Tradizione e contemporaneità si sposano e intrecciano nella mostra dal titolo “Bagliori di Hanji – Installazioni luminose e altri capolavori in carta tradizionale coreana Hanji”, ospitata fino al 17 gennaio 2016 presso la Sala Zanardelli del Complesso del Vittoriano, e che vede come protagonista la storia, la tradizione, e i manufatti artigianali realizzati con uno speciale tipo di carta coreana chiamata appunto hanji.
L’esibizione, realizzata grazie al connubio tra l’Ambasciata della Repubblica di Corea a Roma, la Yewon Arts University Jangjibang e la provincia coreana di Gyeonggi, si snoda su un percorso diviso in quattro aree. Nel primo spazio ritroviamo la tradizione e la storia di questa preziosa carta, lavorata da ben quattro generazioni dalla famiglia Jang che, dall’albero di gelso detto “dak” estrae il materiale che lavorato in modo del tutto tradizionale e quindi a mano, viene impiegata per i più diversi utilizzi.
Nella seconda, terza e quarta sezione, troviamo la tematica della convergenza e della coesistenza. In questi spazi infatti troviamo esposte opere realizzate con questa particolare carta che viene impiegata per costruire installazioni luminose simbolo della modernità, ma dai caratteri fortemente tradizionali; opere d’arte, come ad esempio riproduzioni di cavalli usati come simboli di prosperità e fortuna, ma troviamo anche dei tavolini portabili che indicavano nell’antichità il livello sociale delle famiglie che li possedevano. La carta Hanji però, si presta anche come materiale di restauro di preziose testimonianze culturali,e addirittura come ornamento di elementi di arredo, vestiti e accessori.
La mostra di fatto è un excursus che attraversa e racconto la storia, la tradizione, la metodologia di lavorazione della carta hanji, una forma artigianale che nella modernità più estrema, sopravvive ed emerge come forma d’arte privilegiata e umile, che fa della carta un prezioso elemento capace di ornare la quotidianità grazie ai suoi usi multipli.