È la notizia di gossip del giorno: Francesco Carrozzini, figlio della compianta direttrice di Vogue Italia, sposerà presto Bee Shaffer, la figlia di Anna Wintour. Sfogliare le pagine del magazine People oggi è come leggere un romanzo storico. Le due dinastie più potenti nel mondo dell’editoria di moda uniscono le proprie corone. Invece è la storia di due ragazzi che si conoscono da tantissimo tempo e si sono scoperti, improvvisamente, innamorati. La prima uscita ufficiale lo scorso ottobre, in occasione della proiezione ospitata da Anna Wintour del documentario “Franca: Chaos & Creation” realizzato proprio dal figlio. L’ultima, durante il funerale di Franca Sozzani a dicembre. I due apparivano mano nella mano, vicini nel silenzioso dolore. Oggi sembra che al dito di Bee Shaffer brilli un anello di fidanzamento, stando alla notizia riportata da People. Le nozze sarebbero quindi più vicine di quanto si potesse pensare, considerando che solo pochi mesi fa Carrozzini era legato alla cantante Lana del Rey.
Sicuramente il matrimonio più fashion dell’anno renderà felice mamma Anna Wintour, che nella lunga lettera di addio a Franca Sozzani aveva parlato addirittura di un miracolo. «Dopo che si è ammalata, ho iniziato a farle visita nella sua casa di Milano – ha scritto la Wintour in un commovente editoriale in memoria della signora della moda italiana – La sua mente e il suo spirito erano sempre gli stessi, quando abbiamo discusso ogni argomento sotto il sole, dalla caduta di Matteo Renzi, al suo straordinario lavoro con le donne in Ghana, alla miracolosa storia d’amore dei nostri figli». La direttrice di Vogue America apprezza anche il futuro genero, che ha descritto così: «Francesco è tutto sua madre: entrambi sono intelligenti, colti, affascinanti e al di sopra delle regole». La coppia sembra voler mantenere la propria privacy: sia Francesco Carrozzini che Bee Shaffer, socialite di “professione”, sono estremamente riservati, e anche della storia di lui con Lana del Rey si è saputo molto poco. Inevitabile, però, l’attenzione mediatica sulle nozze dei due rampolli di Vogue. Si aprono già le scommesse: chi firmerà i look degli sposi?
Iniziò tutto con un colpo di forbici deciso. Ora non si torna più indietro. Ecco cosa succede quando decidiamo di dare una svolta al nostro taglio e optiamo per un bob corto.
Il caschetto tagliato all’altezza del mento, per farla breve, è un altro taglio molto deciso (come il pixie cut). È un taglio fresco, dalle molteplici sfaccettature e può essere adatto sia a capelli mossi che a capelli lisci.
Può essere portato pettinato perfettamente alla Anna Wintour, oppure possiamo renderlo più sbarazzino e spettinato.
Molte celebrities hanno ceduto alla bellezza di questo taglio. Kylie Jenner al MET Gala, Kelly Rowland, l’attrice Mia Wasikowska in versione bionda e Beyoncé.
A CHI STA BENE?
Con un viso tondeggiante, optate per un bob più lungo, in modo tale da donare verticalità al vostro volto. Invece, per coloro che hanno un viso rettangolare, un bob corto aiuterà a spezzare i tratti troppo verticali del viso.
Se avete un viso triangolare, unite bob e frangia! Vi aiuterà a bilanciare la geometria del viso!
STYLING
Come già accennato, questo taglio è valorizzato molto sia portato liscio, spettinato o mosso. Per lucidare e idratare il vostro bob, utilizzate qualche goccia del Velvet Oildi Kadus Professional prima e dopo l’asciugatura. Se, invece, il vostro problema è il crespo, scegliete la linea Sleek Smoother. L’avocado contenuto in questa linea vi aiuterà a combattere il crespo, creando un film attorno al vostro capello.
Infine, se amate un look “sporco” e sbarazzino, definite le ciocche del vostro bob con la cera Fiber Up – Texture Gum.
