Le sue opere prendono forma ovunque: su murales, su tela, su abiti e perfino sulla pelle. La sua, è una creatura multitasking, spesso sognatrice, certamente vanitosa. I tratti della sua creatività sono ben riconoscibili mai sporcati da nuove contaminazioni stilistiche: sarà questa la chiave del successo di Alessandra Pulixi in arte La Fille Bertha?
Illustratrice e street artist molto apprezzata, richiesta in Italia come nel resto d’Europa, Alessandra ha di recente siglato una collaborazione con If Bags il giovane brand di accessori Made in Italy che ha realizzato, in occasione della Milano Design Week, le “Toppe d’autore”in tessuto denim, da applicare sulle borse con una pressa a caldo, sulla nuova If Bags in jeans da personalizzare nel temporary concept store in via Tortona 16, nell’ambito del Fuorisalone 2016.
Alessandra Pulixi, verrà fiancheggiata da Ale Giorgini, Johnny Cobalto, NAKI, Vaps Graphic e Yle Vinil, in una serie di performances che stupiranno gli avventori del Fuorisalone 2016.
Ad aprire la kermesse sarà proprio La Fille Bertha che oggi, 14 aprile 2016 alle ore 16:00, realizzerà un’opera di live painting su muro.
Durante la “Design Week Tortona District” Alessandra presenterà anche la sua linea di t-shirt prodotte con la tecnica della serigrafia dal titolo “Arlequin Magique” ispirata da Arlecchino e dalla sua magia.
Per conoscere le opere di Alessandra Pulixi alias La fille Bertha, clicca qui.
In un angolo di Milano, dove l’atmosfera accogliente si unisce a colori inaspettati e coinvolgenti, Tessuti Mimma Gini, in via Gian Giacomo Mora 11, offre all’interno della sua boutique, tessuti in fibra naturale e prodotti con cura artigianale. L’interior designer Barbara Frua, cura le collezioni casa che abbracciano i gusti di una sempre più vasta clientela.
Tessuti Mimma Gini, inoltre, deve il suo successo anche all’operosità di Marzio Rusconi Clerici, che realizza complementi d’arredo personalizzabili e a Stefania Sordillo e Francesca Rusconi Clerici a cui è affidata la direzione creativa della linea di abbigliamento ed accessori e la ricerca di piccoli brand a cui viene data la possibilità di promuovere il loro prodotto artigianale e di design all’interno del negozio.
In occasione dell’edizione Fuorisalone 2016, accostandosi alle 5Vie, Tessuti Mimma Gini ospita Normali Meraviglie: un progetto curato da Alessandro Guerrieri per la fondazione Sacra Famiglia che si prende cura dei disabili, fornendo loro la possibilità di integrarsi nel sociale attraverso laboratori studiati ad hoc.
Quattro sono gli artigiani/artisti che parteciperanno all’evento che ha già preso il via l’11 aprile e che terminerà il 16 c.m.
Gaetano Di Gregorio presenta il vaso Tulipiere, realizzato in terraglia bianca in colaggio (la versione scura è composta da una limited edition di 30 pezzi ed è stata acquisita da collezioni italiane e straniere tra cui l’Art Institute of Chicago) ed è alto 22 cm. La creazione di Gaetano, che si ispira ai vasi di tulipani di tradizione olandese, si caratterizza per un trattamento ruvido all’esterno e per una rifinitura a smalto con delicate decorazioni di ispirazione cinese in bianco e blu all’interno.
Sahara Design Gabriele Sagramoso, rivisita la sedia da campo del British Army, creata con l’assemblaggio di parti in tessuto e parti in legno. La collezione di Gabriele Sagramoso, si incrementa di sedie a sgabello alto e pouf.
Marzio Rusconi Clerici presenta Jellyfish Wall: la lampada in metacrilato trasparente e opalino termo formato con corpo luminante LED altezza cm 150 e diametro di 25 cm.
LES-HOTTOMANS Home Design è un brand nato ad Istanbul, dal design inconfondibile. Per la stagione primavera/estate 2016 presenta la collezione “Art de la Table” composta da piatti in ceramica con disegno ikat e piatti in ferro smaltato realizzato a mano, seguendo la tradizionale ed antica tecnica ottomana denominata Ebru.
Ci sono percorsi nella vita molto spesso difficile da intraprendere: in salita e tortuosi, in discesa e su terreni sdrucciolevoli.
