Shimon Peres è scomparso oggi, all’età di 93 anni, per la quasi totalità passati al servizio dello Stato di Israele, di cui fu tra i grandi padri fondatori.
Uomo di Stato di assoluto primo piano mondiale, come tutti i protagonisti indiscussi della storia ha fatto e fa discutere.
Shimon Peres è nato a Višneva, o Vishnievo, un paesino bielorusso, quando questa città apparteneva ancora alla Polonia. Il padre emigrò nel 1932 in Palestina e la sua famiglia lo seguì nel 1934, insediandosi a Tel Aviv cinque anni prima dell’occupazione della Polonia da parte dei nazisti.
Peres ha trascorso diversi anni nei kibbutz e venne scelto da Levi Eshkol tra gli organizzatori del movimento giovanile laburista e nel 1943 ne venne eletto Segretario e fu delegato nel 1946 al 22º Congresso Mondiale Sionista dove incontrò David Ben-Gurion.
Nel 1947 fu arruolato nell’Haganah (nucleo delle future Forze di Difesa Israeliane) e nominato responsabile per il personale e l’acquisto delle armi. Nel 1948 divenne capo della marina durante la guerra di indipendenza del nuovo Stato israeliano. Alla fine della guerra diventò direttore della delegazione del Ministero della Difesa negli Stati Uniti dove studiò alla New York School for Social Research e ad Harvard.
Dopo che Golda Meir aveva dato le dimissioni da Primo Ministro nel 1974 a causa delle conseguenze della Guerra del Kippur, Peres ebbe la prima possibilità di candidarsi come Premier, ma si trovò di fronte come rivale Yitzhak Rabin, collega di partito, ma eterno avversario nella leadership del Partito Laburista. Peres, in questa occasione, perse per 298 voti a 254 ma ottenne la carica di Ministro della Difesa. All’inizio del 1981, Israele incominciò a soffrire di un’inflazione incontrollata a causa della guerra in Libano voluta da Ariel Sharon. Alle elezioni del 1984 Peres divenne Primo Ministro, ma, nonostante la maggioranza ricevuta dalle urne e a causa della grave situazione economica, si costituì una coalizione di governo formata dal Partito Laburista, dal partito avversario Likud di Yitzhak Shamir e da altri partiti minori. Peres dovette quindi alternarsi alla carica con il suo avversario: restò al potere fino al 1986
Nel 1986, divenne Ministro degli Esteri prima e Ministro delle Finanze poi, nel 1988. Nel 1990 lasciò col suo partito la coalizione di governo dopo aver fallito nel tentativo di formare una nuova coalizione di minore portata con il Partito Laburista, con alcuni piccoli gruppi di sinistra e col partito Haredi. Nel governo di unità nazionale (1988-1990) Peres fu Vice Premier e Ministro delle Finanze. Nel periodo 1990-1992, guidò l’opposizione nella Knesset.
Nel 1992 Peres venne sconfitto (di nuovo) alle prime elezioni primarie nella storia del Partito Laburista da Yitzhak Rabin che poi vinse le elezioni come Premier mentre Peres venne nominato Ministro degli Esteri dal 1992. Come era accaduto in passato, anche questa volta Peres sostituì il suo avversario di partito, succedendogli brevemente dopo l’assassinio nel 1995.
Nel 1994, in seguito agli Accordi di Oslo, Shimon Peres raggiunse l’apice della sua carriera politica e gli fu assegnato il Premio Nobel per la Pace con Yitzhak Rabin e Yasser Arafat. È rimasto difensore deciso degli Accordi e dell’Autorità Palestinese dopo l’inizio delle due Intifada quando sostenne la politica di Ariel Sharon di usare le forze armate israeliane per contrastare la guerriglia palestinese e per sradicarne l’infrastruttura politica e militare.
Il 13 giugno 2007 è stato eletto presidente dello Stato di Israele, con 86 voti a favore e 23 contrari al secondo scrutinio come unico candidato.
Tra le pagine “più oscure” e di certo meno edificanti alcuni ricordano che tra il 1953 e il 1965, Peres ha servito prima come direttore generale del ministero della difesa di Israele e poi come vice ministro della difesa. Proprio per queste sue responsabilità Peres è stato descritto come “l’architetto del programma di armamento nucleare israeliano” che, fino ad oggi, “rimane al di fuori del controllo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA).”
