Spot della Rai contro la violenza sulle donne, “è offensivo”

Per celebrare (commemorare?) la giornata contro la violenza sulle donne la Rai ha mandato in onda uno spot pubblicitario che è divenuto presto oggetto di critiche.

In scena i sogni, le aspettative e le speranze dei bambini che rispondono alla fatidica domanda: “che vorresti fare da grande?“.
Qualcuno dice “l’astronauta”, qualcun altro “il soldato”, “la maestra”, “il dottore” tranne un’ultima bambina, la sua risposta è: “quando sarò grande finirò in ospedale perché mio marito mi picchia“.

Una bellissima bambina dai capelli biondo miele sembra sapere quale sarà il suo destino citandolo con una naturalezza fuori misura.
Ma la violenza è un destino?

Le associazioni femminili e gli utenti che navigano in rete non sono d’accordo.
Si fa strada alla velocità della luce la risposta dell’utente Twitter #Non una di meno: “Alle bambine insegniamo la ribellione, non la remissione!“.
La stessa ha spedito poi una lettera a Monica Maggioni, presidente della Rai: “Questo video è offensivo e dannoso. Utilizza una bambina per dire a lei e alle sue coetanee che le toccherà una delle sorti più dolorose e difficili che possa toccare a una donnaLa violenza sulle donne non è un destino, non è una condanna, non è inevitabile…Il vostro spot dà per scontato che almeno una bambina da grande sceglierà un uomo violento per marito, che non saprà mettersi in salvo per tempo né chiedere aiuto, che non potrà scegliere la sua vita e il suo destino, che sarà picchiata e finirà in ospedale. Ancora peggio, che questa sarà la sua identità: gli altri faranno l’architetto, la veterinaria, la stilista, ma lei no. Lei sarà soltanto una moglie picchiata“.

La Rai ha scelto un canale di trasmissione di massa per condurre alla sensibilizzazione, eppure il messaggio non è stato decodificato da tutti allo stesso modo.
La violenza non è un destino, nessuna donna è destinata a soffrire, a essere umiliata, derisa, o nel peggiore dei casi, uccisa.

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Francesco Iandola; Miriam De Nicolo; Max Papeschi