Vogue America sceglie Matteo Renzi per la copertina del numero di ottobre: la rivista patinata immortala il Primo Ministro italiano in scatti realizzati da Annie Leibovitz. Non più top model né divi di Hollywood: stavolta è dalla politica che la Bibbia della moda trae ispirazione per un servizio fotografico che vede il Premier a fianco della moglie, Agnese Landini, e dei loro tre figli.
Insolitamente glamour, la coppia posa per scatti iconici per l’obiettivo della Leibovitz, che ha recentemente immortalato anche la regina Elisabetta II. Le foto corredano una lunga intervista a Renzi, realizzata dal giornalista Jason Horowitz, che inizia con testuali parole: “Il primo ministro italiano Matteo Renzi farà ciò che serve per riformare il governo”. Renzi, salutato come “l’uomo giusto al momento giusto”, posa in capi Armani. Gli scatti di Annie Leibovitz immortalano la quotidianità della famiglia del premier, tra scene di vita domestica e aneddoti inediti.
Si ripercorre quindi il primo incontro tra Renzi e la moglie, e il loro matrimonio, celebrato nel 1999. Infine, nell’articolo firmato da Horowitz, si guarda al lato umano e paterno del premier, focalizzando l’attenzione sul suo rapporto con i tre figli: Francesco, quindici anni, Emanuele, tredici, ed Ester, dieci anni.
Cosa hanno in comune maison Oscar de la Renta e lo stilista Alber Elbaz?
Una possibile collaborazione che potrebbe portare i primi risultati nel febbraio 2017, giorno in cui la griffe americana potrebbe presentare al pubblico la prima collezione autunno/inverno 16-17 del designer marocchino.
Il condizionale è d’obbligo visto che attualmente si tratterebbe di una mera supposizione.
Fonti vicine alle parti, hanno raccontato con parsimonia, un incontro avvenuto tra Elbaz, che ha concluso di recente una fruttuosa collaborazione con maison Lanvin durata 14 anni (qui l’articolo che rivela i contorni dell’addio del couturier al marchio) e il CEO di Oscar de la Renta, Alex Bolen, per discutere sul da farsi.
Indiscrezioni sempre più insistenti, vorrebbero la temutissima e valorosissima Anna Wintour, direttrice di Vogue America, mente di questa reunion, dato il forte legame che la lega alle due parti.
Dopo la dipartita lavorativa di Peter Copping che ha abbandonato il gruppo dopo essere stato al timone del marchio per due anni (puoi leggere l’articolo qui), maison Oscar de la Renta, è alla ricerca di un valido sostituto dopo aver affidato l’ultima collezione al team interno.
Non ci resta, dunque, che seguire l’evoluzione del caso e sperare che finalmente la creatività garbata di Elbaz possa ritornare a splendere in passerella.
Tutto ebbe inizio durante i Video Music Award 2009 quando, Taylor Swift, riceve il premio come Miglior Video Femminile.
La giovane cantante statunitense, viene quasi travolta da un infuriato Kanye West che, precipitandosi sul palco, urla tutto il disappunto per la sua vittoria, sostenendo che il premio sarebbe dovuto andare all’amica Beyoncé.
Ecco spiegata la nascita di una faida che si trascina, oramai, da sette anni.
Dopo un periodo di tregua durato qualche tempo, ecco un nuovo incontro, sempre ai Video Music Award ma stavolta ad essere premiato è proprio Kanye West, che vede consegnarsi il riconoscimento proprio da Taylor.
In quell’occasione e per dirla tutta, anche furbescamente, il rapper di Atlanta ringrazia pubblicamente la Swift, dichiarando sul palco: “Prima di tutto, grazie Taylor per essere stata così carina e avermi consegnato questo premio. Sapete, domani in questo teatro succederà qualcosa di completamente diverso. Questo palco non ci sarà più, ma la gente ricorderà comunque ciò che succede qui sopra. Il problema è che io lotto per gli artisti. Ma in questa lotta a volte sono stato irrispettoso con gli artisti.”
Baci ed abbracci, placano le chiacchiere sui due ma solo per il momento perché una nuova bufera sta per scatenarsi e anche questa volta, il vortice viene provocato dal marito di Kim Kardashian.
