EIC/ Interview by Miriam De Nicolò
Photography Peppe Tortora
Styling Diletta Pecchia
Make up/Hair Giuseppe Lorusso @Blend Agency
Location Studio Compass 4
Il capello corto da ragazzino, biondo platino sopra due occhi grandi, ma grandi, tanto grandi che sono protagonisti
in quel viso piccolo su un corpo alto e snello, allenato e parlante. Quando la vedo per la prima volta è già sul set, posa con disinvoltura, cambia l’abito come un trasformista e le piace, glielo si legge in quello sguardo malandrino, di chi oggi si presenta come Margot e il giorno dopo stringe la mano come Lupin. Ma la sua carta è certamente
il sorriso. birbante, furbo, vero come quello di un bambino, perché Manuela Zero, attrice, cantante, ballerina, produttrice, da l’impressione di non voler mentire, di quelle personalità-libro, aperte alla pagina del Bignami.
Le si legge tutto, in quel sorriso. “Sono una buona amica” mi confida durante l’intervista, pronunciando la frase con
una differente consistenza. “Sono una donna complessa ma sono una buona amica“, e questa frase mi torna
alla mente quando m’invita a vedere il suo spettacolo “400 euro 2 ore di nudo” a Roma, con una naturalezza
che apprezzo come la bontà, con un messaggio spontaneo che chissà quante altre volte mi ricapiterà, in quei
taciti e (in)naturali distacchi intervistato-intervistatore.
“Attack” è il tuo ultimo lavoro di cantante e regista, ci racconti come nasce?
Attack è la storia di un amore che finisce e parla della difficoltà che abbiamo nell’accettare la caducità delle cose. Un racconto tragicomico dove una ragazza lasciata, decide di incollarsi con l’attack al suo compagno per allontanare il dolore della solitudine. Nasce anzitutto dalla mia esigenza di convogliare tutte le mie passioni in un unica opera, qui infatti canto, recito e scrivo; Attack è una canzone, un’idea, un cortometraggio in bianco e nero che
ha il sapore di un’epoca che forse non c’è più.
Headset 404 Suite
Shoes Giuseppe Zanotti
Chi e che cosa ama Manuela Zero?
Chi e che cosa odia?
Che bella domanda, mi riporta indietro nel tempo. Amo le mie radici, le mie origini, la mia terra di cui vado fiera. Sono cresciuta a Marina Grande di Sorrento su un mare dove mio padre pescava la notte e in quelle notti c’ero io a fargli compagnia. Odio l’ipocrisia, le ingiustizie, sopratutto nei confronti delle donne, tematiche che cerco di combattere affrontandole in spazi artistici.
Nata a Piano di Sorrento, vivi a Roma, una donna del Sud, che cosa porti delle tue radici?
La mia personalità porta quei colori, quel folklore, e anche quella malinconia che ti accompagna quando da quei luoghi ci si allontana.
Dici del teatro: “E’ un po’ come dare amore a degli sconosciuti, che dopo un po’ diventano meno sconosciuti”.
Il teatro è la più grande forma artistica d’amore, ogni sera io porto in quello spettacolo tutto l’amore che ho.
Potessi reincarnarti in un personaggio, in un’attrice che non c’è più, quale vita vorresti vivere?
Mariangela Melato.
Perché?
Fu la protagonista del primo spettacolo che vidi da bambina, ricordo una donna incredibile, coraggiosa, ricca di sfumature. O Monica Vitti, donne forti che si concedono anche d’essere fragili, donne che hanno lasciato il segno.
E tu che donna sei?
Complicata. Inquieta.
Una buona amica con problemi sentimentali che ancora cerco di risolvere. Il mio obiettivo oggi è quello di riuscire a concedermi un amore importante.
Jewelry Natalia Criado
Shoes Giuseppe Zanotti
Che cosa ti blocca?
Ad un certo punto del rapporto arriva sempre una specie di noia che mi porta ansia e non mi fa più stare bene, ma ci sto lavorando.
Apri a caso una pagina del questionario Proustiano, leggi una domanda e dai una risposta.
I miei eroi nella finzione. L’unico eroe che riconosco è mio padre.
Domanda di rito Manuela, quanto sei Snob?
Mi affibbiano questo termine con un’accezione che non riconosco; ma se per “Snob” intendiamo vivere una vita ricercata, allora sono proprio io.