Amaracmand, l’originale grinta dei vini da agricoltura biologica

Quante volte capita di innamorarci di una storia, di un aneddoto, prima del prodotto? Succede in quasi tutti i grandi successi commerciali, ma questa storia ha del tenero, delle motivazioni profonde, e sono legate ad una storica nevicata, quella del 2012 in un paese vicino Cesenatico.

Quattro metri di neve, i vigneti romagnoli soffocati, le cantine chiuse e sommerse, ed un contadino in serie difficoltà finanziarie. Fino a quando Marco Vianello accende una proposta e permette al contadino di salvare almeno la sua casa, mentre lui inizierà una nuova grande avventura nel mondo del vino, dal nome Amaracmand.

Sei ettari tra le mani, ma nessuna esperienza, solo una grande passione ed un gesto che nessuno dei due scorderà per tutta la vita. Insieme al cugino e allo zio cercano di dare un valore a questo gesto, di renderlo autentico, unico, originale. Riuscendoci.
Amaracmand diviene così, dopo successive acquisizioni di terreni, altri 7 ettari nel 2027, un progetto di vini di agricoltura biologica, senza solfiti aggiunti, senza allergeni, una selezione attenta della carta d’etichetta, senza polimeri, la stampa al vetro monocolore della bottiglia per limitare l’impatto ambientale; un’attenzione che si allarga alle numerose scelte fatte in cantina.

Ultimata nell’agosto 2020, dopo l’acquisto di particolari attrezzature per la conservazione dei vini e la collaborazione preziosa con l’enologo Maurilio Chioccia, con gli uffici di ricerca delle Università di Perugia e Bologna che stanno catalogando i lieviti autoctoni, la cantina oggi produce delle 60 alle 80mila bottiglie l’anno, totalmente assorbite dal mercato, per un totale di 14 ettari di vigneto.

Vini diversi, senza ombra di dubbio, come Madame Titì, lo spumante Brut Nature bio, un’alternativa brillante alla solita bollicina, metodo Charmat, 85% mombino bianco, il resto grechetto gentile, albana, trebbiano della fiamma, una bollicina complessa, perlage fine e persistente, sentori agrumati, una surmaturazione delle uve ed una spumantizzazione di cca un mese senza l’uso di saccarosio, e tra i 4 e i 6 mesi di affinamento in bottiglia.

Madame Titì è un omaggio a Tiziana, consorte del co-proprietario Marco Vianello; l’etichetta rappresenta una elegante donna con cappellino, disegnata a mano da una pittrice bolognese ora trapiantata a Parigi. Si beve a tutto pasto, anche se è perfetto per l’aperitivo.

Perimea è 100% sangiovese, cru di un vigneto di 1 ettaro e mezzo, il più vecchio con un terreno argilloso blu o detto anche “creta azzurra”, con scaglie in estate e colloso in inverno. Molto balsamico, dal tannino sincero ma fresco e morbido, che lasciato ossigenare regala sentori di caffè.
La prima raccolta della bacca rossa avviene a fine agosto/inizio settembre, le uve vengono selezionate 2 volte, una in campagna in cassetta, una in cantina dove viene sgranata e riselezionato il chicco.
L’affinamento avviene 6 mesi in acciaio e poi bottiglia, con una evoluzione veloce ed un tannino smussato.

Imperfetto (annata 2022) è stato il primo progetto del 2012/13, chiamato così perchè “è il difetto che crea lo stile.” – dice Vianello. Sangiovese bio 85%, per il resto Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Alicante, frutta rossa succosa e fresca.
Vinificato prima in acciaio e poi legno di rovere francese, una parte tonneau, una parte in botte grande per massimo sei mesi, dal tannino gallico.

E per tornare al senso della storia e alla genuinità dei protagonisti, Amaracmand significa in dialetto romagnolo “Mi raccomando“, in ricordo della nonna di Vianello che, nelle estati più bollenti, quelle mitiche della riviera romagnola, quando la musica invadeva le spiagge con le sue belle turiste tedesche, si preoccupava del nipote e delle sue infinite passioni, e non smetteva mai di ricordargli “Amaracmand!