Festival di Sanremo 2016: il resoconto della prima serata

Martedì 9 febbraio 2016 ha avuto inizio la 66esima edizione del Festival di Sanremo che, a leggere i dati Auditel, si è rivelata un po’ sottotono rispetto agli anni precedenti. Sono stati infatti solo 11.134.000 i telespettatori che si sono sintonizzata su Rai 1, totalizzando il 49,5% di share.

Ad affiancare il conduttore Carlo Conti alla sua seconda edizione, i tre co-conduttori Virginia Raffaele che ha impersonato Sabrina Ferilli, Madalina Ghenea, splendida negli abiti Alberta Ferretti e l’attore Gabriel Garko.

 

Gabriel Garko, Madalina Ghenea e carlo Conti sul palco dell'Ariston. (fonte lapresse.it
Gabriel Garko, Madalina Ghenea e carlo Conti sul palco dell’Ariston. (fonte lapresse.it)

 

 

Virginia Raffaele saluta calorosamente il conduttore carlo Conti
Virginia Raffaele saluta calorosamente il conduttore carlo Conti (fonte davidemaggio.it)

 

 

La bellezza di Garko, secondo alcuni sempre più artefatta, non è bastata per rimediare la sua presenza/assenza sul palcoscenico dell’Ariston: impacciato, insicuro, teso. Nessuna parola di cordoglio in memoria dell’anziana donna deceduta a causa l’incidente avvenuto nella villa in cui soggiornava l’attore e la delusione cresce.

L’effervescente Virginia con un po’ di brio ha risollevato le sorti di un programma che della monotonia aveva fatto il suo punto di forza. E alla faccia di chi l’accusa di fare soldi sulle spalle degli altri; il talento della Raffaele esplode anche quando in un momento delicato in cui in Italia si vota per la Stepchild adoption, dice: “Si lamentano perché la presenza di Elton John sarebbe uno spot al matrimonio gay. E quando arrivano i Pooh allora che è, ‘na marchetta all’INPS?”

 

Elton John ospite d'onore al Festival di Sanremo 2016 (fonte Repubblica.it)
Elton John ospite d’onore al Festival di Sanremo 2016 (fonte Repubblica.it)

 

La giunonica Madalina, dal canto suo, ha dimostrato di avere la giusta dose di ironia e capacità di adattamento. Ha dimostrato non solo di essere una donna bella e sensuale, ma anche di avere intelligenza da vendere: non a caso parla più lingue lei che del nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ma passiamo ai cantanti in gara. Nella prima serata si sono avvicendati 10 big della canzone italiana, quattro dei quali a rischio di eliminazione. Irene Fornaciari canta “Blu”, una canzone dedicata ai profughi di guerra che perdono la vita nelle nostre acque. Il messaggio è importante e diretto, ma ciò  non basta per salire in alto nelle preferenze. Stessa sorte spetta ai Dear Jack, Bluvertigo e Noemi.

È andata meglio al rapper napoletano Rocco Hunt, Giovanni Caccamo in coppia con l’ex allieva di Maria De Filippi Deborah Iurato, Stadio, Lorenzo Fragola, Arisa e Enrico Ruggeri che per il momento sono salvi.

Il parterre degli ospiti ha visto un Elton John disinvolto che ha preferito tacere sulle adozioni gay preferendo alle inutili polemiche o sermoni, parlare di solidarietà.

 

Laura Pausini ospite d'onore durante la prima puntata del Festival di Sanremo 2016
Laura Pausini ospite d’onore durante la prima puntata del Festival di Sanremo 2016 (fonte Pagina Ufficiale Fb Laura Pausini)

 

 

Poi arriva lei, la donna dei record Laura Pausini che canta sul palcoscenico dell’Ariston alcuni brani del suo repertorio dagli esordi ai giorni nostri. La cantante di Faenza, emozionata, indossa la giacca della finale del ’93 e in chiusura canta “Simili” un brano che sembra voglia inviare un messaggio di apertura alle unioni civili: “Siamo simili, dobbiamo proteggerci non dividerci.”

