Fino al 7 febbraio, il Complesso del Vittoriano di Roma si trasforma ancora una volta in cornice privilegiata entro cui presentare la bellezza delle opere impressioniste, raccolte per il pubblico italiano nella mostra dal titolo “Dal Musée d’Orsay Impressionisti. Tète à tète”.
L’esibizione, curata da Guy Cogeval, presidente del prestigioso museo francese, ci regala oltre 60 opere tra dipinti e sculture create dal genio e dall’anticonformismo di pittori come Degas, Renoir, Manet, Rodin, Pissarro, Cezanne,e molti altri che, discostandosi dalle ferree imposizioni della pittura da Salon, furono pionieri della pittura contemporanea, i primi a dipingere la fugacità del momento, la quotidianità della vita parigina senza barriere e imposizioni.
Nel percorso espositivo ritroviamo un’aurea quasi intima, dovuta alla scelta oculata dei dipinti che ritraggono scene riprese anche e soprattutto dalla quotidianità degli autori stessi. Letterati, artisti, politici e uomini d’affari, amici e famiglia, bambini e adolescenti, signore della borghesia, questi alcuni dei soggetti che ritroviamo nella mostra. Nella sezione ritratti ad esempio, questo clima di intimità e quotidianità è reso dal dipinto “ Il ritratto di Renoir” (1867) realizzato dall’amico e artista Bazille, e che vede il pittore francese seduto con i piedi su una sedia, in una posa comoda e sfrontata, completamente rilassata e naturale, in contrasto con le rigidità della pittura precedente.
Proseguendo troviamo la sezione mondanità, ove troveremo bellissimi dipinti di soggetti femminili, alcuni realizzati dall’inconfondibile tratto deciso ed elegante di Renoir che, forse, proprio nel ritratto esprime al meglio la sua arte.
Deciso e già tendente alla pittura avanguardista il tratto che scorgiamo invece nei dipinti di Cézanne che, fin da subito cerca di ridurre all’essenziale e alla semplificazione, quasi in modo ossessivo, i soggetti e i temi dei suoi dipinti. Esemplare in tal senso il famoso dipinto “Il giocatore di carte” (1890-1892), le cui pennellate si iniziano ad allontanare dalle leggere picchiettate del primissimo periodo impressionista.
Esemplare invece il capolavoro di Manet “Il balcone” (1890), dipinto che è diventato icona e rappresentazione della borghesia parigina del tempo.
Di grande bellezza anche la sezione dedicata all’infanzia, ove i pittori impressionisti ritrassero su tela momenti intimi e quotidiani di fanciulli, molti dei quali figli degli stessi artisti, che slegati dalla presenza degli adulti, vengono raccontati in tutta la loro semplicità e spensieratezza.
L’intera mostra, assolutamente imperdibile, attraverso le opere scelte, riesce a restituirci l’ambiente culturale, sociale, e artistico, gli stimoli e le influenze entro cui la corrente impressionista nacque e sviluppò, restituendoci con vigore la ventata di rinnovamento stilistico che questo filone portò con se e che influenzò tutte le correnti successive.