Rua, il ristorante di Isola che è un viaggio nella Penisola

Rua omaggia la cucina italiana con un menu dedicato alle Regioni

Siamo nel movimentato quartiere di Isola, dove aprire un ristorante è una certezza e Francesco Zucchi Ricordi ha lanciato un nuovo concept della cucina, Rua, al 6 di Piazzale Carlo Archinto.

Alle pareti 3 secoli di storia, alcuni degli stampi di lenzuola Zucchi, dal 1635 al 1935, azienda di famiglia dove Manlio ha lavorato, il padre di Francesco con cui avrete il piacere di fare due chiacchiere tra una portata e l’altra, ascoltando i racconti di un viaggio intorno al mondo.

Alle pareti bellissimi giochi geometrici creati con i tessuti di Loro Piana e un’opera d’arte in ferro battuto di Antonio Sciortino, “Assembramenti”, gruppi di uomini che corrono o si tengono per mano, un guizzo artistico di buon auspicio creato durante la pandemia.

Tavoli scuri in porfido, divano in pelle di anguilla trattata, cucina a vista e un grande tavolo centrale il cui protagonista è l’imponente Ficus Lyrata che regala colore e un “giardino d’interno”.

Ma il grande attore qui è quello che sta nel piatto, nella sua semplicità, frutto della ricerca gastronomica di Francesco che da “I Marinati”, società di catering fondata nel 2015 al “Bech”, format del panino gourmet con cocktail aperto nel 2018, giunge alla chiusura del cerchio con Rua, la “strada” della massima espressione del gusto.

E allora dal menu consigliamo i mondeghili (tipiche polpette milanesi) con salsa verde al prezzemolo; il vitello tonnato con spuma di tonno, omaggio a Diego Rossi del ristorante Trippa di Milano; i mandilli de sea (“fazzoletti di seta” fatti in casa), un tipico formato di pasta ligure simile alle lasagne, realizzati con sfoglia al nero di seppia e guarniti con pesto ligure e crudo di gamberi rosa; i tortelli alle erbette con quell’amaro che crea dipendenza; il polpo, con olive taggiasche, biete colorate e fave di Carpino; ma anche le verdurine passate in padella avranno un sapore unico e vi sembrerà di aver fatto un viaggio su e giù per lo Stivale deliziandovi occhi e gola.

Non andatevene senza aver assaggiato il Ti’ Punch fatto col rhum agricolo, un Clairin Communal, lime e zucchero, un modo di bere il rhum tipico di Guadalupe, su cui Manlio avrà senz’altro un aneddoto da raccontarvi.

Da Rua ci si sente a casa, sarete coccolati in un ambiente informale dove l’Italia e la sua cucina sono giustamente sacri. All’arrivederci avrete già volta di tornarci.