In realtà, anche i nastri rainbow posizionati sulle aste dei microfoni avevano il medesimo scopo. Messaggi timidi e velati che sembra non abbiano gradito in tanti.

Infine il trio di comici Aldo, Giovanni e Giacomo che festeggiano i loro primi 25 anni di attività, hanno appioppato al pubblico il solito sketch che non mancava proprio a nessuno e per tale motivo, l’assenza di Checco Zalone è stata avvertita con maggior ridondanza.

Se è vero che il cavallo si vede alla fine della corsa, dobbiamo attendere le prossime serata per affondare un giudizio più veritiero.

 

Valentino Garavani torna “in scena” con La Traviata

Un grande sogno che si avvera quello di Valentino Garavani  che, da sempre grande estimatore di opere liriche, dal 24 maggio al 30 giugno 2016 andrà in scena con gli abiti da lui disegnati per una nuova edizione de La Traviata. Fiancheggiato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli per la realizzazioni dei costumi di scena e dalla regista Sofia Coppola per la prima volta agli esordi alla regia di un’opera lirica, disegnerà gli abiti di Violetta, realizzati negli atelier della maison.

 

Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli durante la sfilata Haute Couture A/I 15-16
Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli durante la sfilata Haute Couture A/I 15-16

 

 

Piccioli e Chiuri, attuali direttori creativi della maison Valentino, vestiranno Flora e il coro, servendosi di una stretta ed importante collaborazione con la sartoria del Teatro dell’Opera.

Divisa in tre atti, l’opera rielaborata dal libretto di Francesco Maria Piave ed ispirata da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas, sembra una pura reminiscenza cinematografica molto probabilmente influenzata dalla vocazione artistica dello scenografo Nathan Crowley (noto per aver elaborato le scene per i film Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro) e dalla stessa Sofia Coppola, scelta da Valentino dopo esser rimasto ammaliato dal film  Marie Antoinette.

 

Sofia Coppola
Sofia Coppola

 

 

A curare le musiche di scena, il maestro cremonese Jader Bignamini (direttore associato dell’Orchestra Verdi di Milano) che dirigerà le voci di Francesca Dotto e Maria Grazia Schiavo entrambe nel ruolo di Violetta Valery e Antonio Poli e Arturo Chacón-Cruz nel ruolo di Alfredo Germont.

Ad annunciare la rivisitazione de La Traviata resa possibile dalla Fondazione Garavani-Giammetti è stato Carlos Fuentes, Sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.

I biglietti sono già disponibili presso il botteghino del Teatro dell’Opera e sul sito.

BeOnMemories.com: la startup di Raffaele Sollecito creata per commemorare i defunti

Raffaele Sollecito crea una startup davvero impressionante e non per modo di dire benevolo.

BeOnMemories.com farebbe venire la piloerezione anche ad un morto e scusate il giro di parole ma un progetto nato per commemorare i defunti, già di per se è un’idea bislacca, immaginate se per presentarlo si debba attendere Sanremo 2016 con tutta l’attenzione mediatica che ne deriva.

Ma cerchiamo di capire bene su quali basi nasce questo progetto. BeOnMemories.com sarebbe un’azienda online che si occupa di organizzare da cima in fondo il funerale del caro defunto; inoltre con BeOnMemories.com è possibile portare un mazzo di fiori da lasciare sulla lapide (quest’ultima acquistabile sull’e-commerce del sito) del caro estinto.

Per essere più concisi: se il 2 novembre (giorno di commemorazione dei defunti n.d.r.) siete impegnati per tutto il giorno e non potete recarvi al cimitero, l’agenzia funebre 2.0 di Sollecito pulirà la lapide del vostro caro defunto e poserà su questa, un bel mazzolino di fiori scelto accuratamente da voi.

