Salvatore Schillaci, per tutti Toto’, alla fine non ce l’ha fatta e si è arreso alla malattia che da alcuni anni lo aveva colpito.
Nato a Palermo nel 1964 tra qualche mese avrebbe compiuto sessant’anni.
Tutti lo ricordano per quella sua esultanza con gli occhi “sbarrati” durante Italia – Austria , quando entrato dalla panchina segnò il goal decisivo, che permise alla nostra Nazionale di vincere la partita inaugurale dei mondiali del 1990.
A volte per diventare un’eroe non basta una vita, a Totò bastò quel mondiale del ’90, che fece sognare una nazione intera, portandoci fino alla semifinale e alla conquista del terzo posto, diventandone il capocannoniere con ben sei reti.
Nella sua Palermo iniziò a dare i primi calci ad un pallone, sino ad approdare ai rivali del Messina in serie B, dove sotto la guida di un grande allenatore come Zeman si mise in luce, tanto da essere attenzionato da una grande del nostro calcio come la Juventus.
Nulla è stato regalato a Totò, si è sempre conquistato tutto con grande fatica, sudore e dedizione per ciò che faceva, sino a diventare un grande del pallone, culminato con quello splendido mondiale del 1990 quando a suon di gol ha dimostrato a tutti cosa era capace di fare.
La sua umiltà, la continua voglia di migliorarsi e il grande amore per il calcio lo hanno reso un esempio per tanti giovani che hanno avuto la fortuna di giocare con lui.
Nel 1989 approdò alla Juventus dei grandi, dove vi entrò in punta di piedi, con la solita umiltà e voglia di crescere, di confrontarsi con delle vere e proprie leggende di quel periodo, cominciando dall’allenatore Dino Zoff passando per i compagni di squadra Brio, Casiraghi, Rui Barros, Zavarov e Marocchi, solo per citarne alcuni.
Grazie a quella stagione positiva con la Juventus riuscì a strappare la convocazione nella nazionale di Vicini e a prendere così parte ai mondiali del ’90, il suo vero trampolino di lancio, quelle che poi sono diventate le sue notti magiche.
Chiunque lo abbia conosciuto lo descrive come una persona semplice, tranquilla, professionale e dal cuore grande, una di quelle persone che avendo dovuto conquistarsi tutto con la fatica, la gavetta, il sudore, ha saputo dare il giusto valore alle vittorie e ai successi ottenuti nel tempo, rimanendo sempre umile e orgoglioso delle proprie origini.
Si dice che se sai da dove arrivi, sarà più facile raggiungere il traguardo che ti sei prefissato. E Totò sapeva benissimo dove avrebbe voluto arrivare e con la sua perseveranza e costanza è riuscito ad arrivarci, senza sconti o raccomandazioni, senza aiuti esterni ma solo grazie alla sua forza di volontà.
Totò era così, un ragazzo semplice ma convinto dei propri mezzi, che sul campo ha saputo dimostrare ciò che valeva .
Nell’ultimo periodo abbiamo perso diverse leggende del nostro calcio, da Paolo Rossi a Gianluca Vialli; perdiamo un altro grande uomo, una vera e propria star del nostro calcio.
Non dimenticheremo mai quelle notti passate davanti al teleschermo a guardare quella nazionale, quelle partite al cardiopalma, che grazie ai mitici ragazzi ci hanno fatto soffrire, gioire e urlarle a squarciagola, con gli occhi sbarrati di Totò e le note di quella canzone che alla fine è diventata l’inno di quel periodo, le notti magiche.
Grazie Totò per quello che ci hai regalato, per quello che hai saputo trasmetterci con il tuo amore per il calcio ma sopratutto per la vita.
Siamo sicuri che anche lassù saprai trovare la tua strada, perché le leggende non muoiono mai.
Ci piace ricordarti mentre corri, gridando tutta la tua felicità ad una nazione intera.
Buon viaggio bomber.