Quando si ripensa agli anni Novanta tante sono le immagini che tornano in mente: l’avvento delle supermodelle, la moda punk, le serie tv divenute cult, l’heavy-metal… E se nel lontano 1990 Linda Evangelista dichiarava orgogliosamente di non alzarsi dal letto per meno di 10mila dollari al giorno, tanti sono coloro che hanno trascorso la propria adolescenza guardando in tv Beverly Hills 90210 o ascoltando la musica dei Nirvana.
Se siete nostalgici doc non preoccupatevi: da oggi ci pensa Instagram a proporvi una selezione dei migliori momenti degli anni Novanta. Moda, glamour ma anche costume, per viaggiare nel tempo e tornare al decennio d’oro. Si chiama Nineties Moments il nuovo account Instagram interamente dedicato agli anni Novanta: un tuffo nella moda e nello stile di quegli anni, per riviverne gli eccessi e i trend.
Come non citare a questo proposito le supermodelle, da Cindy Crawford a Claudia Schiffer, da Naomi Campbell e Linda Evangelista a Christy Turlington e Kate Moss, solo per citarne alcune. Vengono ora riproposti interi servizi fotografici che immortalano le celebri top model, ma anche copertine e backstage di sfilate, da Versace a Chanel. Gettonatissime e amate come dei personaggi e non solo alla stregua di anonime mannequin, le supermodelle sdoganarono i Nineties come una delle età d’oro della moda.
Nineties Moments nasce dalla mente creativa di due berlinesi, che hanno fatto del vintage uno stile di vita: Vincent Mank e Jayme Miller gli anni Novanta li hanno vissuti intensamente. I due creativi all’epoca lavoravano infatti in un’agenzia londinese, appartenente a Mario Testino, autore di alcuni tra gli scatti più iconici degli anni Novanta e del Duemila. Immancabili sull’account le sue foto, che figurano accanto a scatti firmati da illustri fotografi, come Matt Jones, Nathaniel Goldberg, Mario Sorrenti e Juergen Teller. Un account che sta raccogliendo proseliti da parte di numerosi professionisti del fashion biz e nostalgici di quel periodo. Un successo senza precedenti per il duo berlinese, che ha riportato in auge anni indimenticabili e ricchi di glamour.
È il gruppo musicale femminile più amato degli anni Novanta: look iconici e hit di successo hanno reso le Spice Girls un vero e proprio fenomeno di costume. Ora una mostra ne celebra lo stile.
Sono passati 20 anni dal lancio di Wannabe, la hit che ha portato al successo internazionale le Spice Girls. Il gruppo, formatosi nel 1994, è passato alla storia anche per lo stile irriverente delle cinque ragazze. Come dimenticare Emma Bunton alias Baby, Geri Halliwell alias Ginger, Victoria Adams alias Posh, Mel C alias Sporty e Mel B alias Scary? Ed è proprio nella città natale di Geri, che verrà presto inaugurata Spiceworld: The Exhibition.
Il Waltford Colosseum dedica una mostra per celebrare il successo mondiale del gruppo, con un’esposizione degli abiti di scena e degli accessori originali indossati dalle ragazze nei videoclip ma anche nei concerti. Dagli stivali iconici di Geri firmati Prada alle scarpe di Mel B, la mostra comprende anche alcuni gadget prodotti nel periodo di massimo successo del gruppo. Spiceworld: The Exhibition sarà aperta al pubblico dal 7 luglio al 7 agosto 2016. Un evento imperdibile per fanatici degli anni Novanta.
Il Palazzo della Ragione Fotografia di Milano ospita i lavori del grande fotografo Herb Ritts, in una mostra imperdibile. “Herb Ritts. In Equilibrio” è la prima grande retrospettiva dedicata al fotografo nella città di Milano. Una selezione degli scatti più iconici, in mostra dal 20 febbraio fino al 5 giugno 2016.
Corpi sinuosi dalle forme plastiche, immense distese di spiagge bianche, volti velati e lunghe vesti nere mosse dal vento del deserto; quel bianco e nero così unico, capace di passare con estrema nonchalance dal reportage alla foto patinata; e, ancora, l’Africa, immortalata con i suoi profumi, le sue suggestioni e la sua essenza più primordiale. Herb Ritts è stato uno dei principali esponenti della fotografia internazionale. Definire la sua estetica entro un solo ambito è impresa difficile: sublime interprete degli anni Novanta, nessuno come lui riuscì ad immortalare le top model, contribuendo alla loro fama.
