Libero o il piagnisteo milanese

Il 2 marzo Libero titola “piagnisteo napoletano” specificando – e chiarendo negli editoriali – che il vittimismo sarebbe non solo “il solito vecchio vizio” ma quasi un “difetto antropologico” (non sappiamo se anche genetico) causa vera dei veri mali del sud.


La lista è lunga e mette insieme cose che insieme non stanno: “I partenopei sono assenteisti ma pretendono più assunzioni”, “nel pubblico sono il doppio che al Nord”, “nel calcio se perdono attaccano l’arbitro pure se hanno torto“, “hanno venduto Higuain e frignano dimenticando di aver comprato Maradona”, “E non sorvoliamo sul commercio di tessere del PD e sull’appalto che sta facendo tremare il Governo (quello di Alfredo Romeo, ndr)”, “In Sicilia pagano l’assistenza anche ai morti”.


Sarebbe facile replicare coi tantissimi casi di assenteismo al Nord – il vigile che marca il cartellino in mutande e va al mare ad Imperia sarà certamente di origini meridionali – o replicare che il dato sul fatto che “nel pubblico impiego sarebbero il doppio rispetto al nord” è privo di ogni fondamento – del resto Libero è noto per dare informazioni prive di fonti. Forse alla testata meneghina vicina al Cav. (e sempre più a Salvini) le vicende calcistiche balzano alla cronaca più per il rosicare da tifoseria per gli scarsi risultati di Milan ed Inter che non per una cronaca sportiva realistica. Del resto è di questi giorni la notizia che probabilmente i cinesi non chiuderanno l’acquisizione del Milan (speranza ultima degli ultras Feltri e Salvini e delle casse Fininvest).
Cosa poi tutto questo c’entri con le tessere del Pd sta solo in qualche psicopatologia da accertare nella mente del titolista, che pure non dice che i corrotti e corruttori della vicenda Consip sono di ogni regione.


Nel piagnisteo napoletano viene assimilata anche la Sicilia. Forse dovevano riempire mezza riga del titolo. Mai parlando di quei consiglieri di regioni a statuto speciale come il Trentino nelle cui note spese finivano scontrini di sexy shop, o dei vitalizi/rendita della Valle d’Aosta. O delle mutande verdi dei leghisti in regioni a statuto ordinario come il Piemonte, o della pensione delle Minetti di Forza Italia dopo due anni di legislatura.
Già il problema è del piagnisteo del sud. Quello della bancarotta Deiulemar, impossibile senza i vari Dante Di Francescantonio, imprenditore veneto accusato di aver fatto da «testa di legno» e sottratto soldi alla curatela fallimentare – e quindi dai rimborsi agli obligazionisti truffati.


Il problema sarà il piagnisteo partenopeo rispetto all’Ilva di Taranto i cui imprenditori – la famiglia Riva – ha inquinato, lasciando al sud ed al pubblico il pesante costo della loro brillante azione imprenditoriale made-in-nord.
Così come quel fiume di denaro nelle grandi opere dalla Cassa per il Mezzogiorno ai Fondi Europei, finiti in maxi appalti per l’85% assegnati ad aziende del nord. Verrebbe da chiedere quindi alla redazione di Libero, quel fiume di denaro, sprechi e corruzione – che raramente ha creato vero sviluppo al sud – in quali casse, conti e aziende sia davvero finito. Forse proprio nelle casse delle imprese che spesso sono tra gli inserzionisti di Libero & Co.
“Non se ne può più” chiosa Libero, e noi concordiamo. Perché ci sono almeno due cose che danno un senso al titolo di ieri. La prima, è che in tempo di fake-news, di balle colossali alla ricerca del capro espiatorio per giustificare i nostri mali, le nostre mancanze, e darne la responsabilità a qualcun altro, Libero se ne conferma esempio magistrale.


Del resto, se così non facesse, chi mai lo commenterebbe e chi mai lo comprerebbe? Ma trattandosi di testata giornalistica viene da chiedersi dove siano Ordine e Sindacati, e se davvero ormai la libertà di stampa sia solo libertà di diffondere qualsiasi fandonia impuniti e soprattutto irresponsabili delle conseguenze.
La seconda, è che in Italia, tutta intera, senza distinzione di regione e provenienza, abbiamo problemi seri, e ci occorrono persone serie per affrontarli e risolverli. Non certo dando colpe a meridionali, tare genetiche o antropologiche, e la gente alla Libero non può dare alcun contributo serio alla soluzione di questi problemi, che possiamo affrontare e risolvere solo tutti insieme e con serietà.

Francesco Iandola; Miriam De Nicolo; Max Papeschi