Enrico Bartolini e la stella di Villa Elena, ristorante di Bergamo Alta

Quante volte abbiamo desiderato, in un ristorante, più privacy, per godere oltre che dell’esperienza della tavola, anche della compagnia di chi abbiamo di fronte, e della possibilità di conversare liberamente in uno spazio più intimo?

Non tutti i ristoranti oggi, possiedono queste Private Dining Room, mentre Villa Elena è esattamente il Paradiso della riservatezza e dell’eleganza.

E’ qui che lo chef italiano tra i più influenti a livello internazionale, Enrico Bartolini, ha scelto la seconda vita del ristorante Casual.

Villa Elena possiede fascino, storia e charme, è come una bellissima donna destinata a qualcosa di più grande; un tempo castello pronto a difendere la città di Bergamo dall’alto, poi dimora settecentesca di nobili famiglie, per essere infine destinata alle mani esperte dell’accoglienza e del food. Oggi capitanata dal Resident Chef Marco Galtarossa e dal Restaurant Manager Andrea Zamblera, Villa Elena è l’edificio storico più prestigioso di Bergamo, tutelato dalla Soprintendenza alle Belle Arti.

La sala più imponente e preziosa è quella della Musica, un angolo di Versailles all’italiana, dorati stucchi decorativi, d’ispirazione barocca, alle pareti sete pregiate e oggetti di design minimalisti in totale contrapposizione e così perfettamente accostati.

L’accoglienza è la più desiderabile oggi, per una clientela abituata alla formalità, ma più in simbiosi e a proprio agio con la professionalità di un team giovane seppur esperto e amichevole, di cui Filippo Casè ne è portavoce per classe e calore del servizio.

A omaggiare Villa Elena, il benvenuto dalla cucina, il rosone, suo simbolo storico, un Oreo salato, biscotto al malto d’orzo e al centro una pasta di anacardi.

In condivisione al centro del grande tavolo ovale, su un cucchiaino dorato, uno stracchino delle Valli Orobiche glassato con tartufo nero e petali di tartufo nero, fiore di ibisco ripieno con amarena, foie gras e tartare di pecora, (varietà tipica di quelle valli); frittella con granseola e coniglio marinato; meringa salata, battuto di gambero insieme a caviale di trota, lime; in una piccola coppa, melanzana con spuma di tuorlo leggermente affumicata al whisky con olio di zucca; in una coppa di cristallo macedonia a sfere, anguria, melone, cetriolo, alga kombu (che da’ nota di sapidità); carpione con mandorla fresca, caviale di aringa e sfera (un gelato di fiori di ciliegio).

In un piatto che sembra l’amplificazione di quello che vi sta al centro, spuma di diverse varietà di basilico tra cui il rosso che conferisce colore e aromaticità, alla base more di gelso accompagnate da ombrina leggermente scottata in brace; e il mondo meraviglioso dei panificati con una focaccia che crea dipendenza, fatta con germogli di semi di papavero e accompagnata da un olio dei Monti Iblei (provincia di Ragusa), un pane di grani integrali (semi di lino e di girasole), burro demi-sel, infine grissini leggermente piccanti con Pimenton, una tipologia di paprica dolce spagnola affumicata.

Piatto iconico dal menu estivo (che cambia identità ogni 4 mesi fino ad arrivare ad un massimo di 10 menu l’anno), “Metamorfosi d’estate”, zucchina verde e gialla, alla base una cagliata di arachidi e accompagnata da un gel all’olivello spinoso e caviale, e foglioline di tagete per il gelato. Si sposa con una insalatina di zucchine, trombetta, patisson, arachidi caramellate e ceviche di pomodoro verde, zenzero e olio di levistico. La cialda è un fiorellino di zucchina croccante essiccato glassato con salsa di arachidi.

Piuttosto comune nel bergamasco, la tartare di cavallo, così come per la città d’origine dello chef Marco Galtarossa che serve con una melassa di peperoni di Carmagnola e prugne, per un balance di dolcezza, acidità e freschezza.

Vengono in mente sole e spiaggia con lo spaghetto al limone, cotto per ultimo terzo in succo di limone, mantecato con crema del frutto, limone candito e spolverata di scorze di limone passata in brace. On top, erbe limonate come melissa, verbena, basilico e origano greco.

Spinta estrema sul gusto da Villa Elena, dove ci si diverte a tavola, come lo chef in cucina, e dove anche il sommaco, l’infiorescenza del cipresso, ha una sua identità e riesce ad essere co-protagonista nel risotto mantecato con rafano, anguilla e nasturzio.

Un dipinto primaverile, dai colori pastello, il merluzzo cotto a bassa temperatura, peperone crusco, fagiolini, composta di fragole albine leggermente grigliate, acetosella, tubero di Oxalis, e salsa di ostriche.


Il palato ha messo la sesta già dalla prima entrée, una cucina di grande coraggio e destinata a palati allenati a gusti stellati. Questo è un Luna Park di sapori e azzardi, dove si passa da un giro di giostra all’altro senza mai annoiarsi, e il divertimento arriva quando stai cercando di decifrare cos’hai nel piatto, degustandolo ad occhi chiusi, per poi prendere un altro boccone e aprirsi un nuovo ed esplosivo arcobaleno di sapori.

Coccola prima dei saluti, la piccola patisserie, un lollipop alla fragola, cioccolatini con caramello salato e spezie indiane, e il dessert ai tre ingredienti: cioccolato fichi e porcini, una composta di fichi freschi, spuma di foglie di fico, gelato di funghi porcini, crumble di cioccolato e lamelline di porcino crudo, un tocco di sapidità. In abbinato, un omaggio al territorio, Moscato di Scanzo al frutto rosso elegante, una carezza finale che ci farà ricordare l’esperienza da Villa Elena come un Risveglio dei Sensi.


(Villa Elena si trova in Via S.Vigilio 56 a Bergamo)