Oniriche come vestali, struggenti nella loro perfezione, le sue supermodelle indossano Versace e Ferré, in un momento storico irripetibile per il fashion biz. Protagonista della moda ma anche mirabile ritrattista della Hollywood più patinata, Herb Ritts ha immortalato personaggi del calibro di Michael Jackson, Madonna, David Bowie, Johnny Depp, Jack Nicholson.
Nato a Los Angeles il 13 agosto 1952 da una facoltosa famiglia ebrea, Herbert Ritts Jr. è stato fotografo e regista. Il più grande di quattro figli, Herb crebbe nel lusso di una villa di ben 27 stanze. All’età di dieci anni gli viene regalata la sua prima fotocamera, una Kodak. Dopo aver studiato Storia dell’Arte ed Economia alla prestigiosa University High School e dopo alcuni tentativi falliti di fare strada nel mondo del rock, nel 1974 conseguì la laurea al Bard College di New Tork. Tornato a Losa Angeles, fece coming out sulla propria omosessualità. Iniziò intanto a prendere lezioni di fotografia.
I primi soggetti ritratti furono i suoi amici. Se vivi ad Hollywood e nella tua cerchia di amicizie spiccano nomi del calibro di Richard Gere il successo è nel tuo destino. È il 1978 quando Herb scatta delle foto a Richard Gere durante una gita nel deserto di San Bernardino: i due giovani si fermarono in una stazione di servizio per cambiare una ruota forata e mentre Richard sostituiva la ruota Herb immortalò l’attore in scatti sensuali in jeans e canottiera. Fu così che nacque un mito: quelle foto nate in maniera del tutto improvvisata furono usate per promuovere il film American Gigolò del 1980 e comparvero come cover di riviste del calibro di Newsweek, Vogue, Esquire e Mademoiselle.
Ad Herb Ritts vennero commissionati lavori da Franco Zeffirelli, Andy Warhol e dalla rivista L’Uomo Vogue. Nel 1979 ritrasse Brooke Shields per Mademoiselle, mentre l’anno successivo ottenne la cover di Elle. Fu presentato a Bruce Weber dal modello Matt Collins, mentre Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, gli fece subito un contratto. Il resto è storia: in breve Ritts si impose come uno dei maggiori fotografi glamour, entrando di diritto nell’Olimpo della moda. La sua era un’estetica particolare, che traeva ispirazione dalla Grecia classica, per le sue celebri foto in bianco e nero. Spesso si trattava di nudi, maschili e femminili, tra pose plastiche e corpi scultorei.
SFOGLIA LA GALLERY:
Cindy Crawford in Gianfranco Ferré, Malibu 1993
Drew Barrymore
Julia Roberts
Johnny Depp in “Edward mani di forbice2
Madonna
Michael Jackson
David Bowie
Tatjana Patitz
Abito Versace, 1990
Cindy Crawford, 1998
Cindy Crawford per il Calendario Pirelli, 1994
Brigitte Nielsen, Malibu, 1987
Helena Christensen per Vogue Paris, giugno 1993
Christy Turlington, Hollywood, 1998
Cindy Crawford e Richard Gere per Vogue US, 1992
Naomi, Hawaii 1989
Helena Christensen
Naomi Campbell
Madonna
Jack Nicholson
“Per me, un ritratto è qualcosa attraverso il quale percepisci le persone, le loro qualità interiori, ciò che le fa essere quello che realmente sono”, diceva il grande fotografo, i cui scatti furono pubblicati sulle maggiori riviste del mondo, da Elle ad Harper’s Bazaar, da Rolling Stone a Vanity Fair. Firmò le campagne pubblicitarie di brand del calibro di Giorgio Armani, Gianni Versace, Calvin Klein, Chanel, Gianfranco Ferré e molti altri e ritrasse personalità illustri, tra cui Karl Lagerfeld, Harrison Ford, Jodie Foster, Sylvester Stallone, Kofi Annan, Arnold Schwarzenegger, Julia Roberts, Isabella Rossellini, Robert De Niro, Jennifer Aniston, John Travolta e molti, molti altri. Sua è inoltre la regia di alcuni videoclip di Madonna e Michael Jackson.
