Si, perché la collezione autunno/inverno 16-17 presentata a New York è priva di eccessi, di provocazioni. Il marchio lancia una moda portabile sempre, garbata, in perfetto street style.
Il défilé proposto dallo stilista presenta, pertanto, capi comodi ed essenziali. Il maglione tricot old school viene abbinato alla camicia per una mise da vera liceale. La cintura in pelliccia è l’unico vezzo dell’abbinamento.
Il vello dell’animale, in realtà, è riproposto sia in dettagli come i manicotti e il collo degli over coats che con magnifici pattern floreali dal sapore vintage.
Caban doppio petto sono abbinati abilmente ai jeans resi glamour da curiose piume che ritroviamo anche su abiti cocktail total black con scollatura profonda. Minigonne contenute dalla linea a trapezio, aprono la strada a pantaloni scivolati effetto sparkling.
È colourful la palette di colori scelta per animare la collezione: dal mauve al verde vitaminico, dal color cammello al gold fino alle svariate tonalità del blu.
Essenziali anche gli accessori: tracolle, cinture catena e mocassini declinati nel classico nero e oro e tronchetti animalier, chiudono il progetto creativo di Mickael Kors.
Pelle diafana ed esplosioni di ruches per un romanticismo dal sapore gotico.
Con la collezione autunno/inverno 2016-17 presentata a New York, la maison Rodarte mostra al pubblico una donna femminile, audace e soprattutto dark. Come nelle migliori saghe delle pellicole horror, la signora idealizzata dalle sorelle Mulleavy veste di pelle e di pizzo. Velature strategiche creano un sensuale vedo non vedo; l’effetto sparkling dei cristalli alleggerisce il pizzo delle tute, dei pantaloni morbidi, delle gonne e degli abiti.
Il trionfo dei volants su scarpe, bluse e sui fianchi dei pantaloni, viene smorzato da pellicce voluminose dal vello variopinto.
I fiori che sbocciano su cumuli di terra che sporcano la passerella, rivivono floridi sugli abiti femminili e nei capelli delle modelle che decorano le acconciature.
Toni cupi come il nero e il rosso porpora ci riportano ad un immaginario estetico di pellicole storiche come Dracula o meglio ancora allo stile narrativo onirico di David Keith Lynch. Il velo in tulle, molto scenografico, copre un trucco dark con labbra scure e pelle pallida.
La donna disegnata da Laura e Kate Mulleavy appare come una vedova allegra, una sposa cupa, una donna sanguigna.
“Nascere sotto una buona stella” non è di certo un eufemismo sconosciuto a Brooklyn Beckham che a soli sedici anni firma la sua prima campagna da fotografo professionista per il noto marchio londinese Burberry.
Il primogenito dell’ex calciatore David Beckham e dell’ex Spice GirlsVictoria Beckham (oggi stimata fashion designer), forte dei suoi sei milioni di seguaci su Instagram, suo malgrado ha attirato le ire di chi crede che, a prevalere sul suo incarico sia stato il peso del suo cognome più che il talento in sé.
A Londra si parla già di nepotismo e fiumi d’inchiostro vengono sprecati per infangare l’estro creativo del giovane fotografo.
Chris Floyd, celebre fashion photographer, senza usare mezzi termini commenta la preferenza del marchio sul The Guardian: “La scelta di Burberry di assumere una stella di Instagram da milioni di fan è senza dubbio strategica, ma non ha nulla a che fare con la buona fotografia“.
Oltremanica c’è infatti chi sostiene che Brooklyn in realtà si avvalga di un team di professionisti che lo supporta durante tutte le fasi dello shooting. Pare che non abbia neppur le capacità di scegliere la luce giusta e che non sappia neanche usare le elementari funzioni di Photoshop.
Il giovane Beckham, però, pare non si lasci intimidire dal polverone di polemiche che si susseguono di ora in ora sul suo conto e, coraggioso, rincara la dose postando alcune immagini su Instagram della campagna pubblicitaria, lanciando l’hashtag #THISIBRIT.
