Stefania Sammarro: fotografia come sottrazione

Stefania Sammarro nasce a Cosenza, nel 1988. Si laurea in Dams con indirizzo cinema presso l’Unical, dove consegue il Master in “Tradizione e innovazione nell’editoria”.

Si avvicina alla fotografia in punta di piedi, frequentando alcuni corsi e workshop in Italia. La passione per quest’ arte, diventa sempre più viscerale, fino a che non diventa la sua primaria necessità di vita.

 

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Le sue fotografie, compaiono sul canale Photo Vogue di Vogue Italia e sono state ammesse, nel 2013, anche all’Art + Commerce di New York. Dopo aver vinto il Sony World Photography nella categoria “Youth”, nel 2015 espone nella Crypt Gallery di Londra.

 

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Il 3 marzo 2016, attraverso l’associazione Art Study Space, espone al Museo del Presente di Rende (CS): la personale che la vede protagonista, racconta tutto il percorso dell’artista, ricco di ispirazioni.

In occasione dell’esposizione, Stefania Sammarro, presenta al pubblico il suo libro Oblivion edito da Falco Editore.

 

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Fotografia come arte contemporanea. L’atto fotografico, narrazione visiva, il corpo e l’oggetto.
Fotografia come sottrazione.

Ania, è il personaggio capace di creare un mondo grazie ai suoi scatti. Un mondo che è altro da ciò che vediamo tutti i giorni e, al tempo stesso, lo rivela sotto uno sguardo incantato e nostalgico, desiderante e infante, inquieto e sognante. Il percorso di Ania è infatti quello di una disegnatrice; per lei la macchina fotografica è uno strumento attraverso il quale la realtà viene ridisegnata secondo le direttrici di uno sguardo.

 

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Ma questo non significa coprire o velare, al contrario. Attraverso le sue fotografie noi attraversiamo questo mondo sospeso, riconoscendo desideri e inquietudini, pensieri e ossessioni. Il mondo è lì, riconoscibile e irriconoscibile allo stesso tempo. il mondo in uno sguardo. Ma è un mondo abitato da corpi particolari, caratterizzato da luoghi misteriosi, da gesti ed espressioni non comuni.

È questo mondo che è possibile esplorare, scorrendo le immagini come fotogrammi di un film.

 

 

Photo Courtesy Stefania Sammarro