Altaroma 2016 si è rivelata il teatro di un incontro tra culture nel fertile campo della moda e dell’arte. Tra i numerosi eventi di respiro internazionale, nell’ambasciata olandese sabato pomeriggio lo stilista Addy van den Krommenacker ha fatto sfilare i suoi abiti d’alta moda. I primi modelli erano stati presentati poco prima al sovrano dei Paesi Bassi, Re Guglielmo Alessandro, in anteprima assoluta. La collezione omaggia il 500° anniversario della morte del pittore olandese Hieronimus Bosch riproducendo le sue tele su abiti da sera in chiffon e organza, pizzo e broccato, gonne plisseé soleil e tessuti stampati. Addy van der Krommenacker ha tratto ispirazione soprattutto dal Giardino delle Delizie, forse il più grande quadro del pittore suo conterraneo, che però non si trova in Olanda. “Con le mie creazioni, intendo riportare il capolavoro a casa” ha dichiarato.
Per la sfilata di Altaroma, il designer ha scelto di suddividere la collezione in tre sezioni rifacendosi al trittico di Bosch: Foresta, Cielo e Essential. La prima parte della sfilata d’alta moda,Foresta, simboleggia la parte naturale delle donne. Dominano il colore verde e il broccato, realizzato con una nuova tecnica brevettata da van den Krommenacker insieme ai tessuti stampati. La sezione Cielo rappresenta il romanticismo femminile, interpretato da eterei abiti da sera in chiffon ed organza arricchiti con pizzo e dai colori pastello, contrapposti al rosso fuoco simbolo di passione e desiderio. Infine l’ultima parte, Essential, racchiude appunto l’essenza del genere femminile, rappresentata da colori ancora più chiari, tessuti ariosi e leggerissime trasparenze. Ad AltaromaAddy van den Krommenacker ha presentato anche tre scialli in prezioso chiffon di seta italiana legati ai tre temi della sfilata Foresta, Cielo ed Essential, già sold out in Olanda.
Stilista greco che ha raggiunto il successo in Italia e oggi vive in Inghilterra, Angelos Bratis è capace di cogliere le suggestioni classiche di Roma ed Atene e convogliarle in uno stile fresco e moderno. Lo ha fatto anche con la sua moda primavera estate 2017, presentata ad Altaroma 2016. Da qui è partito, vincendo nel 2011 il concorso di Vogue Italia e AltaromaWho is on next? che lo ha portato sotto i riflettori del sistema moda internazionale. E qui ritorna con una collezione che sa di estate, di vacanze, di quella Grecia un po’ mitizzata in cui dominano l’azzurro del mare e il bianco delle case isolane. Atmosfera vacanziera ma anche fortemente contemporanea, quella che Angelos Bratis ha portato in passerella.
La collezione si chiama Doric e si compone di capi morbidi ma dal taglio deciso. I volumi degli abiti, delle t-shirt, dei completi derivano da una rivisitazione in chiave neo-classica del peplo, che diventa sensuale e si modernizza grazie alle fantasie geometriche e agli accessori raffinati. Non può mancare il drappeggio, arte in cui Angelos Bratis eccelle e che è diventata la sua firma, a modellare abitini e cardigan che accarezzano le forme. Dominano il bianco, il nero, il blu e un leggerissimo azzurro carta da zucchero, rubati alle splendide isole del Mar Egeo.
Sabrina Persechino presenta ad Altaroma 2016 la sua sfilata di moda autunno inverno 2016-17. La collezione si chiama Mono Tona e prende ispirazione dal concetto di funzione monotona in matematica, cioè una funzione che mantiene l’ordinamento tra insiemi ordinati. La ricerca estatica di Sabrina Persechino parte dal non-colore per eccellenza, il nero, e diventa una funzione monotona crescente e poi decrescente. Cresce con insiemi cromatici che si aggiungono pian piano al nero, decresce fino ad arrivare al bianco passando per diverse tonalità di grigio.