Dopo una lunga e sfolgorante carriera, il fotografo si spense a Los Angeles il 26 dicembre 2002 per complicazioni derivate da una polmonite, dopo aver contratto il virus dell’HIV all’inizio del 1989. Impegnato nella causa per combattere l’AIDS, Ritts contribuì a diverse organizzazioni di beneficenza fra le quali amfAR, Elizabeth Taylor AIDS Foundation, Project Angel Food, Focus on AIDS.
Alla vigilia del suo cinquantesimo compleanno, la top model Cindy Crawford ha annunciato il suo ritiro dalle passerelle. Impossibile dimenticare le sue curve mozzafiato, i suoi capelli cotonati e quel neo, vero e proprio marchio di fabbrica che faceva capolino da un viso perfetto.
Le chiamavano supermodelle, termine coniato appositamente per indicare le valchirie che rivoluzionarono la moda a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Segni particolari: bellissime. Ma non solo: carismatiche, prorompenti nella loro esplosiva femminilità, dotate di una carica erotica mai vista prima tra le mannequin, le supermodelle divennero dei personaggi, vere e proprie dive della moda, venerate e riverite per la loro personalità, che le rendeva uniche, così diverse dalle anonime colleghe dei decenni precedenti e successivi. Nomi del calibro di Naomi Campbell, Claudia Schiffer, e lei, forse la più iconica, Cindy Crawford.
Nata in Illinois il 20 febbraio 1966, all’anagrafe Cynthia Ann Crawford, la top model ha incarnato gli anni Novanta, divenendo una diva patinata. La carriera di Cindy nella moda iniziò con degli scatti che ebbero un successo inaspettato, in cui era la futura top model era intenta a raccogliere pannocchie. Seguì il trasferimento della giovane a New York, nel 1986.
Da lì la fama era vicinissima: la bellissima modella divenne nel 1989 il volto di Revlon, mentre i cartelloni pubblicitari che immortalavano le sue curve mozzafiato incrementarono in modo impressionante il numero di incidenti automobilistici. Lei intanto si sposò con Richard Gere, divenendo protagonista dei tabloid di tutto il mondo, con una storia d’amore molto chiacchierata, ma che fece sognare intere generazioni. Dopo alcune esperienze come attrice, posò nuda per Playboy.
Il suo viso regnava sulla cover delle riviste più prestigiose, da Vogue a Vanity Fair, da Elle, Allure, People a W, Esquire, Cosmopolitan, Harper’s Bazaar. Misure perfette (86-66-89), Cindy Crawford divenne il volto di maison del calibro di Versace e Chanel, rese sexy la Pepsi in una storica campagna pubblicitaria, e prese parte a numerosi film e videoclip, interpretando il ruolo di se stessa. Immortalata dai fotografi più famosi del mondo, da Helmut Newton ad Herb Ritts, da Patrick Demarchelier a Steven Meisel fino ad Annie Leibovitz, la top model divenne presenza fissa nelle classifiche delle donne più belle del mondo.
SFOGLIA LA GALLERY:
Cindy Crawford in passerella per Chanel
Vogue 1991
Vogue gennaio 1990, foto di Patrick Demarchelier
Cindy Crawford in uno scatto per Harper’s Bazaar
Cindy Crawford in Chanel, foto di Patrick Demarchelier, anni Ottanta
Cindy Crawford e Richard Gere fotografati da Herb Ritts per Vogue America, 1992
Uno scatto di Patrick Demarchelier, gennaio 1989
Cindy Crawford in uno scatto di Helmut Newton, 1991
Cindy Crawford ritratta da Terry O’Neill, 1990
Cindy Crawford per Capezio Bags
Uno scatto di Patrick Demarchelier
Cindy Crawford per Vogue, agosto 1988, foto di Terence Donovan
Cindy Crawford in uno scatto di Annie Leibovitz, 1993
Cindy Crawford in Gianfranco Ferré a Malibu, foto di Herb Ritts, 1993
Cindy Crawford in una foto di Dana Fineman, 1995
Cindy Crawford per Vogue UK gennaio 1987, foto di Patrick Demarchelier
Cindy Crawford ritratta da Sante D’Orazio a Malibu, 1995
Uno scatto di Steven Meisel, 1990
Cindy Crawford per LIFE Magazine, 1990
Uno scatto realizzato da Timothy White nel 1995
Cindy Crawford in passerella per Hervé Leger
Cindy Crawford e KD Lang, Vanity Fair, agosto 1993
Cindy Crawford in passerella per Chanel, Primavera/Estate 1995
Alla vigilia dei cinquant’anni, che compirà il prossimo 20 febbraio, la top model ha annunciato il suo addio alla moda durante un’intervista rilasciata al mensile Rhapsody. Cindy Crawford si è dichiarata stanca di reinventarsi. «Mi va bene, ho fatto la mia strada — ha spiegato — ho lavorato con i migliori fotografi del mondo. Cosa altro dovrei fare? Non posso continuare a reinventarmi». Ma l’annuncio sembra non convincere, dal momento che lei stessa su Instagram ammette di essere sempre curiosa rispetto alle nuove opportunità che possono profilarsi all’orizzonte.
