Charlie Hebdo: è bufera per le vignette sul terremoto in Italia

Un “terremoto” mediatico sta colpendo nelle ultime ore la redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo.

Agli italiani, non è piaciuta l’intromissione a suon di vignette critiche (ma vere) sul terremoto che ha coinvolto l’area centrale della penisola italiana causando morte e distruzione nell’area di Amatrice e Accumoli.

Le vignette incriminate sarebbero due e rappresenterebbero in modo “maccheronico” uno spaccato della società italiana di cui c’è poco da esserne fieri.

Sisma all’italiana. Penne al sugo, penne gratinate e lasagne”, raccontava la prima vignetta seguita da un’altra che pareva come una spiegazione alla prima: “Italiani, non è Charlie Hebdo a costruire le vostre case, è la mafia“.

Qual è il limite della satira? E’ cinismo oppure un modo sottile per ricordare a noi italiani che la colpa di quasi 300 morti è in parte imputabile al sisma e in parte alla mala?

 

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Si può nel 2016 costruire delle abitazioni senza alcun criterio antisismico in una zona designata come una tra le più soggette a queste catastrofi naturali?

Agli italiani non è piaciuta, inoltre, la battuta (sprezzante) che accompagnava la prima illustrazione: “Non si sa se il terremoto abbia urlato Allah U Akbar prima di colpire“.

Il riferimento all’Islam non manca. Qualsiasi accadimento luttuoso tocchi il mondo, Charlie Hebdo non risparmia di attaccare gli islamici. Hanno continuato a farlo anche dopo l’attacco terroristico subìto il 7 gennaio 2015 quando, alcuni individui mascherati si sono addentrati nella redazione e in nome di Allah hanno ucciso Stéphane Charbonnier (direttore del giornale ) e si suoi collaboratori.

Tutto il mondo, in quella occasione, si era dimostrato solidale nei confronti dei francesi, anche gli italiani.

Nelle ore concitate in cui Parigi era tenuta sotto scacco dai terroristi, sul web veniva lanciato l’hashtag #JESUISCHARLIE: iniziativa supportata anche dagli internauti nostrani che oggi si dicono indignati e schifati dalle vignette  disegnate e pubblicate sul giornale.

 

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Gli italiani non sono più Charlie. Gli italiani, toccati nel profondo del loro dolore (e forse anche del loro orgoglio) dopo queste vignette fanno un passo indietro e rinnegano la loro brama di unirsi alla comunità.

Enrico Mentana, giornalista e direttore del TG LA7 è intervenuto sulla sua pagina Facebook, dichiarando: “Scusate, ma Charlie Hebdo è questo! Quando dicevate “Je suis Charlie” solidarizzavate con chi ha sempre fatto simili vignette, dissacrando tutto e tutti. Le vignette su Maometto anzi facevano alla gran parte degli islamici lo stesso effetto che ha suscitato in tutti noi questa sul terremoto. Fu Wolinski, una delle vittime dell’attacco terrorista del gennaio 2015, a far capire ai colleghi italiani quarant’anni fa che la satira poteva essere brutta sporca e cattiva. Vogliamo rompere le relazioni con la Francia dopo aver marciato in loro difesa? Basta più laicamente dire che una vignetta ci fa schifo“.

Pessima satira?

Questo è Charlie Hebdo!

 

 

Francesco Iandola; Miriam De Nicolo; Max Papeschi