A difendere Brooklyn ci ha pensato inoltre, il direttore creativo della maison Christopher Bailey, che ha replicato alle accuse mosse nei confronti del ragazzo: “Brooklyn è un valido professionista con una visione fotografica estremamente sensibile. Inoltre Instagram rappresenta per lui una piattaforma magnifica per rappresentare il suo lavoro“.
Visionando le immagini che circolano in rete, non pare che il lavoro di baby Beckham sia stato elaborato dall’ultimo arrivato.
Si attendono dunque nuovi risvolti sulla “spy story” che sta colpendo casa Beckham.
Victoria Beckham con la collezione prêt-à-porter autunno/inverno 16-17 ha voluto sottolineare come una donna può sentirsi femminile anche solo indossando capi prettamente maschili. In realtà il défilé presentato durante la fashion week di New York è la messa in scena di due modi completamente diversi di guardare la donna: audace e sexy con micro bustier e gonne in maglia fascianti da un lato e over coats, pullover e pantaloni affusolati per donne in carriera, dall’altro.
La collezione è dominata da una linea fasciante, resa possibile dall’utilizzo della maglia, tessuto onnipresente nei progetti creativi dell’ex Posh Spice.
Come lei stessa ci ha tenuto a sottolineare via Twitter , il progetto creativo prevede il perfezionamento dei pezzi chiave del guardaroba, strutturando così corsetti, abiti bustier e gonne dalla linea a palloncino.
Tartan, righe orizzontali e verticali e scacchi creano un virtuosismo visivo reso strategico da sovrapposizioni asimmetriche che movimentano i capi.
La palette di colori scelta da Victoria è variopinta, predominata da colori caldi intervallati, quest’ultimi, da blu, verde e bianco.
Nel front-row ad applaudire la stilista, la famiglia Beckham al completo.
Con Jason Wu a New York sfila una donna elegantemente bon ton, succinta in diverse occasioni con profonde scollature e spacchi vertiginosi.
Per il prossimo autunno/inverno 16-17 lo stilista ha creato una collezione che posa le sue basi sull’essenzialità e sul garbo, intervallati, questi, da stacchi di print superbi e fascinose velature. Gli abiti da cocktail si decorano di mirabili piume leggere, illuminate da fantastici cristalli.
Un intento illusorio di severità si evince negli abiti midi impreziositi da cocker gioiello o dagli over coats dall’allure vintage che lasciano scorgere leggerissimi e sensuali abiti vestaglia.
La donna di Jason Wu, inoltre, pare abbia fatto incetta di capi rubati dall’armadio del proprio uomo. Propone maxi blouson in lana “grigliati” da fili d’oro, maxi pull a dolcevita in wool abbinate sia a ballarine che con mocassini.
Il progetto creativo dello stilista taiwanese si veste di toni cupi in una palette di colori predominata dal blu, seguita poi dal nero e dal grigio. Non mancano però esplosioni di colore come il giallo canarino del long dress e dei dettagli in pelliccia sulle mini cappe degli abiti, del ramato del cappotto o il color cappuccino del cocktail dress.
Si è conclusa ieri la 66esima edizione del Festival di Sanremo che ha decretato vincitori gli Stadio con il brano “Un giorno mi dirai”. Sul podio anche Francesca Michielin che si aggiudica la seconda posizione e il duo composto da Giovanni Caccamo e Deborah Iurato a cui va la medaglia di bronzo.
Ad aprire la kermesse, il vincitore delle Nuove Proposte Francesco Gabbani che canta Amen, dopodiché si entra nel vivo della gara. Ad essere ripescata, Irene Fornaciari con la canzone “Blu” che si aggiudica in finale la sedicesima posizione.
Primo ospite della serata è l’etoile della Scala Roberto Bolle che, danzando sulle note di “We Will RockYou” dei Queen, incanta la platea dell’Ariston.