Se è vero che in Italia molto spesso siamo inghiottiti dal menefreghismo, azioni compiute a favore del prossimo come una finestra aperta sul mondo, ci fanno credere che ancora qualcosa di buono siamo in grado di produrre.
Il fiorentino Marco Bartoletti, di questa storia intrisa di altruismo ne è il protagonista.
Ex operaio, oggi grande imprenditore dal cuore nobile. Potremmo definirlo anche l’uomo dei record, dato che in sedici anni di attività, è stato in grado di portare un umile laboratorio manifatturiero da 2 a 250 dipendenti riuscendo a far decollare il fatturato da settecento milioni di lire a ben 40 milioni di euro.
Potremmo anche definirlo l’industriale dal cuore d’oro che fa del lusso un tramite per aiutare il prossimo.
Bartoletti, infatti, si è dimostrato sempre attento alle tematiche sociali ed è sua premura assumere personale affetto da deficit sia mentali che fisici e malati di cancro, dando loro la possibilità di inserirsi nella società.
Accogliere anziché discriminare. Aprire le porti a chiunque non tenendo conto dell’età, dell’esperienza e della cittadinanza. Questa è la missione dell’ex operaio che ha costruito un impero investendo i risparmi di una vita (circa sette milioni del vecchio conio), dando speranza a chi l’aveva perduta.
La BB Holding, l’azienda che si occupa di produrre accessori per Bulgari, Christian Dior, Yves Saint Laurent, Gucci, Cartier, Prada, Louis Vuitton, Hérmes, Balenciaga, Céline e Tom Ford, è una vera “isola paradisiaca in un mare che presenta sempre più atolli alla mercé dei pirati”.
Mariella di Gregorio è una designer siciliana che ha tramutato la sua passione per il design nel brand Skatò, fondato nel 2007.
Mariella, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Palermo crea collezioni uniche, di forte impatto visivo.
La Wave bag, modello di punta del brand, nasce “benedetta” dalle onde del mare della sua Palermo, con riccioli superbi che “increspano” le forme rigide della borsa.
Mariella, quando nasce la tua passione per il design?
Non c’è un giorno, un mese, oppure un anno. C’è sempre stata. Scopri di avere un’attitudine particolare verso questa disciplina alle elementari quando la maestra ti elogia davanti ad altri compagni e consiglia tua mamma a farti seguire l’indirizzo artistico. Con il tempo poi, capisci che è il tuo mondo e non puoi farne a meno, il disegno banale si perfeziona e si delinea un nuovo percorso.
Perché Skatò?
Skatò è un intercalare tipico del nostro linguaggio palermitano per definire un qualcuno o un qualcosa di bassa qualità, di poco valore. Mi piaceva l’idea di giocare sulla parola e ironizzarla al limite anche perché scelgo sempre materiali di alta qualità con un design unico ed inconfondibile.
Tu e il mare
Con il mare ho un rapporto normale, lo amo fondamentalmente nei periodi che precedono le giornate troppo calde e nelle giornate uggiose, quando la calma fa da padrona. Mai quando è troppo impetuoso, provo paura.
Tu e Palermo.
Beh, effettivamente non la vivo appieno, forse perché ha perso la sua lucentezza. Si è spenta pian piano e ha poco da offrire.
Il tuo mentore
Vorrei ci fosse, per poter chiedere consigli e linee da seguire, ma non c’è, purtroppo. Ho alcune preferenze di designer che seguo, per quel poco che posso.
La tua ispirazione
Tutto quello che cattura la nostra immaginazione è fonte d’ispirazione.
La tua maggiore soddisfazione
A parte mio figlio, che rimane il numero uno, le mie creazioni.
Mai senza?
Libertà, creatività e valigia, se si può!
La tua massima ispirazione
Non c’è nulla che scavalca nulla, da tutto si può trarre ispirazione. Basta solo concentrarsi e interpretarlo con i propri occhi e la propria mente
L’appuntamento è per il 7 luglio 2016 in occasione del 90° anniversario dalla nascita della maison romana Fendi.
La sfilata Haute Fourrure che si terrà nella città capitolina, sarà un omaggio ai successi della maison che aprì il suo primo atelier di pellicceria e un laboratorio di pelletteria, in via del Plebiscito a Roma, nel 1926.
Grandi successi coronati da un design italiano riconoscibile in tutto il mondo. Il lusso che si manifesta attraverso la sartorialità dei capi e l’uso della pelliccia: l’icona assoluta della maison.
