Era l’Agosto del 1924 quando André Gustave Citroën decise di aprire in Italia una filiale del proprio marchio automobilistico, acquistando un terreno nella periferia milanese, dove ancora oggi sorge li centro Stellantis di via Gattamelata. Una storia che dura da cent’anni, un legame inossidabile che lega Citroën al nostro paese, fatto di successi, auto rivoluzionarie e iconiche che hanno cambiato il mondo dell’automobile.
André Citroën nacque a Parigi nel 1878 da una ricca famiglia ebraica commerciante di diamanti. Sin da piccolo si dimostrò molto vivace, curioso e intelligente, con una grande voglia di apprendere e di leggere soprattutto Jules Verne, anche se un altro personaggio attirò maggiormente la sua attenzione, Gustave Eiffel e il suo progetto di costruire la Tour Eiffel.
Proprio in occasione dell’inaugurazione di quest’ultima, durante l’Esposizione Mondiale di Parigi nel 1889, André conobbe alcuni dei più importanti personaggi legati al mondo dell’automobile, come Gottlieb Daimler, Wilhelm Maybach, Armand Peugeot, Emile Levassor e Louis Renault.
Dopo essersi iscritto al Politecnico di Parigi, nel 1900, durante un viaggio in Polonia, visitò una fabbrica di ingranaggi, ed è qui che ebbe l’intuizione da cui tutto iniziò: l’idea di costruire ingranaggi in ghisa a cuspide, detti anche a doppia elica o con dentatura a “V”, che avevano il vantaggio di essere più resistenti e meno rumorosi di quelli a denti inclinati.
Tornato in Francia ne registrò il brevetto e nel 1902 aprì la prima fabbrica. Proprio dagli ingranaggi a “V” deriva il logo del “Double Chevron” che divenne l’emblema della casa automobilistica, fondata ufficialmente nel maggio del 1919 a Quai de Javel, con la presentazione del primo modello, denominato “Type A”.
Da allora sono stati ben trecento i modelli di auto creati da Citroën, alcuni dei quali divenuti delle vere e proprie icone.
Negli anni venti il marchio divenne famoso, oltre che per la produzione di vetture, anche per la sua rete di assistenza e garanzia post vendita, offerta ai clienti che in questo modo si legarono di più al marchio francese, trovando spesso officine vicino casa, una vera e propria novità per l’epoca.
Innovativi furono anche i metodi di vendita, basati su una forte pubblicità e sull’intuizione di far testare alla clientela le proprie vetture per valutarne personalmente qualità ed efficienza, dando vita così alle “Carovane Citroën” dove poter ammirare, ma soprattutto toccare con mano, i veicoli della casa.
Da sempre convinto che il miglior mezzo per la vendita dei propri veicoli fosse la pubblicità, creò delle vere e proprie vetture giocattolo in miniatura, le “Citroënettes”, destinate ai concessionari.
Il nome di Citroën nel 1920 comparve nel cielo di Parigi con un aereo che ne tracciò la scia; di lì a poco la Tour Eiffel venne illuminata con la scritta della casa automobilistica.
Fu il primo a lanciare le donne come protagoniste per pubblicizzare le vetture Citroën, qualcosa di mai visto prima, con questo slogan: “La donna moderna guida una Citroën”.
André era innovativo, amava stupire e creare vetture davvero uniche e dal design inconfondibile, caratteristche che da sempre hanno accompagnato la casa lungo un percorso di crescita e sviluppo.
Negli anni successivi nacquero modelli quali la B2, la B10 e la B12 nonchè l’innovativa “Traction Avant” negli anni ‘30, quando André decise di ristrutturare e rimodernare la fabbrica di Quai de Javel.


Alla sua morte, avvenuta nel 1935, lasciò la fabbrica nelle mani del colosso francese di pneumatici Michelin. Prese così le redini dell’azienda Pierre-Jules Boulanger che riportò in vita l’idea di Citroën di costruire una vettura adatta a tutti, super economica che avrebbe dovuto risolvere il problema del trasporto di massa dando vita al progetto TPV (Toute Petite Voiture).
Gli anni del secondo conflitto mondiale però interruppero il progetto di nuove vetture, facendo cadere la casa in una forte crisi produttiva e finanziaria, arrivando nel 1943 a fermarne del tutto la produzione.
Nel dopoguerra Citroën ebbe la forza di ripartire col progetto TPV, che diede vita nel 1948 ad uno dei più iconici modelli Citroën, la 2CV, prodotto per oltre quarant’anni in più di 4 milioni di esemplari, venduti in ogni parte del globo.
La 2CV è stata per intere generazioni qualcosa di unico, una vettura per ogni età e per ogni esigenza.
Non sono state molte le vetture che hanno legato il loro nome alla storia dell’intera umanità, attraversando quattro decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale sino agli inizi degli anni ‘90.
La 2CV ha rappresentato un modo di essere, di vivere le nostre città e di viaggiare a cielo aperto, una vettura che ha segnato in maniera indelebile la storia dell’automobile, facendo sognare intere generazioni.
Ma Citroën non ha voluto fermarsi qui e negli anni ‘50 ha dato vita ad un’altra vettura iconica e straordinariamente evoluta per i tempi, soprannominata “Lo Squalo”, ovvero la Citroën DS che nell’anno della sua presentazione al Salone di Parigi seppe oscurare tutte le concorrenti, semplicemente perché non c’era nulla di simile. Fu la prima vettura a racchiudere in sé la trazione anteriore, la scocca portante, il cambio semiautomatico, le sospensioni idropneumatiche e il circuito idraulico in comune con sospensioni, servofreno e servosterzo, nonché la frizione idraulica, senza tralasciare la solita linea avveniristica e originale che da sempre identifica ogni vettura Citroën.
Seguirono altri modelli iconici come la Mehari, la spiaggina di Citroën nata sul pianale della 2CV, la Ami 6, la Dyane, la Visa e l’ammiraglia CX negli anni ‘80. Citroën ottenne ottimi risultati anche nelle competizioni sportive, vincendo per diversi anni il campionato del mondo di Rally con la Xsara, la C4 e la C3.

Ed il mondo del cinema non ha saputo resistere al suo fascino; sono state prodotte più di 1.200 pellicole che hanno visto protagoniste le vetture del Double Chevron insieme a molti dei più iconici attori della storia del cinema, soprattutto quelle femminili. Da “Solo per i tuoi occhi” del 1981, James Bond guidava una 2CV gialla in uno spettacolare inseguimento a Parigi. Ne nacque la 2CV 6 spécial color mimosa, i fortunati possessori potevano “vestire” l’auto con adesivi che riproducevano i fori dei proiettili, interpretando così la spia più invidiata del mondo.
In “Gattaca” del ‘97, Uma Thurman guida una splendida DS19 cabriolet del’64; in “Thelma, Louise et Chantal” tre amiche, tra cui una splendida Jane Birkin, intraprendono un lungo viaggio a bordo di una DS Pallas; l’attrice britannica nel ‘70 fu anche protagonista di alcuni scatti per il lancio della nuova DS Cabriolet, ripresa dalle maggiori testate motoristiche di quegli anni. A casa nostra Carlo Verdone in “Benedetta Follia” guidò una Citroën C3 del 2018 e un’ iconica Mehari.
Citroën appartiene alla storia dell’automobile, ha sempre stupito mettendo al primo posto innovazione, avanguardia, carattere e personalità nell’auto, ma soprattutto accessibilità, come ha sempre desiderato il suo fondatore.
(All the images are from the Citroën Archive)