Dopo aver impersonato Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Donatella Versace e Belen Rodriguez, la bella Virginia Raffaele finalmente sveste i panni dell’ imitatrice e si lascia scoprire in tutta la sua bellezza negli abiti da sera firmati Marco De Vincenzo. Accompagnata da Roberto Bolle, balla sulle note de “La notte vola” di Lorella Cuccarini ed è subito standing ovation.
Arriva poi il momento di Cristina D’avena che riporta Sanremo agli anni d’oro degli anni ottanta, presentando alcune fra le diverse sigle dei cartoni animati fra cui: “Kiss Me Licia” e “La canzone dei Puffi”.
Giorgio Panariello assieme a Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti ricompongono dopo più di trent’anni il magico Trio degli anni ottanta. Sketch dopo sketch, i tre annunciano la reunion con lo spettacolo che si terrà il 5 settembre prossimo all’ Arena Verona.
Ma l’ospite più atteso della serata è stato senza dubbio Renato Zero che ha intrattenuto il pubblico di Sanremo con un medley di successi. Dal suo vasto e celebre repertorio sono state ripescate canzoni come “Cercami”, “Il cielo”, “I migliori anni”, “Favola mia”, “Più su amico”, “I giardini che nessuno sa”. Poi presenta il suo inedito “Gli anni miei raccontami” e abbandona il palco.
La 66esima edizione del Festival di Sanremo termina con la proclamazione dei vincitori e con l’assegnazione del premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo ad “Amen” di Gabbani e il premio della critica “Mia Martini” che va a Patty Pravo con il brano “Cieli immensi” . Gli Stadio portano a casa anche il premio per la musica “Giancarlo Bigazzi” e il premio “Sala stampa Lucio Dalla”.
Come tutti ben sapranno, Hedi Slimane ha deciso di cancellare il nome Saint Laurent dalla settimana della moda parigina, optando per una location completamente nuova e suggestiva.
L’11 febbraio scorso, all’interno dell’Hollywood Palladium di Los Angeles si è tenuta la prima sfilata Saint Laurent in America con la collezione uomo autunno/inverno 16-17 presentata contemporaneamente alla pre-fall 2016 dedicata alla moda donna.
Il défilé è stato un vero e proprio evento mondano nato per celebrare i primi cinquant’anni di Saint LaurentRive Gauche con un parterre di star pronti ad ammirare la sfilata. Nel front-row ad applaudire il lavoro di Slimane, nomi come: Justin Bieber, Lady Gaga, Milla Jovovich, Zoe Kravitz, Jessica Alba, Jane Fonda, DemiMoore, Courtney Love e Pamela Anderson accompagnata dal secondogenito Dylan Lee, di recente chiamato a vestire i panni di testimonial della maison.
Il progetto creativo riconferma i canoni estetici del marchio con pellicce oversize, cappotti lunghi e tuxedo in perfetto allure vintage rock.
Pelle e paillettes sono il leitmotiv del défilé che fa incetta di pelliccia e velluto per rendere voluttuose entrambe le collezioni. Stivali a punta da vecchio west in pelle nera abbinate a giacche militari per lui, gold e animalier per lei, da indossare sotto abiti da grand soirée. Maxi cinture fermano in vita gli abiti sparkling dalla linea midi e over culottes alte in vita.
La sfilata-evento di Saint Laurent, apertasi con alcuni tributi a David Bowie, è un vero omaggio alla cultura rock di fine anni ottanta contaminata da sorprendenti elementi wild.
La quarta e penultima puntata della 66esima edizione del Festival di Sanremo si chiude con la vittoria per le Nuove proposte di Francesco Gabbani con il brano “Amen”, preceduto da Chiara Dello Iacovo ed Ermal Meta.
