Roma. Ristoratore vieta l’ingresso ai bambini e scoppia polemica

«Vietato l’ingresso ai bambini di meno di 5 anni.» No, non è uno scherzo, avete letto bene. Marco, proprietario di “Fraschetta del pesce” (un ristorante della Capitale), ha infatti interdetto l’ingresso ai bambini al di sotto di un lustro di vita perché disturberebbero la quiete del locale e intralcerebbero il lavoro dei suoi dipendenti.

Un polverone sollevato solo in questi giorni ma pare che nessuno se ne fosse accorto prima, visto che il veto è stato imposto almeno due anni addietro. Resta il fatto, comunque, che sia lecito infastidirsi  per una simile decisione. Perché limitare l’ingresso ai solo adulti o, ad ogni modo, ad individui con una formazione sociale quantomeno consolidata?

In realtà, lo stesso proprietario lancia un monito importante: «Come fai a capire se un genitore è educato o meno? Perché è su questo che insisto: sulla maleducazione. Io non ce l’ho con i bambini, io devo lavorare».

 

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Riflettori puntati dunque sull’educazioni impartita ai figli dai genitori. Secondo Marco, infatti, sarebbe la maleducazione a seccare il resto dei clienti con una considerevole perdita di denaro.

Questa decisione ha comunque diviso l’opinione pubblica. Se da un lato in molti hanno aderito alla pagina Facebook “Far chiudere la Fraschetta del Pesce di Casal Bertone” dall’altro, pare che il locale non abbia perso credibilità, ma al contrario, abbia attirato a sé una sempre più crescente clientela.

Peccato che un ristoratore non possa selezionare i propri clienti. Una legge italiana obbliga il proprietario di un esercizio pubblico ad accogliere qualsiasi individuo senza tener conto della sua estrazione sociale, razza o pregiudizio.

Le polemiche degli ultimi giorni vanno ad inasprirsi ma Marco ha le idee chiare giurando che non si fermerà di fronte ad alcun tipo di richiesta o peggio ancora, insulto: “…venendo incontro a tanti clienti che mostrano di apprezzare, dopo aver fatto la guerra alla maleducazione per due anni, perché dovrei smettere ora?» ha dichiarato senza remore.

Milano Moda Uomo: Ermanno Scervino reiventa il Dandy contemporaneo

Teschi e scritte manifesto come Wild e Heroes: il nuovo dandy firmato Ermanno Scervino non è solo vanità.

La collezione autunno/inverno 16-17 attinge allo sport per l’utilizzo di tessuti tecnici e al glam attraverso le ruches delle camicette. Il parka military-chic con cappuccio in pelliccia e il robe manteau impreziosito di cristalli, elevano la collezione a livelli altissimi.

Del resto siamo sempre stati abituati all’opulenta eleganza dello stilista italiano che, senza troppi eccessi, è riuscito a far catalizzare l’attenzione dei media sulle sue collezioni.

Principe di Galles sui pantaloni dalla linea sartoriale e cappotti con manicotti in pelliccia bastano per disegnare un uomo di buone maniere, sofisticato e intelligente.

I pullover si dipingono di righe in stile marinière e il denim spalmato ci rivela un uomo dall’animo rock.

Insomma, svariate ispirazioni per un unico obiettivo: rivelare al mondo il vero volto del dandy contemporaneo.

Toni cupi compongono la collezione. Un elegante blu notte è il re indiscusso della collezione ma non mancano un evergreen come il nero e tonalità più scintillanti come il grigio che si veste di filati laminati. Ad alleggerire il progetto dello stilista, il verde e il cammello.

Ultima parola spetta agli accessori, curati nei dettagli anch’essi. Tracolle in pelle, stringate e sciarpe corpose delineano il profilo di una collezione da vero gentleman.

 

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Fendi: l’uomo in robe de chambre stupisce la Milano Moda Uomo

Quale capo d’abbigliamento se non la robe de chambre, potrebbe descrivere al meglio la collezione autunno/inverno 16-17 della maison romana Fendi?

Dalle nostre abitazioni lavoriamo, facciamo ricerche, voi giornalisti scrivete –  racconta Silvia Venturini Fendiormai, a domicilio arrivano il cinema, i ristoranti e le palestre coi personal trainer”.