Nell’usuale connubio tra moda e architettura, Sabrina Persechino esplora volumi regolari e monolitici che si ispirano a uno stile minimalista. La sfilata di moda porta in passerella abiti dalle linee regolari, minimaliste, quasi austere in alcuni look. Un’essenzialità che si ispira al motto di Mies van der Rohe “Less is more” e crea un rigore sofisticato ed equilibrato. Ispirandosi all’architettura minimalista, Sabrina Persechino non può fare a meno di citare il Giappone, con abiti paillettes dalle maniche a kimono. Con l’uso sapiente di cachemire, faille, tasmanie, pelle lamé e spalmati, la compostezza delle forme si traduce anche in equilibrio materico. L’apparente monocromia della collezione è spezzata dal delicato intreccio di rami su fondo bianco, in cui volumi architettonici ed elementi naturali si fondono. Sabrina Persechino sceglie come location il The Church Palace Hotel, recentemente restaurato proprio da lei con l’appoggio del proprietario Pietro di Pierri. L’atmosfera raffinata in bianco e nero attraverso varie sfumature di grigi contribuisce a sottolineare l’impianto cromatico della collezione.
Magda: contrapposizioni e capi strutturati per una collezione dal sapore androgino, che trae ispirazione dal folklore ponendo un’attenta indagine visiva sul fenomeno del Tarantismo. Capi asimmetrici che sfruttano la netta rigidità della pelle e la fluidità della seta e del cady.
Ilaria Fiore, la giovane fashion designer di Altamura vincitrice del premio Talents 2016 indetto da Accademia di Costume e Moda con il patrocinio di Altaroma, Camera Nazionale della Moda Italiana, Regione Lazio e Roma Capitale, racconta la collezione che le ha permesso di aggiudicarsi il premio, definendola: energica, sofisticata e sperimentale.
Ilaria, innanzitutto ti faccio i miei complimenti per la meritata vittoria. Facciamo un passo indietro nel tempo: quando hai iniziato ad interessarti di moda?
Il mio interesse per la moda lo definirei abbastanza recente. Fin da piccola ho sempre amato l’arte, in tutte le sue forme e quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande, io rispondevo che volevo diventare un’artista. Crescendo, poi, durante gli anni del Liceo, mi sono accorta che non ci fosse nulla di più affascinante che abbinare la bellezza alla funzionalità: il design. Dopo la maturità ho scelto di studiare design di moda, perché ho sempre trovato interessante l’essere umano e i suoi mille modi di comunicare la propria personalità: attraverso l’abbigliamento, per esempio.
Raccontaci della collezione, da cosa hai tratto ispirazione?
Il mio punto di partenza è stato il “Tarantismo”. La mia analisi si è concentrata sull’aspetto psicologico della donna “tarantata”, afflitta da un malessere interiore che la porta ad una lotta fra perbenismo e anticonformismo, dando forma così alla rinascita di un’espressione sensoriale elegantemente femminile. Si tratta di un percorso mentale ambivalente che si traduce in capi spesso asimmetrici: costruiti e rigidi da una parte e drappeggiati e fluidi dall’altra. Materiali che vanno da pelli di vitello liscio accoppiate con neoprene a cady di seta e panni cachemire.
Qual è l’elemento principe che compone l’idea progettuale?
L’elemento principe è l’accessorio dalla forte valenza estetica e funzionale. Tutto inizia da un concetto d’abbigliamento che racconta di un donna pronta ad infrangere l’ordinarietà. Mentre elaboravo il total look, ho pensato : “Ma che genere di borsa indosserebbe la mia donna?”
Di certo non l’avrei mai immaginata con una borsa bon ton ed è così che alcune parti rigide e costruite che avevo disegnato in contrasto con i drappeggi, diventano borse strutturate anatomicamente sul corpo. Un interessante compromesso da cui nasce uno zaino indossato come se fosse un gilet e che mantiene al tempo stesso la sua funzione, quindi sganciabile!
Tre aggettivi per definire la tua collezione.
Energica, sofisticata, sperimentale.
Sono curiosa di conoscere come hai vissuto i momenti prima della proclamazione.
Prima della proclamazione ero in balia di troppe emozioni, impossibili da scandire una per una. Mi guardavo intorno sorridente tra i miei compagni d’Accademia e pensavo: “Assurdo, mesi e mesi di lavoro, che si esauriscono in così pochi indimenticabili minuti.”
Quanto contavi di vincere?
Non mi aspettavo affatto di vincere. Suppongo sia stato abbastanza evidente, a giudicare dalla mia espressione facciale immediatamente dopo la proclamazione. Che ridere. E’ stata una sorpresa perché ero circondata da altre 14 collezioni validissime, che hanno messo in seria difficoltà tutta la giuria.
Ed ora, cosa speri possa accadere in futuro?
