Gucci: si alle ferie matrimoniali per coppie omosessuali

In un momento così delicato per la società italiana che ancora oggi si dimostra restia ad accettare le unioni di fatto, una lancia scoccata in favore delle famiglie arcobaleno arriva dalla maison fiorentina Gucci che permetterà alle coppie omosessuali il diritto di ferie matrimoniali.

La conferma arriva dalla stessa azienda, resa pubblica dopo un incontro con l’Unione Sindacale di Base (USB) : <<Gucci ha manifestato l’intenzione di estendere l’istituto delle ferie matrimoniali anche ai dipendenti che vivono rapporti di coppia con persone dello stesso sesso e contraggono matrimonio all’estero […]Sebbene ancora in corso nell’ambito del rinnovo complessivo del contratto integrativo, è un’ulteriore conferma dello spirito di inclusione e modernità del marchio fiorentino>>.

L’accordo, sebbene non ancora firmato, ha accolto l’unanimità dei dipendenti che si sarebbero detti favorevoli alla scelta dell’azienda.

Maison Gucci si dimostra, ancora una volta, vicina alle esigenze dei suoi dipendenti e sempre attenta alle tematiche sociali di importante portata.

Un’apertura mentale unica nel suo genere in Italia, che si spera possa essere da esempio per altre aziende nostrane.

 

Immagine copertina geniusloci-arch

Manuela Pavesi: l’addio ad una grande icona della moda italiana

Icona fashion ed esteta. Eclettica ed estrosa. Il volto unanime del fashion system e della fotografia di genere.

Manuela Pavesi, con la sua dipartita a soli 65 anni e dopo una dolorosa malattia, ha lasciato un vuoto enorme e difficile da colmare nel mondo della moda italiana ed internazionale.

 

Manuela Pavesi ritratta sorridente in una mise eccentrica
Manuela Pavesi ritratta sorridente in una mise eccentrica

 

 

Redattrice di moda per Vogue Italia, braccio destro di Miuccia Prada (le due donne s’incontrarono per la prima volta nel 1968 durante un corteo studentesco vestite elegantemente in Yves Saint Laurent), ossessionata dagli abiti vintage tanto da divenire collezionista di quest’ultimi.

Sobria nel suo chignon biondo, Manuela si scagliava contro la sciatteria definendo lo stile una “costruzione e modo di essere”.

Era ossessionata dalla moda fin dai primi anni della sua vita, definendola una “perversione, deviazione e patologia”.

 

Manuela Pavesi in compagnia dell'amica Miuccia Prada
Manuela Pavesi in compagnia dell’amica Miuccia Prada

 

 

Idolatrava il maestro couturier Yves Saint Laurent come raccontò in un’intervista “L’incontro che mi ha cambiato è stato quello, simbolico, con Yves Saint-Laurent, il primo a portare la sensibilità della strada nella moda. Mi sono vestita quasi solo Yves Saint Laurent per almeno tutti gli anni ’70. Abiti incedibili, che conservo ancora gelosamente tutti. Come il famoso vestito “Belle de jour”, nero con il colletto bianco, a cui sono legatissima e che mi ha sempre affascinato per l’interpretazione alla Buñuel dell’eleganza femminile, che lo ha ispirato […]Vestirmi YSL e condividere così il suo stesso punto di vista è stato per me più che frequentare un’università della moda. Ha influenzato profondamente la mia estetica.”

Ribelle, severa nel suo essere donna e lavoratrice. Colta e raffinata, indubbiamente pioniera delle nuove tendenze.

Il suo sorriso, sempre splendente e i suoi abbinamenti  sopra le righe, mancheranno al sistema, come ai suoi estimatori e agli amanti in genere della moda.

 

 

Per la copertina fonte Vanity Fair

 

Laura Forte: gioielli primitivi nati da un’emozione

Laura Forte è una giovane jewerly designer che matura la sua predisposizione artistica in età adolescenziale.