 

raffaele Sollecito e Amanda Knox immortalati poche ore dopo la morte dell'amica Meredith Kercher
Raffaele Sollecito e Amanda Knox immortalati poche ore dopo la morte dell’amica Meredith Kercher

 

 

Sollecito, dopo l’esperienza vissuta in carcere da imputato per la morte di Meredith Kercher e assolto poi definitivamente assieme all’ex fidanzata Amanda Knox dalla Suprema Corte di Cassazione, oggi è a tutti gli effetti imprenditore di un’agenzia funebre supportato, per altro,  anche dalla Regione Puglia che gli ha concesso ben 66 mila euro per lanciare la startup.

A Blogo, Raffaele ha così commentato l’iniziativa: “Sarà disponibile all’inizio di questa primavera, ho cercato di azzerare la distanza tra la persona cara da commemorare e un parente o un amico. Se lavoro a Milano e ho un parente a Bari, difficilmente riesco ad andarci fisicamente. Attraverso questo portale abbiamo raccolto tutti i cimiteri d’Italia e una serie di fioristi nostri partner che espletano il servizio in loco. Registrandosi, si può creare il profilo della persona da commemorare, condividere questo ricordo sia sui social che sul portale stesso e comprare dei prodotti come corone o ceri votivi fino ad assicurare la pulizia delle lapidi e così via. Come prova del lavoro svolto ne mandiamo all’utente una foto in alta definizione.”

Quando il business chiama, la tentazione è tanta, anche a costo di andare incontro a magre figure.

Il sito è ancora un work in progress ma c’è chi scommette che al suo interno ci sarà anche la “Bacheca del caro istinto” con tanto di necrologie.

 

 

 

Zegna: il ritorno di Alessandro Sartori

Alessandro Sartori è il nuovo direttore creativo di Zegna subentrato dopo la recentissima dimissione di Stefano Pilati. In realtà, quello di Sartori è più che un graditissimo ritorno dato che dal 2003 al 2011 ha ricoperto eccellentemente il ruolo di head of design per la linea giovane Z Zegna del marchio.

Lo stilista biellese classe sessantasei  ha così commento il suo ritorno in azienda: “Desidero ringraziare Gildo e tutta la famiglia Zegna per questa opportunità davvero fantastica. Sono cresciuto osservando e ammirando le loro creazioni e i loro valori, autentici e profondi. Sono entusiasta di poter partecipare con tutto il team Zegna alla scrittura di un nuovo capitolo. Non vedo l’ora di entrare nei favolosi archivi di Trivero, incontrare gli artigiani e cominciare a lavorare sulle nuove collezioni“.

Sartori, che nel frattempo ha abbandonato il team Berluti (maison di lusso dedicata alla moda uomo appartenente al gruppo LVMH) si insedierà nel gruppo Zegna nel giugno 2016. L’obiettivo della maison è mantenere la posizione ai vertici del mercato moda uomo. I mercati esteri rimangono l’obiettivo di Zegna con Cina, Stati Uniti, Giappone in pole position.

 

Alessandro Sartori dopo la collezione primavera/estate 2015 di Berluti a Parigi, 26 giugno 2015.  (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
Alessandro Sartori, immortalato durante una sfilata Berluti (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)

 

 

Meta difficile da raggiungere per Alessandro? Certo che no: l’impresa è già stata ampliamente conquistata nella passata collaborazione con il marchio italiano, quando Sartori in pochissimi anni fece lievitare gli introiti dell’azienda che da 30 milioni aumentarono a 100 milioni di euro.

Entusiasta del ritorno di Sartori, l’amministratore delegato Gildo Zegna ha così commentato il rientro dello stilista: “Conosco Alessandro e il suo stile da molti anni e sono molto contento di accoglierlo di nuovo nel nostro gruppo. Il suo talento, la sua creatività, la sua passione e modernità lo rendono perfetto per aiutarci ad accompagnare Zegna nella prossima tappa del suo sviluppo.”

