L’occasione persa per il PD

Ieri a Napoli Andrea Orlando ha tenuto la “conferenza programmatica” della mozione che sostiene la sua candidatura a segretario del PD. Napoli, la città, i militanti del Pd e gli elettori del centro sinistra non se ne sono accorti. All’ingresso della Mostra d’Oltremare quasi a fare da cornice satirica all’evento campeggiava “Fiera del baratto dell’usato”.
Cos’è mancato ieri? E’ mancato il Pd, la sua comunità, i suoi elettori. Quel popolo con cui il Ministro della Giustizia – e prima dell’Ambiente – ha detto di voler dialogare.


Quello stesso popolo che è stato però costretto a convivere con due anni di commissariamento, con la prima sconfitta contro De Magistris, con lo scempio delle primarie per la Regione, con l’elezione di De Luca, con le primarie per il sindaco di Napoli – quelle delle monetine e delle tante irregolarità – con la campagna di Valeria Valente che ha avuto come esito la cd. “listopoli”. La prima vera grande cosa che è mancata ieri sono state le scuse, a Napoli ed al popolo del Pd e del centro sinistra per tutte queste cose. Chiedersi quindi dove sia quel popolo e dove incontrarlo appare superfluo.
Del resto del Pd – come partito, eletti e classe dirigente – a sostegno di Andrea Orlando a Napoli non c’è praticamente nulla.


Tutti pronti a saltare sul carro del vincitore annunciato di questo congresso, quel Matteo Renzi che ha promesso il lanciafiamme, e che ha invece imbarcato praticamente tutti, anche coloro che devono la propria esistenza politica a Napoli proprio ad Andrea Orlando.
Al sud – cui tutti dicono di guardare con attenzione – questo congresso si prospetta sempre più come un’occasione persa, l’ennesima. Un’occasione persa per rinnovare, per fare scelte di reale cambiamento, apertura, ascolto ed allargamento. Nella prima regione d’Italia per numero di start-up non c’è stato un solo intervento sulla capacità rivoluzionaria dell’innovazione e delle nuove tecnologie.


Orlando ha chiesto provocatoriamente a Renzi “non ti chiedi perché i giovani hanno voltato le spalle al governo più giovane della repubblica?”. Domanda sensata, ma di giovani e di realtà “nuove” del territorio nemmeno ieri c’era traccia. E proprio a Napoli ieri c’è stato pochissimo sud, dove il Pd è ai minimi termini e ci dovrebbe chiedere davvero anche come mai visto che governa in tutte le regioni. I giovani e gli elettori del centro sinistra qui hanno preso altre vie, e non è un caso se proprio al sud crescono il M5S, DeMa, ed anche Salvini – negli stessi luoghi di Orlando – è riuscito nell’impresa di portare più gente.
Cosa c’è invece stato ieri?


L’incontro di ciò che resta della sinistra Pd dopo le scissioni e le scelte di “movimento” dall’esterno. E qui comincia il problema e lo scenario verso le “primarie aperte” dei gazebo dl 30 aprile.
Da un lato Renzi, che può solo crescere, forte di un consenso elettorale maggiore ed esterno ed allargato rispetto al suo stesso Pd (il referendum comunque docet), dall’altro Michele Emiliano, che se è al suo minimo sindacale tra i tesserati del Pd, gode – soprattutto al sud – di un discreto voto d’opinione (anche di semplice campanilismo) e che certamente intercetterà voti di Mdp (di rottura), degli elettori ex-PD del M5S e dell’appoggio praticamente esplicito di DeMa che anche su questo potrebbe cominciare a contarsi.
Entrambi, Renzi ed Emiliano, poco o molto che sia, al momento possono tecnicamente solo crescere.


Schiacciato in mezzo Andrea Orlando può contare poco e male sull’aiuto del Mdp – che ha tutto l’interesse politico a dimostrare che non c’è spazio per una componente di sinistra nel Pd – e certamente non riceverà aiuti “esterni”, avendo esplicitamente dichiarato che è strutturalmente contrario a governi di larghe intese col centro destra.
Da qui al 30 aprile si apre questa nuova partita. Una storia già scritta che Orlando potrebbe riscrivere – limitatamente e parzialmente – riscrivendo l’intera sceneggiatura, inserendo nuovi protagonisti nella sua storia, capaci di allargare ed attrarre, invece di escludere, che non siano direttamente parte della “storia del Pd sin’ora” e che mettano a sua disposizione capacità di dialogo e soprattutto la propria faccia e storia personale.


Qualcosa di veramente difficile da credere visto che entro il 10 verranno consegnate le liste per l’Assemblea Nazionale collegate ai candidati, e non si capisce perché qualcuno dovrebbe portare acqua a questi mulini. Ma la politica – quelle rare volte che sa anche essere ascolto – sa anche sorprendere.


Francesco Iandola; Miriam De Nicolo; Max Papeschi