Alber Elbaz vicino a maison Oscar de la Renta?

Cosa hanno in comune maison Oscar de la Renta e lo stilista Alber Elbaz?

Una possibile collaborazione che potrebbe portare i primi risultati nel febbraio 2017, giorno in cui la griffe americana potrebbe presentare al pubblico la prima collezione autunno/inverno 16-17 del designer marocchino.

Il condizionale è d’obbligo visto che attualmente si tratterebbe di una mera supposizione.

 

Alber Elbaz ritratto al termine della sfilata Lanvin (fonte immagine vogue.com)
Alber Elbaz ritratto al termine della sfilata Lanvin (fonte immagine vogue.com)

 

 

Fonti vicine alle parti, hanno raccontato con parsimonia, un incontro avvenuto tra Elbaz, che ha concluso di recente una fruttuosa collaborazione con maison Lanvin durata 14 anni (qui l’articolo che rivela i contorni dell’addio del couturier al marchio) e il CEO di Oscar de la Renta,  Alex Bolen, per discutere sul da farsi.

Indiscrezioni sempre più insistenti, vorrebbero la temutissima e valorosissima Anna Wintour, direttrice di Vogue America, mente di questa reunion, dato il forte legame che la lega alle due parti.

 

Manifesto mostra dedicata a maison Lanvin presso Maison Européen de la Photographie. Abiti Alber Elbaz (donte immagine i-d.vice.com)
Manifesto mostra dedicata a maison Lanvin presso Maison Européen de la Photographie. Abiti Alber Elbaz (donte immagine i-d.vice.com)

 

 

Dopo la dipartita lavorativa di Peter Copping che ha abbandonato il gruppo dopo essere stato al timone del marchio per due anni (puoi leggere l’articolo qui), maison Oscar de la Renta, è alla ricerca di un valido sostituto dopo aver affidato l’ultima collezione al team interno.

Non ci resta, dunque, che seguire l’evoluzione del caso e sperare che finalmente la creatività garbata di Elbaz possa ritornare a splendere in passerella.

 

 

Fonte cover justfashionmagazine.com

Fiocco rosa per Bar Rafaeli: è nata la piccola Liv

Da quando ha scoperto di essere incinta, la bellissima top model Bar Rafaeli non ha smesso per un secondo di postare, pancione in bella vista, foto su Instagram.

 

Bar Rafaeli sul letto d'ospedale dopo aver partorito la piccola Liv (fonte immagini vanityfair.it)
Bar Rafaeli sul letto d’ospedale dopo aver partorito la piccola Liv (fonte immagini vanityfair.it)

 

 

Bar raeli e il marito Adi Ezra (fonte immagini magazinedelledonne.it)
Bar Rafaeli e il marito Adi Ezra (fonte immagini magazinedelledonne.it)

 

Bar in ascensore con il marito Adi (fonte barrafaeli account IG)
Bar in ascensore con il marito Adi (fonte barrafaeli account IG)

 

 

Stupenda e raggiante, per nulla affaticata dal suo stato, la Rafaeli  ha deliziato 2,4 milioni di seguaci sul famoso Social Network, con ritratti super teneri, ripercorrendo mese per mese tutte le fasi salienti della sua gravidanza.

Finalmente, dopo nove mesi di attesa, Bar ha dato alla luce la piccola Liv, l’11 agosto scorso nell’ospedale Ichilov a Tel Aviv.

 

(fonte immagine barrafaeli official account IG)
(fonte immagine barrafaeli official account IG)

 

Bar Bafaeli in compagnia dell'amica Valentina Micchetti (fonte immagine barrafaeli official account IG)
Bar Bafaeli in compagnia dell’amica Valentina Micchetti (fonte immagine barrafaeli official account IG)

 

 

Il nome, scelto fra tanti dal padre della neonata, il ricco imprenditore Adi Ezra (conosciuto al termine della relazione con l’attore Leonardo di Caprio), come spiegato dalla stessa Rafaeli, sarebbe di buon auspicio; Liv sarebbe la prima sillaba della parola ebraica LivLuv che tradotta in italiana significa “fioritura“.

Dalle prime indiscrezioni trapelate da fonti vicine alla coppia, la piccola Liv all’atto della nascita pesava 3180 gr e pare assomigli alla mamma.