La sua arte è primitiva, emozionante. Nasce da un viaggio interiore, dal silenzio ma anche dal caos della vita quotidiana.

 

 

Laura, parlaci della tua passione per il gioiello: quando ha avuto inizio?

È una passione che mi accompagna fin dall’adolescenza e che, come ogni cosa che ci appartiene, è maturata nel tempo e si è ampliata. Quello che da sempre mi affascina è la possibilità di trasformare pensieri e visioni in immagini, oggetti che trasudano anima. In questo senso l’oreficeria fonde in sé arte ed immaginazione, motivo per cui è divenuta la traduzione della mia natura, della mia interiorità.

 

Come definiresti le tue creazioni?

Come dicevo, la possibilità di dare forma alla mia natura, alla mia interiorità ha fatto dell’oreficeria una calamita.   Le mie creazioni raccontano di me, delle emozioni che vivo, del modo in cui percepisco ciò che mi circonda. Sono la mia prospettiva, il mio sguardo sul mondo.

Anello "Origin" vincitore del premio Jevelevent-Terra
Anello “Origin” vincitore del premio JEVELEVENT-TERRA

 

 

Chi potresti definire tuo mentore?

Tutti e nessuno. Sono spesso ispirata dal mondo, dalla vita, dalla natura, ma anche dal nulla, dal vuoto, dalla noia evidentemente. Dal gioco della vita che sempre, allo stesso modo, interferisce con i miei pensieri, con le mie emozioni. Fondere l’arte per creare nuovi concetti espressivi, questo è il mio gioiello.

 

Da cosa ti lasci ispirare?

Sono un’ attenta osservatrice di ciò che mi circonda e di chi mi circonda. Delle assenze percepite negli sguardi, degli scorci, dei colori, dei suoni, del bianco e nero. Traggo idee dalle mie passioni come la fotografia  innanzitutto, ma anche la letteratura, la poesia, la musica.

Irregular Geometries. Orecchini in oro e argento e smalti
Irregular Geometries. Orecchini in oro e argento e smalti

 

 

Di recente ti sei classificata prima al concorso JEVELEVENT-TERRA con il gioiello “Origin”: ci spieghi da cosa hai tratto ispirazione e quale messaggio vuole inviare la tua opera?

Origin” rappresenta per me il punto di inizio, la rinascita. Nella sua nuda essenzialità racchiude una travolgente ed inaspettata forza vivificante. Una terra arida, all’apparenza sterile, eppure gravida, capace di dare vita alla vita.

 

Cosa stai progettando, attualmente?

È certamente un magma in continua evoluzione, fa parte dello stupore e dell’osservazione. Attualmente sto lavorando allo studio di forme e colori in relazione al mondo della moda.

 

 

Per conoscere l’intera collezione www.lauraforte.it

 

Photo courtesy Laura Forte

 

Rihanna designer per Manolo Blahnik

Rihanna e Manolo Blahnik insieme per siglare un’importante collaborazione.

La popstar più discussa degli ultimi tempi ha infatti realizzato una capsule collection di soli sei modelli esclusivamente in jeans, apportando una ventata di esuberanza al raffinato brand fondato dallo stilista spagnolo.

 

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La sexy cantante barbadiana, resa celebre dalla hit Umbrella e da una vita amorosa piuttosto movimentata (nel 2009 denuncia il fidanzato Chris Brown per maltrattamento  e violenza; accusa ritirata successivamente da RiRi per evitare ulteriori scandali n.d.r.), negli ultimi tempi è stata assorbita completamente dalla moda diventando volto per la maison francese Dior (è stata la protagonista del quarto episodio del cortometraggio Secret Garden diretto da Steven Klein n.d.r.) e prestando la sua creatività per il brand sportivo Puma, realizzando la collezione autunno/inverno 16-17 presentata a New York durante l’appena trascorsa settimana della moda.

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A quante pare, il mondo della moda attrae terribilmente Rihanna visto la collaborazione con il genio della calzatura.