Intelligente e perfetta manager di se stessa, indimenticabili sono le foto che la ritraggono immersa nei suoi esercizi di aerobica, durante gli anni Novanta. Dopo aver sdoganato la chirurgia plastica, ammettendo che qualche punturina sembra essere la sola opzione per mantenere l’elasticità del viso, la modella ha posato senza Photoshop, forte di una self-confidence rara. Ancora in pole position, splendida nonostante il passare degli anni, è recentemente apparsa nel videoclip di Taylor Swift “Bad blood”. La modella, attualmente sposata con Rande Gerber, ha due figli, Presley Walker (nato nel 1999) e Kaia Jordan (nata nel 2001), perfetta copia in miniatura della madre.
Zigomi pronunciati, labbra a cuore e quel sorriso, semplicemente inimitabile: Kate Moss spegne oggi 42 candeline. Volto storico della moda, icona di stile tra le più copiate, la supermodella è uno dei nomi più celebri del fashion biz. Apparsa sulla copertina di oltre 300 riviste, apprezzata universalmente per il suo stile, che le ha fatto ottenere numerosi riconoscimenti, tra cui quello del Consiglio degli stilisti d’America, che l’ha inserita nella lista delle donne meglio vestite nel mondo, Kate Moss è una vera leggenda vivente.
All’anagrafe Katherine Ann Moss, la modella è nata a Croydon, un sobborgo di Londra, il 16 gennaio 1974. Sua madre Linda fa la barista, mentre il padre Peter è un agente di viaggi. Kate viene scoperta in un aeroporto di New York all’età di 14 anni, dalla fondatrice dell’agenzia di moda Storm, Sarah Doukas. La giovane non rientra in nessuno dei canoni vigenti nella moda: bassa (non arriva a sfiorare il metro e settanta) e ossuta, Kate appare lontana anni luce dai fisici statuari di Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Cindy Crawford, le supermodelle degli anni Novanta, perfette ed irraggiungibili. Farle ottenere un contratto sembra una battaglia persa in partenza, ma Sarah Doukas di talenti ne ha visti passare molti ed è convinta che quella smilza ragazza farà strada.
Il primo shoot risale al 1990: è la rivista inglese The Face ad offrire alla nuova modella un servizio fotografico ambientato in una spiaggia a sud di Londra. Incredibilmente le foto ottengono un successo insperato e Kate Moss diviene un volto noto. Considerata un’icona alternativa per il suo aspetto, non conforme ai diktat dell’epoca, Kate Moss viene associata al movimento grunge.
Ma è con la celebre campagna pubblicitaria per Calvin Klein che la modella ottiene la fama internazionale. Scatti bollenti al fianco di Mark Wahlberg immortalano la nuova top seminuda: il fisico acerbo ritratto in topless, le pose ammiccanti e la bellezza acqua e sapone sdoganano Kate Moss come il nuovo volto della moda. Siamo negli anni Novanta, l’epoca d’oro delle supermodelle, algide nella loro perfezione, svettanti su fisici tonici e volti perfetti. Tutto questo venne cancellato dall’avvento di Kate Moss: la rivoluzione Kate fece sì che la nuova modella, bassa e piena di difetti rispetto all’ideale di perfezione allora vigente, si imponesse e spazzasse via ogni residuo del passato. Spartiacque tra le supermodelle e le nuove top, dai fisici sempre più esili, il fenomeno Kate Moss ha portata storica senza precedenti: il fattore preponderante è la personalità, quel particolare lampo negli occhi che fa la differenza in foto, rendendo la Moss un personaggio unico, dall’espressività capace di superare le barriere della carta patinata. Considerata capostipite delle modelle anoressiche, il suo fisico acerbo suscitò aspre critiche e polemiche.