Spero tanto di continuare ad imparare. Imparare dai grandi, per poi dare del mio. Dopo più di tre anni in Accademia, il coronamento di un percorso terminatosi così splendidamente, sarebbe quello di iniziare a lavorare per i brand più importanti del settore.
Ha sfilato fuori dal calendario ufficiale di Altaroma la collezione Primavera/Estate 2016 di Gattinoni. Cosa succede se il Settecento francese, con le sue crinoline e i merletti, si unisce al rock degli anni Settanta, tra borchie e suggestioni metal? Ce lo insegna Guillermo Mariotto, che mette a segno un altro successo per la storica maison dell’alta moda italiana.
Gattinoni presenta la sua RocKcocò collection, intrisa di elementi boho-chic che si sposano mirabilmente a suggestioni francesi. La collezione ha sfilato presso lo Studio Orizzonte, in via Barberini, storico studio fotografico di Antonio Barrella, vincitore del Premio Internazionale della Fotografia 2015: la location si è trasformata per l’occasione in un immaginario giardino delle meraviglie, che ricorda Versailles. In una scenografia fiabesca ha sfilato la donna Gattinoni, in un gioco psichedelico di specchi e rami d’albero stilizzati, tra suggestioni rococò ed elementi pop.
Una collezione che il direttore creativo di Gattinoni ha dedicato, in modo deliberatamente provocatorio, al Family Day, che sfilava contemporaneamente nella Capitale. Ma Mariotto è avanti anni luce rispetto alle polemiche che si susseguivano in piazza, e ha sdoganato in passerella la sua Family Couture, che strizza l’occhio alle coppie gay. Una famiglia tutta al femminile, in un tributo alla donna e ai sentimenti più autentici: le due mamme che stringono tra le braccia la figlia appena nata e coccolano il cagnolino, sono aplomb nelle loro mise in pizzo, tra velate trasparenze, giochi di alta sartoria, intarsi e ricami.
La donna Gattinoni è una reincarnazione delle dame del Settecento francese, che animavano i salotti, tra eccessi e scandali di corte, tra risate e piume, chiffon e leggera voluttà. Il rococò rivive declinato in chiave rock, per una moda che si schiera politicamente a favore delle coppie gay e delle unioni civili. Sensuale e irraggiungibile, l’austera nobildonna cede al fascino bohémien degli anni Settanta, e scende in piazza a manifestare, perfetta figlia dei fiori direttamente uscita dalla contestazione giovanile e dagli anni di piombo. La palette cromatica predilige le tinte pastello, in primis il rosa cipria. Tripudio di pizzo bianco, chiffon, organza e gazar, tra tanti ricami e punti croce, spalle arrotondate per abiti dalla vita impero e linee fluide e morbide. Ma l’anima rock emerge nei jeans scampanati, nelle frange e nelle paillettes, nei pantaloni ampi e drappeggiati, nei gilet e nelle t-shirt. Nel parterre della sfilata evento spiccano la neo presidente Rai Monica Maggioni, il presidente onorario della Camera della Moda Mario Boselli, ma anche nomi del mondo dello spettacolo, come Milly Carlucci, Massimo Giletti e Gloria Guida.
“Una collezione dal sound profondo come la chitarra di Jimi Hendrix, sensualissima come la musica di Mozart, Vivaldi, Albinoni”: così Mariotto descrive il mood della collezione. La sfilata è stata mandata in diretta sul web, segno di apertura della storica maison alle nuove tecnologie. Aperta contestazione rispetto alla stessa manifestazione dell’alta moda capitolina, di cui Gattinoni, nella veste del Presidente della maison Stefano Dominella, dichiara di non condividere più l’essenza, ma anche moda interreligiosa e pacifista, come si evince dai gioielli che hanno accompagnato la collezione: Gianni De Benedittis di FuturoRemoto dedica un pensiero a tutte le religioni del mondo e alle diverse civiltà, per una moda che si apre al diverso. Croci gioiello si alternano sulla passerella a bracciali e anelli in radici di rubino e zaffiro, che impreziosiscono il pizzo onnipresente sui capi indossati dalle mannequin. Spicca l’anello-burqa, in oro e diamanti neri, accanto a piccole croci in filigrana.
L’ultima edizione dell’alta moda capitolina si è aperta con la sfilata di Raffaella Curiel. Un tripudio di fiori e suggestioni botticelliane hanno caratterizzato il défilé, per una collezione all’insegna della delicatezza. La couturier milanese apre la porta del suo giardino segreto, riscoprendo l’innocenza.
