La nuova sede de Il Prisma è il luogo della progettazione, della conoscenza e delle contaminazioni interdisciplinari
Come possiamo creare valore dal tempo passato insieme? Qual è l’aspirazione che accomuna le persone? Queste le domande che si sono posti progettando la loro nuova sede in Via Adige 11, Milano, il team di Il Prisma Live. La risposta che hanno trovato risiede nel desiderio di condividere la conoscenza. Ecco perché Il Prisma Live è molto più di uno spazio fisico. È un luogo di condivisione e diffusione di cultura, in cui si raccolgono gli spunti che si osservano nel mondo per generare visioni, progettare, coinvolgere colleghi e stakeholder esterni.
A stimolare il coinvolgimento un palinsesto strutturato di confronti esterni (talk tematici) ed interni (LAB) con una serie di mentori d’eccezione, tra cui Walter Mariotti, Luca Cantore D’Amore, Marco Nereo Rotelli, Allison Rowe, oltre alle collaborazioni con il POLIMI e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
GLI SPAZI DE IL PRISMA LIVE
All’interno dei suoi 1100 metri quadrati di superficie, tutto è concepito come una sperimentazione laboratoriale: dalle tipologie di ambienti agli arredi mobili, dalla percezione alla versatilità dell’esperienza.
Ingresso
È il primo momento di dialogo con i visitatori: monitor a parete di diverse dimensioni raccontano il manifesto Il Prisma e il palinsesto di tutti gli eventi e contenuti che lo animeranno nel corso dell’anno.
Area Live
È lo spazio dell’esperienza, completamente flessibile e riconfigurabile per incontrare necessità di brainstorming, workshop, plenarie, cooking show, gruppi ristretti di lavoro e molto altro. Il look and feel è direttamente riferito all’estetica industriale, vedendo nel tubo Innocenti il proprio elemento più iconico. Ci sono molteplici work setting, possibili grazie a una serie di arredi custom e di serie, totalmente configurabili: pouf, tavoli alti, tavoli pieghevoli, gradonate e diverse tipologie di sedute.
L’Area Live è estremamente articolata e si compone di una serie di aree ancillari. Un lato è organizzato con cinque spalti mobili che rivelano altrettante nicchie ideate per ospitare brainstorming. All’interno è possibile utilizzare pareti scrivibili e monitor. Se si necessità maggiore tranquillità, si può scegliere tra quattro phone booth pensate per l’attività individuale ma che possono essere utilizzate anche come teche espositive per prototipi e installazioni fisiche e digitali.
Layer tecnologico
Un raffinato layer tecnologico permette di favorire collaborazioni ibride, presentazioni ed eventi collettivi. A livello di infrastruttura digitale, è possibile creare sofisticati scenari luminosi e acustici, che danno vita a diverse atmosfere. Tutta la tecnologia è integrata in maniera site-specific. La flessibilità dello spazio prevede la convivenza di diversi scenari supportati dalla dinamicità dei controlli audio/video/luci. Il tutto è altamente personalizzabile in base alle esigenze del momento (real time) sia del preset.
Mezzanine
Mezzanine (il soppalco) è immaginato come un ambiente lavorativo sospeso che permette di guardare l’Area Live dall’alto, per una visione d’insieme.
Bar Bar
Bar Bar, un’area con all’interno un iconico bancone-bar per i momenti di pausa, riunioni informali, brainstorming, party. È un luogo di attrazione connesso a una filosofia di F&B sostenibile. Anche quest’area è totalmente riconfigurabile in una serie di work setting che possono spaziare da collaborazioni più strutturate e formali (sala consiglio) incontri informali o tematici, sempre con rapporto diretto con l’esperienza food. È possibile isolare lo spazio con una parete mobile. Si possono inoltre utilizzare monitor (su carrelli) da 75 pollici e sistema A/V completo per video call e presentazioni.
Melting Podcast
Melting Podcast è il veicolo di diffusione di visioni, pensieri, approfondimenti. È una sala allestita come sala registrazioni e radiofonica. Da qui si aprono conversazioni su temi ESG, innovazione tecnologica, approfondimento di ricerca, ma anche confronti su progetti nostri e altrui, con ospiti interni ed esterni. Riconoscibile grazie all’illuminazione dimmerabile ed RGB che permette di personalizzarla, la sala è accessoriata con microfono a condensatore di alta qualità. L’audio in entrata dal microfono può essere trasmesso a tutti gli spazi dello studio, compreso l’open space del piano primo, o solo ad alcuni, a piacere. Quando non “on air”, diventa una comoda sala a cinque posti con monitor e set per videochiamate.