Nel 1995 le foto della campagna per il profumo Obsession di Calvin Klein divengono addirittura un caso nazionale negli States, suscitando polemiche e muovendo persino accuse di pedofilia nei confronti dello stilista americano. Dopo che il dipartimento di giustizia, su ordine dell’allora presidente Bill Clinton, avviò un’inchiesta, la campagna fu ritirata dopo appena tre settimane. Intanto la modella divenne a tutti gli effetti una top model, calcando le passerelle dell’alta moda di Parigi, New York e Milano, e ottenendo le cover dei magazine più prestigiosi, da Elle ad Harper’s Bazaar, da Vogue ad Allure. Kate Moss sfila per tutti i grandi nomi della moda, da Gucci a Versace a Burberry, da Calvin Klein a Dolce & Gabbana, fino a Chanel, Roberto Cavalli, Louis Vuitton, Missoni, Dior, Yves Saint Laurent, Stella McCartney.
SFOGLIA LA GALLERY:
Viso pulito e aria innocente
Kate Moss ritratta da Ellen von Unwerth per Vogue Italia, 1992
Kate Moss in uno scatto di Arthur Elgort
Kate Moss e Mark Wahlberg nella campagna scandalo di Calvin Klein Jeans, 1992. Foto di Herb Ritts
Kate Moss per Calvin Klein, 1993
La magrezza di Kate Moss suscitò aspre polemiche
La top model iniziò la carriera nella moda casualmente
Lontana dagli ideali di bellezza degli anni Novanta, Kate Moss non sembrava adatta alla carriera di modella
Kate Moss è considerata una delle più influenti icone di stile contemporanee
La modella negli anni Novanta
Kate Moss ha sfilato per nomi del calibro di Chanel, Louis Vuitton, Dior, Stella McCartney, Yves Saint Laurent
La modella ebbe una storia con l’attore Johnny Depp
Kate Moss è figlia di una barista e di un agente di viaggio
In pelliccia e abbigliamento casual
Kate Moss in orecchini Christian Dior Haute Couture, fotografata da Annie Leibovitz for Vogue America, ottobre 1999
La top model in passerella negli anni Novanta
Kate Moss nel2012 ha preso parte alla Cerimonia di chiusura dei Giochi della XXX Olimpiade di Londra
Kate Moss durante una sessione di trucco
La modella in passerella
Kate Moss vista dall’artista Allen Jones
Kate Moss sulla copertina di Vogue UK, dicembre 2001, foto di Mario Testino
Kate Moss ritratta da Herb Ritts per il Calendario Pirelli del 1994
In passerella per Christian Lacroix
Una giovanissima Kate Moss
La sensualità di Kate Moss
Foto di Arthur Elgort per Vogue, Aprile 1995
Uno scatto di Patrick Demarchelier
Lo stile di Kate Moss
Kate Moss ritratta da Herb Ritts nel 1994
La top model posa per Juergen Teller, 1998
In passerella per Tom Ford per Gucci
Kate Moss come Faye Dunaway
Cuissardes e minigonna
Vogue America, 1995, foto di Ellen von Unwerth
Kate Moss come Marlene Dietrich, ritratta in Dior Homme da Mert & Marcus per Vanity Fair, 2006
Kate Moss ritratta da Mario Testino
Kate Moss per Peter Lindbergh
Kate Moss su Playboy, 2014
Il matrimonio con Jamie Hince
Kate Moss ritratta da David Bailey per Vogue Paris, agosto 2013
Kate Moss per Mario testino
Kate Moss per Mario Sorrenti, 1993
Kate Moss in passerella per Chloé, 1998
Foto di Albert Watson
Kate Moss all’Hotel Raphael, camera 609, Parigi, 1994, foto di Arthur Elgort
Kate Moss per Vogue UK, dicembre 2014, foto di Mario Testino
Kate Moss per Vogue UK, giugno 2013, foto di Patrick Demarchelier
Testimonial di Rimmel, Bulgari, Versace, Missoni, Balenciaga, Chanel, Burberry, è apparsa ben 24 volte sulla cover di Vogue, ottenendo copertine anche su Vanity Fair, W, The Face e su molte altre riviste patinate. Intanto anche il gossip si scatena sulle sue storie d’amore, a partire da quella con l’attore Johnny Depp. Musa di nomi del calibro di Mario Testino, Mario Sorrenti e Peter Lindbergh, che l’ha inserita nel suo libro 10 Women, nel luglio 2007 Kate Moss viene nominata dalla rivista Forbes la seconda modella di maggior successo al mondo.