È un uomo “pantofolaio” ma anche bamboccione (e non per modo di dire visto le ciabatte in peluche ai piedi dei modelli, il fumetto di montone intarsiato sopra il taschino della giacca e le emoticons sulle piccole tracolle) quello descritto dal noto brand, che veste  anche con assoluta cura ed eleganza. Un uomo che ama il tepore delle abitazioni e che sceglie la comodità anche quando si lascia travolgere dalla vita mondana.

È un tripudio di maglioni a dolcevita, pantaloni over, principe di galles e stampe cravatta, ma anche di faux fur e di maxi sciarpe.

Giochi di volumi, palette di colori intensi, intervallati da toni pastello e colori vitaminici come il giallo su revers e maglioni, compongono la variopinta collezione.

La maestria artigianale del marchio prende luce nel cappotto/vestaglia a scacchi. Eccentrico o per veri egocentrici, il completo in peluche  giustificato da Fendi Venturini  attraverso queste parole: “In questo momento pieno d’incertezze e difficoltà – osserva la stilista – c’è bisogno di leggerezza e ironia.”

Gli accessori funny, enfatizzano il progetto della stilista: colbacco, shopper e scarpe in peluche lasciano l’unica speranza di un accessorio davvero eccellente: la Peekaboo.

 

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Missoni: il fascino nomade giunge alla Milano Moda Uomo

Su un manto copioso di foglie ormai secche, sfila l’uomo nomade di Missoni. È un girovago del lontano Ladakh indiano che veste con pullover e cardigan confezionati con filati preziosi. È un sognatore. È un selvaggio. È un viandante cupo e misterioso, impavido e nobile nella sue essenza.

È un lusso wild quello raccontato dalla storica casa di moda italiana che impiega il cashmere (sia puro che affiancato alla seta), lo yak, la lana shetland, l’alpaca e il mohair per confezionare capi unici e rispettando le fantasie tanto care alla maison.

Le righe zig zag  multicolor, disegnano grafismi magnetici su caldi maglioni con collo a scialle. Il parka è stato realizzato con cotone tecnico e arricchito con simpatiche frange. I pantaloni, per lo più confezionati con tessuti check, sono dritti e in alcuni casi comodi e con tasche laterali. I giubbotti sono stati ricamati a mano e impreziositi da monete etniche.

La palette di colori è variopinta. Tra i toni prescelti per ravvivare la collezione troviamo: il vinaccia, il rosso, il giallo, il ruggine, il cognac, il viola, l’azzurro, il bianco, il lilla, il grigio, il beige, il blu, il bianco e l’arancio.

La raffinatezza della collezione si evince anche nei capi più sportivi come le felpe con cappuccio e le giacche in lana con chiusura a zip.

Se comodità sarà la parola d’ordine per il prossimo autunno/inverno 16-17, gli accessori dovranno essere ad ogni modo pratici. Per questo, la collezione è stata completata da boots con lacci, maxi sciarpe per proteggersi dal grande freddo, zaini e berretti in maglia.

 

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Prada: il capitano romantico di Miuccia incanta Milano

In una piazza immaginaria e con un pubblico diviso per classi distinte come in un assolo di gerarchie, va in scena l’uomo capitano di madame Miuccia: forte, sicuro di sé e, al contempo, romantico.

È una sfilata distinta, evocativa, “un incontro di periodi scuri e luminosi della storia, una mescolanza di spunti di vari momenti eroici, guerrieri, infami, drammatici, umani, emozionanti”, come ha spiegato la stilista.

Affidando a Christophe Chemin le stampe per le camicie, Miuccia ha reso possibile ”l’incontro” tra grandi personaggi  vissuti in tempo diversi: Giulio Cesare con l’alloro,  Ercole con i pugni di Hulk,  Giovanna D’Arco con le nacchere, Sigmund Freud con un grosso bastone, Che Guevara con l’Oscar, Nina Simone con i guanti da boxe e Pierpaolo Pasolini in compagnia di sé stesso.