Professatosi l’artefice del successo della cantante di Blank Space, West lancia una nuova frecciatina alla collega con una dichiarazione al vetriolo: “I feel like me and Taylor Swift might still have sex / Why? I made that b-tchfamous” (Sento che io e Taylor potremmo fare sesso. Perché? quella p****na l’ho resa famosa io!).
Ulteriore benzina sul fuoco è stato il lancio, di recente, del video “Famous” che Kanye ha presentato durante un evento a cui erano accorse celebs del calibro di Anna Wintour, Gigi HadidKarlie Kloss.
Il video, sta destando un prevedibile scandalo. Ispirato dal dipinto “Sleep” di Vincent Desiderio, Kanye riposa nudo, dopo un’orgia, accanto alla moglie e, ironia della sorte, a Taylor. Nello stesso letto, appaiono anche Rihanna accanto all’ex Chris Brown, Caitlyn Jenner, George W. Bush, Amber Rose, Donald Trump, Anna Wintour, Bill Cosby e Ray J.
Le statue di cera, che riproducono fedelmente tutti i personaggi rappresentati, non sono state gradite da tutti i presenti in sala, così come l’ultima fatica di West.
Come avrà reagito la dolce Taylor? Fonti vicine alla star, hanno riferito a hollywoodlife.com che: ” Taylor è furiosa per quel video e si è sentita aggredita. Sapeva che Kanye West è imprevedibile, ma non immaginava potesse spingersi così oltre“.
Per il momento, il video è stato rimosso per buona pace della Swift che forse, silente, starà già preparando la sua contromossa.
Dopo trent’anni di onorata carriera, madame Grace Coddington abbandona la direzione creativa di Vogue America, per affrontare una nuova avventura per il brand di gioielleria di lusso Tiffany & Co., ricoprendo il ruolo di creative partner.
Il braccio destro della temutissima e irrefrenabile Anna Wintour, si appresta dunque a ricoprire un ruolo sino ad ora mai ottenuto da nessun altro.
La campagna pubblicitaria, diretta per il marchio di lusso americano fondato nel 1837, verrà sponsorizzata sulle riviste (cartacee e online) a partire dal prossimo settembre fino alle festività natalizie.
La rossa e vulcanica esperta di moda, ha così commentato questa nuova esperienza lavorativa, accolta dopo l’addio a Vogue America avvenuto a gennaio: “Tiffany e la sua famosa Blue Box, ha sempre avuto unospeciale significato per me.”
Tenebrosa e seducente, multiforme e a tratti confusionaria. Metropolitana e underground. Sicuramente gotica. Insomma, non manca davvero nulla alla collezione autunno/inverno 16-17 di Marc Jacobs presentata a New York.
Un défilé importante quello di Jacobs che punta su una modella del tutto inaspettata per attirare l’attenzione del pubblico. Madame Lady Gaga, infatti, incede sicura sulla passerella, con capelli biondo platino e trucco gotico. Continua dunque il sodalizio tra i due artisti visto la recente apparizione al Grammy di Lady Germanotta in abiti Marc Jacobs.
La collezione proposta è un omaggio al cinema horror, allo stile vittoriano contaminato da elementi gotici, al noir in tutte le sue declinazioni.
Ampiezze importanti, totali. Colletti e dettagli tricot. Gonne in pelle traforata. E poi maxi felpe, pois, fiocchi, piume, pellicce e mantelli daumier. Insomma, contaminazioni visive spettacolari, scenografici pattern come il coniglio, i gatti e i topi e ancora ballerine e graziosi angeli.
La palette di colori vede l’abuso del nero (vivido perfino nel make-up realizzato da François Nars) in qualche occasione accostato a colori più vivaci e comunque incupiti come il grigio e il rosa sporco.
L’unico tocco di colore, all’apparenza forzato, il rosa shocking degli stivali con chiusura a gancetti e maxi platform e le tracolle dalla misura midi.
Anna Wintour, Lizzy Plapinger, Debi Mazar, Christina Ricci, Natasha Lyonne e Juliette Lewis, sedute in prima fila, hanno goduto di uno tra i più grandiose spettacoli che la moda newyorkese sia stata in grado di proporre durante l’ormai passata settimana della moda newyorkese.
Forbes, la prestigiosa rivista statunitense di economia e finanza, ha reso noto i nomi delle modelle più pagate al mondo.