Il 2005 è l’anno dello scandalo: nel settembre la rivista britannica Daily Mirror pubblica in prima pagina alcuni scatti che ritraggono la supermodella nell’atto di consumare cocaina, insieme al compagno di allora, il controverso musicista Pete Doherty. Lo scandalo è servito. L’occhio di chi legge l’articolo non può non indugiare sulla foto che ritrae la modella intenta a sniffare; la firma di quel pezzo rivela che sono ben cinque le strisce di cocaina consumate da Kate Moss in appena 40 minuti. Per la top model è il declino; quasi tutti i contratti vengono annullati. Da Stella McCartney a Chanel e Burberry, nessuno sembra più interessato a lei come testimonial. La situazione è difficile, al punto che è la stessa Kate Moss alla fine a chiedere scusa pubblicamente ai milioni di fan e di persone che si ispirano a lei: lo fa in una conferenza stampa in cui ammette pubblicamente le proprie responsabilità.
A schierarsi in sua difesa sono in pochi: le colleghe Naomi Campbell e Helena Christensen, l’attrice Catherine Deneuve, l’ex-fidanzato Johnny Depp e lo stilista Alexander McQueen. Christian Dior continua a volerla come volto della maison e la rivista W le dedica la cover nel novembre 2005, a soli due mesi dalla bufera mediatica scatenata dal servizio del Daily Mirror. Intanto termina anche la relazione con Doherty, che la definisce una “stalker”. La top model viene anche indagata per uso di sostanze stupefacenti. Ma Kate Moss, novella Araba fenice, risorge dalle proprie ceneri: nel novembre 2006 è lei a ricevere il riconoscimento di “modella dell’anno” dal British Fashion Awards. Lo scandalo è dietro l’angolo ma lei è tornata, più forte che mai, e i designer se la contendono: nuovi contratti includono brand del calibro di Rimmel, Agent Provocateur, Belstaff, Dior, Louis Vuitton, Roberto Cavalli, Longchamp, Stella McCartney, Bulgari, Chanel, Nikon, David Yurman, Versace, Calvin Klein Jeans e Burberry. Secondo la rivista Forbes la Moss dopo lo scandalo avrebbe triplicato i propri guadagni, divenendo ufficialmente la modella più pagata al mondo, seconda solo a Gisele Bündchen.
Nel 2014, al compimento dei 40 anni, la top model si è regalata un servizio senza veli per la celebre rivista Playboy, in cui ammicca come coniglietta. Le foto, realizzate da Mert Alas e Marcus Piggott, celebrano il 60º anniversario della rivista. Una rinnovata consapevolezza sul volto e un fisico cui il trascorrere del tempo ha regalato una nuova sensualità nell’esplosione di curve sinuose, Kate Moss appare oggi ancora più bella. Icona di stile dal gusto raro, capace di passare con disinvoltura dallo stile bohémien all’eleganza più sofisticata, onnipresente nelle classifiche delle donne meglio vestite al mondo, Kate Moss è stata anche stilista per la catena britannica Toshop, per cui ha firmato nel 2007 una collezione in esclusiva, mostrandosi come manichino umano nelle vetrine di Oxford al lancio della linea recante il suo nome.
Dopo la fine del matrimonio con il chitarrista dei The Kills Jamie Hince, sposato nel 2011, oggi la modella appare serena e in forma smagliante. Qualche chilo in più che non ne offusca minimamente la straordinaria bellezza, Kate Moss sorride nelle foto che la ritraggono accanto alla figlia Lila Grace, nata nel 2002 dalla relazione con Jefferson Hack, editore della rivista Dazed & Confused.
Icona di stile tra le più apprezzate al mondo, i suoi look ispirano quotidianamente milioni di donne: amante del boho-chic, ha indossato spesso capi vintage. Forte di un fisico capace di esaltare qualsiasi mise, la modella incanta ad ogni uscita pubblica.