Tacchi vertiginosi e cristalli, per una femminilità giovane ed esplosiva. Il progetto creativo della star vede cuissard seducenti con cinturino e dettaglio gioiello, stringate, sandali e decolleté.

La collezione, attesa nei negozi per il 5 maggio, sarà venduta negli store Manolo Blahnik di New York, Hong Kong e Londra.

 

 

Photo credits Vanity Fair

Iris van Herpen: teatralità a profusione in bolle di sapone

Poeticamente teatrale. A tratti, architettonica. Surreale e profondamente couture: Iris van Herpen incanta Parigi proponendo una collezione autunno/ inverno 16-17 superlativa come solo la maison sa proporre.

Bolle di sapone emergono da drappi sapientemente modellati. La bellezza del 3D s’inerpica ed esplora ogni qualsiasi confine di magnificenza artigianale della stilista olandese. Splendore.

La collezione  prêt-à-porter presentata a Parigi, è l’incontro materializzato tra il sogno della designer e la realtà magica che si annida ogni giorno nella sua vita.

Colori iridescenti su abiti dalle volumetrie forzatamente contenute: le opere d’arte create da van Herpen sono  affascinanti e perdutamente ammalianti. Stupore.

Abiti sospesi in aria. Singolari. La maestria di mille bolle create meticolosamente con il supporto della tecnologia.

Iris Van Herpen ha un’idea del tutto particolare della moda, per lei, mezzo d’espressione incondizionato per raccontare stralci di storia, di estetica e di futuro su abiti immateriali che prendono vigore dalla luce.

Artigianalità e innovazione interagiscono tra loro per creare drappi in seta affascinanti e stampe e spirali in 3D.

Con Iris van Herpen, l’arte esplode nella moda superando ogni limite di aspettative.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

 

Carven: equilibrio estetico a Parigi

Pantaloni in vinile, bomber per ripararsi dal gelido freddo invernale e maglioncini in lana da petite fille.

Ecco che il marchio Carven, oggi capeggiato dal duo di stilisti Adrien Caillaudaud e Alexis Martial insediati dopo l’abbandono del couturier Guillaume Henry, presenta una collezione autunno/inverno 16-17  impostata, garbata, vicina al mood anni novanta.

Punto di partenza del défilé è il montgomery con profili in vello di pecora che troviamo, peraltro, anche sui profili degli abiti e dei cappotti.

La donna Carven, è ben lontana dal presentarsi al pubblico con orpelli ed eccessi, aspira ad attirare l’attenzione su di sé, attraverso capi portabili e freschi.

Predomina la tonalità mauve che ritroviamo anche su una scialle lavorato ai ferri e con frange finali.

Abbondanza di pelle utilizzata per confezionare gonne dalla linea midi e pantaloni affusolati.

Leggerezza idealizzata con l’abito chemisier velato che lascia scorgere un secondo vestito stampato per una sovrapposizione studiata e riuscita.

Il glamour in maison Carven si veste di effetti sparkling con cristalli ton sur ton che splendono su abiti cocktail con stampa astratta, su top e sui taschini delle camicie.

In attesa di un nuovo direttore creativo, Adrien Caillaudaud e Alexis Martial, hanno creato una collezione molto vicina all’immagine del marchio, scongiurando qualsiasi rimpianto per l’addio di  Guillaume Henry.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

Louis Vuitton: una motociclista impavida scorrazza a Parigi

Come soldati e con una forza mascolina, le donne Louis Vuitton idealizzate da Nicolas Ghesquière, direttore creativo della maison, incedono sicure all’interno di una scenografia futuristica con canne di bambù che si ergono come grattacieli metropolitani.

La collezione autunno/inverno 16-17 si rivela come un incontro effimero dei canoni estetici della maison con un sapore del tutto contemporaneo.

La motociclista disegnata da Ghesquière, indossa biker boots e fuseaux in vernice o semplicemente una tuta intera trompe-l’œil che fascia un corpo perfetto.