A chi spetta lo scettro di regina delle passerelle? Anche quest’anno e per la nona volta consecutiva, Gisele Bündchen risulta l’indossatrice più retribuita al mondo con 47 milioni di dollari percepiti durante tutto il 2015 (386 milioni di dollari da quando ha intrapreso la carriera da modella nel 2001).
Seppur la top model abbia abbandonato le sfilate ormai da tempo, i compensi economici ricevuti per le campagne pubblicitarie (Chanel, Stuart Weitzman e Vivara Jewelry solo per citarne alcune) hanno contribuito a far lievitare la sua fortuna incrementata oggigiorno da GiseleBündchenIntimates: la linea di intimo di cui è fondatrice.
La bella brasiliana che secondo la temutissima Anna Wintour “Ha fatto rivivere il concetto di top-model degli anni Novanta” conta anche sull’appoggio dei suoi followers che solo su Instagram si calcola siano 7,6 milioni.
Il segreto del suo successo è ormai noto a tutti: bellezza disarmante, incredibile spontaneità e fascino innato.
La Bündchen divide il podio con le colleghe Cara Delevingne e Adriana Lima con un profitto comunque considerevole visto 9 milioni di dollari fatturati nell’arco di un anno solare.
A seguire, la splendida Doutzen Kroes. Il volto noto di L’Oréal, Calvin Klein e Tiffany&Co. nonché ex angelo di Victoria’s Secret chiude l’anno con un introito pari a 7,5 milioni di dollari. La russa Natalia Vodianova che si accontenta (consentiteci il termine) di 7 milioni di dollari ha affermato che devolverà parte dei suoi guadagni in beneficenza.
Sesto posto per l’australiana Miranda Kerr con 5,5 milioni di dollari incassati. Joan Smalls, la modella portoricana volto di Marc Jacobs,Estée Lauder e H&M oltre che protagonista del calendario Pirelli, si posiziona meritatamente al settimo posto.
Fortunato anche il 2015 per Lara Stone che grazie alla campagna pubblicitaria con Kate Moss per Balenciaga e agli scatti bollenti con Justin Bieber per Calvin Klein, si aggiudica l’ottavo posto con 5 milioni di dollari.
Chiudono la classifica, la brasiliana Alessandra Ambrosio con 5 milioni di euro e la modella sudafricana Candice Swanepoel con soli (si fa per dire) 3 milioni di euro.
Dopo quasi trent’anni alla direzione creativa di Vogue, Grace Coddington si dimette dal suo ruolo. Il braccio destro di Anna Wintour ha deciso di dedicarsi ad altri progetti, pur continuando a collaborare con la Bibbia della moda.
Stylist di fama mondiale, alle spalle una carriera da modella, Grace Coddington, nata in Galles 74 anni fa, ha dichiarato di aver voglia fare qualcosa di nuovo, di voler mettersi in gioco in progetti esterni. La dichiarazione bomba, che sta facendo il giro del mondo, è stata data ieri alla rivista Business of Fashion (BoF), ed ha trovato in seguito conferma da Vogue: la celebre rivista ci tiene a ribadire che i rapporti tra Grace Coddington e Anna Wintour, celebre direttrice di Vogue America, restano buoni, e che la Coddington continuerà a collaborare alla rivista, realizzando quattro editoriali all’anno e assumendo il ruolo di creative director at large.
«Amo davvero Vogue, ha sempre fatto parte della mia vita da quando mi ha scoperta come modella, a 19 anni. Non me ne sto andando, mi ha aperto così tante strade. Ma sarà bello collaborarci e sarà anche bello uscire fuori e parlare con la gente» –la fashion editor ha motivato così le ragioni della propria scelta, affermando di non aver alcuna intenzione di «restare con le mani in mano» né tantomeno di voler andare in pensione. I prossimi progetti della Coddington vedono il lancio di un nuovo profumo di Comme des Garçons e l’animazione delle sue illustrazioni Catwalk Cats. Intanto per la fashion editor si aprono le porte della celebre agenzia Great Bowery, che rappresenta, tra gli altri, nomi del calibro di Annie Leibovitz, Hedi Slimane e Bruce Weber. Il fondatore, Matthew Moneypenny, si è detto entusiasta del nuovo acquisto.
