L’ideatore di “RICORDI?” fa rumore, ha sempre fatto rumore, anche quando fotografava le modelle sulle spiagge di Bali o Bianca Balti per la cover di First; fa parlare per le irriverenze del suo blog, aperto tra i primi in Italia, e per la sua pungente schiettezza sui social network. Se qualcuno pensa che Settimio Benedusi abbia cambiato rotta con l’annuncio di questo nuovo progetto, si sbaglia di grosso! Perchè “RICORDI?” segue lo stesso pensiero di sempre del fotografo imperiese, e cioè quello di andare controcorrente. Se tutti si spingono ai limiti del digitale, Settimio Benedusi ci riporta al bianco e nero del ritratto stampato perchè, come diceva Susan Sontag, “Il carattere contingente delle fotografie conferma che tutto è caduco“. E quando tutti si improvvisano fotografi con in mano uno smartphone di ultima generazione, lui ritorna artigiano di bottega, un umile sfondo, un camice bianco e un ritratto stampato e incorniciato, pronto per essere appeso alle pareti di casa, come ai vecchi tempi. – Cos’è “RICORDI?” “RICORDI?” è un collettivo di fotografia popolare che nasce dal progetto di riportare il privilegio del Ritratto Fotografico Stampato accessibile e democratico. – Settimio Benedusi è un fotografo nostalgico? Una definizione che mi piace di “nostalgia” è la felicità di essere tristi. In quel senso un po’ lo sono, e lo sono probabilmente anche come fotografo perchè i miei riferimenti sono i grandi classici. Ma sono solito dire che il progetto “RICORDI?” è talmente antico da essere rivoluzionario! – Nella presentazione di “RICORDI?”, sul sito ufficiale, affermate di essere in grado di rappresentare il soggetto per quello che è realmente. Come ci riuscite? Non facendo assolutamente nulla! Non facciamo fare pose, movimenti, atteggiamenti… nulla! Solo ed unicamente la faccia delle persone, convinti che lì ci sia proprio tutto ciò che serve per raccontare chi siamo. Non facciamo fotografie, ma definiamo un’identità. – Da cosa nasce il passaggio del fotografo Settimio Benedusi dalla moda/lifestyle al ritratto? Dal desiderio di realizzare attraverso il linguaggio che io conosco (la fotografia!) qualcosa che abbia un valore etico/morale/politico: perché nella contemporaneità la fotografia o possiede questi valori o è il nulla. |
– In base a quali caratteristiche sono stati scelti gli altri fotografi (Toni Thorimbert, Oliviero Toscani, Marco Onofri, Guido Stazzoni, Massimo Sestini) autori dei ritratti?
Persone colte, intelligenti, empatiche e il più possibile prive del maggiore e più frequente difetto dei fotografi: il narcisismo.
– Come si differenziano?
Sono tutti diversi all’interno dello stesso identico progetto.
– Avete una “divisa” durante il servizio. Perchè?
La divisa è fondamentale! Perché dice chiaro e tondo che siamo lì come artigiani, al servizio di chi viene a fare il ritratto.
– Il nome del più grande fotografo ritrattista mai esistito
Almeno fammene dire tre! Avedon, Sander, Disfarmer.
– Qual è il messaggio ultimo di “RICORDI?”
“Il ricordo è il tessuto dell’identità” Nelson Mandela.
– Perchè tornare alla STAMPA in un’epoca DIGITALE?
Perché è l’unica cosa che rimane.
– Quanti anni ha “RICORDI?” e quanto vivrà?
Comincia ad avere 5 anni e vivrà per sempre!
Il sito e dove prenotare il vostro ritratto stampato:
https://ricordistampati.it