Serendipity Garden
Serendipity Garden nasce per raccontare un approccio esplorativo in termini di sostenibilità e benessere. È un’area sempre verde, in cui dedicarsi a momenti di lavoro, condivisione e socializzazione più informali e intimi. Lo spazio, per la sua natura estremamente accogliente, vuole favorire contaminazioni meditative fra persone in modo destrutturato e biofilico. Sono presenti essenze della macchia mediterranea, quali timo, menta, salvia, lavanda, mirto, citronella, eucalipto, melissa, alloro, rosmarino, origano, ma anche piante di olivo, capperi, papiri, Asplenium, Homalomena, Platycerium, Euphorbia, Rhipsalis, Lepismium, Hatiora, Sophora, Adiantum, Tradescantia, melograno, pepe, Thillandsia, Chlorophytium, Equisetum, barba di Giove. Insomma, un vero e proprio giardino botanico. Sono presenti i tronchi che provengono dalle lagune veneziane. Sensazioni tattili, profumi, luce, scritte contestuali e il sound carpet, creato come sequenza di 20 registrazioni in boschi e aree verdi d’Europa aumentano la multisensorialità dell’esperienza.
Living Matter Lab (LiMa Lab)
LiMa Lab è un laboratorio multifunzionale e un luogo di ricerca. È uno spazio per ispirarsi, (in)formarsi, condividere, collaborare e creare. Un luogo di incontro, dove i teams di progetto e i clienti/visitatori possono toccare con mano i materiali oppure sperimentale insieme soluzioni sostenibili e innovative. Qui, in forma fisica e digitale, si parla di sostenibilità e innovazione. Si modella e si crea in 2D, 3D, 4D, dalla prototipazione di prodotto a quella di wireframe di interfacce di servizi digitali, dalla composizione di moodboard al system mapping. LiMa Lab sfrutta la sinergia delle contaminazioni cross-disciplinari, le collaborazioni con enti in ambito di sostenibilità ambientale e gli strumenti tecnologici e digitali a supporto della sperimentazione.
Il laboratorio offre una selezione dei materiali, con un focus sugli aspetti qualitativi, tecnici e di sostenibilità. La materioteca fisica sfrutta la sinergia di un portale digitale e permette la ricerca di prodotti innovativi e sostenibili, avendo al suo interno informazioni tecniche, economiche e feedback, in modalità del tutto paperless.
Gli accessori analogici come una griglia metallica, rotolo a parete, rendono lo spazio una piattaforma per appendere, modificare, raggruppare, contestualizzare le tracce di ricerca e sviluppo raccolte nel mondo e che qui trovano una war room di elaborazione. Fra i supporti digitali, due monitor di cui uno touch, che, da una parte, consentono di visualizzare materioteche virtuali, dall’altra, utilizzare piattaforme digitali di trend e contenuti generati in seno alla ricerca e alla progettazione sperimentale de Il Prisma e, infine, supportare meeting anche virtuali. Tavoli componibili e chiudibili rendono il lab uno spazio completamente flex. Il set illuminotecnico è preconfigurato in una serie di scenari per rispondere a diverse esigenze lavorative: enfatizzare una moodboard o un prototipo sul tavolo, creare un’atmosfera a mezza luce per visualizzare video, ecc.
Artist Atelier
È uno spazio dedicato all’artista e alle sue sperimentazioni, per contaminare il processo di ricerca e progettazione con sguardo sinergico e concreto. Il design parla il linguaggio industrial reinterpretato in chiave surrealista, trasformando la stanza in acquario sospeso. Qui, a stretto contatto con l’attività di ricerca e sviluppo ma anche in una dimensione “altra” e “sospesa”, l’arte contaminerà e si lascerà contaminare dal processo architettonico.
IL PALINSESTO 2024: TALK TEMATICI
Incontri di differenti discipline – architettura, design, arte, antropologia, filosofia – che si traducono in talk tematici: momenti interattivi di ricerca, arte e visione progettuale per riflettere su bisogni della collettività e stimolare nuove visioni sulle città del domani.
It’s all life. It’s all alive. It’s all live.
TALK 1: Preserving Identities | Il senso dell’identità
Il primo talk del è stato moderato da Walter Mariotti (Direttore editoriale di Domus). Presenze fisse sono il critico e curatore d’arte Luca Cantore D’Amore e l’artista Marco Nereo Rotelli, che – per Il Prisma Live – hanno elaborato un percorso espositivo attraverso l’installazione graduale, in crescendo, di opere di Rotelli che, a partire da ora e fino a fine anno, accompagneranno ed evocheranno le “Migrazioni (in)Volontarie”. L’obiettivo è quello di consentire all’arte di contaminare il processo di ricerca de Il Prisma e viceversa, al fine di creare e condividere nuova conoscenza.
