Si è appena conclusa la IX edizione di MIA PHOTO FAIR, la Fiera Internazionale dedicata alla fotografia d’arte in Italia che si svolge presso il The Mall di Milano, nel quartiere di Porta Nuova.
Quest’anno il comitato scientifico ha selezionato 85 gallerie per un terzo provenienti dall’estero, in cui fotografi contemporanei e classici si incontrano (sulle pareti) per essere venduti al miglior offerente, un modo anche per spingere il mondo del collezionismo fotografico. Per questo motivo è stato creato un percorso in cui, Fabio Novembre, noto architetto e designer italiano e appassionato collezionista di foto d’autore, ha selezionato alcune delle opere esposte al MIA Photo Fair, tra cui spiccano, così come per l’intera Fiera, molti nudi femminili.
Come le immagini di Stefania Romano della galleria Fine-Art Images, che propone degli eleganti bianconeri in cui i soggetti sono donne rivelate e raccontate solo attraverso il loro corpo, la loro nudità, la verità svelata e a volte sussurrata da giochi di velo sul corpo e chiaro scuri alla Jeanloup Sieff.
Davvero molto affascinanti le immagini di bambini del fotografo francese Alain Laboile, che molto generosamente ci conduce nella sua quotidianità, fotografando i sei figli nella vecchia casa di campagna vicino a Bordeaux. Sono immagini evocative, dove la libertà e la mancanza di sovrastrutture, ci fa avere nostalgia dell’infanzia. Sono bambini che giocano, che corrono nudi e si sporcano di terra, corpi senza pose, perché la posa non rientra nei loro bisogni, sono volti onesti, che ridono o piangono senza timore del giudizio. Nella loro semplicità, racchiudono tutta la complessità della bellezza, del desiderio, la complessità del ricordo, della nostalgia e della malinconia, del tempo che passa e che non torna più, anche se la fotografia nasce, per definizione, per rendere il momento, immortale.
Ricorda molto la poetica Sally Mann.
Restando in tema “infanzia”, Mattia Zoppellaro ci porta con sé in un viaggio durato quattro anni, tra gli “Irish travellers” nella “Appleby Fair”, un raduno di nomadi che si ritrova per lo scambio commerciale di cavalli. Un popolo di zingari che per l’occasione, alla Fiera più antica e grande d’Europa che si svolge in Gallows Hill, si agghinda a festa, con pellicce, trucchi vistosi e orecchini, bambini compresi. Mattia Zoppellaro ha la capacità di cogliere, in questi giovani volti, la natura, il carattere, la dolcezza o la rabbia, la strafottenza di chi è nato e cresciuto per la strada e la docilità di chi si arrende al suo destino, con consapevolezza. Troviamo infinite sfumature nella immagini di Zoppellaro, lo immaginiamo aggirarsi silenzioso tra un popolo difficile, chiuso e così particolarmente tradizionalista, alla ricerca di quel volto che racconti il “diverso”. Come non paragonarlo alla curiosa Diane Arbus e alla sua instancabile e amorevole voglia di scoprire gli emarginati, i relitti della società, i diversi per l’appunto.
La saudade non viene solo cantata nelle canzoni, riesce a spiegarcela anche Sofia Uslenghi, nuovo talento fotografico di origini siciliane, che sovrappone immagini satelittari della sua terra, ad autoritratti.
La nostalgia di casa, la mancanza degli affetti, le notti passate a cercare su Google Map quella via percorsa per andare a scuola, la strada in cui abitavamo, il parco punto di ritrovo con gli amici, e l’illusione che quel trasporto digitale può regalarci, diventano fotografia, con i colori acidi di Sarah Moon e la composizione a triangolo di un Klimt. Sofia Uslenghi si “sovrappone” all’immagine della sua terra dall’alto, ferma in una posa onirica, quasi volesse abbracciarla.
Ma all’interno del MIA PHOTO FAIR, un progetto davvero speciale viene condotto dall’irriverente Settimio Benedusi, fotografo che ha sempre fatto parlare di sé per il suo carattere diretto e per la sua schiettezza nel raccontare la fotografia, oggi.
Con il nome di “RICORDI”, il progetto vuole far tornare in auge il ritratto fotografico. Quanti di noi ancora stampano le fotografie? Quante immagini, invece, finiscono nel dimenticatoio, tra le altre centinaia, in una memoria remota del nostro cellulare, negli hard disk accatastati in qualche cassetto? Quanti hanno il desiderio di esporre l’antico ritratto di famiglia, dove non solo il numero dei componenti, ma il cuore degli stessi viene messo in mostra tra le mura domestiche? Settimio Benedusi sta urlando un ritorno al passato, caldo, vero, amorevole desiderio di immortalare il RICORDO, di stringersi ancora, seriamente, in una fotografia, una sessione fotografica vera e propria all’interno del MIA PHOTO FAIR, che è abbracciarsi col proprio fratello, con la propria madre, ritrarsi con l’amico fedele, stretti per sempre, in un ricordo, e non in un selfie pronto per essere dimenticato.
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