Nel frattempo il designer Pilati si dice onorato di aver avuto la possibilità di lavorare in una azienda famigliare che fa della qualità, dell’eccellenza e dell’artigianalità, il suo punto di forza. Attendiamo, quindi, nuovi sviluppi in merito ad una possibile nomina di Pilati come direttore creativo di una maison di lusso di eguale spessore. I posti vaganti, infatti, aumentano di giorno in giorno.

 

 

 

Galleria Vittorio Emanuele II: Chanel prende il posto di Viganò

Novità in dirittura d’arrivo all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. La maison di lusso francese Chanel, prenderà infatti il posto della storica boutique Viganò: l’azienda di accessori e cappelli di lusso, situata al piano terra della struttura, abbandonerà a breve gli spazi occupati fin dal lontano 1919.

La giunta comunale di Milano ha approvato l’ingresso del marchio ponendo però una condizione fondamentale: l’aumento del canone che di fatto passerà da 129.300 annue di Viganò (alle Botteghe Artigianali viene applicato il 10% di sconto) a 314mila di Chanel, con l’obiettivo di incrementare gli introiti della Galleria.

Con questa operazione la redditività del monumento è destinata inevitabilmente ad aumentare. Queste manovre commerciali hanno permesso, infatti, di elevare le entrate per milioni di euro nel corso degli anni; basti pensare che nel 2011 la Galleria era riuscita ad incassare la modica cifra di 11 milioni di euro e che attualmente i canoni introitati ammontano a 27 milioni di euro.

 

La boutique Viganò lascia il posto a Chanel
La boutique Viganò lascia il posto a Chanel

 

 

L’assessore al demanio Daniela Benelli ha così commentato l’accordo: “Ricordo tra l’altro che le maggiori risorse della Galleria vengono investite nei quartieri popolari, in particolare per la manutenzione ordinaria delle case. E non dimentichiamo l’importante contributo dei privati che, con risorse proprie, contribuiscono al recupero e alla manutenzione del complesso monumentale. Mi auguro che anche con Chanel si possa aprire un dialogo su questo.”

Con Chanel, che fiancheggia Prada, Louis Vuitton, Gucci, Tod’s e Borsalino, la galleria incrementa la lista di nomi eccellenti al suo interno e si veste di lusso sfrenato.

JLo irriconoscibile su Instagram

I social media, sono spesso un’arma a doppio taglio, soprattutto quando sei un’icona della musica pop e sei stata sempre guardinga a farti immortalare come mamma ti ha fatto.

Ecco cosa succede quando il toy boy di turno mette in piazza la tua faccia nuda e, soprattutto, senza utilizzare filtri.

 

Jennifer Lopez audace durante un concerto con il rapper Pitbull
Jennifer Lopez audace durante un concerto con il rapper Pitbull

 

 

Tocca a  Jennifer Lopez, la bella cantante di origine portoricana, a vivere la più spiacevole disavventura che possa accadere su internet e che nessuno  augurerebbe nemmeno al peggior nemico. Cartellino rosso dunque per Casper Smart che, di buon ora, si lascia andare ad una imitazione davvero da censurare su Dubsmash.com coinvolgendo la compagna che, in realtà, non appare per nulla infastidita.

Il video è ormai virale su internet e sul profilo Instagram di Casper (beaucaspersmart questo è l’account del modello n.d.r.) ha già totalizzato oltre 540.000 visualizzazioni in tre giorni.

 

JLo  e Casper Smart durante il Golden Globe Award
JLo e Casper Smart durante i Golden Globe Awards

 

 

Come avranno reagito i followers dell’aitante e spregiudicato Smart? Semplice, con commenti di compiacimento nei confronti di JLo anche se alcuni di questi, a dire il vero, sono stati più esplosivi del vetriolo: il semplice “OMG” si è trasformato, infatti, in un diversamente simpatico “Mamma mia che brutta”.