Fendi rappresenta un colosso del fashion system e questo lo si deve anche al grande apporto creativo di kaiser Karl Lagerfeld che, da più di mezzo secolo, mette a disposizione tutto il suo eclettismo per il marchio romano. Virtuosismo portato ai massimi livelli da Lagerfeld che, servendosi delle mani laboriose degli artigiani, crea capi in pelliccia difficili da imitare.
“Questo evento rappresenta l’occasione unica per esprimere le nostre radici, l’audace creatività e la più elevata artigianalità che da sempre ci contraddistinguono nella pellicceria”, ha dichiarato Pietro Beccari, Presidente e amministratore delegato di Fendi. “Roma è un luogo magico e rappresenta perfettamente i valori di Fendi, la sua tradizione e la sua storia, con uno sguardo rivolto sempre al futuro”.
Il tartan come punto di partenza di un brand giovane e contemporaneo, capace di unificare diversi stili, dal glamour allo street style.
Tutto ha inizio grazie all’ingegno di due menti creative, quelle di Stefano Dassù e Pasquale Amoroso che lanciano sul mercato la linea DassùYAmoroso: una collezione prêt-à-porter composta da capi iper femminili e facile da interpretare.
Forti della loro preparazione accademica, che li ha visti destreggiarsi nei laboratori teatrali creando abiti da scena anche nell’ambito cinematografico, il duo di giovani designer ora incontra un mercato più attivo, facendo della loro creatura, un punto di riferimento per chi ama trasmettere un’immagine di sé audace e misteriosa.
Il tartan, viene elaborato per creare un effetto visivo 3D; ciò è possibile solo grazie all’abilità di Stefano e Pasquale di creare una stampa capace di realizzare tale effetto avvalendosi anche di un lavoro certosino di accostamento del colore.
“La modella è magra in modo non sano”. Con queste parole la Gran Bretagna declassa la campagna pubblicitaria GucciCruise 2016, vietandola nel suo territorio.
La polemica nasce dopo la diffusione del video girato dal fotografo Glen Luchford in una villa fiorentina, diffuso nel Regno Unito solo nel dicembre 2015, che mostra una top model dal fisico sbilenco.
L’Asa, (acronimo di Advertising Standards Authority n.d.r.), l’autorità inglese che controlla lo stato delle campagne pubblicitarie promosse sul territorio, si scaglia contro il brand fiorentino, reo di aver ingaggiato una modella magrissima, ritenendo sia stata una scelta “irresponsabile”.
Una stoccata ai danni del marchio che, dal “reclutamento” del giovane Alessandro Michele alla direzione creativa, non aveva subìto alcune critiche o, quantomeno, degne di nota.
La modella in questione è la statunitense Avery Blanchard, 16 anni, volto noto della IMG Models e già ingaggiata da case di moda blasonate come Prada, Fendi, Jil Sander, Tommy Hilfiger, Coach e Cristopher Kane.
Il polverone viene inasprito da accuse mirate, che vedrebbero la maison italiana, invitare i propri clienti a seguire stili di vita non proprio salutari.
L’Asa, ha inoltre rincarato la dose: “La posa allungata del busto accentua il punto vita, che sembra essere molto piccolo. Abbiamo anche notato che l’espressione del viso è cupa e il trucco scuro, in particolare attorno agli occhi, facendo sembrare il volto scarno.”
Dura e secca, la risposta di Gucci che ha assicurato di rispettare tutte le regole imposte dal sistema: “In Gucci prestiamo la massima attenzione alle modalità di selezione delle modelle e a come vengono raffigurate nelle nostre campagne pubblicitarie. Prendiamo atto, pur non condividendola, della sentenza di Asa, che è un’istituzione indipendente, in riferimento ad una modella apparsa in un’immagine della nostra campagna Cruise 2016.”
Gucci non è l’unica maison ad essere stata bersaglio di critiche mosse dall’Asa. L’anno scorso, la pubblicità di Miu Miu fu bloccata a causa di un immagine “inappropriatamente sessualizzata” che vedeva ritratta una modella dalle fattezze maschili.
Gioielli nati dall’estro di una donna sensibile all’atto creativo e realizzati dalle mani esperte degli artigiani catanesi.
Nelle creazioni di Giovanna Micali, designer e fondatrice del brand Agalma Medusae si avverte tutto il meglio della Sicilia. La pietra lavica dell’Etna, modella preziosi monili finemente lavorati a mano e incastonati nell’argento brunito e rodiato, spesso inciso a mano per creare effetti decorativi differenti e, ad ogni modo, bagnato nell’oro.
