Siamo soli nell’Universo? La domanda che ha ispirato ricerche, missioni, ma anche capolavori della letteratura e del cinema, potrebbe finalmente avere una risposta. O almeno, sembra che l’Europa voglia fare un piccolo passo avanti nella risoluzione del grande enigma. Stamattina alle 10.31 esatte la sonda ExoMars è partita dalla base spaziale russa di Baikonour per effettuare la sua missione su Marte. Il Programma ExoMars è stato sviluppato dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, in cooperazione con l’agenzia spaziale russa e ha l’obiettivo di riconoscere forme di vita elementari sul Pianeta Rosso. Una grande sfida per l’Europa, e soprattutto per l’Italia che a questa missione ha dato tanto. L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è infatti il principale contributore con 350 milioni di euro, ma non solo: sono italiane molte delle tecnologie che guideranno la sonda nel suo lungo viaggio, grazie alle aziende Finmeccanica e Thales Alenia Space. Il team che ha progettato le strumentazioni è di base a Torino, e la realizzazione è avvenuta in gran parte tra Roma, Napoli e L’Aquila. Anche l’Università di Padova, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto Nazionale di Astrofisica hanno avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione del progetto. Non a caso il modulo che entrerà nell’atmosfera marziana è stato battezzato Schiaparelli, dall’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli che già nella seconda metà dell’Ottocento aveva puntato il telescopio sul Pianeta Rosso.
La colossale missione su Marte rischiava di fallire per qualsiasi piccolo inconveniente: se ci fosse stato un ritardo per qualunque motivo, avremmo dovuto aspettare altri due anni perché la distanza tra Marte e la Terra fosse tale da permettere il lancio. Ma tutto è andato bene e stamattina, sotto gli occhi sognanti di studenti, turisti e appassionati riuniti davanti a un maxi-schermo a Piazza del Popolo a Roma, ExoMars è partita puntuale. Il suo arrivo su Marte è previsto il 16 ottobre 2016, quando Schiaparelli entrerà nell’atmosfera del pianeta per raccoglierne il metano. Sarà così possibile analizzarne la provenienza: se fosse di origine organica, cioè generato da batteri sotto la superficie, avremmo la risposta alla grande domanda. Sapremmo se c’è vita su Marte, se ci sono esseri viventi in questo Universo oltre a quelli con cui condividiamo il nostro pianeta. Una possibilità che ha sempre affascinato gli uomini di tutti i tempi, che sugli abitanti di Marte hanno scritto libri e realizzato film raccontandoli, di volta in volta, come rassicuranti esserini innocui o come feroci predatori pronti a conquistare la Terra. Giusto per citarne alcuni, La Guerra dei Mondi di H. G. Wells (1897), Le Cronache Marziane di Bradbury nel 1950, il film Disney Rocketman (1997) e l’ultima opera di Ridley Scott Sopravvissuto – The Martian. Non ci resta che aspettare pazientemente notizie della vita su Marte, e prepararci a incontrare i nostri compagni di galassia.