“Migrazioni (in)Volontarie” è lo studio di come le diverse tipologie di spostamenti stiano modellando la contemporaneità e il prossimo futuro. Punto di partenza di questa indagine è comprendere il fenomeno della migrazione attraverso tutto lo spettro di motivazioni e condizioni che lo innescano e caratterizzano, indagandolo dal punto di vista dell’esperienza umana e delle trasformazioni urbane e di spazi costruiti, per arrivare a comprendere con più chiarezza gli humans per cui si progetta e si progetterà, e le opportunità di migliorare gli ambienti in cui vivranno, passeranno e si fermeranno.
Il percorso della ricerca è stato approfondito con il supporto di figure di spicco della cultura e del future thinking e indagato in diverse modalità: ricerca desk, ricerca sul campo, tavole rotonde, laboratori, arte contemporanea. Proprio l’arte ha avuto il compito di contaminare l’intero processo di ricerca e innovazione, guidando i progettisti de Il Prisma verso visioni e cortocircuiti inaspettati.
TALK 2: Crossing the Openings | Attraversare la soglia
Dopo aver esplorato durante il primo incontro il senso dell’identità, la conversazione sulle Migrazioni (In)Volontarie ha portato naturalmente al tema seguente: la soglia. Moderato da Walter Mariotti, Direttore editoriale di Domus, con la partecipazione fissa del critico e curatore d’arte Luca Cantore D’Amore e dell’artista Marco Nereo Rotelli, il talk ha esplorato il modo in cui gli spazi fisici, emotivi e culturali ci plasmano in questo viaggio. Qual è il ruolo del luogo di partenza e di arrivo sulla persona che parte e arriva? La conversazione si è spinta oltre i limiti convenzionali grazie alla presenza di tre relatrici d’eccezione:
Chiara Montanari, esploratrice e prima donna italiana ad aver guidato una spedizione internazionale in Antartide, ha portato a navigare la bellezza dell’incertezza e dell’ignoto, indispensabili per sviluppare quella che lei chiama mentalità antartica.
Laura Zanfrini, sociologa delle migrazioni, ha stimolato la riflessione sul valore della diversità e dell’identità collettiva, mettendo in luce le complessità e, soprattutto, le opportunità della convivenza multietnica.
Nausicaa Pezzoni, architetto e urbanista, invece, ha sfidato ad ampliare i nostri orizzonti guardando il mondo con lo sguardo degli “altri” – gli estranei – per cogliere nuovi spunti e punti di vista sul futuro delle comunità urbane.
TALK 3: Harvesting Divergencies | Arricchirsi dalle Divergenze
Dopo aver esplorato il senso dell’identità e quello dell’attraversamento della soglia, la conversazione sulle Migrazioni (In)Volontarie, giunge all’ultimo tema in agenda: Harvesting Divergencies | Arricchirsi dalle Divergenze.
Superati caos e pregiudizi durante il viaggio e l’arrivo nel nuovo luogo, la divergenza culturale va nutrita, supportata, fatta fruttare e integrata. Che significato ha per la società tale divergenza culturale? Come possono gli spazi e i servizi aiutare le persone ad arricchirsi da queste divergenze? Partendo da queste domande, Annalisa Calastretti, BU Director Worksphere – Il Prisma, ha presentato la visione dell’architettura legata a tale tema, insieme a Franco Farinelli, geografo, professore emerito dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, ex presidente della Società geografica Italiana, che ha arricchito la conversazione con uno sguardo geografico oltre i meri parametri cartografici; Silvano Petrosino, filosofo, docente di Teorie della Comunicazione e Antropologia religiosa e media – Università Cattolica di Milano per il quale “il fenomeno della migrazione rimette al centro il bisogno di interrogarsi sull’uomo. Per comprendere la globalizzazione non basta analizzare dinamiche tecniche e fisiche, ecco perché serve l’antropologia. L’uomo non è uno spirito ma è fatto di culture, tradizioni, costumi, gusti, fede”; Allison Rowe, Strategic design leader, che ha presentato nuovi e possibili scenari futuri per le persone e il pianeta, più equi e aperti alla ricchezza delle divergenze.
Moderati da Walter Mariotti, Direttore editoriale di Domus, con la partecipazione fissa del critico e curatore d’arte Luca Cantore D’Amore e dell’artista Marco Nereo Rotelli, i talk ideati da Il Prisma puntano a esplorare il significato e l’impatto delle “Migrazioni (In)Volontarie” sull’individuo, le comunità e i luoghi protagonisti di questi spostamenti.