Nel 1975 Peres ha incontrato il Ministro della Difesa sudafricano Botha e da documenti non più segretati pare abbia offerto di vendere testate nucleari al regime dell’apartheid.
Nel 1986, Peres ha autorizzato l’operazione del Mossad che ha visto il rapimento a Roma del whistle-blower nucleare Mordechai Vanunu, colui che ha rivelato l’esistenza del progetto nucleare israeliano e il fatto che Israele avesse “la bomba”.
Peres ha avuto un ruolo chiave nel regime militare imposto ai cittadini palestinesi fino al 1966, in base al quale le autorità israeliane hanno effettuato confische massicce di terre palestinesi e il loro “spostamento” di massa.
Uno degli strumenti adottati è l’articolo 125 che ha permesso di dichiarare terre palestinesi “zona militare chiusa” e negato l’accesso ai proprietari; la terra sarebbe poi stata confiscata come “incolta”. Peres ha lodato l’articolo 125 come mezzo per “continuare direttamente la lotta per l’insediamento ebraico e l’immigrazione ebraica.”
Un altro dei compiti Peres in qualità di direttore generale del ministero della difesa è stato quello di ebraicizzare la Galilea; vale a dire perseguire politiche volte a ridurre proporzionalmente la regione dei cittadini palestinesi.
Come primo ministro nel 1996, Peres ha ordinato e supervisionato “Operation Grapes of Wrath” quando le forze armate israeliane hanno ucciso 154 civili in Libano e ferito altri 351. L’operazione, ampiamente ritenuta una dimostrazione di forza pre-elettorale, ha visto civili libanesi intenzionalmente presi di mira.
Secondo un funzionario israeliano dell’Air Force, l’operazione è stata un “massiccio bombardamento dei villaggi sciiti nel Libano meridionale, al fine di provocare un flusso di civili a nord, verso Beirut, mettendo così sotto pressione la Siria e il Libano per trattare con Hezbollah “.
L’episodio più noto della campagna è stato il massacro di Qana, quando Israele ha bombardato un compound delle Nazioni Unite e ha ucciso 106 civili che vi avevano trovato rifugio. Un rapporto delle Nazioni Unite ha ha dichiarato che, contrariamente alle smentite di Israele, è “improbabile” che il bombardamento “sia stato il risultato di errori tecnici e/o procedurali.”
Più tardi, artiglieri israeliani hanno dichiarato alla televisione israeliana che non avevano nessun rimpianto per il massacro, e che i morti erano “solo un gruppo di arabi”. Per quanto riguarda Peres, su questi fatto ha dichiarato “Tutto è stato fatto secondo una logica chiara e in modo responsabile”.
Chemi Shalev, uno dei più seri corrispondenti e opinionisti israeliani ha scritto su Haaretz: “Friedrich Nietzsche ha fornito la formula che era l’essenza della lunga e notevole vita di Shimon Peres “Una vita è proficua solo a costo di essere ricca di contraddizioni; si rimane giovani solo a condizione che l’anima non si rilassi, non molto per la pace “, come se egli fosse intimamente a conoscenza della complessità del futuro leader israeliano.”
E nel suo ricordo ha detto “Peres era Israele, dall’inizio alla fine, ma non è mai stato pienamente accettato come un israeliano. Nella sua vita è stato spesso visto come un estraneo e nella sua morte, egli è raffigurato come un’apparizione dal cielo. Peres ha vissuto in Israele per 82 dei suoi 93 anni, ma non ha mai visto le cose come un israeliano. Era un uomo di mondo in un paese che vede solo se stesso, un attore razionale in una fase in cui le emozioni fanno da padrone.”
E ancora “Nei suoi ultimi anni, Peres era la foglia di fico di Israele. Era l’Israele che tutti volevano che fosse, piuttosto che il paese che è in realtà. Ha mostrato un innovativo, lungimirante, paese cosmopolita in cerca di pace, un Israele membro in regola nella comunità internazionale, un faro sulle nazioni piuttosto che un occupante recalcitrante dei palestinesi. E ‘stato incompreso e minato, dai politici israeliani così come dai leader ebrei americani, quando aveva bisogno di aiuto ed era in grado di fare la storia; è stato abbracciato e posto su un piedistallo solo quando non ha fatto alcuna differenza.”