BONUS CULTURA: 500 EURO IN ARRIVO PER I DICIOTTENNI. LUCI E OMBRE.

Il premier Renzi ha deciso di stanziare ingenti fondi per il rafforzamento della “rete cultura”. Tra i diversi provvedimenti approvati rientra anche quello che prevede un bonus di 500 euro, da “spendere in cultura”, per i diciottenni.


Una nube nera di terrore ha avvolto il mondo intero, gettandolo nel panico attraverso i recenti e terribili attacchi terroristici. Ma, il terrorismo non può vincere, non deve vincere.
In tutto il mondo è stata adottata un’unica linea di pensiero: il terrorismo si combatte con la cultura.
Anche l’Italia ha deciso di supportare tale ideologia, muovendo i primi passi, in quello che è, senza ombra di dubbio, un terreno minato.
Il governo italiano ha deciso, fermamente, di stanziare enormi cifre di denaro per la sicurezza nazionale: un miliardo di euro sarà utilizzato per il rafforzamento del sistema di sicurezza interno, mentre, altrettanti soldi saranno destinati al mondo della cultura.
Questa è stata la decisione di Matteo Renzi, per fronteggiare la paura, per sconfiggere il dilagante terrore.
Dal rafforzamento delle forze dell’ordine e dei sistemi di sicurezza alla riqualificazione delle periferie, dalle borse di studio per gli studenti più meritevoli ai contributi per le associazioni culturali, fino ad arrivare all’ormai famosissimo bonus di 500 euro destinato ai diciottenni.
Proprio così: 300 milioni, appartenenti al miliardo culturale prima citato, saranno destinati ai fortunati giovani che compiranno 18 anni nel 2016.
Il nesso tra sicurezza e cultura esiste e combattere il terrorismo attraverso manifestazioni culturali, qualunque esse siano, è possibile. La cultura, e questo lo sappiamo tutti, è un’arma potentissima, capace di reclutare giovani e non più giovani, indirizzandoli alla conquista della libertà. Proprio quella libertà che oggi è tristemente minacciata.
Però, il bonus per i giovani ha destato non poche perplessità. I futuri diciottenni come spenderanno i soldi che il governo regalerà loro? Che cosa significa cultura per loro?
Ed è proprio quest’ultimo quesito a dar vita alle maggiori preoccupazioni.


LA CULTURA NELLA SOCIETÀ’ DEI GIOVANI. La moderna società, è inutile negarlo, si sta pian piano allontanando dai valori, quelli veri, mettendo da parte la cultura. La voglia di apprendere, di conoscere e di sapere sembra essere un’attività troppo faticosa per i moderni giovani, sempre più impegnati a seguire la moda del momento, dai vestiti, all’ultima invenzione tecnologica nel campo degli smartphone.
Diversi, anche se in piccola scala, sono stati i sondaggi condotti sui giovani, presto 18enni, al fine di capire cosa realmente pensano di questa manovra governativa in loro favore.
Le risposte date possono essere riassunte attraverso un’unica parola: superficialità.
Da un lato, si schierano i ragazzi che non credono in questa manovra e che son certi che nulla sarà dato loro (gli scettici); dalla parte opposta, invece, ci sono coloro che “gradirebbero” non la card prepagata, ma denaro contante (i superficiali). Perché? Semplice: per spendere i loro soldi in vestiti e altri beni che tutt’altro fanno dall’arricchirli culturalmente.
I musei? Nemmeno a parlarne, troppo noiosi. Il cinema? Sorpassato dallo streaming. I libri? Si, forse qualcuno spenderà qualche euro per un libro.
Ma, allora, di chi è la colpa? Forse dei genitori, o meglio, degli adulti in generale e delle istituzioni, che non sempre indirizzano i più giovani nella giusta direzione e, soprattutto, non aiutano loro a comprendere il valore di determinate manovre, gesti e attività. Forse, ciò che conta di più, nella società della strafottenza è il supporto. A diciotto anni ci si sente padroni del mondo e tutto ciò che conta, oggi come non mai, è attirare l’attenzione su di se, attraverso azioni stupide e mostrando un costante disinteresse per qualsiasi attività culturale, le quali sono per i “falliti”. Ecco che, quindi, devono intervenire i grandi, i quali dovranno vestire i panni del tutor e aiutare i ragazzi a comprendere la lezione.


LUCI E OMBRE DEL BONUS GIOVANI: SOSTEGNO ALLA CULTURA O DEMAGOGIA?
Tantissime sono le critiche al bonus di 500 euro per i giovani. Innanzitutto, ci si chiede perché premiare solo chi compirà 18 anni nel 2016 e non chi si è diplomato con il massimo dei voti e nei tempi giusti?
Perché non premiare chi davvero merita, invece che premiare chi è solo fortunato? Si, perché il bonus, si basa, analizzando i fatti, sulla fortuna: chi nel 2016 compirà 18 anni avrà diritto al bonus, gli altri no.
Facendo così si distrugge da un lato il bellissimo mondo della meritocrazia e dall’altro si bombarda pesantemente il principio di uguaglianza. Forse, chi compie, ad esempio, 18 anni a dicembre 2015 non ha bisogno di cultura.
Questa è l’unica risposta che si può dare, date le circostanze.
No, forse non è l’unica risposta.
I giovani che si avvicinano ai 18 anni nel 2016 potranno votare per la prima volta. Facendo un pò di conti e, dato che la matematica non è un’opinione, si possono tirare le somme: sarà per caso una manovra per attirare nuovi consensi? Agli occhi di molti si. Anche se nel 2016 non si vota, le importanti elezioni amministrative di Roma e Milano del 2017, fanno davvero gola.
Analizzando la misura governativa e le motivazioni generali a supporto della stessa, le quali sono state presentate con scarna argomentazione, si approda a quanto affermato in precedenza.
Dure sono state le critiche nei confronti del premier Renzi, il quale si è difeso affermando che non si comprano i voti con i provvedimenti e chi pensa che tutto ciò sia possibile offende la totalità degli italiani.
I dubbi, però, restano: qual è il merito in più di un ragazzo che compie 18 anni nel 2016, rispetto a chi, ad esempio, si è diplomato nel 2015 con il massimo dei voti?
Proprio non si riesce a capire.
La cultura è importante, è l’olio che permette di far muovere agevolmente gli ingranaggi di una società. Ma, nel momento in cui l’olio è di scarsa qualità, potrebbe causare non pochi problemi al motore.
Qual è il motore di ogni società? I giovani.

Francesco Iandola; Miriam De Nicolo; Max Papeschi