Per me è la celebrazione dell’individuo e della passione umana. Questa idea unita al desiderio di recuperare pezzi del passato, capitoli che a mio parere sono fondamentali per capire cosa ci sta succedendo, sono le ossessioni, i pensieri che mi hanno portato a creare questa collezione” ha dichiarato Miuccia per spiegare come vestirà l’uomo nel prossimo autunno/inverno 16-17.

La camicia è il punto di partenza della collezione seguita a passo dai maxi cappotti con revers e grandi bottoni.

Come un capitano di una flotta vincente, l’uomo Prada restituisce al pubblico sicurezza e predominio.

Esplicita è l’ispirazione desunta dal mondo marinaro con pantaloni a gamba larga, cappelli da marinaio e il solino. Accurata la scelta della palette, con l’impiego di colori cupi (bordeaux, nero e blu) rimestati  con il bianco e il cuoio.

 

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Costume National: Ennio Capasa re indiscusso dello stile rock

Insanity laughs under pressure we’re cracking  can’t we give ourselves one more change?”

E non esiste melodia più azzeccata di Under Pressure per “raccontare” il viaggio di un uomo contemporaneo, attraverso una collezione che non enfatizza l’anima rock del suo creatore, ma la esalta.

È un omaggio all’amico David Bowie e al frontman dei Queen, Freddie Mercury attraverso capi di straordinaria sartorialità e dall’incipit, appunto, rockeggiante. Carattere, forza e mascolinità sono state le prerogative di Ennio Capasa in fase di progettazione, avvalendosi di pelle e velluto per rafforzare la dicotomia rock/Costume National come firma del marchio italiano.

L’intera collezione gioca su linee essenziali e affusolate. L’uso sapiente di zip su biker e pantaloni aderenti in pelle, creano un suggestivo movimento visivo sui capi. I maxi coats dalla lunghezza midi si scontrano con gilet aderenti indossati su camicie slim.

Il total black, tanto caro allo stilista salentino, viene affiancato a colori vitaminici come il verde acido e, comunque a tonalità forti come il rosso, il blu e il giallo ocra.

Con le camicie in ciniglia (capo cult degli anni novanta) e i bomber con pattern in lamé, Capasa conferma la vicinanza artistica (e non solo) a due icone della musica rock che hanno impressionato i posteri, ma anche accumunato culturalmente diverse generazioni.

Non si dimentichi però, l’influenza sempre viva che l’Oriente ha su di Ennio e che in questa occasione viene riverita attraverso cappotti e giacche con colletti alla coreana.

 

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Cavalli: il ritorno di Dundas tra vintage e rock

Fantasie animalier, paillettes e lamé per un effetto rock del tutto inaspettato.

Il ritorno di Peter Dundas in Roberto Cavalli non poteva che portare ad esiti davvero sorprendenti.

Una collezione contaminata, quella dello stilista norvegese che è riuscito a creare un filo conduttore tra wild, rock e vintage senza cadere nella banalità di tale scelta.

Nel prossimo autunno/inverno 16-17 il glam rock degli anni settanta rivive nei jeans leggermente scampanati sul fondo e nelle pellicce over in stampa animalier.

Il velluto è il tessuto principe della collezione seguito dalla pelle, dal popeline, dalla pelliccia, lane e seta.

Cosa dire dei ricami? I fili d’oro disegnano libellule, stelle e fiori di cardi su maglioni e bluse leggere come nuvole.

Abuso di dolcevita e giacche dalla linea slim abbinate sapientemente a maxi sciarpe jacquard: questa è la strada percorsa da Dundas  per un perfetto stile old school dal risultato davvero sorprendente.

Immancabili le giacche in pelle con inserti in pelliccia di leopardo  e i maxi coats con revers in vello di animale.

Gli accessori si presentano in linea con il mood della collezione. Avvincenti risultano le sneakers proposte in velluto ricamato e in patchwork di pelle. Gli zaini in cavallino e gli occhiali squadrati conferiscono un tocco di contemporaneità al lavoro di Dundas.