 

 

Fonte cover gds.it

Amber Heard donerà 7 mln ottenuti dal divorzio da Depp

7 milioni. E’ questa la cifra che l’attore Johnny Depp dovrà versare sul conto della ormai ex moglie Amber Heard a seguito del divorzio che è stato reso effettivo negli ultimi giorni.

La causa dello scioglimento del vincolo matrimoniale, va attribuita all’attore hollywoodiano reo di aver utilizzato violenza sulla moglie.

I due, dopo circa un anno e mezzo dal fatidico “si”, hanno scelto di dirsi addio e, neanche a dirlo, senza premure e senza eleganza.

Nel maggio 2016, l’attrice americana, dopo aver incolpato il marito di essere un abituale consumatore di alcool, Hashish e Cannabis e di non aver  molto cura della sua igiene intima,  l’accusò di averla maltrattata in varie occasioni e a dimostrazione del vero, pubblica sui social un selfie che la ritrae con un occhio tumefatto dalle percosse subite.

 

Amber Heard provoca Depp sui social postando una foto accusa nei suoi confronti
Amber Heard provoca Depp sui social postando una foto accusa nei suoi confronti

 

 

Un addio turbolento che lascia e con tanta eccezione, un lieto fine.

Proprio in queste ore, infatti, la bella Amber ha dichiarato di voler donare il milionario risarcimento all’American Civil Liberties Union (associazione che difende i diritti civili, tutelando per altro  donne e bambini vittime di abusi) e al Children’s Hospital di Los Angeles: “Come si capisce dalla nota dell’ordine restrittivo rilasciata dal tribunale, il denaro non ha giocato alcun ruolo per me. L’unica eccezione riguarda il fatto che ora potrò donare la somma in beneficenza e, facendo questo, aiutare coloro che non hanno possibilità di difendersi.”

 

 

Fonte cover movieplayer.it

Auguri Coco. Omaggio alla grande Chanel

Ha rivoluzionato la moda con la sua classe. La sua caparbietà e la sua intelligenza l’hanno portata in alto e le hanno concesso di divenire la “signorina” della moda.

Avrebbe compiuto oggi, 19 agosto 2016, 133 anni: Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco Chanel a distanza di oltre un secolo, non smette di essere venerata, anzi, in molti rimpiangono gli anni d’oro dell'”Impero moda” di cui lei era la sovrana indiscussa.

Coco Chanel, vide la luce in un ospizio per poveri a Saumur, il 19 agosto 1883. Concepita al di fuori dal vincolo matrimoniale, la sua esistenza fu attraversata da momenti di totale povertà. I suoi genitori, in vero,  nulla o niente potevano offrire a lei ed ai fratelli Alphons, Julie, Antoinette e Lucien: il padre, Henri-Albert Chanel era un ambulante girovago nei mercati dell’ Auvergne mentre la madre Jeanne, era figlia di un locandiere.

 

Chanel in uno scatto nel suo laboratorio (fonte immagine dailymail.com)
Chanel in uno scatto nel suo laboratorio (fonte immagine dailymail.com)

 

 

Alla morte della matriarca, la giovanissima Gabrielle assieme alle sorelle, furono lasciate crescere nell’orfanotrofio di Aubazine, educate dalle suore del Sacro Cuore.

Nel commentare lo stile di Coco Chanel, la scrittrice  Karen Karbo sostenne che la stilista fu influenzata dal periodo della vita monacale, aggiungendo tocchi di white e black nelle sue collezioni.

Fu nel 1901 che l’eclettica Coco si avvicina alla moda. A 18 anni, apprese i fondamenti del cucito nella bottega Maison Grampayre ma fu tre anni dopo, con l’incontro proverbiale con Etienne de Balsan, che il destino di Chanel incrocia definitivamente il mondo della moda.

 

(fonte immagine en.r8lst.com)
(fonte immagine en.r8lst.com)

 

 

Dopo questo incontro, Modemoiselle Chanel vive, suo malgrado, una relazione amorosa tormentata, imperversata da diversi intrecci.

Presso il castello di Royallieu dovette condividere “le camere” assieme all’altro amore di Etienne, Emilienne D’Aleçon.

Ma fu proprio in queste mura, che de Balsan diede la possibilità a Coco di intraprendere la sua carriera da designer, aiutandola a realizzare una collezione di cappelli nell’appartamento di Boulevard Malesherbes.