In un mondo in cui la violenza sembra essere all’ordine del giorno, la sfilata alta moda Primavera/Estate 2016 di Raffaella Curiel sembra volersi porre come un monito, per osservare il mondo attraverso gli occhi di un bambino: ingenuità e candore, virginale eleganza e leggiadra bellezza calcano la passerella tra delicato chiffon e sete preziose.
Joie de vivre per il miracolo della natura, che si rinnova ad ogni stagione: sfilano ricami e lavorazioni artigianali, passamanerie di antica tradizione sartoriale italiana e fiori all over. Ortensie, rose, nontiscordardime, papaveri, ranuncoli, iris, peonie, viole diventano stampe preziose per capi delicati dall’antica eleganza. Gonne-bocciolo e abiti-tulipano, ma anche abiti da cocktail, gonne a ruota, tailleur e corpetti ricamati. Suggestioni Fifties enfatizzano il punto vita, stretto in cinture e fusciacche, tra ricami artigianali che rappresentano boccioli di rosa e lo stelo di un anemone. Il défilé ricorda un garden party in cui inneggia un messaggio di pace e speranza. La sfilata Curiel è un inno alla vita e alla bellezza della natura, in una full immersion tra i roseti in fiore: le 45 uscite che si alternano rappresentano la rinascita, tra sete plissettate, gonne lunghe fluide, gonne di petali.
La palette cromatica abbraccia la natura che germoglia, dal verde prato al ciclamino, all’azzurro e rosa, al lilla, fucsia e rosso papavero. Nel front row della sfilata spiccano nomi storici della politica italiana, tra cui Donna Assunta Almirante, Lella Bertinotti e Isabella Rauti, l’ambasciatore americano in Italia John Phillips, Fabiana Balestra, la Presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi, il Presidente Onorario di Camera Moda Beppe Modenese, lo scrittore Cesare Cunaccia. La couturier si presenta abbracciata alla figlia Gigliola e al figlio Gaetano, alla fine di una sfilata iniziata all’insegna delle polemiche: Raffaella Curiel è stata infatti vittima di una vera e propria aggressione ad opera di un gruppo di animalisti, che hanno manifestato davanti ai cancelli dell’ex Dogana di Roma, nuova sede di Altaroma. «Quando entravo mi hanno aggredita e spintonata – racconta Lella Curiel – e mi sono impaurita fino alle lacrime. Però ho detto ai manifestanti: guardate che io do da lavorare a gente che le pellicce non se le può proprio permettere!».
Evadere dalla realtà per insinuarci nei luoghi magici del surrealismo che con Luca Sciascia si fa pop.
Così simpatici conigli azzurri si stagliano su un fondo che si tinge di un tenue rosa baby aprendo le porte a print stilizzati come i guanti che arricchiscono la maglia a collo alto, abbinata a leggings effetto sparkling.
La collezione autunno/inverno 16-17 presentata durante AltaRoma è un omaggio alle fogge in voga negli anni cinquanta: gonna a ruota, abiti taglio impero con maniche a sbuffo e l’immancabile giacca dalla linea ad A.
Tocchi di luci su abiti midi, sembrano volerci riportare alla vecchia Parigi del 1954 quando, “Le Whisky àGo-Go” faceva scatenare centinaia di giovani parigini all’interno della sua pista da ballo.
Giochi di volumi oversize dettati dai maxi coats e abbondanti culottes, sfidano le linee asciutte dei fuseaux e dei mini dress, audaci ma composti allo stesso modo.
Nota di merito ai maxi dress, leggeri e duttili, che accarezzano la pelle nuda delle donne; a tratti lasciano intravedere il suo corpo attraverso giochi di velature fantasiose.
Eleganza senza tempo e cura nei dettagli allo stremo maniacale: il marchio Greta Boldini fondato dai designer Alexander Flagella e Michela Musco riveste di un’aurea misteriosa una donna che incarna l’idea di bellezza senza tempo.
Presentata durante l’ultima edizione di AltaRoma il 30 gennaio scorso, “Indecent Beauty” racconta il duplice volto di una femmina in grado di vestire i panni della gioventù ma anche di presentarsi agli altri in tutta la sua naturale eleganza.