Balzata agli onori delle cronache nel 2009, dopo l’uscita del documentario The September Issue, che tratta della realizzazione del numero di settembre di Vogue, considerato il più importante dell’anno, Grace Coddington ha pubblicato nel 2002 Grace: Thirty Years of Fashion at Vogue, edito da Phaidon, ripubblicato recentemente. Inoltre nel 2012 è uscita la sua autobiografia, intitolata Grace, a memoir.
L’idillio tra Grace Coddington e la moda ha radici lontane nel tempo: ad appena 17 anni Grace Coddington, viso pulito e capelli rossi, iniziò a lavorare come modella, dopo essere stata scoperta grazie ad un concorso ideato proprio da Vogue. Dopo aver rischiato la vita in un incidente automobilistico, all’età di 28 anni il primo incarico come giornalista per l’edizione britannica del celebre magazine. Dopo 19 anni come photo editor per Vogue UK, Grace Coddington si trasferisce a New York, dove inizia a lavorare per Calvin Klein, fino al nuovo incarico per Vogue America, dove diviene il braccio destro di Anna Wintour, che le affida la direzione artistica del magazine. Una carriera sfolgorante durante la quale la fashion editor ha firmato alcuni tra gli shoot più suggestivi degli ultimi anni. Attendiamo di vedere che cosa ci riserverà ora, in questa fase della sua carriera.
Il suo è il caschetto più celebre della moda, la posizione che occupa è la più ambita e prestigiosa per antonomasia e lei incarna da sempre il personaggio più amato e temuto del fashion biz. Il proverbiale sguardo obliquo che incuterebbe soggezione anche alla fashion editor più navigata, quel sarcasmo al vetriolo, l’alone che la circonda è quello di una diva patinata: sì, perché su Anna Wintour sono stati scritti anche dei libri, a partire da quello che è poi divenuto il film cult Il diavolo veste Prada.
Nata a Londra il 3 novembre 1949, dal 1988 Anna Wintour è alla direzione della Bibbia della moda, Vogue America. Una carriera nel giornalismo di moda iniziata ad appena sedici anni: furono questi gli esordi di una donna che il successo lo aveva scritto nel DNA o, più semplicemente, nel carattere, ambizioso e freddo come pochi. Si racconta che quando Anna Wintour si presentò al colloquio per essere assunta da Vogue, Grace Mirabella, all’epoca direttrice della celebre testata, le chiese a quale posto ambisse. Lei rispose gelida, “il suo”. Già, perché le doti che occorrono per fare una simile carriera partono da qui: occorre essere all’occorrenza spietati, calcolatori e disciplinati, parola chiave che in molti tendono a dimenticare. Simbolo della moda a livello mondiale, dopo i fasti di Diana Vreeland si è aperta ufficialmente l’era di Anna Wintour.
Temuta e riverita, odiata e venerata, presenza fissa dei front-row delle sfilate, la Wintour è molto amica di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia. Il carattere della giornalista britannica ha ispirato alla sua ex assistente Lauren Weisberger (sebbene quest’ultima non abbia mai dato conferma ufficiale) il bestseller Il diavolo veste Prada, scritto nel 2003 e poi diventato un film cult. Celebre l’interpretazione di Meryl Streep nei panni di Miranda Priestley, personaggio modellato ad immagine e somiglianza di Anna Wintour. Impossibile dimenticare le maniere brusche e il tono saccente con cui si rivolgeva alla timida ed insicura assistente Andrea Sachs, interpretata da Anne Hathaway. Secondo rumours il direttore di Vogue America non avrebbe assolutamente gradito il film incentrato sul romanzo della Weisberger e avrebbe addirittura intimato molti designer di non prendervi parte. Inoltre è chiaramente ispirato alla Wintour il look del personaggio di Fey Sommers nella serie televisiva Ugly Betty.
La direttrice di Vogue America è da sempre al centro di infinite polemiche: nota per favorire gli stilisti americani, tra i suoi protetti spiccano John Galliano, Marc Jacobs e Plum Sykes, un’assistente di Vogue diventata poi scrittrice di successo, contesa dall’élite modaiola di New York. Nella sua lista dei magnifici sette del fashion system spicca solo un nome italiano ed è quello di Miuccia Prada: vediamo spesso la Wintour indossare le sue creazioni.