Una straordinaria rivisitazione del trench, eleva la collezioni ai massimi livelli di creatività: destrutturato, geometrico nelle linee, assemblato con tessuti completamente diversi.

Le linee affusolate dei capi, acutizzano un défilé urbano, contemporaneo. Non c’è posto per la femminilità nell’universo Louis Vuitton o, quantomeno, non per la stagione fredda che verrà.

Gli abiti cercano di farsi spazio in una collezione prettamente maschile, ma sono anch’essi vigorosi, di grande impatto visivo, “cuciti” su una donna coraggiosa, che ama vestire urban-chic.

Giacca a clessidra in vernice con chiusura obliqua e revers ampie, mettono in evidenza le capacità stilistiche sviluppate dal couturier Nicolas Ghesquière.

Non potevano mancare le inossidabili biker jacket,  abbinate magistralmente a trousers con cavallo basso per accrescere l’elemento creativo dello stilista che intende mostrare al mondo una donna impavida.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

Isabella Rossellini testimonial (ancora una volta) per Lancôme

Bella, colta e affascinante. È un’ icona di eleganza stimata in tutto il mondo e a breve rivestirà il ruolo di musa di bellezza di Lancôme dopo trentaquattro anni dal primo contratto siglato con il marchio francese. L’attrice e modella romana Isabella Rossellini ritorna a prestare il volto per l’azienda cosmetica dicendosi onorata di questo gradito ritorno.

Françoise Lehmann, Direttore Generale Lancôme Internazionale, spiega così la scelta di proporre il ruolo di ambasciatrice di bellezza Lancôme a Rossellini: “Oltre ai valori di Lancôme, che lei rappresenta meravigliosamente e profondamente, Isabella incarna l’idea della bellezza come sinonimo di benessere. Lei ha, inoltre, un’attitudine molto positiva e serena verso il trascorrere degli anni come fase propedeutica alla realizzazione personale”.

 

Isabella Rossellini testimonial per il profumo Trésor di Lancôme (fonte cloudpix.co)
Isabella Rossellini testimonial per il profumo Trésor di Lancôme  nel 1990 (fonte cloudpix.co)

 

 

Protagonista di diverse pellicole di successo come “Velluto Blu” di David Lynch, “The Odyssey” (nella quale interpretava magistralmente il ruolo di Minerva) e “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo, Isabella ha incarnato l’immagine di bellezza italiana esportandola nel mondo.

L’allure fresco e raffinato ereditato dalla madre Ingrid Bergman, le ha permesso, inoltre, di posare di fronte agli obiettivi di Steven Meisel, Richard Avedon, Peter Lindbergh, Annie Leibovitz, Herb Ritts e Robert Mapplethorpe stringendo, con essi,  importanti collaborazioni.

 

Isabella Rossellini per Lancôme (fonte fanpop.com)
Isabella Rossellini per Lancôme (fonte fanpop.com)

 

 

Nel tempo, il mondo della moda l’acclama e lei si lascia coinvolgere dal suo mondo. Negli anni ha concesso la sua immagine occupando le copertine di riviste di alto livello come Elle, Harper’s  Bazaar, Vanity Fair e Marie Claire.

A sessantatré anni, Isabella Rossellini celebrerà le donne attraverso la bellezza naturale che le appartiene, spingendo le clienti della maison di cosmesi Lancôme a non temere di mostrare con disinvoltura i segni dell’età.

 

 

 

Saint Laurent: esplodono gli anni ottanta a tutto cuore

È un viaggio negli anni ottanta, quello percorso da Saint Laurent per il prossimo autunno/inverno 16-17.

Hedi Slimane, si ispira alle icone della musica punk, così che possiamo immaginare una fantastica Blondie vestire gli abiti disegnati dal direttore creativo della maison.

Sexy mini dress mettono in mostra gambe fasciate da collant nere e velate; effetti sparkling eccessivi ma teatrali, che focalizzano l’attenzione sugli abiti con scollo a cuore e particolari a ventaglio.