La leggerezza degli abiti che fluttuano leggeri nell’aria appaiono come accordi di violino sublimi, elevati in volo da raffinati uccelli che disegnano i capi assieme a coloratissime corolle.
Le opere di Costantin Brâncuși, primitive e spigolose, tracciano una cornice geometrica ai capi, coadiuvata dalla presenza del plissé che rafforza i ricami rigorosi progettati dal duo di stilisti.
Accurata la scelta dei tessuti che si fanno nobili sia di giorno, con angore ricamate e tweed strutturati, che di sera, con crêpe de Chine e georgette di seta pura. Attento studio riservato alla selezione dei cristalli bianchi, neri e muschio che disegnano eccelsi fiori in 3D su abiti baby e da grand soirée e su maglioni.
La palette di colori sospinge la collezione all’interno di una poliedrica immaginazione, colma di varianti come elementi faunistici e bucolici.
Greta Boldini dedica questa collezione ad una donna libera e sognante che pone come unico obiettivo la ricerca della bellezza assoluta.
Continua la collaborazione tra Altaroma e il Coin Excelsior con le splendide collezioni dei 7 talentuosi designer
Il successo di Premium contemporary department store Coin Excelsior non si ferma, e così dopo le due precedenti edizioni all’interno di Altaroma, si presenta puntuale anche quest’anno con la sua terza edizione, ospitando i 7 talentuosi designer scelti tramite un’attenta selezione e provenienti per la maggiore dal colorato e glamourissimo mondo di Altaroma.
Una realtà ormai ben consolidata quella tra Altaroma e Coin Excelsior, incentrata unicamente sullo sviluppo a sostegno dei giovani talenti, divenendo un vero e proprio palcoscenico accessibile a tutti per le collezioni di questi talentuosi designer.
Ghisellini
Adriano Franchi, Direttore generale di Altaroma afferma: “Con questa partnership Altaroma conferma il suo ruolo determinante nell’ampliamento delle opportunità di mercato per i talenti emergenti favorendo, grazie alla collaborazione con Coin Excelsior, un link immediato e concreto tra le nuove leve e le realtà commerciali leader della distribuzione a livello nazionale”.
Le collezioni di accessori e ready-to-wear dei designer saranno inoltre protagoniste delle quattro inedite vetrine dall’effetto “Magic Mirror”.
L72
Petriglia
Avanblanc
Catherine Dè Medici 1533
Al Premium Contemporary Department Store Coin Excelsior, in Via Cola di Rienzo a Roma, esporranno le collezioni Spring/Summer 2016 di: Avanblanc, Catherine de’ Medici 1533, Elena Ghisellini, Federica Berardelli, Giancarlo Petriglia, L72 e Quattromani, che ha presentato inoltre con una splendida sfilata – performance Fall/Winter 2016- 2017.
Le collezioni sono acquistabili presso il Coin Excelsior anche nelle settimane successive!
Alla scoperta dei talenti premiati dal contest che, da oltre 10 anni, dà la possibilità, alle giovani leve della moda, di emergere.
Chiusi i battenti degli anni accademici dei maggiorni istituti di moda, culminati con fashion show più o meno sperimentali, ecco giungere un attesissimo evento per coloro che sognano una carriera nel settore.
“Who Is On Next?” è nato come uno dei principali contest che, oltre a decretare i massimi esponenti emergenti, portatori sani di impegno, caparbietà e creatività espressiva, offre la possibilità di immettersi direttamente nel mercato del Made in Italy.
Patrocinato da Altaroma e Vogue Italia, partner in crime nello scovare e sostenere nuovi talenti, il concorso si svolge durante la settimana della moda capitolina e ha luogo da oltre dieci anni.
Location d’eccezione il Palazzo delle Esposizioni, costellato dalle opere del fotografo David LaChapelle, grazie alla personale attualmente in corso che ha accolto il 13 luglio stampa, buyer e produttori internazionali.
A seguito del dinamico evento sfilata, dove ogni candidato ha avuto modo di mostrare le proposte per la prossima primavera-estate 2016, si sono svolte le premiazioni a cura di Silvia Venturini Fendi, presidente di Altaroma, e Carla Sozzani, editor-in-chief di Vogue Italia, a capo di una giuria settoriale.
