Non so se sapete che la musica c’ha il suo Dio. Si chiama Apollo e non ha figli, pesci, polli e palle.
E a Milano, ogni giovedì proprio questo dio, stabilisce una nuova santità, e senza fare miracoli strani, succede che tutto diventa perfetto e che ti ricorderai di lui per sempre.
Da adesso in poi, ogni 11 Aprile a parte Santo Stanislao, vescovo di Cracovia e martire, si festeggerà pure Sant’Enzo Carella, all’anagrafe Vincenzo Carella, cantautore italiano.
Ho conosciuto la musica di Carella solo due mesi fa, e mi ha fatto riprovare la stessa meraviglia di quando scoprii “Soul Express” o “Metropolitana” di De Crescenzo o Kurtis Blow, e quando ti capita piú a 47 anni? È una specie di miracolo!
Carella é un pezzo di Roma, e stasera al San Siro la Roma ha vinto uno a zero contro il Milan, per un napoletano come me anche questo é un segno miracoloso, che non ti scordi.
Simone Avincola cantava, Edoardo Petretti mi ha fatto capire che l’empatia la conosci solo quando ami qualcuno come lui ama le sue tastiere, Luca Monaldi alla batteria mi ha fatto notare che usiamo la stessa parola sia per lo strumento che per le pile stilo, Toto Giornelli mi ha fatto capire che i polpi non sono solo affettuosi e intelligenti ma pure bassisti.
Insomma, proprio bravi, e stasera il Dio Apollo mi ha dato pure una grande lezione di vita:
nonostante il fatto che questi ragazzi non abbiano visto i mondiali di Italia90 mi hanno fatto ascoltare Malamore, Amara, Barbara, e un sacco di bellezza che sebbene ricordi come fosse ieri il grande Totó Schillaci, non conoscevo queste note fino a tre mesi fa.
Ho sentito cantare pure Mille, Ciliari, e prima di tutti ho conosciuto Dente un tipo con i wayfarer neri che aspettava anche lui che qualcuno ci aprisse la porta sul retro.
THANKS TO
Tiberio Carcano
Sergio Carnevale
Marcellina Di Chio
Emma Bacchiocchi
Booking: Antonio Altini