Simon Starling, Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto

a cura di Gianfranco Maraniello

Dal 9 settembre 2022 a Modena la mostra visionaria di un grande artista contemporaneo in dialogo con un capolavoro del museo e il patrimonio artistico delle Gallerie Estensi.
Dal 9 settembre 2022 al 31 gennaio 2023 le Gallerie Estensi presentano nella sede di Modena la mostra Simon Starling. Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto, installazione innovativa che porterà il visitatore a vivere un’esperienza immersiva grazie a un’unica opera che collega alcuni dei temi più attuali del nostro tempo allo straordinario patrimonio artistico del museo. Il titolo, in modo profetico, fa riferimento anche all’attuale siccità e più in generale, agli effetti dei cambiamenti climatici diventando un’allegoria del mondo contemporaneo, di una tecnologia che destabilizza un ecosistema che l’uomo non riesce più a gestire.
Concepita nel contesto delle Gallerie Estensi di Modena e ispirata dalle opere del ciclo pittorico del Tintoretto nella Galleria Estense e delle xylografie della Biblioteca Estense, la mostra è il risultato di un lavoro di esplorazione
e di immaginazione di un grande artista contemporaneo, in relazione con il contesto culturale del territorio.
L’esposizione è parte di un programma varato nel 2021 che vede ogni anno un’artista contemporaneo misurarsi con le opere delle collezioni museali e i temi che queste pongono. Il progetto, dal titolo “artist in residence”, chiede agli artisti interpellati di anno in anno di venir ad abitare il museo stabilendo con esso un rapporto dialettico. In questo modo l’arte contemporanea entra a far parte del museo di arte antica non come estranea inserzione ma come
traduttrice delle istanze che la contemporaneità gli impone affrontare.

In tale prospettiva le Gallerie Estensi di Modena hanno chiesto a Gianfranco Maraniello – recentemente nominato alla Direzione dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano – di contribuire all’articolazione di un programma di interventi artistici capaci di portare lo sguardo critico e inventivo di protagonisti della scena contemporanea sulle caratteristiche del museo: le sue opere, la storia, la sede stessa, le professionalità del team così come la rete economica e culturale della regione.
Il primo invito è stato rivolto a Simon Starling (1967), figura di spicco della scena britannica e internazionale, i cui interventi sono stati ospitati in diversi importanti musei ad ogni latitudine del mondo e nelle principali rassegne
d’arte come la Biennale di Venezia. Sue opere sono presenti nella collezione di istituzioni come il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Nel 2005 è stato insignito del
prestigioso Turner Prize.

Prima di concepire l’opera Simon Starling nei mesi scorsi ha effettuato sopralluoghi e soggiorni presso la Galleria Estense di Modena, la Pinacoteca di Ferrara, il Palazzo Ducale di Sassuolo e, con il curatore Maraniello, ha visitato diversi siti della regione. Da specifici incontri con i vari lavoratori del museo ha appreso le metodologie di lavoro e di conservazione del museo, ha analizzato storia e vicende delle opere d’arte e del patrimonio librario.
La sua attenzione si è rivolta in particolare al ciclo pittorico di Tintoretto (1518-1594) ispirato a Le Metamorfosi di Ovidio. Nello specifico il quadro della Caduta di Fetonte ha originato un ampio progetto e costituisce l’epicentro di quella che può a tutti gli effetti definirsi un’unica grande opera negli spazi espositivi temporanei delle Gallerie Estensi.
In Simon Starling. Metamorfuoco. Sotto la luce di Tintoretto, il dipinto del grande artista veneziano, originariamente collocato a soffitto di un palazzo veneziano e in seguito nel Palazzo Ducale di Modena, sarà ospitato e riposizionato in alto, in orizzontale, obbligando il visitatore ad alzare lo sguardo recuperando la meditata prospettiva di una scena che rappresenta il precipitare dal cielo del figlio del Sole. Secondo il mito, infatti, Fetonte, tentò di dimostrare la sua divina discendenza guidando il carro solare per un giorno, ma la sua inesperienza gli fece perdere il controllo del mezzo che precipitò avvicinandosi troppo alla terra, provocando incendi e asciugando fiumi. Zeus, per frenare tale devastante deriva, intervenne colpendo il carro con un fulmine e fece precipitare Fetonte nelle acque del fiume Eridano, che per molti interpreti coincide con il fiume Po.
Simon Starling in quest’opera di grandissimo impatto visivo ha deciso di incentrare la propria idea progettuale sui processi di metamorfosi che già in termini generali costituiscono una cifra distintiva del proprio lavoro e, in
particolare, ha guardato al fuoco come ambivalente simbolo di capacità di trasformazione e rischio di distruzione, attingendo alla mitologia e alle ricorrenti immagini di combustioni nella letteratura greca e latina. A partire da magnifiche illustrazioni che sono state selezionate dalle pagine di preziosi volumi della Biblioteca Estense l’artista ha realizzato il disegno di una corrispondente grande pavimentazione ceramica realizzata per il museo grazie al decisivo contributo dell’azienda Marazzi di Modena, leader del mercato mondiale del settore. L’opera è stata realizzata su moduli in gres porcellana to 60×60 della collezione Marazzi Mystone Limestone nel colore ivory grazie ad una tecnologia di stampa digitale di ultima generazione.
La ceramica, ottenuta da terra lavorata alle altissime temperature dei forni, assieme al cielo da cui precipita Fetonte e all’acqua in cui questi finisce con l’annegare, rappresentano classici elementi di una fisica arcaica e la cardinalità di uno spazio congegnato da Starling per immergere il visitatore in un ambiente da percorrere e da cui ammirare il capolavoro di Tintoretto sulla propria testa.