Anna Wintour è protagonista del documentario The September Issue, che descrive il lavoro che sta dietro la pubblicazione del numero di settembre di Vogue, considerato il più importante dell’anno. Il documentario è opera del regista R. J. Cutler ed è stato premiato al Sundance Film Festival.
Spietata nei confronti delle persone in sovrappeso, la Wintour è spesso attaccata per le sue posizioni ferme e rigide. Pare che anche la celebre Ophrah Winfrey sia stata costretta a perdere ben venti chili per apparire sulla copertina di Vogue America. La stessa Grace Coddington, fashion editor sottoposta alla Wintour nella redazione del magazine, avrebbe ammesso che i canoni estetici della sua direttrice nel selezionare modelle e celebrities da fotografare sono obiettivamente estremi.
SFOGLIA LA GALLERY:
Ma le polemiche non finiscono qui: la Wintour non ha mai nascosto il suo amore per le pellicce, attirandosi il malcontento di numerosi gruppi di animalisti, che più volte le hanno lanciato addosso vernice, uova e quant’altro. Accusata da molti stilisti italiani di privilegiare sfacciatamente la moda americana a danno di quella italiana, la Wintour ha più volte preteso (e spesso ottenuto) che i giorni della settimana della moda milanese venissero ridotti da sette a cinque. Ma ogni guerra ha i suoi combattenti: dichiaratamente schierati contro lo strapotere della Wintour sono stati Roberto Cavalli e Krizia, recentemente scomparsa, ma anche Giorgio Armani.
Apparentemente rigida e snob, nella vita privata la Wintour ha alle spalle un matrimonio fallito, con lo psichiatra David Shaffer, da cui sono nati i due figli Charles e Katherine (detta Bee), che la giornalista ha più volte tentato invano di convincere a lavorare nell’ambito moda. Intima amica di Ralph Lauren e Diane von Fürstenberg, pare che la giornalista conduca una routine giornaliera molto metodica, che prevede sveglia prestissimo al mattino, pasti estremamente ridotti e una passione per i cappuccini bollenti. La Wintour, per contratto dalla Condé Nast (la casa editrice che gestisce Vogue), ha uno stipendio annuo che supera i 2.000.000 di dollari, oltre ad avere un autista personale e –dulcis in fundo– un budget annuale di 200.000 dollari interamente destinato a coprire le spese di abbigliamento. Il sogno di ogni fashion victim, insomma.
Lo stile prediletto dall’algida giornalista prevede cappottini e tailleur dall’appeal bon ton; e se da giovane la celebre direttrice di Vogue non lesinava in lustrini e paillettes, oggi appare più sobria. Largo a stampe all over e gonne plissettate passepartout, sotto gli occhiali da sole e il caschetto d’ordinanza. Spesso in pelliccia -rigorosamente Fendi, Dior o Chanel– la Wintour sfoggia spesso capi firmati Prada, come nel titolo del film a lei dedicato. Ça va sans dire.
Fashion editor: nell’industria della moda oggi ricoprono un ruolo fondamentale ed insostituibile.
Personaggi chiave del fashion biz nonché del giornalismo di moda, idolatrate e temute, trend setter ed icone di stile: sono le fashion editor. Mediatrici tra le idee dei designer e la carta stampata, tutto gravita intorno a loro, nuove guru dallo stile impeccabile.
Uno dei nomi più famosi è sicuramente quello di Grace Coddington, direttrice creativa di Vogue America.
Pamela Rosalind Grace Coddington nasce ad Anglesey, in Galles, nell’aprile del 1941. I genitori, Janie e William, gestiscono un piccolo hotel nell’isola, il Tre-Arddur Bay Hotel. Il padre muore di cancro quando Grace ha appena undici anni, nel 1952.
La giovane avverte sempre più il bisogno di evadere da quella realtà angusta e provinciale e, compiuti i diciotto anni, cerca fortuna a Londra. Sono gli anni della rivoluzione culturale più sconvolgente, che inizia proprio nella Swinging London. Qui Grace lavora come cameriera e frequenta un corso serale di portamento alla Cherry Marshall Modeling School.
