Il Sacrificio di Isacco di Michelangelo al Palazzo delle Paure

Siamo a Lecco, nella splendida cornice di Palazzo delle Paure, a metà fra il lungolago e la centrica piazza XX Settembre. Il palazzo, un tempo sede degli uffici delle imposte e della dogana dove i cittadini venivano a
pagare le proprie tasse (da qui il nome!), è oggi la sede per le mostre più importanti che arrivano in città.

Qui troviamo, ancora in esposizione fino al 3 marzo 2024, l’evento culturale Capolavoro per Lecco che arriva
quest’anno alla sua quinta edizione con la piccola ma deliziosa mostra “Il mistero del Padre. Il segno di
Michelangelo.


Quattro in totale le opere nel percorso espositivo – una selezione ben curata che parte dalla collaborazione
con Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, e in particolare dalla rara opportunità offerta dalla Fondazione
a Capolavoro per Lecco di esporre il disegno di Michelangelo Buonarroti rappresentante il Sacrificio di
Isacco
, fulcro della mostra. Mostrato al pubblico solo una volta in seguito al restauro del 2017 che ha
svelato una seconda immagine sul verso del foglio autografo di Michelangelo, il Sacrificio di Isacco
michelangiolesco (datato intorno al 1530) trova qui a Lecco una giusta valorizzazione espositiva nella sala
che gli è completamente dedicata: pannelli vermigli rivestono le pareti scaldando la luce che si riversa sul
“totem” in legno centrale, specificamente ideato per accogliere il disegno con due aperture che
permettono di ammirare sia l’immagine frontale, con l’agitata ricerca della forma migliore per la
rappresentazione di Isacco, che il più sconosciuto verso del disegno in cui Michelangelo sembra infine darsi
pace e trovare una soluzione definitiva. Il tratto del maestro è perfettamente riconoscibile, e anticipa
alcune delle figure chiave che ritroveremo nel suo Giudizio Universale della Cappella Sistina. Il medesimo
soggetto del Sacrificio di Isacco viene inoltre riproposto in tutte le altre opere presenti nel percorso
espositivo: sia nel dipinto seicentesco del milanese Giuseppe Vermiglio (delicatissimo e celestiale il volto
dell’angelo che viene a fermare la mano di Abramo), che nelle magnifiche copie di bronzo delle formelle a
rilievo ideate nel 1401 da Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per il concorso per la porta del Battistero
di Firenze.

Capolavoro per Lecco è però ben più di una semplice mostra: quello che rende davvero speciale questa
iniziativa è il lavoro appassionato dei volontari e dei moltissimi giovani (e giovanissimi) che compongono la
squadra organizzativa. Tutto inizia infatti cinque anni fa proprio da una riflessione iniziata da Monsignor
Davide Milani (Prevosto di Lecco e Presidente dell’Associazione Culturale Madonna del Rosario) su come
coinvolgere la comunità locale, nella sua diversità interculturale e religiosa, nell’occasione del periodo di
festività natalizio. Da lì l’idea di spiegare il mistero del Natale a partire da un’opera d’arte “rara” e il lavoro
della parrocchia di proporsi in chiave laica come punto cardinale di un’iniziativa che punta ad un
coinvolgimento sociale concreto sul territorio. Oltre 150 giovani studenti delle scuole superiori di Lecco
hanno avuto quest’anno l’opportunità di partecipare attivamente all’iniziativa tramite un percorso di PCTO,
accompagnando i visitatori lungo il percorso come mediatori, animando gli atelier creativi dedicati ai più
piccoli, o occupandosi della creazione di contenuti e della promozione della mostra sui social media. Da
sottolineare anche l’attenzione all’accessibilità per i non vedenti (progetto “DescriVedendo”) con schede
apposite che descrivono il disegno e l’opportunità di toccare le copie delle formelle di Ghiberti e
Brunelleschi.
Il crescente riconoscimento in questi cinque anni da parte dei visitatori, delle istituzioni, dei partner
culturali (fra cui i Musei Vaticani l’anno scorso) e delle aziende sponsor confermano la buona intuizione
degli organizzatori – da vedere ancora fino al 3 marzo!