Insomma, le comuni mortali possono tirare un sospiro di sollievo: anche una sexy star che ha assicurato il suo lato B per ben 27 milioni di dollari, senza artefatti ha poco di cui sorridere.

 

 

Dolce Rosa Excelsa: il profumo “da Oscar” di Dolce & Gabbana

Tre nomi eccellenti. Tre Premi Oscar. La chiamata di Domenico Dolce e Stefano Gabbana per il profumo Dolce Rosa Excelsa, ha ricevuto risposta positiva. Prova ne è lo spot creato per lanciare sul mercato la nuova fragranza della maison italiana che ha visto coinvolti l’attrice Sophia Loren, il pluripremiato compositore Ennio Morricone (candidato Premio Oscar per la colonna sonora di The Hateful Height di Quentin Tarantino n.d.r.) e il regista Giuseppe Tornatore.

 

Sophia Loren dirige i lavori di ristrutturazione del palazzo
Sophia Loren dirige i lavori di ristrutturazione del palazzo

 

Ricostruzione rudere Palazzo Valguarnera
Ricostruzione rudere Palazzo Valguarnera

 

 

Lo short movie, di una durata di 3:12m e attualmente riadattato per essere trasmesso sulle reti nazionali, mostra la temperanza di una donna decisa a ridare splendore alla vecchia dimora ormai divenuta un rudere. Con la forza mascolina dei suoi cinque figli, la Loren dirige i lavori di ristrutturazione di Villa Valguarnera in Bagheria.

 

Sophia Loren e Giuseppe Tornatore sul set
Sophia Loren e Giuseppe Tornatore sul set

 

 

La serratura si apre e di fronte al gruppo di lavoro si presenta la decadenza: soffitti ceduti, affreschi nascosti da sporche murature e impalcature che sorreggono l’intero stabile. L’intenso lavoro basta  a ridare al soffitto ligneo il giusto vigore; le imposte vengono riportate al loro originale splendore, la folta vegetazione che si era impadronita della struttura, viene debellata con l’obiettivo di elargire il palazzo della sua straordinaria bellezza.

 

La modella Kate King in abito Dolce & Gabbana
La modella Kate King in abito Dolce & Gabbana

 

 

I festeggiamenti avvengono nel giardino della reggia, con tutto i cittadini del paese chiamati a festeggiare.

E mentre la Loren indossa un sensuale abito fasciante in pizzo e veste le sue labbra di Sophia Loren Lipstick di Dolce & Gabbana, la modella Kate King, già volto del marchio per il profumo Dolce, si lascia corteggiare da uno dei figli di Sophia che, come un tempo, si presenta alla donna con una “rosa eccelsa”.

 

 

AltaRoma: Luca Sciascia con “Promise Me” rilancia la moda anni cinquanta

Evadere dalla realtà per insinuarci nei luoghi magici del surrealismo che con Luca Sciascia si fa pop.

Così simpatici conigli azzurri si stagliano su un fondo che si tinge di un tenue rosa baby aprendo le porte a print stilizzati  come i guanti che arricchiscono la maglia a collo alto, abbinata a leggings effetto sparkling.

La collezione autunno/inverno 16-17 presentata durante AltaRoma è un omaggio alle fogge in voga negli anni cinquanta: gonna a ruota, abiti taglio impero con maniche a sbuffo e l’immancabile giacca dalla linea ad A.

Tocchi di luci su abiti midi, sembrano volerci riportare alla vecchia Parigi del 1954 quando, “Le Whisky à Go-Go” faceva scatenare centinaia di giovani parigini all’interno della sua pista da ballo.

Giochi di volumi oversize dettati dai maxi coats e abbondanti culottes, sfidano le linee asciutte dei fuseaux e dei mini dress, audaci ma composti allo stesso modo.

Nota di merito ai maxi dress, leggeri e duttili, che accarezzano la pelle nuda delle donne; a tratti lasciano intravedere il suo corpo attraverso giochi di velature fantasiose.