Se ne andava tragicamente il 31 agosto 1997, a causa di un incidente automobilistico avvenuto sul tunnel dell’Alma, a Parigi, Lady Diana Spencer.
La principessa triste, così come viene ricordata, è stata il simbolo di un’epoca. Bella ed infelice, è stata a lungo al centro delle cronache per il suo matrimonio con il principe del Galles. È una favola al contrario, quella di Diana. Lei, fine aristocratica, sposando giovanissima Carlo diviene futura regina di un regno che sembra non appartenerle. Dalla bellezza assai più delicata rispetto alla rivale Camilla Parker Bowles, Diana è stata un’icona di stile tra le più ammirate degli anni Novanta. Una sensualità castigata che forse quel matrimonio infelice tendeva a reprimere; ma bastava un tubino ed il suo sex appeal veniva fuori.
Amata da Versace e Valentino, Diana si è distinta anche nel sociale: numerose le sue opere di beneficenza. Struggenti le note di Elton John che hanno accompagnato la cerimonia funebre. Resteranno sempre impressi nella nostra memoria quei versi originariamente dedicati a Marilyn Monroe, altra diva tormentata e fragile, poi cambiati in onore della Rosa d’Inghilterra, prematuramente scomparsa.
Lo stile di Lady D. era figlio dei tempi: una principessa moderna, dalla grande personalità, e forse per questo in triste contrasto con l’etichetta imposta alla corte della rigida Elisabetta. Da film il suo ballo alla Casa Bianca con John Travolta, durante una cena ufficiale. Immortalata per Vogue da Mario Testino, la principessa è stata oggetto del gossip più sfrenato, durante gli ultimi mesi di vita, a causa della sua relazione con Dodi Al-Fayed, scomparso con lei nel medesimo incidente avvenuto a Parigi.
Bellissima in jeans e camicia, indimenticabile il buffo abito da sposa, in perfetto stile Eighties, sontuoso, quasi una meringa, stemperato dalla dolcezza dei lineamenti della principessa triste. Tante le mise con spalline, must-have degli anni Ottanta. Una linea perfetta che rendeva la principessa impeccabile in tailleur, nonostante la bulimia che l’attanagliava. Perfetta in LBD, come nel celebre modello Valentino. Famosa la sua predilezione per Tod’s, di cui era solita indossare il modello passato alla storia come D-Bag, e per la Lady Dior, spesso paparazzata tra le sue mani.
Numerosi sono gli outfit di Diana citati dalla nuova principessa, Kate Middleton, dal 2011 sposa di William. Un’eredità pesante che forse trova il più naturale sbocco nell’affetto sincero che il popolo britannico sembra provare nei suoi confronti.
Spegne 45 candeline Claudia Schiffer. Supermodella tra le più famose degli anni Novanta, apparsa in oltre 700 copertine, la Schiffer è nata a Rheinberg il 25 agosto del 1970.
Da giovane Claudia non sogna il mondo della moda, ma vuole seguire le orme del padre, avvocato. Nel 1987 viene notata da Michel Levaton, capo della Metropolitan, importantissima agenzia di moda, e da lì inizia una carriera a dir poco sfolgorante.
Broncio che ricorda Brigitte Bardot, altezza svettante su un fisico atletico ma burroso, la modella teutonica ottiene in breve la fama internazionale.
Se nel decennio precedente le modelle erano atletiche valchirie dai nomi perlopiù sconosciuti, negli anni Novanta diventano invece dei personaggi. La Schiffer, come anche Naomi Campbell, Linda Evangelista, Christy Turlington ed Helena Christensen, diventano delle icone: acclamate, invidiate, copiate, osannate, sono l’emblema di una generazione.
Divenuta celebre come volto di Chanel, Claudia Schiffer sfila per le maison più importanti, da Jil Sander a Versace a Dolce & Gabbana.
Volto di Valentino in una Roma da Dolce Vita per una campagna indimenticabile in cui Arthur Elgort la immortala come una novella Anita Ekberg, Claudia Schiffer incarna il prototipo della bambola vivente pur essendo dotata di grande intelligenza.
Mai sopra le righe, mirabile imprenditrice di se stessa, viene immortalata come una sexy cowgirl dall’occhio di Ellen von Unwerth, per una celebre campagna Guess.
