A Cenerentola cambierà la vita, quelle di Dorothy de “Il mago di Oz” sono magiche, Nanni Moretti ci legge dentro la natura umana. Sto parlando delle scarpe. Quell’oscuro oggetto del desiderio, protagonista e “musa” di registi, scrittori, scultori, perfino un fotografo che della donna ha creato un mito, la donna di potere, quella a cui ha regalato l’imponenza nei suoi scatti, l’autorità sottolineata dalla figura maestosa rispetto alla piccolezza dell’uomo, Helmut Newton, il fotografo che sotto quei tacchi ci ha fatto passare uomini, donne e auto sportive. Helmut Newton, che per la scarpa aveva un’ossessione, che in una sua immagine ci regala quella perfetta arcuatura della caviglia, il collo del piede che si tende, la linea sinuosa tra gamba e piede.
Sono loro a portarci a spasso, loro che lasciano il segno dove noi passiamo, le scarpe, a cui il brand Fragiacomo ha regalato estetica ed eleganza.
Incontriamo Federico Pozzi Chiesa, Chairman e CEO del brand (insieme al fratello Massimo Pozzi Chiesa) che ci racconta la storia del marchio, lunga più di 60 anni.
“La nostra famiglia indossa Fragiacomo da 3 generazioni ed oltre a conoscere la qualità del prodotto, siamo emotivamente legati al marchio. Questo legame è stato fortemente percepito anche dal figlio del fondatore, dal quale lo abbiamo rilevato ormai 7 anni fa. Maurizio Fragiacomo non voleva che il marchio fosse delocalizzato o alterato e l’avrebbe venduto solo a chi ne avrebbe rispettato i valori. Nella nostra famiglia ha percepito una condivisione di intenti, che mi piace tradurre con ciò che lo stesso Maurizio ci disse prima dell’acquisizione: “ Da generazioni, camminiamo sullo stesso marciapiede, respiriamo la stessa aria…”
Cosa c’è nel vostro passato da imprenditori prima di Fragiacomo?
“Il nostro core business è il trasporto e logistica e il real estate; il settore calzatura è una novità dettata da un discorso emotivo più che di business. Ma il nostro background sta influenzando e soprattutto migliorando l’approccio che abbiamo in questo settore. Come? Attraverso team ben selezionati che si occupano di e-commerce e digital, e il digital è nelle nostre corde: 4 anni fa abbiamo creato uno spazio di co-working, Supernova-hub dove nascono start-up che oggi hanno un grande successo. Per Fragiacomo il novembre scorso è stato lanciato l’ecommerce, è stato chiuso un accordo con Yoox net a porter ed implementata una strategia mirata per i social network.”
A quali donne è destinata la vostra calzatura?
“L’età è piuttosto trasversale, e la risposta che abbiamo dai social è un paniere di donne diverse tra loro, ma tutte accomunate da un forte senso estetico e dalla capacità di “interpretare” la scarpa. Alcune di loro hanno il gusto di “modernizzare” una scarpa prettamente classica, abbinandola ad un jeans o ad un abito iperfemminile. ”
Qual è il vostro rapporto con le influencer?
“Stiamo cercando di ampliare il raggio d’azione anche all’estero, abbiamo da poco piantato bandierina in Russia individuando un team di influencer che sostengono l’attività dei punti vendita multibrand (tra queste Rita Galkina, Eugenia Polyakova, Darya Kamalova).
In Italia, tra le altre, abbiamo un rapporto continuativo con Nima Benati, che oltre al talento fotografico, riesce a comunicare attraverso le immagini. Per noi è importante che chi ha un ruolo “rappresentativo” del brand non sia solo una donna di bella presenza, ma possieda soprattutto carattere e personalità.”
Il rapporto arte – moda
“Il nostro obiettivo è creare una sinergia a livello culturale elevato. Tre anni fa ci siamo ritrovati a tavola con il direttore creativo della Fondazione Mimmo Rotella, di cui noi siamo collezionisti; a quel tempo avevamo già presenziato su alcuni red carpet o eventi diurni a Venezia facendo product placement su attori e attrici, ma la voglia di ricominciare doveva spostarsi sul cinema! Ed era un ridare prestigio a Fragiacomo, che proprio da “La Dolce Vita” ha lanciato questo trend, quando nel negozio di Roma Audrey Hepburn andava, tra un set e un altro, a scegliere le scarpe e Kirk Douglas era stato fotografato nel ’59, uscendo dalla boutique con un sacchetto Fragiacomo, durante le riprese di “Spartacus” di Stanley Kubrick.
Abbiamo rinnovato questi legami proprio grazie al Festival del Cinema di Venezia, e tramite il sostegno al Premio Fondazione Mimmo Rotella, grazie alla cui collaborazione negli ultimi anni abbiamo premiato James Franco, Jude Law, Sorrentino, Mel Gibson, Ashley Greene.
Per l’uomo la scarpa rappresenta un investimento, per la donna un acquisto di pancia. Sentiremo uomini vantarsi di avere un’ottima scarpa da più di dieci anni, ma mai una donna fare lo stesso. La donna punta anche alla quantità. E’ così?
“Per esperienza abbiamo notato che per l’uomo è un acquisto razionale, di fruizione, ragionato; l’uomo è attento alla lavorazione, alla qualità intrinseca del prodotto, per la donna invece rimane una scelta dettata dall’umore. La donna acquista quel paio di scarpe perché se ne innamora! Ma oltre a quelle, di altre 30!”
Esiste un modello a cui siete particolarmente legati? Un modello-icona?
“Lo Sparkling Mesh” è una delle nuove proposte che in collezione ha rielaborato la storica lavorazione con laseratura e cristalli. Abbiamo deciso di interpretarla e rinnovarla, ritenendo che rappresenti ancora oggi un concept molto attuale. La scarpa nella sua veste storica è stata anche fotografata da Piero Gemelli per il progetto Fragiacomo Timeless Italian Luxury, il nostro primo libro atto a celebrare i 60 anno del brand. Alcuni tra i migliori fotografi sul mercato hanno interpretato, con la loro visione, la loro sensibilità ed esperienze, un modello Fragiacomo: Gian Paolo Barbieri, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel, Simone Nervi e Maria Vittoria Backhaus.”
Per le donne le scarpe Fragiacomo sono come le madeleines per Proust, riportano un ricordo lontano, come il sogno di indossarle da bambine, sono l’oggetto del desiderio, il pezzo della nostra ossessivo compulsiva collezione, ci portano a ballare ad una festa outré, ci fanno sentire più belle; quando vogliamo un paio di scarpe nuove usciamo, e ci compriamo un paio di scarpe nuove. E quando abbiamo voglia di coccole, usciamo e ci compriamo un paio di scarpe nuove!