In questo suggestivo scenario, si inseriscono anche precedenti lavori convocati da Starling, opere riferibili ad analoghi temi, come quelli trattati con il lavoro dal titolo Carbon Hiroshima o come nella proiezione di diapositive di
Autoxylopyrocycloboros che documenta il viaggio/azione dell’artista su una barca alimentata dal proprio stesso legno combusto nella stufa-motore fino all’insostenibile precarietà del natante che finisce con l’affondare.

A queste opere si aggiunge la disposizione nel medesimo grande spazio espositivo di straordinari telescopi realizzati a mano dall’architetto Mike Davies, una serie di estintori in dotazione delle Gallerie Estensi che finiscono con l’abitare in modo scultoreo lo spazio espositivo e il mascherone utilizzato nella fabbricazione della carrozzeria della lussuosa giulietta Alfa Romeo, versione contemporanea del carro di Fetonte solido nella sua struttura lignea e al tempo stesso fragile perché infiammabile.
Dal patrimonio artistico individuato alla modalità di produzione di importanti aziende del territorio come Marazzi, dal riferimento a luoghi e fiumi come il Po alla lavorazione artigianale come nella tradizionale passione meccanica
dell’industria automobilistica caratteristica del territorio, Simon Starling è artista/demiurgo, capace di creare connessioni e ricombinare le fonti di ispirazione in una forma complessiva sorprendente e immersiva. Al punto che un suo stesso autoritratto, una sorta di avatar animato a metà tra robotica e tradizione artigianale giapponese per la fabbricazione delle maschere, si collocherà nel cuore della mostra, parlerà ai visitatori pronunciando un lungo discorso che è insieme una scultura dinamica e un accompagnamento da cantastorie nell’illustrazione poetica della storia dell’umanità nella sua relazione con il fuoco.

Dai miti di Prometeo a Fetonte, arrivando ad autori contemporanei come Stephen Pyne o W.G. Sebald, il fuoco è immagine di potenza della tecnica e, se non dominata, a rischio di catastrofe. Senza intenti didascalici e quasi suo
malgrado la mostra di Starling a Modena si rivela terribilmente profetica nel contingente riferimento all’attuale siccità nelle regioni attraversate dal Po e, più in generale, nella considerazione angosciante degli effetti dei cambiamenti climatici. Metamorfuoco diviene un’allegoria del mondo contemporaneo, di una tecnologia potente che, se non governata, rischia di compromettere il fragile ecosistema terrestre.

“L’opera di Simon Starling si presenta come un geniale Gesamtkunstwerk (opera d’arte integrale)” afferma Martina Bagnoli direttrice delle Gallerie Estensi, “Metamorfuoco ha il potere di riassumere al suo interno l’universalità del mito del fuoco e al tempo stesso ci interroga sull’ineluttabilità del destino dell’uomo, sempre in bilico tra innovazione e distruzione nella sua disperata lotta per addomesticare la natura di cui fa parte. Starling ha saputo cogliere quanto di più attuale e importante giace nel mare delle nostre collezioni storiche. In questo contesto l’artista presenta un’opera essenziale per cogliere il senso del valore universale delle nostre collezioni.”

“La rara capacità di aprirsi alle istanze degli artisti contemporanei per fare luce sul proprio patrimonio e per creare nuove relazioni con un pubblico sempre più attivo e globale fanno delle Gallerie Estensi un’istituzione straordinaria, ossia capace letteralmente di superare “l’ordinaria” gestione per diventare luogo di produzione e incremento del patrimonio stesso” dice il curatore della mostra Gianfranco Maraniello.

“Con questa mostra”, dice Mauro Vandini, Amministratore Delegato di Marazzi Group, “dopo la rassegna di Ghirri dello scorso anno al Palazzo Ducale di Sassuolo, continua la nostra collaborazione con le Gallerie Estensi con la realizzazione del pavimento dell’opera Metamorfuoco. In questo modo si rafforza il nostro rapporto con un’istituzione che vuole essere fortemente radicata sul territorio valorizzandone le radici produttive e mettendone in luce il rapporto strettissimo con il patrimonio artistico.”