Modigliani in mostra a Genova

È stata inaugurata lo scorso 16 marzo presso Palazzo Ducale di Genova la mostra dedicata a Modigliani: un’affascinante retrospettiva che celebra le donne enigmatiche immortalate dal genio italiano. Mistero e delicatezza in quei volti affilati, sensualità e poesia nelle linee gentili del corpo nudo. Protagonista emblematico della Parigi bohémienne, dopo una vita in cerca di un successo che arrivò solo postumo, l’opera di Modigliani viene ora indagata nella sua complessità, esplorando le tappe salienti della sua breve ma intensa carriera: attraverso una trentina di dipinti provenienti da musei tra cui il Musée de l’Orangerie e il Musée National Picasso di Parigi, o ancora il Fitzwilliam Museum di Cambridge, la Pinacoteca di Brera e il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa si indaga il carattere dei soggetti rappresentati nei dipinti di Modigliani, figure misteriose e complesse.

Personaggio quasi unico nella Parigi dei primi del Novecento, Modigliani non ascoltò mai i consigli del suo agente Zborowski, poeta e mercante di origini polacche che lo esortava a disegnare paesaggi. Da sempre scrutatore dell’animo umano, l’artista predilesse nell’arco della sua intera produzione un’opera introspettiva, capace come nessun altro di leggere nelle pieghe più intime della personalità attraverso i suoi ritratti. Figura di spicco della vita parigina, accanto ad artisti come Pablo Picasso, Diego Rivera, Juan Gris, e scrittori come Jean Cocteau e Guillaume Apollinaire, Modigliani restò tuttavia profondamente italiano, come italiana era la sua formazione; circondato da uno stuolo di amici e colleghi, che rappresentarono per lui i modelli più interessanti da ritrarre, l’artista viveva in realtà una sorta di paradosso per cui era profondamente solo pur in mezzo alla gente.

“Modigliani sembra vivere una doppia situazione. E’ circondato da colleghi, intellettuali, belle donne e questo si vede nella mostra, ma è anche un artista che sceglie deliberatamente una solitudine e ciò tende ad isolarlo -così si è espresso il curatore dell’esposizione, Stefano Zuffi”. “Modì, crea in solitudine, ma non una solitudine penosa perché è nutrita dalla grande arte italiana”. Proprio gli stessi colleghi letterati ed intellettuali, come anche gli amici della sua cerchia, costituirono sempre per lui il soggetto più interessante da ritrarre: “Per lavorare ho bisogno di un essere vivo, di vedermelo davanti. L’astrazione mi affatica, mi uccide ed è come un vicolo cieco”, così il pittore si esprimeva a proposito dell’urgenza di instaurare un rapporto con ognuno dei suoi soggetti.

modi

La mostra di Palazzo Ducale si concentra in particolare sui ritratti, sui disegni e sui celebri Nudi, tra i capolavori assoluti di Modigliani, opere selezionate da Rudy Chiappini: accanto al Nudo accovacciato di Anversa e al Nudo disteso sarà possibile ammirare disegni, acquarelli, tempere e studi. Particolarmente interessanti sono le Cariatidi, donne accovacciate dalle forme sinuose, che rimandano all’arte greca ma anche a quella etrusca e all’arte primitiva. L’allestimento, progettato da Corrado Anselmi, ricrea virtualmente l’atelier dell’artista insieme ad un caffè di Montparnasse: il visitatore si trova quindi immediatamente proiettato nella realtà vissuta da Modigliani e nella sua quotidianità.

Dopo una vita costellata da clamorosi insuccessi, senza mai tradire se stesso, il genio cadde in un vortice di autodistruzione: “Sento che prima o poi mi farò strada”, così Modigliani scriveva al fratello, prima di morire a soli 36 anni, poverissimo. “Quello che cerco non è né il reale né l’irreale, ma l’inconscio, il mistero istintivo della razza”, scriveva l’artista maledetto. La mostra, che nella prima settimana ha già registrato la cifra record di oltre diecimila visitatori, resterà aperta fino al 16 luglio 2017.