Nella stessa serata, è Virginia Raffaele a dare spettacolo con l’imitazione irriverente di Belen Rodriguez. La showgirl argentina sembra aver apprezzato la performance della Raffaele postando sui Social Network un messaggio a lei indirizzato: “Grazie Virginia! Adesso non dovrò più spiegare perché mi faccio chiamare “la ragazza con la valigia #bravavirginia dopo Sanremo 2011 e 2012 anche 2016. È stato stupendo esserci ancora…”
La procace Madalina Ghenea, bellissima nell’abito in pizzo che lascia intravedere le sue forme generose, indossa i nastri arcobaleno simbolo della lotta a favore delle unioni civili. La bella romena chiede scusa per il suo italiano imperfetto e viene incalzata dal conduttore Carlo Conti che con aria rassicurante le dice: ”Non ti preoccupare Madalina, qualche anno fa un grande uomo disse: ‘Se sbaglio mi corrigerete’ e ci ha dato una grande lezione di vita”, citando, dunque, Papa Wojtyla.
Gabriel Garko, dal canto suo, tenta l’impossibile per convincere il pubblico dell’Ariston ma nemmeno l’entrata in scena con la scala da lavoro sembra sia stata gradita.
La quarta serata del Festival punta sulla comicità con Rocco Papaleo ed Enrico Brignano che hanno riscaldato l’atmosfera. La cantautrice italiana Elisa e gli ospiti internazionali J Balvin e il dj Lost Frequencies hanno contribuito al successo della kermesse che ha totalizzato il 47,81% di share con una media di 10.164.000 di telespettatori inchiodati al teleschermo.
Questa sera conosceremo il nome di chi sarà ripescato tra i Bluvertigo, Dear Jack, Irene Fornaciari e Zero Assoluto, attualmente a rischio e, soprattutto, il nome del vincitore della 66esima edizione del Festival di Sanremo.
La terza puntata della 66esima edizione del Festival di Sanremo è stata dedicata alle cover, eseguite dai venti big in gara.
A vincere la competizione, gli Stadio che hanno cantato il brano “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla: un commuovente omaggio al cantante bolognese che ha duettato virtualmente con Gaetano Curreri.
Valerio Scanu si aggiudica la seconda posizione con “Io vivrò (Senza te)” di Lucio Battisti, seguito poi da Clementino con “Don Raffae’” di Fabrizio De Andrè e Noemi con “Dedicato” di Loredana Bertè.
Colpo di scena durante la sfida tra Francesco Gabbani e Miele delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo. Problemi tecnici hanno falsato la votazione dei giornalisti accreditati presente in sala, tanto che la direzione della Rai ha deciso di ripetere l’operazione di voto. Il verdetto si ribalta: vince Gabbani con il 50,8% delle preferenze contro il 49,2% espresso a favore di Miele.
La cantante chiede spiegazioni e, assieme al suo discografico, pretende di essere riammessa in finale come quinto concorrente. Questa mattina verranno decise le sorti dei due concorrenti, ma secondo il Codacons, che annuncia un esposto all’Autorità per le Comunicazioni, entrambi i cantanti dovranno essere riammessi in gara.
L’eclettica Virginia Raffaele per la terza serata sul palco del Teatro Ariston, impersona Donatella Versace ed anche in questa occasione la performance è più che riuscita. Entusiasta dell’imitazione della Raffaele, la vera Donatella sulla sua pagina Facebook scrive: “Virginia, a farmi da controfigura? Sono sempre piena di appuntamenti, potresti aiutarmi! Ma dove erano i miei boys?’ – DV #Sanremo2016“.
Madalina Ghenea, vestita in questa occasione dalla maison Vionnet, mette in evidenza le generose grazie, finendo per essere palpeggiata (involontariamente) dal conduttore Carlo Conti.
Tra gli ospiti della serata, Hozier che incanta la platea dell’Ariston con “Take Me To Church”, brano inno alla lotta contro l’omofobia.
Arrivano poi i Pooh, che cantano “Piccola Katy”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Chi fermerà la musica”, “Dammi solo un minuto”, “Pensiero” e, infine, “Uomini soli” ed il pubblico gradisce.
La terza puntata del Festival si chiude con una leggera caduta degli ascolti con 10, 5 milioni di telespettatori e con il 47,88% di share totalizzato.
Siamo giunti alla seconda serata della 66esima edizione del Festival di Sanremo.