Con il tempo, Gabrielle, forse stanca di un amante poco avvezzo da esserle fedele, s’innamora di Boy Capel, l’unico grande amore della sua vita.

 

Coco assieme al suo grande amore Boy Capel (fonte immagine thestylerebels.com)
Coco assieme al suo grande amore Boy Capel (fonte immagine thestylerebels.com)

 

 

Fu proprio Capel (un ricco industriale), ad anticiparle i soldi per aprire la prima boutique in 31 Rue de Cambon. Nel 1912, nel negozio, Gabrielle iniziò a vendere anche capi d’abbigliamento come maglioni e gonne in maglia.

Coco entrò nelle grazie della borghesia. Era il 1914, in  pieno conflitto mondiale. Le donne facevano a gara pur di indossare le sue creazioni, raffinate e garbate. Resistette perfino alla grave crisi economica che colpì la Francia nel dopoguerra.

L’inventiva di Chanel le permise, inoltre, di introdurre il jersey nei capi d’abbigliamento, tessuto sinora utilizzato per confezionare biancheria intima. Nel 1917, la stilista possedeva diverse boutiques in Francia a Deauville, Biarritz e Parigi.

Gli anni venti, intanto, consacrano Gabrielle regina del fashion system.

 

Gabrielle Bonheur Chanel non usciva mai senza le sue perle (fonte immagine villaosvaldo.it)
Gabrielle Bonheur Chanel non usciva mai senza le sue perle (fonte immagine villaosvaldo.it)

 

 

A lei si deve la moda del capello corto (lanciata per necessità visto che dovette tagliare i capelli dopo esserseli accidentalmente bruciati) e la nascita del tubino nero, nel 1926.

Chanel ebbe il merito di raccontare una donna nuova, vista dagli occhi critici di una loro simile. Rivoluzionò il suo stile, imponendo una nuova concezione di abito che venne apprezzato fin da subito. La sua, era una donna dinamica, capace di adattarsi al mondo maschile, confrontandosi con loro sia al lavoro che nella vita sociale.

Era sprezzante nei confronti dei suoi colleghi, per la quale non ebbe nessun riguardo nel giudicare le loro collezioni.

 

Il cappello era l'accessorio preferito di Coco (fonte immagine fanpage.it)
Il cappello era l’accessorio preferito di Coco (fonte immagine fanpage.it)

 

Distrusse il mito della Belle Époque di Paul Poiret e di monsieur Christian Dior, disse:  “addobba delle poltrone, non veste delle donne: l’eleganza è ridurre il tutto alla più chic, costosa, raffinata povertà”; e proprio nell’anno in cui il suo rivale più grande, Dior, venne a mancare (era il 1957), Chanel vinse l’Oscar della moda ricevendo il Neiman – Marcus Award.

Coco morì in una gelida notte d’inverno, il 10 gennaio 1971, all’età di ottantasette anni.

 

(fonte immagine emaze.com)
(fonte immagine emaze.com)

 

 

 

Ripercorriamo la storia di Coco Chanel con una serie di aforismi che l’hanno resa celebre.

 

Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna;

La moda è fatta per diventare fuori moda;

Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa;

Quelli che creano sono rari; quelli che non creano sono numerosi. Quindi gli ultimi sono i più forti;

–  Se una donna è malvestita si nota l’abito. Se è ben impeccabilmente si nota la donna;

Alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità;

Non si è mai troppo ricche, né troppo magre;

Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto;

Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza;

Quando troverò un colore più scuro del nero, lo indosserò. Ma fino a quel momento, io mi vestirò di nero;

L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze, non uscire mai senza cappello;

È l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza;

La moda passa, lo stile resta.

 

 

Fonte cover supertlab.it

 

 

 

 

 

 

 

 

Chanel. Lily Rose Depp volto della fragranza Chanel n°5

Bellissima e seducente. La piccola Lily Rose Depp, già volto di Chanel, continua imperterrita la sua scalata nel fashion system.

Sempre riservata, con una vita condotta al pari dei suoi coetanei, la figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis proprio in queste ore ha voluto deliziare i suoi followers con un’ anteprima su Instagram della campagna pubblicitaria del nuovo Chanel n°5 di cui è testimonial.

 

Lily Rose Depp immortalata da Johan Renck per la campagna pubblicitaria Chanel n°5 (fonte immagine lilyrose_depp)
Lily Rose Depp immortalata da Johan Renck per la campagna pubblicitaria Chanel n°5 (fonte immagine lilyrose_depp)

 

 

Lily, appare chiaro, sta seguendo le orme della madre, che già nel lontano 1991 posava sensualissima per la campagna pubblicitaria dedicata alla fragranza Chanel Coco.

Confrontando le due immagini, è chiaro che il fascino della giovane modella è stato ereditato dalla madre: un’espressione fanciullesca che lascia trapelare un aspetto conturbante.

 

Vanessa Paradis volto della campagna pubblicitaria Chanel Coco del 1991 (fonte immagine galoremag.com)
Vanessa Paradis volto della campagna pubblicitaria Chanel Coco del 1991 (fonte immagine galoremag.com)

 

 

Lily,“Rappresenta alla perfezione la sua generazione e i suoi valori di libertà e audacia, trasmettendo alla fragranza iconica della maison la sua freschezza e la sua bellezza”, hanno fatto sapere dalla maison dalla doppia C.

La campagna pubblicitaria, diretta dal fotografo Johan Renck verrà pubblicizzata sui maggiori Social Network e sulle riviste del settore, a partire dal prossimo autunno.

 

 

Fonte cover sheknows.com

Diesel. Tutto pronto per il “Big Boom” a Tokyo

Big Boom“. E’ questa la definizione che Nicola Formichetti, direttore creativo di Diesel, utilizza per annunciare il grande evento che si terrà a Tokyo, per festeggiare i 30 anni del marchio nella capitale nipponica.

Un programma veramente florido sviluppato assecondando le esigenze del marchio che intende elargire la sua importanza, nel Sol Levante.

 

(Fonte immagine fashionmagazine.it)
(Fonte immagine fashionmagazine.it)

 

 

Il 6 settembre prossimo, verrà inaugurata la mostra che vuole raccontare i fasti della griffe, dalla sua fondazione ad oggi a cui farà seguito un defilé see-now-buy now, la presentazione di due capsule collection di denim e tre collezioni concepite per il mercato giapponese, progettate in collaborazione con la designer Yuko Koike, con il brand N. Hollywood e Porter -Yoshida & Co.

A seguito, un mega party di cui non si hanno ancora dettagli sulla location e, in particolar modo, sulle celebs che vi faranno parte.

È qui che sono nato e da sempre ha avuto un ruolo di rilievo nel mio processo creativo come costante fonte di ispirazione, perché rappresenta una parte molto grande di me”, ha dichiarato Formichetti, entusiasta di omaggiare la sua terra di origine, con un evento davvero eccezionale.

 

 

Fonte cover styleandfashion.blogosfere.it

Les Parfums Louis Vuitton: la collezione

L’appuntamento è fissato per il prossimo 1° settembre 2016, giorno in cui sarà possibile acquistare le prime fragranze di maison Louis Vuitton nelle boutique monomarca del marchio.

Sette creazioni uniche nate dal naso di Jacques Cavallier Belletrud, per accontentare sette donne diverse.

Les Parfums Louis Vuitton, hanno lo scopo di raccontare un viaggio, quello dei sensi. La leggerezza di Rose des Vents o l’esuberanza di Contre Moi. Le emozioni scaturite da Mille feux e le note euforizzanti di Turbolences.

 

Fonte immagine louisvuitton.com)
Fonte immagine louisvuitton.com)

 

 

Con Matèrie Noir, sarà possibile esplorare i lati oscuri della vita e con Apogée, invece, sarà possibile rilassarsi facendo avvolgersi dalla natura. Infine, con Dans la Peau sarà possibile vivere toujours, la passione d’amore.

La boccetta dai tratti minimalisti, disegnata da Marc Newson (acclamato designer industriale già attivo in Louis Vuitton con la collezione di valigie), potrà essere ricaricata rivolgendosi negli stores del marchio.

Ad incarnare l’essenza di questa collezione di profumi, sarà l’attrice francese Léa Seydoux, già volto della campagna pubblicitaria “The spirit of travel” della maison.

Dai primi scatti rivelati sul sito ufficiale della griffe, l’ADV “L’Anima del viaggio – Beyond Perfume“, mostra una velata sensualità.