 

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AltaRoma: Greta Boldini presenta “Indecent Beauty”

Eleganza senza tempo e cura nei dettagli allo stremo maniacale: il marchio Greta Boldini fondato dai designer Alexander Flagella e Michela Musco riveste di un’aurea misteriosa una donna che incarna l’idea di bellezza senza tempo.

Presentata durante l’ultima edizione di AltaRoma il 30 gennaio scorso, “Indecent Beauty” racconta il duplice volto di una femmina in grado di vestire i panni della gioventù ma anche di presentarsi agli altri in tutta la sua naturale eleganza.

La leggerezza degli abiti che fluttuano leggeri nell’aria appaiono come accordi di violino sublimi, elevati in volo da raffinati uccelli che disegnano i capi assieme a coloratissime corolle.

Le opere di Costantin Brâncuși, primitive e spigolose, tracciano una cornice geometrica ai capi, coadiuvata dalla presenza del plissé che rafforza i ricami rigorosi progettati dal duo di stilisti.

Accurata la scelta dei tessuti che si fanno nobili sia di giorno, con angore ricamate e tweed strutturati, che di sera, con crêpe de Chine e georgette di seta pura. Attento studio riservato alla selezione dei cristalli bianchi, neri e muschio che disegnano eccelsi fiori in 3D su abiti baby e da grand soirée  e su maglioni.

La palette di colori sospinge la collezione all’interno di una poliedrica immaginazione, colma di varianti come elementi faunistici e bucolici.

Greta Boldini dedica questa collezione ad una donna libera e sognante che pone come unico obiettivo la ricerca della bellezza assoluta.

 

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Online Civil Courage Initiative: Facebook contro il cyberbullismo

Per combattere il cyberbullismo, Facebook lancia la campagna “Online Civil Courage Initiative” con l’obiettivo di finanziare con  almeno un milione di euro, le casse delle Ong (organizzazioni non governative) n.d.r.) che si battono ogni giorno per arginare i danni creati dai post sempre più offensivi che circolano in rete e che spesso rimangono impuniti.

Se è vero che oggi il razzismo e le offese vagano via etere e che tutti ci sentiamo in diritto di umiliare,  manovrare le menti più deboli, di giudicare in modo inappropriato ledendo la sensibilità altrui, è ancor più reale che tutto questo ci è concesso.

 

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La decisione è stata maturata dopo le diverse accuse mosse nei confronti del social media, reo di non vigilare accuratamente e contrastare adeguatamente il fenomeno del bullismo dilagante su profili e pagine online.

Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, racconta così la decisione di tutelare gli utenti: “Facebook non è fatto per diffondere messaggi di incitamento all’odio e alla violenza [..]Parole e discorsi simili non devono trovare posto nella nostra società, così come su internet. Con il nostro progetto, possiamo riuscire a capire meglio e a rispondere in maniera adeguata alle sfide che gli estremismi online ci pongono davanti.”

Il progetto che ha base a Berlino, è supportato dal ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas. In concreto, “Online Civil Courage Initiative” prevede un lavoro certosino d’indagine sulla piattaforma, monitorando ed eliminando eventuali immagini e commenti lesivi.

Non rimane che appellarci al buon senso degli utenti e soprattutto alla loro civiltà. Facebook è una piazza pubblica con più di 1.59 milioni utenti attivi: un po’ di buon senso aiuterebbe a diminuire il numero sempre più crescente di giovani vittime che scelgono la strada più dolorosa per porre fine alla loro fragile vita.

 

Yves Saint Laurent: Parigi e Marrakech dedicano due musei al genio della moda

Secondo il New York Herald Tribune, la sua prima collezione era stata la “Più grande orgia dei sensi della storia della moda”. Era il 30 gennaio 1958 e il genio della moda, Yves Saint Laurent, a soli 21 anni  e dopo la morte di monsieur Christian Dior, divenne direttore creativo di una fra le maison di lusso più osannate del sistema.