Due i premiati per la categoria accessori:
Nicolò Giannico Beretta che, con stravaganti idee creative e la massima operatività sui social network, è stato scelto per l’ancor acerbo, ma alquanto ambizioso, progetto imprenditoriale. Le scarpe Giannico, infatti, già calcano i red carpet hollywoodiani e sono apprezzate dalle star come Dita Von Teese e Lady Gaga.
A circa 20 anni, e con in tasca il sogno di frequentare la prestigiosa Central Saint Martins School, l’enfant prodige del settore calzaturiero italiano, prevede di far scintille.
Heritage e tradizione, invece, il connubio che ha decretato il premio per la categoria borse.
A vincere Carol Oyekunle, artista con origini americane e keniote che, trasferitasi a Parigi, ha lanciato il marchio Lolita Lorenzo Minaudière.
Nelle sue collezioni notiamo come i variopinti codici di stile africani vengono rielaborati artigianalmente per conferire alle creazioni un’ aura di intramontabilità.
Forte dell’ impegno sociale, il brand ha lo scopo di promuovere la manodopera dei paesi del Terzo Mondo. La Oyekunle, infatti, collabora con un gruppo di donne nigeriane operative nel realizzare i tessuti per la produzione delle sue borse.
Tris di premi per il trionfatore della categoria abbigliamento:
Il britannico Lee Wood è stato scelto principalmente per la comprovata esperienza nel mondo della moda. Con all’attivo 16 anni nell’ufficio stile della Maison Versace, nel 2015 decide di lanciare il brand L72, per far emergere la visione estetica personale. Una collezione che consegna le chiavi di accesso al suo mondo, fatto di svariate sinergie creative e collaborazioni. L72 è infatti anche studio di consulenza a 360 gradi dove, insieme a un team di validi professionisti, vengono sviluppate collezioni e materiali visivi.
A Wood inoltre sono andati anche il premio Fashion Valley, che gli consentirà di elaborare una capsule collection con il distretto tessile pratese, e quello di Yoox.com, store virtuale, leader nel mondo. Quest’ ultimo, infatti, consentirà ai vincitori di vendere un look o una creazione esclusiva in oltre 100 paesi.
Una lancia va, infine, spezzata a favore del designer orientale, candidato ma non decretato vincitore, MiaoRan. Cinese, con studi conseguiti a Milano nell’ambito progettuale, attualmente insegna alla NABA. L’eclettico creativo vede l’uomo e la donna indossare gli stessi capi, nel segno della filosofia no gender che conferisce a essi minimalismo, tagli e volumi over. La forte sensibilità verso la composizione pittorica e il disegno rendono MiaoRan una perla del panorama contemporaneo.
Al termine della manifestazione possiamo dire che sono emersi il forte ottimismo e l’effettiva volontà nella costruzione del sistema moda che verrà.
Un’unione di intenti per far sì che le risorse nascenti non si disperdano nel buco nero dei sogni. L’obiettivo primario degli organizzatori è unicamente quello di incrementare i risultati a favore della branca del settore terziario che ha reso noto il nostro Paese in tutto il mondo.
FOTO Credits: Raffaele Soccio e Luca Latrofa/ L.Sorrentino
AltaRoma e Vogue Talents firmano il progetto sperimentale “5+5”, 5 designer affermati per 5 designer emergenti
Sono 5 i designer emergenti affiancati da 5 affermati che hanno pienamente sposato e sostenuto il progetto presentato in occasione di AltaRoma 2015.
L’obiettivo del progetto (sperimentale) è dare spazio al talento, una vetrina (nata in collaborazione tra AltaRoma e Vogue Talents) a metà tra mostra statica e atelier che vede protagonisti le nuove leve della moda internazionale: Carlo Volpi, Maria Sole Cecchi, Fernando Jorge, Martine Rose, Matteo Lamandini.
I talentuosi sono stati affiancati da: Thomas Tait, Marco De Vincenzo, Nicholas Kirkwood, MSGM Massimo Giorgetti e Paul Andrew.
Marco De Vincenzo (vincitore nel 2009 del contest “Who Is On Next”?) sostiene la creatività di Carlo Volpi, MSGM (Massimo Giorgetti) sostiene Matteo Lamandini (vincitore dell’edizione 2014 del concorso Designer for Tomorrow) giovane designer talentuoso.
Thomas Tait ha invece sostenuto lo stile underground e giovanile della londinese Martine Rose (designer già conosciuta all’estero).
L’esposizione è durata tre giorni e l’iniziativa ha avuto un notevole successo.