Followers

PHOTO: MARCO ONOFRI
TEXT: MIRIAM DE NICOLÒ

Esposto in 26 paesi del mondo, il progetto fotografico “Followers” di Marco Onofri nasce nel 2016 ma è un sempreverde. Nell’era dei social network, questi luoghi irreali dove a contare sono solo i like, dove un sociopatico si può costruire un’immagine di socialite e dove si possono cambiare i connotati a colpi di clic, sono i followers i veri protagonisti.
Persone qualunque di ogni parte del mondo che hanno parola, il cui pensiero può attraversare l’oceano in una frazione di secondo, frustrati scatenati che vomitano il loro livore, donne complessate che aggrediscono gratuitamente, nemici politici pronti a smascherare gli scheletri nell’armadio di quando il competitor frequentava la quinta liceo. Tutti possono parlare, tutti possono urlare, gli unici filtri consentiti sono i robot che leggono cerchi rosei sul petto e li blurizzano perché capezzoli, ma potrebbe trattarsi anche della Venere di Botticelli e la censura si fa alla storia e all’arte. Il fotografo italiano Marco Onofri ha voluto raccontare i “Followers” in un progetto personale, trasformando il mondo social in un set fotografico. 
Una donna si mostra nuda, ammicca, provoca, mette in primo piano il corpo, come se ne vedono infinite, timbrate e clonate su account diversi eppure così uguali, in attesa di un commento, che arriva prontamente falsato da profili di uomini impegnati, talvolta carichi di insulti e parole volgari, di scherno o spregio – così racconta Marco Onofri.

Sono esattamente questi uomini, queste donne, questi “Followers” che Marco Onofri vorrebbe sul suo set, e li spinge a partecipare ad una sessione fotografica dal vivo, dove le donne colpite dagli insulti, si spogliano dal vero.
Cosa succede? Rifiuto. C’è chi si nasconde perché teme la reazione della compagna /moglie /consorte, c’è chi accetta l’invito per curiosità, chi si presta alla recita (ma chi può sapere se si recita più dietro ad una tastiera o davanti ad una fotocamera?). E le donne che si mostrano senza veli? Pudiche come delle monache clarisse, che a mostrarsi a 10 persone reali anziché milioni fittizie e che non sono Mario, Antonio, Pasquale, ma bimbo18 e superman84, si fa peccato. 
Onofri nonostante le reticenze, ha completato l’originale progetto, volendo così dimostrare come la condizione venga ribaltata dall’occasione. Ha confermato che il “leone da tastiera” altro non è che una pecora impaurita, debole e fragile, e che la “leonessa” tutta pizzi e bocca a cuore, altro non è che un essere bisognoso di attenzioni e conferme. 
E dove stanno tutti gli altri? A vivere la vita vera, fuori da quel quadrato fatto di pixel e finti cuoricini.