Dolcenera è stata la prima ad aprire la kermesse con “Ora o mai più” velatamente soul. A susseguirsi Clementino, Patty Pravo, Valerio Scanu, Francesca Michielin, Alessio Bernabei, Elio e le Storie Tese, Neffa, Annalisa e gli Zero Assoluto. Per le nuove proposte della canzone italiana, ad esibirsi: Cecile, Chiara dello IacovoIrama e Ermal Meta.
Incredibile Virginia Raffaele nei panni dell’étoile Carla Fracci: la sua è stata un’imitazione divertente, irriverente, vera. È lei l’anima dell’evento specie quando esordisce dicendo: “Saluto questa storica sagra eanche la banda.”
Riconferma invece la sua raffinata bellezza la romena Madalina Ghenea splendida negli abiti couture di Zuhair Murad. Sicura di sé, spigliata, intelligente, la Ghenea riesce ad incarnare perfettamente il ruolo che le è stato assegnato.
Ancora impacciato, forse fin troppo emozionato Gabriel Garko probabilmente chiuso nella botola dell’insicurezza, tarda ad aprirsi ancora al pubblico.
Ma ad incantare l’intera platea dell’Ariston, ci ha pensato il compositore Ezio Bosso che ha dimostrato virtuosismo, personalità e umanità. La sua performance è stata emozionante, coinvolgente. Ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata a Carlo Conti ieri, sul palcoscenico: “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo, insieme […] Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi.”
Altro ospite della serata, l’attrice australiana Nicole Kidman, bellissima in un vestito total black fasciante. Esordisce dicendo “Vieni a prendermi, per favore?” riferendosi a Conti, poi risponde liberamente alle domande rivolte dal conduttore. Parla delle figlie avute con il marito Keith Urban e delle canzoni che più la rappresentano: “Heroes” di David Bowie, “Sweet Thing” del marito e “Senza una Donna” di Zucchero che prova ad intonare.
Ancora nastri arcobaleno nel teatro Ariston a favore delle unioni civili; un leitmotiv con la serata di apertura. Eros Ramazzotti, altro ospite della serata, si dice a favore delle famiglie arcobaleno, sostenendo: “I figli fanno famiglia, qualunque essa sia.”
La seconda serata del Festival di Sanremo è stata vista da 10.747.000 spettatori, totalizzando il 49.91% di share.
Avete mai sentito parlare di “Scultura fotografica”? Questa tecnica è stata inventata dal fotografo londinese Nick Knight ed ha del particolare: i corpi cambiano materia divenendo irrimediabilmente turgidi come se mutassero la loro natura facendosi marmorei.
La tecnica è stata spiegata dal diretto interessato al sito CNN Style: “La scultura fotografica inizia con una scansione 3-D del soggetto e finisce con una scultura fisica stampata o sinterizzata a partire dai dati delloscan.” Per essere più chiari, “L’oggetto viene creato usando tutti i linguaggi della fotografia. È ritoccato esattamente come un’immagine fotografica, in Photoshop. Nel realizzarlo utilizzo tutte le mie capacità di fotografo, con la differenza che il risultato finale è tangibile.”
La “scultura fotografica” punta sul supporto delle tecnologie, sulla capacità di creare toni chiaroscurali e sull’abilità creativa del fotografo.
La prima a sperimentare tale tecnica è stata la top Model Kate Moss immortalata seminuda a metà tra il Cristo in Croce e un angelo in redenzione.
Lo stesso Knight spiega la scelta di questa posa ponendo l’attenzione sulla similitudine seppur blasfema tra icone della moda e icone religiose entrambe adorate da milioni di persone seppur in epoche differenti. Rincara ancora la dose sostenendo che il popolo sente il bisogno di venerare liberamente qualcuno senza dover far riferimento ai dogmi religiosi soprattutto in un periodo non proprio roseo per la Chiesa.
Nick Knight è un fotografo di moda molto stimato. A lui si sono affidate artiste e modelle di fama internazionale come Lady Gaga e Naomi Campbell.