Urla, pianto, disperazione. Queste le parole che si ripetono nei racconti di tre italiani sopravvissuti all’attacco terroristico a Bruxelles, che intervistati dall’Ansa hanno rivissuto l’orrore di quei momenti di ieri mattina. Michele Venetico ha 21 anni, è nato in Belgio da genitori siciliani e lavora da tre anni all’aeroporto di Bruxelles. Racconta di quegli attimi di follia e assicura “Non credo che esista un problema controlli. L’aeroporto era sorvegliato e pieno di polizia. Questi atti sono imprevedibili. Arrivano e colpiscono e fermarli è davvero difficile“. Durante la sua fuga dall’inferno dell’aeroporto, Michele racconta di essersi unito a colleghi e passeggeri e di aver visto i corpi a terra, senza vita o gravemente feriti, mentre veniva portato in ospedale. “Eravamo terrorizzati – aggiunge – Abbiamo cominciato a urlare, piangere e ci siamo rifugiati nell’ufficio che si trova dietro alla biglietteria che è rimasto in piedi. I soccorsi sono stati tempestivi“.
Chiara Burla e Marco Semenzato si trovavano invece in metropolitana quando è iniziato il secondo attacco a Bruxelles, quello alla fermata Maalbek. Chiara è una ballerina di Varallo, in provincia di Vercelli. Vive a Firenze, ha 24 anni ed era a Bruxelles per un workshop di danza. Stava andando a lezione in metropolitana quando un’esplosione ha costretto il treno a fermarsi e tutti i passeggeri sono stati scaraventati a terra. “Le porte del vagone sono saltate via ed una mi è finita addosso – racconta Chiara – C’era il panico. Tutti urlavano, cercavano di fuggire. Ero frastornata, ferita. Non ho capito subito cosa stava succedendo“. Con una grande lucidità, è uscita dal treno, ha attraversato i binari ed è fuggita con un gruppo di persone. Se l’è cavata con qualche contusione al busto e piccole ferite provocate dalle schegge della porta. Si sente fortunata e non vede l’ora di tornare a casa e dimenticare l’inferno di Bruxelles.
Anche Marco Semenzato, padovano di 34 anni, è rimasto ferito nell’attentato alla metropolitana di Bruxelles. “Ero appena sceso dalla metro – dice Semenzato all’Ansa – e avevo fatto appena due gradini della scale per uscire. All’improvviso ho sentito un boato. Ho visto un bagliore. Ho capito subito che era un attentato, ma non volevo crederci. Ho pensato che stavo per morire“. L’uomo, consulente al dipartimento educazione e cultura della commissione europea, ha subito ustioni alle mani e al volto e giura che non prenderà mai più la metro, in nessuna città del mondo. “Ti senti intrappolato come un topo. Non è una bella sensazione” ha dichiarato.
Intanto arriva la notizia che una donna italiana potrebbe essere tra le vittime dell’attacco di Bruxelles. Si attende il riconoscimento della donna, che si trovava anche lei in metropolitana.
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Attentati a Bruxelles: come ha reagito l’Italia
22 marzo 2016: una data che l’Europa non dimenticherà. Dopo Parigi, gli attentati a Bruxelles hanno ferito di nuovo il cuore del vecchio continente, spargendo il terrore. Anche in Italia il rischio di attentati è concreto, e il nostro Paese ha dovuto adottare misure straordinarie per garantire la sicurezza in questa settimana di festa.
Il primo obiettivo sensibile è l’aeroporto di Fiumicino, dove oggi il flusso di passeggeri è molto intenso in vista delle festività pasquali. Il numero di uomini impiegati nella vigilanza è raddoppiato e l’operazione interforze, coordinata dalla Polizia, prevede pattuglie in divisa e in borghese in tutte le zone dell’aeroporto. Non solo gli imbarchi quindi, ma anche l’ingresso di passeggeri e accompagnatori è posto sotto stretta sorveglianza, così come qualsiasi bagaglio o pacco lasciato incustodito, per scongiurare la possibilità di attacchi terroristici.
Intanto stamattina a Palazzo Chigi si è tenuto un vertice straordinario tra il premier Matteo Renzi, il ministo dell’Interno Angelino Alfano e quello degli Esteri Paolo Gentiloni, con i capigruppo di maggioranza e minoranza della Camera e del Senato. Il Presidente del Consiglio ha parlato di “una minaccia globale con killer anche locali e attentatori che vengono da dentro e si nascondono nelle periferie delle nostre città” per cui invita all’unità per gestire questo momento di crisi su più fronti. Non solo lotta dura al terrorismo e aumento dei controlli, ma anche un piano di integrazione per scongiurare la deriva kamikaze degli immigrati già presenti in Italia. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto commentare l’attentato a Bruxelles, auspicando che l’Italia e l’Europa reagiscano con l’unità, senza divisioni di bandiera e di partito.
Desiderio difficile da realizzare quello di Renzi e Matterella, perché all’indomani dell’attentato a Bruxelles i leader delle forze politiche si sono già espressi duramente e su posizioni chiare. Giorgia Meloni, neocandidata al Comune di Roma, commenta così: “Renzi, Alfano e Mattarella ci dicono che il terrorismo si combatte con la cultura ma è una frase buona per i cioccolatini“, sperando in un intervento più diretto. In un’intervista alla radio, Silvio Berlusconi si è detto preoccupato. “Tra i leader europei – ha dichiarato – non ce ne sono, oggi, all’altezza della situazione. L’Isis richiede interventi diretti in Iraq e Medio Oriente“. Matteo Salvini, ancora bloccato nella capitale belga, ha subito parlato di una dichiarazione di guerra all’Isis, da realizzarsi con la “bonifica” delle nostre città palazzo per palazzo, e di chiusura delle frontiere. Soluzioni che sembrano fin troppo semplicistiche rispetto a una situazione complessa e delicata, già nell’aria da mesi, che si è concretizzata definitivamente con il nuovo attentato a Bruxelles.