Maxi cinture con fiocco laterale, segnano il punto vita già striminzito dalle forme affusolate dei capi.

Sono angeli rock ma innamorati le donne di Saint Laurent che indossano stravaganti capispalla con spalline iper abbondanti che creano cuori calorosi.

Nella collezione proposta da Slimane non mancano giacche biker costellate da stelle, forate da borchie e tempestate da cuori.  L’immancabile smoking da sera viene, in questa occasione, abbinato a top e gorgiera in tulle a pois.

Abbondano, peraltro, le tute sia effetto seconda pelle che sblusanti e con dettagli in cristallo.

Gli anni ottanti ritornano prepotentemente per la prossima stagione fredda, suggerendo il glamour esplosivo di quegli anni con lustrini, piume, ruches, lamé, pelle metallizzata, vernice e un pizzico di ironia.

 

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Per le immagini fonte madame Figaro

 

 

Julie de Libran omaggia Sonia Rykiel e le donne della sua famiglia

È la donna che anima l’abito. Non può essere il contrario. La provocazione è la donna, mai quello che indossa”, rivelò Sonia Rykiel e, la collezione autunno/inverno 16-17 presentata a Parigi, ne è la conferma.

Femminilità, grazia e creatività: il défilé della maison francese incanta non solo per la sua bellezza, ma anche perché a distanza di anni dalla sua nascita, il marchio rimane fedele alla sua immagine.

È accattivante, prolifera di ispirazioni. È dedicata ad una donna vera, sicura di sé, lontana da eccessi per rivendicare la sua essenza.

Nella collezione prevalgono capi abbondanti e dalla lunghezza totale. Le righe segnano abiti, calze e pencil skirt e, la pelliccia, rinvigorisce  coats, cardigans, maglioni e sandali.

Bluse chiuse da un vaporoso fiocco, ruches su abiti dal sapore wild, gonne in pelle e pantaloni dal taglio maschile da indossare durante il giorno o comunque fino al tramonto. Vestiti con macro paillettes per un effetto sparkling effervescente e abiti lingerie audaci, sono le proposte dedicate alla sera.

Julie de Libran, da tre anni alla direzione creativa della maison, ha elaborato una serie di capi da indossare in ogni occasione abbandonando qualsiasi eccesso e ponendo la donna al centro dell’universo Sonia Rykiel.

La collezione omaggia, tuttavia, la fondatrice, la figlia Nathalie, Lola (la nipote della stilista) e la stessa Julie,  con una serie di volti creati dall’artista Maggie Cardelús che disegnano vestiti e tute.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

 

Stella McCartney gioca coi cigni a Parigi

Cigni a volontà e capi sporty-glam: questo è il progetto creativo di Stella McCartney per il prossimo autunno/inverno 16-17.

L’intera collezione punta sulla comodità e piace perché avvalora il concetto di prêt-à-porter. Focus sul jeans, tessuto principale della collezione e proposto su dress, camicie e maxi coats.

Il défilé punta sulla contaminazione di stili, sul gioco tra moda femminile e moda maschile.

Capi abbondanti e sportivi, perfetti per ogni giorno come ad esempio il piumino matelassé full size abbinato a maxi dress in tessuto tecnico, per ripararci dal freddo invernale.

La tuta/pigiama  con ruches sul davanti, irriverente nella tonalità fluo, si scontra adorabilmente con una versione più chic della donna McCartney che veste tailleur abbondanti in velluto e particolari velati e canotta laminata.

Abiti lingerie in seta e pizzo per una donna sensuale. Hanno un sapore vintage, anzi, appaiono rubati dall’armadio della nonna ed attualizzati.

Il dualismo comfort/eleganza sempre presente nelle collezioni di Stella McCartney, esplode nella collezione più vivida che mai.

Variopinta risulta, inoltre, la scelta della palette cromatica che spazia dal nero,  al rosa shocking  per giungere alla terra bruciata e al grigio.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro