuni famosissimi brani tra cui il “Guglielmo Tell” di Rossini proposto in questa occasione.

Pur non essendo svizzero, il Rossini nazionale ha comunque dedicato il suo estremo capolavoro a questo paese. L’ouverture del Guglielmo Tell, per antitesi, è stata scelta a chiusura del concerto, un finale di grande impatto emozionale, che ha strappato tanti applausi e un’orchestra presente, esilarante, perfettamente accompagnata, per una esecuzione dinamica, senza il minimo accenno di debolezza.

Non da meno, ma sicuramente difficile l’esecuzione raffinata e intellettuale di “Die vier Elemente” dello svizzero-tedesco Frank Martin: uno tra i suoi lavori più riusciti ispirato ai quattro elementi. Aria – acqua – fuoco e terra didatticamente spiegati dal maestro Francesco Maria Colombo attraverso un’analisi live con l’orchestra.

Di Arthur Honegger sono stati eseguiti due brani, entrambi con una precisione ed un meccanismo prettamente svizzeri; il primo – Pacific 231 – è quasi una lettera d’amore alle locomotive – una passione ch’egli paragonava a quella che gli uomini generalmente hanno per le donne; il secondo – Rugby – vuole esprimere i bruschi movimenti degli arti umani impegnati in uno sport estremo.

Entrambi i brani ci ricordano la freddezza tecnica della musica svizzera, che per gli stessi autori doveva essere semplice e assolutamente anti-romantica.