Chi è Greta Thunberg? Se intendete scoprirlo vi invitiamo a vedere il documentario incentrato su di lei, diretto da Nathan Grossman. Disponibile sulle piattaforme digitali Sky Primafila, Google Play, Infinity, Timvision, Chili, Rakuten TV, oltre a MioCinema e IoRestoInSala, questo lungometraggio dal titolo ‘I am Greta’ distribuito da Koch Media in partnership con Lifegate presentato con successo di critica alla 77 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, esplora la personalità complessa e controversa di questa sedicenne attivista svedese che ha deciso di dedicare la sua giovane vita alla lotta contro la crisi climatica.
Sono 5 anni che è stato stipulato il trattato di Parigi che prevede l’azzeramento dei gas serra causa primaria del riscaldamento globale, vero cancro di questo pianeta. Ma nessun paese mondiale si è adeguato fino a oggi. Greta viene dipinta nel film come una eroina dell’ambiente ma anche come una ragazza sola e coraggiosa affetta dalla sindrome di Asperger che la rende debole ma forte al tempo stesso in quanto pare che potenzi la sua memoria. L’hanno definita ‘bambina radicale’, ‘mocciosa isterica e maleducata’, è stata minacciata di morte, è diventata il bersaglio prediletto dei leader sovranisti come Trump, Putin e Bolsonaro, l’establishment l’ha dileggiata ovunque, ma lei non si è mai arresa perché sente la responsabilità di salvare l’umanità dalla catastrofe che stiamo rischiando per aver trascurato il nostro ecosistema. “La razza umana è come un branco, chi avvista un pericolo imminente deve informare gli altri, dipendiamo gli uni dagli altri”, dice Greta nel corso delle riprese. Una frase che si commenta da sola. Questa ragazzina dagli occhi azzurri e dalle lunghe trecce bionde, che si presenta in modo del tutto anonimo al cospetto dei potenti della terra sfidandoli a fornire risposte al pianeta, è diventata il simbolo di un movimento che a New York nel settembre del 2019 ha mobilitato ben 2 milioni di persone davanti al Palazzo dell’Onu, allora sede di una importante conferenza sul clima.
Il documentario, girato con un linguaggio fresco, minimale, conciso e asciutto ma anche molto provocatorio a tratti, segue Greta dal suo primissimo giorno di pacifica contestazione fino al rocambolesco viaggio in barca a vela verso New York per partecipare al Summit sul clima dell’ONU. La protesta di Greta e i suoi primi ‘Friday for future’ a Stoccolma davanti al parlamento svedese sono diventati virali sui social lasciando un segno indelebile nelle coscienze di tutti noi. “Ormai il countdown é iniziato e non c’é più tempo per enunciare princìpi: bisogna fare i fatti” dice Greta. La portata rivoluzionaria del suo messaggio affidato ai più piccini è molto evidente nel documentario. Esclusa ed emarginata dai suoi coetanei, Greta è una ragazza ipersensibile che ha sofferto di mutismo selettivo a causa di una lunga depressione causata dallo studio dei problemi climatici. Fra luci e ombre la vicenda umana e politica di Greta si dipana con un ritmo sempre dinamico seguendola attraverso la preparazione dei suoi famosissimi speech in Polonia e a Strasburgo o nei momenti in cui dare valore alle piccole cose, perché Greta è un amante della routine e ei suoi animali domestici: cani e cavalli soprattutto che accudisce personalmente. A Greta pesa molto portare avanti la sua battaglia ma ciononostante questa ostinata e perfezionista ragazza continua a lavorare per migliorare il mondo dimostrando la vitalità e la forza trainante dei veri ideali.
Le scene più toccanti sono quelle in cui i genitori, soprattutto il padre che la segue come un’ombra, si dedicano a lei per mitigarne lo stress con affetto e commozione. E qui il pathos raggiunge vette isnperate. Questo lungometraggio, realizzato con semplicità e frugalità di mezzi, è in realtà un ritratto efficace e sentito di una protagonista della nostra storia oggi temuta dai nemici dell’ambiente di tutte le latitudini. Le sue rampogne sulla salvaguardia del pianeta per una giustizia ecologica e un pianeta più vivibile non sono passate sotto silenzio e qualcosa è cambiato. Poi è arrivato il Covid e il resto è storia. “La natura non è un sacchetto di caramelle senza fondo e prima o poi si metterà in sciopero: allora il futuro sarà a rischio”: impossibile darle torto.