Certo non ci aspettavamo fosse di altra nazionalità che scozzese il frate al quale viene attribuita la creazione del primo whisky, che nella storia vede la sua prima registrazione datata 1 giugno 1494 nei “Exchequer Rolls” emessi per ordine di re Giacomo IV di Scozia. In questo documento si parlava di una partita di malto utilizzata per fabbricare delle bottiglie contenenti “Aqua vitae”.
“A Fra John Cor, per ordine del re, per fabbricare aqua vitae VIII capsule di malto.”
Exchequer Rolls 1494–95, Vol x, p. 487
Ma chi era questo monaco passato alla storia grazie a questo distillato?
Il suo nome era John Cor, tirocinante al tempo, che serviva nell’abbazia di Lindores nella città di Newburgh… ovviamente in Scozia. La sua scoperta, oltre che come bevanda, fu inizialmente utilizzata per scopi medici quali la guarigione di ferite e la sedazione di dolori e solo dopo la prima riforma di Enrico VIII nel 1536 i monaci furono obbligati a condividere la loro formula con altri titoli quali barbieri e chirurghi.
A tutt’oggi viene commercializzato in Spagna un marchio di whisky con il nome del monaco, John Cor, nonostante le difficoltà incontrate per poter utilizzare il suo nome. Infatti, la Scotch Whisky Association ha citato in giudizio il produttore poiché, secondo loro, il nome della bottiglia e altri elementi inducevano a pensare che il whisky fosse realizzato in Scozia. La domanda è stata respinta in quanto (con nostro grande rammarico), la maggior parte della gente non sa che John Cor è l’«inventore del whisky» e quindi non poteva dar luogo a fraintendimenti.
il John Cor è un blend senza età che in calice ha un colore oro pallido. Al naso molto floreale dove l’alcool è molto evidente e si possono trovare note di miele e legno. Un corpo leggero con note piccanti molto intense. Si può percepire il caramello e delle note floreali di distillato puro. La sua caratteristica distintiva e predominate… per gli appassionati solo “il nome”.
Restando in tema “paternità” per quanto riguarda le origini della parola inglese “whisky” in gaelico si chiamava “uisce beata”, traduzione letterale, a sua volta, del latino, “aqua vitae”… e come ricorda un detto irlandese:
“Per tutto ciò che il whisky non può curare, non esiste una cura.”