 

 

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Italy Fashion Roberto Cavalli
Roberto Cavalli by Luca Bruno Ph

 

A model wears a creation for Roberto Cavalli men's Fall-Winter 2016-2017 collection, part of the Milan Fashion Week, unveiled in Milan, Italy, Friday, Jan. 15, 2016. (AP Photo/Luca Bruno)
Roberto Cavalli by Luca Bruno Ph

 

Peter Dundas by Luca Bruno Ph
Peter Dundas by Luca Bruno Ph

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ports1961: a Milano va in scena l’uomo samurai

Un uomo forte come un samurai e un’anima fragile come un fiore di pesco giapponese. Questo è l’uomo descritto da Milan Vukmirovic che per il marchio Ports1961, si affida all’eleganza proverbiale del ballerino russo Sergei Polunin per enfatizzare la collezione autunno/inverno 2016-17 presentata il 15 gennaio a Milano.

Profilature in pelliccia, culottes, maxi bags e giochi di lunghezze ci descrivono la visione contemporanea che lo stilista ha dell’uomo. Assidua è la presenza nelle opere compiute da Vukmirovic, del print, in questa occasione sviluppato attraverso jacquard dorati che disegnano e impreziosiscono i bomber di chiaro richiamo orientale.

Giochi di lunghezze, movimentano la collezione. Camicie aderenti che sfiorano il ginocchio, over coats che scivolano sull’anca, pantaloni dalla linea midi e bomber che cingono i fianchi.

Superlativa ci risulta la scelta di sovrapporre i capi. Pannelli che scivolano sui pantaloni, grandi cappe con ricamo orientaleggiante, gonne asimmetriche che creano volume.

Firma assoluta dello stilista di origine serbe è la stella, presente anche in questa collezione su capi sporty-glam.

Infine, un’eleganza accennata si intravede su completi dalla linea affiancata caratterizzati da eccellenti ricami in oro e ton sur ton che, dall’orlo dei pantaloni, si diramano verso l’alto.

Il ritorno del marchio Ports1961 durante la Milano Moda Uomo è stato accolto positivamente dagli addetti ai lavori. Vukmirovic è riuscito a raccontare, attraverso un accurato studio di design, un uomo forte e contemporaneo che nasconde in sé un’anima pacata, come quella di un samurai.

 

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Pitti Uomo riconferma il pois per il prossimo A/I 16-17

Pitti uomo 89esima edizione. Parola d’ordine unisex o, per meglio dire, pois.

Si, perché il pois è il pattern preferito dagli stilisti che lo hanno scelto per confezionare sia accessori che capi d’abbigliamento. I “pallini” più glamour che siano mai stati inventati, quelli che negli anni trenta entrarono di diritto nel guardaroba di ogni donna e che negli anni cinquanta arricchirono le rigide cravatte maschili, oggi sono i protagonisti assoluti di questa ultima edizione di Pitti Immagine.

Gli outfit più stravaganti sono stati immortalati fuori dai padiglioni con blogger più o meno influenti che hanno cercato in ogni modo di catalizzare su di se l’attenzione dei fotografi impegnati nello street style. Calzoncini, sciarpe, maxi coats e collant hanno confermato la stretta connessione tra uomo, vanità e… pois.

 

Photo credit by Simona Bertolotto Ph
Photo credit by Simona Bertolotto Ph

 

Photo Credit By Simona Bertolotto Ph
Photo Credit By Simona Bertolotto Ph

 

Ma nel frattempo, cos’è successo all’interno dei padiglioni?

Fiorio ha basato l’intera collezione sul pattern non esitando di confezionare simpatici papillon con il pois.

Papillon a pois. Fiorio
Papillon a pois. Fiorio

 

Pois e cavallino per le calzature firmate Penpikina
Pois e cavallino per le calzature firmate KANPEKINA

 

Pois per Massimo Rebecchi
Pois per Massimo Rebecchi

 

 

Il marchio di scarpe e accessori maschili giapponese Kanpekina ha presentato a buyer e clienti, calzature che hanno in sé eleganza, glamour e fantasia. Accessori veramente luxury venduti esclusivamente nell’unico showroom del marchio, in Giappone. Unici i mocassini in cavallino e pois che hanno convinto gli avventori dell’evento.

Per Massimo Rebecchi il pois è il print per eccellenza per il prossimo autunno/inverno 2016-17 iniziando dall’invito di presentazione della collezione fatta recapitare a buyer e uffici stampa. Capi in stile sportwear che non dimenticano l’essenza classica del marchio. Una sfilata ricca e sorprendente con giacche sfoderate, pantaloni slim fit e maxi coats in lana pregiata. Le stampe fantasia sono, appunto, il fulcro della collezione con cravatterie, rombi, jacquard, righe e, l’immancabile pois.

Scott Schuman: con Roy Roger’s conquista Pitti Uomo

È il più noto fotografo di street style e detiene la fama di essere tra i blogger più stimati del fashion system. Da oggi, Scott Schuman meglio conosciuto come The Sartorialist, è anche diventato uno stilista firmando una capsule collection per Roy Roger’s presentata in questi giorni durante Pitti Uomo edizione 89.

Cosa ha spinto il brand fiorentino a stringere un accordo biennale con Schuman? Lo spiega Guido Biondi, direttore creativo del brand: Mi ha sempre affascinato la visione pioneristica di Scott Schuman sul concetto di moda che sottolinea il valore dell’interpretazione personale. The Sartorialist rappresenta, infatti, un osservatorio permanente sui cambiamenti che avvengono nel mondo, attraverso il suo vigile obiettivo che ci mostra ciò che indossa la gente comune nella vita quotidiana.

 

Scott Schuman alla presentazione di The Sartorialist by Roy Roger's
Scott Schuman presenta The Sartorialist by Roy Roger’s

 

Al centro della collezione, il denim, strutturato per essere indossato con capi essenziali per un look contemporaneo.

Volumi e silhouette, ci rimandano negli anni settanta con pantaloni a vita alta leggermente svasati sul fondo e maglioni e capospalla che si accorciano sui fianchi. L’unica eccezione è riservata al parka, il solo indumento ad avere una linea oversize.

Ho realizzato questa capsule un po’ per egoismo perché volevo realizzare le cose che non trovavo per me sul mercato. Prima di tutto i jeans a vita alta, di denim premium quasi nero che mi fanno sentire più alto e le giacche blu di cachemire con gli spacchi molto alti. Sono i piccoli cambiamenti delle proporzioni che fanno la nuova moda“, racconta così la collezione, il neolaureato designer Schuman.

Tutti i capi, peraltro, hanno al loro interno una speciale etichetta realizzata in cotone 100% proveniente da vecchi telai a navetta.

La collezione potrà essere acquistata nelle boutique monomarca Roy Roger’s e negli shop del marchio sparsi per il mondo.

 

I’m a nature: il video campagna lanciato da WWF

Quante volte, fradici di una quotidianità insidiosa, veloce e stressante, avete desiderato con tutte le vostre forze di essere foglia posata sulle sponde di un lago?

Staccare la spina da tutto ciò che è social, disintossicarsi dalla smania sempre più frequente di notorietà sui media. Purificarsi dall’odore sempre meno sopportabile dello smog delle nostre città e fuggire da quella sensazione di soffocamento provocata da palazzi sempre più alti che tolgono il fiato.

Siamo realmente presi da noi stessi, dal nostro lavoro, che abbiamo dimenticato le nostre origini.

Oggi a farvi riflettere ci pensa “I’m a Nature”: il video campagna lanciato da WWF creato, appunto, per ricordarci che siamo essere liberi. Lo short movie creato dall’organizzazione internazionale che protegge l’ambiente, mostra un uomo e una donna sognanti, nudi e felici sulla riva di un lago. Un “risveglio” doloroso, quello che dovranno subire i due attori, che saranno obbligati a vivere il distinguo tra la felicità di immergersi nella natura e la tristezza di sentirsi intrappolati come ratti nelle quattro mura di un edificio anonimo.

Vale davvero la pena sacrificarsi per alimentare il proprio ego?

“Non sono le mie email, i like sulla mia pagina Facebook o il fast food della pausa pranzo. Sono le foglie che cadono sulle mie spalle, l’erba sotto i miei piedi, il vento tra gli alberi, l’acqua tra le rocce, la terra tra le mie dita. Sono le scelte che faccio”. Questo è il messaggio che recita “Io sono natura.”