Grace Coddington ha lavorato a lungo come modella prima di diventare una giornalista. Appassionata collezionista di Vogue, fin dall’adolescenza non perde un numero della celebre rivista. Ed è proprio grazie ad un concorso bandito dalla “Bibbia della moda” che la giovanissima Grace inizia la sua carriera di modella, vincendolo nel 1959.
Grandi occhi da gatta e lunghi capelli fulvi, diviene in breve tempo una delle modelle più gettonate degli anni Sessanta e posa per fotografi del calibro di Frank Horvat, Norman Parkinson e Don Honeyman. Ma all’età di ventisei anni la sua carriera subisce un brusco stop a causa di un grave incidente automobilistico che la lascia sfigurata. La Coddington dovrà subire diversi interventi chirurgici per tornare quella di un tempo. Due anni dopo l’incidente, all’età di ventotto anni, fu intervistata dall’editrice di Vogue Beatrix Miller, e successivamente assunta come junior fashion editor.
La Coddington è brillante nel suo nuovo ruolo: gli anni trascorsi a posare come modella hanno infatti fortemente influenzato il suo stile e l’hanno resa capace di capire ed anticipare le tendenze.
La sua carriera prosegue con l’incarico di Photo Editor per Vogue UK, ruolo che ricopre per ben diciannove anni, prima di trasferirsi a New York. Qui inizia a lavorare nel 1987 per Calvin Klein come design director. Nel luglio 1988 approda alla redazione di Vogue America, al fianco di Anna Wintour, che ha appena succeduto, come editor-in-chief, a Diana Vreeland. Nel 1995 viene nominata direttore creativo della rivista.
Stylist dal gusto iper femminile e dalle suggestioni vagamente retrò, i suoi editoriali sono onirici e sontuosi, veri e propri capolavori. Grace Coddington ha lavorato al fianco di fotografi del calibro di Mario Testino, Anne Leibovitz, Helmut Newton, Irving Penn, Patrick Demarchielier, Steven Meisel, Peter Lindberg, Bruce Weber, Arthur Elgort.
Citazioni letterarie, come lo shooting shakespeariano con un Roberto Bolle nei panni di un novello Romeo Montecchi, o rimandi all’arte pre-raffaellita. Alcuni shooting curati da lei sono entrati di diritto a far parte del patrimonio fotografico dei nostri giorni, come il servizio ambientato nella sua Inghilterra, con una Daria Werbowy struggente, o ancora il remake fotografico del celebre film di Hitchcock “La finestra sul cortile”, con una sofisticata Carolyn Murphy nei panni che furono di Grace Kelly. Uno styling improntato ad un gusto intramontabile: frequente l’uso di gonne a ruota, omaggio ai Fifties, per una femminilità che viene esaltata in modo superbo.
Altro capolavoro lo shooting dedicato agli anni Venti ed apparso nel numero di settembre del 2007, così come quello in cui una giovanissima Natalia Vodianova posa come novella Alice in Wonderland per l’obiettivo di Anne Leibovitz, nel dicembre del 2003. Scatti dal gusto fiabesco e dalle suggestioni oniriche, ma non privi di un certo humour tipicamente inglese, come possiamo notare nell’idea -geniale- di trasformare Tom Ford nel Bianconiglio, Marc Jacobs nel Brucaliffo.
Editoriali che parlano, che raccontano delle storie. Protagonista è spesso l’amore, intriso di un romanticismo d’altri tempi, come nel servizio con Natalia Vodianova e il rapperPuff Daddy, uscito nel febbraio 2010. Lo shooting, ispirato al film Breve incontro prodotto da David Lean nel 1945, rappresenta la passione di due innamorati, consumata a bordo delle sontuose carrozze di un lussuoso Orient Express.
Grande amante dei gatti, Grace Coddington è divenuta celebre presso il grande pubblico nel 2009, in seguito al documentario “The September Issue”, che tratta l’uscita del numero di settembre 2007 di Vogue. Nel 2002 è uscito il libro fotografico “Grace: Thirty Years of Fashion at Vogue”, scritto dal suo fidato collaboratore Jay Fielden.