Le differenti collezioni di Agalma Medusae nascono da un’attenta ricerca delle fonti iconografiche presenti sul territorio, di una Sicilia distinta e benedetta da molteplici fonti di ispirazioni, legate alla letteratura, al mondo mitologico e incantevolmente, alla sua terra.
In occasione del Dopo Salone 2016, il 6 aprile scorso è stata presentata la collezione uomo che si affianca alla già fortunatissima collezione donna.
Gemelli componibili, facili da comporre e ricomporre e l’immancabile Chevalier in argento con finitura rosata, si fregiano di segni grafici importanti: il sacro cuore, i cammei, e ancora coralli, conchiglie e fossili desunti dal magico mondo del Wunderkammer, si posano dolcemente sulla pietra lavica e sull’argento.
Come in un lontano pomeriggio assolato, avvolti in un inebriante odore di tè verde e di biscotti appena sfornati, a Milano si rivive il tempo che fu, tra abiti vintage, cimeli in ottone dorato e borse che se potessero parlare, racconterebbero di episodi lasciati rinchiusi in un armadio come amanti diventati ormai polvere.
Non c’è prologo più azzeccato quando da raccontare, è l’evento vintage per eccellenza che la città meneghina ospita due volte l’anno. A Milano, infatti, dal 15 al 17 aprile 2016, si terrà la Milano Vintage Week ormai giunta alla sua quinta edizione.
Un tuffo nella moda degli ultimi settant’anni, con turbanti che lasciano immaginare donne eleganti all’ombra di un bistrot a chiacchierare senza tener conto del mondo che le circonda, con in mano bocchini per sigaretta, per non macchiarsi di nicotina le dita affusolate rese brillanti da uno smalto rosso acceso e sensuale.
Vistosi bijoux smaltati accompagnano crinoline, pizzi ingialliti e fantastici oggetti retrò, come un libro invecchiato o vecchi giochi desueti, che fanno da cornice ad un passato che non mostra alcuna intenzione di invecchiare.
Dischi in vinile, cappelli, stole e suppellettili: la Milano Vintage Week, è un contenitore di magnificenze che non solo possono essere ammirate, ma anche acquistate.
Durante la kermesse, per altro, sarà possibile visitare la mostra Flower Power nella quale verranno esibiti abiti presi in prestito dall’archivio A.N.G.E.L.O con l’intento di raccontare quel senso di libertà e la voglia di emancipazione che le donne vivevano negli anni settanta.
L’evento, inoltre, strizza l’occhio alla beneficenza, con la collaborazione di Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus che devolverà tutti i proventi ricavati dai prodotti venduti all’interno del suo stand, a sostegno del programma Borse di Studio per i ragazzi delle case-orfanotrofio di Haiti.
La moda, dimostra di essere sempre più vicina alle tematiche sociali e la Milano Vintage Week ne è fortunatamente una conferma.
Lasciatevi coinvolgere da una tre giorni di shopping, workshop e coccole beauty dal sapore retrò: Milano non è mai stata così magica.
Di Gaetano Pollice si avverte l’entusiasmo che aleggia in lui e che trasfigura nelle sue creazioni.
Legato alle tradizioni e alla sua famiglia, tanto che il successo del suo omonimo brand parla della sua terra (il Molise) e profuma di casa.
L’eleganza delle linee, l’essenzialità delle forme. Il romanticismo e il sogno che esplodono nelle sue creazioni 100% Made in Italy.
Firma peculiare del marchio è il Tombolo: tecnica prediletta dai suoi avi.
Gaetano, descriviti in tre aggettivi.
Nostalgico, introspettivo, allegro.
Descrivi il tuo marchio.
Il mio brand è un mix di tradizione, quella appunto dell’antico ricamo a Tombolo, e modernità sui volumi, i colori, i materiali. Io considero le mie borsa come accessori preziosi. Non semplici oggetti. Potrei metterle al pari di un gioiello. E le donne alle quali mi ispiro sono come le mie borse: delle donne vissute in epoche lontane, che conservano tutto il mistero di una tradizione “fatta a mano” e non si imbarazzano nel camminare tra le strade di un presente che è già futuro. Donne appassionate e gioiose.
