Gli amori platonici non sono nuovi nell’Inghilterra primi ‘900; pensiamo al matrimonio tra Virginia Woolf, scrittrice lesbica, sposata a Leonard Woolf, editore omosessuale; nella Bloomsbury intellettuale non era così desueta la relazione tra amori impossibili, o meglio, impossibili da consumare fisicamente.
Similare il caso della pittrice Dora Carrington, raccontato nel 1995 dal regista Christopher Hampton nel film “Carrington “, 2 premi al festival di Cannes tra cui “miglior attore” a J. Pryce.
Dora è un’artista vivace che dipinge per il piacere di farlo, non ha come fine ultimo la mostra o il denaro; è una ragazza dal fisico androgino e dal carattere irrequieto, e il suo motto è “libertà”.
Scoprirà tardi i piaceri del sesso, rifiutando per quattro anni le avances fisiche del suo fidanzato di allora Mark Gertler, pittore inglese molto lodato dalla critica del tempo. Dora nel frattempo ha già conosciuto Lytton Strachey, scrittore, critico e saggista del gruppo di Bloomsbury, pacifista e omosessuale dichiarato. Lytton è un uomo barbuto, porta occhiali da gran pensatore, possiede la calma di un vecchio saggio, l’intelligenza del lettore e inevitabilmente Dora se ne innamorerà, lasciando Mark e iniziando, in una nuova casa, un periodo di promiscuità e triangoli amorosi.
Nonostante le prime reticenze di Lytton, che pensa alla convivenza come causa della fine di tutti gli amori, i due andranno a convivere; negli anni susseguiranno le intermissioni di altri uomini a partire da Ralph Partridge, ex ufficiale tutto d’un pezzo che Dora sposerà per tenerlo legato a Lytton, per amor suo, al loro fianco nel viaggio di nozze a Venezia.
In un percorso Ivoryano, nelle immense vallate di Brenan dove la pittrice ritrarrà i suoi uomini, irrompe una nuova figura maschile, si tratta di Gerald Brenan, romantico personaggio, amico di Ralph, che diviene presto amante di Dora. I tradimenti della pittrice sono solo accenni di una instabilità e di una fragilità che non tarderanno a presentarsi; gli uomini sono interscambiabili, le permettono di sentirsi viva e giovane, come nella relazione con Beacus Penrose, un aitante capitano che la prende con forza e con virilità, il primo a farle notare il suo lato maschiaccio, chiedendole di “indossare reggicalze e calze nere o testa di moro, per risaltare la forma delle gambe”.
Tutti si innamorano di Dora, ma il suo cuore è rapito dallo spirito di Lytton, che morirà di cancro allo stomaco, lasciando Dora in una profonda depressione. Gli uomini che l’hanno amata vorranno salvarla ma lei, dopo un primo tentativo di suicidio, riuscirà a lasciare tutti con un colpo di pistola, raggiungendo Lytton in un luogo dove forse, il loro amore, potrà essere esclusivo, lontano dalla gelosia a cui nessuno dei due ha mai creduto.