“Never gonna snow again” – 77mo Festival del Cinema di Venezia
Zhenia è un massaggiatore ucraino, possente nel fisico, lo vediamo allenarsi nella sua nuova casa spoglia in Polonia. Ha le sopracciglia arcuate tipiche di chi sente il peso dei pensieri eppure, nei modi, questo omone muscoloso pare gentile. Zhenia entra nelle case della gente, di quella più benestante, grazie al suo dono, un dono che arriva dalle mani, che ha la capacità di guarire, di allontanare lo stress, l’ansia, i turbamenti. In silenzio, il ragazzo impone le mani e la sua virtù divina e regala quella che sembra essere energia vitale. In un paese fatto di tante case bianche una identica all’altra, Zhenia incontra le anime tristi di chi le abita: un uomo malato di cancro che cerca disperatamente ogni rimedio alla sua malattia; una donna soffocata dal ruolo di madre e moglie incompresa e inascoltata; una vedova intollerante che accusa gli altri di inesperienza, cieca della propria ignoranza; un’amante dei cani che si circonda del loro amore fedele per sentirsi meno sola; un ex soldato che porta ancora addosso dal campo rabbia e ferocia. Zhenia, anche se solo per un’ora, allevia le sofferenze di queste anime in pena con l’imposizione delle mani e talvolta con l’ipnosi; ascolta le loro lacrime, accoglie le loro verità più profonde e cerca, con reale empatia, di diffondere amore e speranza, fiducia e compassione. Ma quando qualcuno, un padre di famiglia, si azzarda a chiedere qualcosa a Zhenia, questo sembra perdere il controllo. Come sta Zhenia? Perchè questo estremo bisogno di salvare gli altri?
Con una colonna sonora di grande eleganza e una fotografia che ricorda i freddi colori di Erwin Olaf, “Never gonna snow again” di Malgorzata Szumowska e Michal Englert si rivela una pellicola di grande grazia ed eleganza, la stessa che hanno cucito sul protagonista, un ragazzone dagli occhi dolci e carichi di amore materno.
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