Referendum costituzionale 2016: 8 punti cardine della riforma

A ottobre gli italiani saranno chiamati a votare il referendum costituzionale, ma per cosa si vota esattamente? Cosa cambierebbe con la riforma costituzionale proposta dal ministro Maria Elena Boschi? Ruolo e organizzazione del Senato, superamento del bicameralismo e nuova suddivisione delle competenze Stato/Regioni: ecco gli 8 punti principali della riforma che voteremo al referendum di ottobre.


1. La fine del bicameralismo perfetto. Se la riforma costituzionale diventasse realtà, l’approvazione delle leggi e la fiducia al Governo spetterebbero solo alla Camera dei Deputati. Questa diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto, e assume la responsabilità unica di approvare le leggi ordinarie e di bilancio e di accordare la fiducia al Governo.


2. La riforma del Senato. Che ruolo assume allora il Senato? Si chiamerà Senato delle Regioni e sarà un organo rappresentativo delle autonomie regionali, composto da 100 senatori (rispetto agli attuali 315) e potrà esprimere pareri e proporre modifiche ai progetti di legge approvati dalla Camera. La suddetta, però, potrà rifiutare di applicarli. La funzione principale del Senato sarà quella di fare da punto di incontro tra lo Stato, le Regioni e i Comuni. Scomparirà anche la figura dei Senatori a vita: Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Carlo Rubbia, Renzo Piano ed Elena Cattaneo resteranno in carica ma non saranno poi sostituiti.


3. Elezione del Presidente della Repubblica. Altra modifica della Costituzione riguarda l’elezione della massima carica dello Stato. Se al referendum costituzionale dovesse vincere il , non parteciperebbero più i delegati regionali ma solo le Camere. Per l’elezione sarebbe necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti per i primi quattro scrutini, i tre quinti fino al sesto scrutinio e la maggioranza dei tre quinti dei votanti a partire dal settimo.


4. Soppressione del Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro. La riforma costituzionale del ministro Boschi prevede l’abolizione dell’organo, che ha una funzione consultiva in merito alle leggi sull’economia e sul lavoro ed è formato da 64 consiglieri. Abolirlo è un’abrogazione totale dell’articolo 99 della Costituzione.


5. Competenze Stato/Regioni. Il referendum di ottobre tratterà anche il ritorno di alcune materie di competenza dello Stato, come trasporti e navigazione, produzione e distribuzione dell’energia, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni, giusto per citarne alcune.


6. Referendum abrogativi e leggi d’iniziativa popolare. Cambiano i numeri necessari ai cittadini per proporre l’abrogazione di una legge o la creazione di una nuova. Se i cittadini che propongono il referendum sono più di 800mila, basterà che vada a votare il 50% più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche (quindi non più il 50% degli aventi diritto). Per proporre una legge di iniziativa popolare serviranno 150mila firme, il triplo di quelle previste in questo momento.


7. La nomina dei Giudici della Consulta. I cinque giudici della Consulta non saranno più eletti dal Parlamento riunito a Camere congiunte, ma dalle singole Camere separatamente. Alla Camera dei Deputati ne spetteranno tre, al Senato gli altri due.


8. L’equilibrio nella rappresentanza. Nel testo della riforma costituzionale si legge: “Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza”.

Francesco Iandola; Miriam De Nicolo; Max Papeschi