Il giorno in cui hai deciso di fondare il tuo omonimo brand eri…
Ero in Molise, mia terra di nascita, nella casa dove vive la mia famiglia e feci un sogno molto particolare, mai fatto prima. Un sogno molto reale. Sognai mio nonno, un uomo molto intuitivo e che mi ha trasmesso tante cose tra cui una fervente immaginazione. Mi spronava nel cominciare a creare qualcosa di mio, qualcosa che avesse il mio, ed anche il suo nome. E mentre mi parlava creava con le sue mani una borsa.
Quale genio del passato incarneresti volentieri?
Senza ombra di dubbio Walt Disney, il genio dell’animazione. Desideravo essere lui da bambino. Un mio mito dal quale prendo ispirazione costantemente.
La tua playlist.
Love Will Tear Us Apart dei Joy Division, Africa dei Toto, Heroes di David Bowie, Greatest love of all di Whitney Houston e Ain’t no way di Aretha Franklin.
Le mie preferite.
Le tue giornate tipo.
Mi sveglio molto presto, spesso per approfittarne e andare a fare jogging. Ma subito dopo inizio a lavorare (curo come consulente designer alcune linee di pelletteria di aziende), o a preparare lezioni per le scuole di moda nelle quali lavoro come docente. E ovviamente seguo la mia linea, creando un filo diretto con il laboratorio di pellettieri che sono in Molise e producono tutti i miei modelli di borse. Senza di loro non riuscirei a fare nulla!
Quello che ami del tuo mestiere.
Sono molto curioso, dunque tutto ciò che riguarda la ricerca, la creazione, il pensare ad atmosfere nuove da far rivivere nelle nuove collezioni mi entusiasma sempre moltissimo.
Quello che odi della moda.
Non sopporto soprattutto i meccanismi legati alla logistica e alle tempistiche del sistema moda, ma la passione è talmente tanta che questi aspetti diventano invisibili.
A chi ti senti di dire grazie?
Non smetterò mai e poi mai di ringraziare la mia splendida famiglia, i miei primi e grandi sostenitori.
C’è chi si lamenta del proprio status sociale senza muovere dito e chi smuove mari e monti pur di arrivare in alto.
Se nascere sotto una buona stella è già di buon auspicio, è altrettanto vero che fissare i propri obiettivi nella bacheca delle nostre priorità è un gran passo avanti per il proprio riscatto.
Questo è quanto accaduto ad alcune “wonder women”, che, dai margini della società, sono riuscite con forza di volontà a costruire un impero.
Il caso più eclatante, arriva dal lontano Oriente e più precisamente in un villaggio sperduto della Cina. La storia di Zhou Qunfei potrebbe esserci di grande insegnamento.
La donna, sfruttata dal suo datore di lavoro e stremata da ore di turni disumani, è riuscita, renminbi su renminbi, a creare un vero e proprio impero. La sua società, la Lens Technology, è stata fondata in un laboratorio anonimo e oggi, adesso fornisce il vetro per lo schermo degli apparecchi telefonici più gettonati (vedi Apple e Samsung). Ora, ZHou è una delle donne più ricche della Cina.
Sono noti a tutti, i problemi economici della bella e talentuosa (nonché milionaria) Jennifer Lopez che, prima di diventare un’attrice e cantante affermata, dovette emigrare assieme alla sua famiglia da un paesino del Portorico per trovare fortuna a New York e più precisamente nel Bronx, quartiere difficile e malfamato che riuscì a sviluppare in lei quell’ardente voglia di riscatto. Ed i successi di JLO, ne sono una conferma.
Anche l’Italia, conosce le sue valorose donne. Giuliana Benetton, dall’alto dei suoi settantotto anni, potrebbe davvero insegnare il valore del riscatto.
In lei, rivive una donna caparbia, intelligente e volenterosa, capace di fondare un marchio apprezzatissimo in tutto il mondo iniziando da una vecchia macchina da cucire.
Dai maglioni cuciti a mano e venduti dal fratello Luciano, alla prima pietra miliare nel 1965, quando assieme ai fratelli Carlo e Gilberto, lancia la sua omonima azienda, che oggi racchiude Playlife, United Colors of Benetton, Killer Loop e Sysley.
E per chiudere in bellezza, non può che essere citata l’istrionica conduttrice americana Oprah Winfrey, nata da una famiglia poverissima nel Missisipi e che oggi è ritenuta la regina dello show americano (conduce il The Oprah Winfrey Show n.d.r.).
Non solo, durante la sua brillante carriera ha fondato Harpo Studios che le ha fruttato ben trecento milioni di dollari.