Il dipinto, che copre una parete del refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie in Milano, si riferisce al racconto dell’ultima cena, consumata da Gesù prima della sua morte, in base al Vangelo di Giovanni: Gesù annuncia che verrà traditoda uno dei suoi amici. Leonardo modifica lo schema iconografico tradizionale per esprimere il significato più intimo e profondo dell’episodio.
In una sala semplice e armoniosa, in primo piano appare la lunga tavola della cena. Alcuni elementi prospettici, come il soffitto a cassettoni, gli arazzi alle pareti e le tre finestre del fondo, concorrono a definire l’ambiente.
Al centro è la figura di Cristo, dalla forma piramidale per le braccia distese. Ha il capo reclinato, gli occhi socchiusi e la bocca appena discostata, poiché ha appena finito di pronunciare la frase più triste che sia uscita dalle sue labbra: «In verità vi dico: uno di voi mi tradirà». Con il suo atteggiamento di serenità intima e profonda, Gesù costituisce l’asse centrale della scena, non solo sotto l’aspetto stilistico e prospettico, ma anche sotto il profilo simbolico e spirituale. Ogni particolare è esposto con grande accuratezza e le pietanze e le stoviglie presenti sulla tavola concorrono a bilanciare la composizione.
Attorno a Gesù gli apostoli sono disposti in quattro gruppi di tre, simmetricamente equilibrati. Il risultato complessivo di questa collocazione è quello di un rapido rimbalzare di emozioni e di scelte, simile a successive ondate che si propagano a partire da Cristo, come un’eco delle sue parole che si diffonde generando i più diversi stati d’animo e le più diverse reazioni. La psicologia dei singoli personaggi è approfondita, senza compromettere mai la percezione unitaria dell’insieme.
Ciò che colpisce particolarmente nel celebre affresco è un dettaglio di grande originalità. Infatti nelle scene dell’ultima cena dipinte da precedenti pittori, era Giuda ad essere raffigurato da solo, di solito al di qua del tavolo. Leonardo invece presenta il traditore insieme agli altri apostoli e sottolinea la solitudine di Gesù, isolandone la figura. Il Messia dona se stesso in un estremo atto di amore, eppure i suoi discepoli non lo comprendono e, in sostanza, lo abbandonano.
È il dramma nel quale ogni cristiano è coinvolto nella sua vita.