Claudia Schiffer incarna perfettamente la bellezza anni Novanta: tantissime le cover, innumerevoli i servizi fotografici, fino al 6 ottobre del 2009, quando annuncia il suo ritiro dalle passerelle, all’età di 39 anni. Tuttavia continua a collezionare contratti come testimonial per i brand più famosi al mondo e nel 2012 torna a posare per Guess, per i trent’anni del marchio. Presente anche in numerosi film e videoclip, spesso nel ruolo di se stessa, Claudia Schiffer è ambasciatrice UNICEF.
Nella vita privata, dopo un lungo fidanzamento con l’illusionista David Copperfield, relazione che è stata al centro del gossip di fine anni Novanta, nel 2002 è convolata a nozze col produttore cinematografico Matthew Vaughn, dal quale ha avuto tre figli.
Lungi dall’essere dimenticate, le supermodelle degli anni Novanta sono recentemente tornate in auge, conquistando copertine e campagne pubblicitarie. Poche le possibili eredi, come la stessa Schiffer ha dichiarato: l’unico nome, a questo proposito, è stato quello di Gisele Bündchen.
Quando parliamo degli anni Novanta tante sono le immagini che tornano alla mente. I ragazzi nati in quel decennio -come anche chi era già adulto- sono tutti concordi nel provare una certa nostalgia per quel periodo.
Una spensieratezza iniziata nel decennio precedente, con un boom economico che era degenerato in consumismo, i Novanta sono stati anni cult fatti di abiti a fiorellini e di una innocenza forse irrimediabilmente perduta. La TV che viene privatizzata, le serie americane che spopolano e quel quid che chiunque nato in quel decennio saprebbe riconoscere ad occhi chiusi.
Spartiacque tra i mitici Ottanta e la rivoluzione del Duemila, anche lo stile degli anni Novanta si pone come un crogiolo di tendenze diverse, per una moda che appariva a tratti molto lontana da ciò che si vedeva sulle passerelle e che viveva di vita propria traendo continua ispirazione da ciò che si vedeva sulle strade. Potremmo definirlo uno street style ante litteram, per cui la moda “ufficiale” veniva soppiantata da tendenze autonome che sfociavano nel grunge style.
Uno stile fatto di crop top, camicioni a scacchi, jeans a vita alta e salopette, scarpe con zeppa, audaci minigonne. E ancora le indimenticabili Dr. Martens, i capelli pettinati con la frangia e la riga laterale, i costumi interi sgambatissimi, eredità degli anni Ottanta. A metà tra lo stile grunge e l’eleganza colorata di Barbie, gli anni Novanta ci hanno fatto sognare.
Chi non ricorda i ciucci di plastica con cui si facevano collanine, il Cioè, le avventure dei ragazzi di Beverly Hills 90210, Friends e Baywatch, e ancora le Spice Girls e il fenomeno tutto italiano di “Non è la rai”? Anni di cartoon stampati sui vestiti, ora riproposti in passerella da Moschino, che ha fatto sfilare felpe con i Looney Tunes. Anni di scarpe che ancora oggi fanno discutere: la famosa zeppa con la suola a forma di carro armato continua a far parlare i fashion addicted, divisi tra amanti sfegatati del look e haters dichiarati.
Il ritorno ai Nineties era già iniziato nel 2013/2014, con la mise vintageDolce & Gabbana indossata da Miley Cyrus agli MTV Music Awards e con il video Hideaway di Kiesza, in cui non c’era un solo dettaglio fuori posto, rispetto allo stile anni Novanta. Top corti a scoprire l’ombelico indossati sopra pantaloni della tuta, leggings in colori fluo, codini in testa e un pieno di energia.
Tante le celebrities convertitesi al trend nostalgico, da Charli XCX ad Ariana Grande a Katy Perry. Ma anche nello street style molti sono i rimandi a quegli anni, a partire dal trend che vede i capelli colorati di romantiche tinte pastello, come rosa, azzurro o grigio. Il grunge piace e affascina ancora oggi ed è protagonista indiscusso anche dell’estate 2015. Tanti i brand che continuano a proporre capi di ispirazione 90s: da ASOS vasta scelta di costumi interi sgambatissimi con richiami al decennio in questione; da Missguided suggestioni Nineties nel taglio dei mini abiti. Tanti i look tipicamente anni Novanta proposti da Topshop. Per veri nostalgici.