Saint Laurent, l’algerino approdato a Parigi, conquistò i mercati grazie alla linea trapezoidale, sua chiave di espressione. Il suo motto era “Abbasso il Ritz, viva la strada”, portando la moda a subire il fascino della cultura giovanile. La rivoluzione estetica in casa Dior, fu netta: gonne strette, giubbotti di pelle, maglioni a collo alto, capi tipici del vestiario giovanile e in contrasto con l’eleganza atemporale voluta dal couturier scomparso.

 

Saint Laurent ritratto a disegnare sulla lavagna di maison Dior. 1957
Saint Laurent ritratto a disegnare sulla lavagna di maison Dior. 1957

 

 

Jacqueline de Ribes in YSL by Richard Avedon. 1962
Jacqueline de Ribes in YSL by Richard Avedon. 1962

 

 

Il successo come stilista per Dior fu bruscamente interrotto: con Yves, l’immagine dell’azienda parigina andava controcorrente rispetto alla femminilità imposta dal fondatore del marchio, per questo fu ritenuto non idoneo a restare al comando della maison.

Tornato ad essere ai margini del sistema, Yves fu richiamato al servizio militare: furono settimane davvero difficili per lo stilista, sofferte e allo stremo delle sue forze. Fu grazie al sostegno dell’amico Pierre Bergé che Saint Laurent ebbe modo di rinascere guarendo dalle ferite fisiche e psichiche e trovando un investitore americano per lanciare sul mercato la sua omonima maison.

 

Yves Saint Laurent
Yves Saint Laurent

 

 

Yves Saint Laurent con Pierre Bergé e Ines de la Fressange
Yves Saint Laurent con Pierre Bergé e Ines de la Fressange

 

 

Nel gennaio 1962 l’inaugurazione del marchio Yves Saint Laurent lo consacra genio della moda: una popolarità troppo rumorosa per Yves che si nasconde all’interno di un armadio per arginare la forte emozione sorta come conseguenza al tanto clamore di una folla felice di averlo ritrovato.

Sicuro che l’Alta Moda era ormai agli sgoccioli, nel 1966 inizia a confezionare prêt-à-porter portando a quattro le collezioni presentate durante l’anno.

L’estro creativo di Yves strabordava attraverso inaspettate visioni estetiche introducendo nuovi capi sulle passerelle:  tailleur pantalone, capi trasparenti, sahariane e, soprattutto, lo smoking femminile.

Di lui, Catherine Deneuve disse: “Saint Laurent disegna per donne che hanno una doppia vita. I vestiti del giorno aiutano la donna a stare in mezzo agli estranei, le permettono di andare dappertutto senza attirare un’attenzione non desiderata: grazie alla loro naturalezza un po’ mascolina, le conferiscono una certa forza, la equipaggiano per incontri che potrebbero dar luogo a conflitti. Però per la sera, quando la donna può scegliere con chi stare, Yves la rende seduttrice.”

Negli anni 1983-84, fu il primo stilista vivente cui veniva dedicata una retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York.

 

Yves Saint Laurent backstage
Yves Saint Laurent backstage

 

 

Ed è proprio notizia degli ultimi giorni, che nell’autunno del 2017 a Parigi e Marrakech verranno aperti due musei dedicati al lavoro del designer. Cinquemila abiti di alta moda che racconteranno la storia della maison, diverse migliaia di schizzi disegnati durante la carriera del couturier, oltre quindicimila accessori e immagini recuperate dall’archivio della maison.

Il museo parigino sarà ospitato al civico 5 di Vanue Marceau, sede storica sartoria della maison ed attuale dimora della formazione di Pierre Bergé. Il museo di Marrakech sorgerà in rue Yves Saint Laurent, non distante dai giardini Majorelle.

Dalle parole di Diana Vreeland, direttrice all’epoca di Vogue America: “ Coco Chanel e Christian Dior erano giganti, ma Saint Laurent è un genio.”