Siamo in un bosco, luogo che Freud definisce oscuro e selvaggio perchè rappresenta le forze più animalesche e inconsce e che nei sogni rimanda agli angoli inesplorati della psiche. Qui una bambina di buone maniere raccoglie funghi, elemento chiave del film.
E’ la fine del 1800, in piena guerra di Secessione, quel bosco è l’unico svago per le fanciulle che alloggiano in un istituto femminile, austera dimora dalle imponenti colonne, illuminata dagli obliqui raggi di luce che si fanno strada tra gli alberi e le foglie. E la scelta sull’immagine diretta da Philippe Le Sourd non è un caso. Per ricreare quelle atmosfere tanto care a Sofia Coppola, così intime e melanconiche e muliebri, Le Sourd utilizza una Arricam a 35 mm, quindi pellicola, che legge la più fioca luce di una candela.
La bambina nel bosco, quel cappuccetto rosso vestita di bianco in abiti vittoriani, porta la merenda all’Istituto: un soldato ferito, interpretato da Colin Farrell, che diventa l’oggetto del desiderio e della discordia tra le donne.
La prima parte del film sarebbe inesistente, se non fosse per la scelta dei costumi e per la perfezione della fotografia, i dialoghi sono banali e non accade nulla. E’ solo nella seconda parte che ci torna alla mente “Misery non deve morire” il thriller tratto dal romanzo di Stephen King, dove una psicopatica frattura le gambe del suo scrittore preferito, legandolo al letto, diventando la sua carceriera. Il volto di quella follia omicida ha il viso di Nicole Kidman in questo caso, l’istitutrice rifiutata dal soldato che preferisce rinvigorire i suoi spiriti con una giovane dell’istituto. E le conseguenze di una donna rifiutata sono terribili e temibili, ce lo ricorda Demi Moore in “Rivelazioni” dove , dopo aver sedotto insistentemente un uomo, viene lasciata semi-nuda e furente, dando il via a cause per “molestie sessuali” mai subìte.
Poco credibile Elle Fanning nella parte dell’istigatrice maliziosa, sarà lo strascico del ruolo innocente interpretato in “The Neon Demon”; decisamente fuori forma Kirsten Dunst nella parte di Edwina, la succube insegnante che non riesce a tacere i desideri e si getta tra le braccia del soldato; perfetta nel ruolo di strega Nicole Kidman che con freddezza e spirito di vendetta, amputa la gamba del caporale nordista.
Se Colin Farrell, sessuomane incallito, ha dichiarato in un’intervista di aver fatto sesso con una settantenne per il gusto della scoperta, credo che mai, nei suoi sogni più languidi, si sia immaginato tanta cattiveria sprigionata da un gruppo di 6 incantevoli donne di buona famiglia. E’ evidente che non conosce a fondo il mondo femminile.
Lontani i tempi delle “vergini suicide”, le ribelli sorelle che preferiscono il suicidio ad una vita senza passioni, lontana la ricerca sociologica di quel vuoto superficiale in “Bling Ring” . I profili psicologici sono piatti, al contrario della fotografia, non c’è spessore né pathos, solo l’ira e la sterile gelosia di donne che stanno erette da troppo tempo.