Les Parfums Louis Vuitton, promettono di rivitalizzare i ricordi di Heures d’absence, la prima fragranza Louis Vuitton creata nel 1927.

 

 

Antonio Lopez. New York omaggia l’illustratore di moda

Il New York Times lo definì “un grande illustratore di moda” ma in molti, finirono per dimenticare le sue opere.

New York, con una mostra al Museo del Barrio, rende omaggio al dimenticato Antonio Lopez, il grande illustratore di moda, menzionato da tanti, per aver poggiato la sua carriera su quattro muse che sarebbero diventate in divenire, le Antonio’s Girls e cioè, Jerry Hall, Grace Jones, Pat Cleveland e Jessica Lange.

 

Antonio Lopez (fonte immagine d.repubblica.it)
Antonio Lopez (fonte immagine d.repubblica.it)

 

Oscar de la Renta by Antonio lopez (fonte immagine beatricebrandini.it)
Oscar de la Renta by Antonio lopez (fonte immagine beatricebrandini.it)

 

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

 

Nato a Utuado (Portorico) l’11 febbraio 1943, all’età di sette anni assieme alla famiglia, si trasferisce a New York.

La passione per la moda, nasce dalla necessità della madre, Maria Luisa Cruz, di tenere il figlio lontano dalla strada. E’ lei, un’abile sarta, ad avvicinare Antonio nel fashion system, chiedendogli di disegnare i fiori che lei stessa avrebbe ricamato.

Assecondando le sue doti artistiche, frequenta la High School of Art and Design e, in seguito, il Fashion Institute of Tecnnology.

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

 

A lui si sono affidate maison come Valentino e Missoni e testate giornalistiche come il New York Times, Vogue, Vanity Fair, Elle e Harper’s Bazaar.

Incontra poi l’art director Juan Eugenio Ramos; tra i due nasce una stretta collaborazione e anche un grande amore. Si batterono a lungo per portare i concetti di razza e genere nella moda, fino a quando Antonio non spirò il 17 marzo del 1987, a causa di un sarcoma di Kaposi sopraggiunto come complicanza all’AIDS di cui era affetto da diversi anni.

 

(fonte immagine verlanga.com)
(fonte immagine verlanga.com)

 

 

In suo onore, furono pubblicati diversi libri tra cui “Antonio Lopez: Fashion, Art, Sex, and Disco” di Roger e Mauricio Padilha (Rizzoli, 2012).

La mostra a lui dedicata, “Antonio Lopez: Future Funk e Fashion“, resterà aperta fino il prossimo 26 novembre 2016.

 

 

 

Fonte cover bangbangbang.com.mx

NikeLab. Riccardo Tisci sigla la sua prima collezione

Solo l’eclettismo di Riccardo Tisci poteva “competere” durante le Olimpiade (ancora in corso) di Rio de Janiero.

Lo stakanovista designer italiano, infatti, è l’autore di una collaborazione davvero sorprendente con il marchio sportivo Nike per la quale ha sviluppato una collezione multitasking.

 

(fonte cover hypebeast.com)
(fonte immagine hypebeast.com)

 

(fonte immagine nike.com)
(fonte immagine nike.com)

 

 

Lo stile di Tisci, ben si è amalgamato con l’aria festosa della capitale brasiliana unendo, inoltre, il comfort e le prestazioni richieste per un capo di abbigliamento concepito per uso sportivo.

Lo spirito olimpico rivive in stampe vivaci dall’appeal floreale. Gran carattere per questa collezione nata per soddisfare le esigenze di lui e di lei. Leggings aderentissimi e crop top, bermuda, t-shirt e cappellini, marchiati Nike. Lo spirito metropolitano, sigla dello stilista, rivive inoltre nelle giacche e nelle canotte.

 

(fonte immagine styleandfashion.blogosfere.it)
(fonte immagine styleandfashion.blogosfere.it)

 

 

Una sfida vinta in partenza, quella di Riccardo che, da sempre abituato a distinguere le sue creazioni con ispirazioni proveniente dalle subculture dello steetstyle, ha accettato seppur pervaso da prime remore, questa nuova avventura.

Per maggiori informazioni sulla collezione www.nike.com

 

 

Fonte cover nike.com

 

Anastacia. Grande successo con la collezione di occhiali firmata per Blumarine

Apprezzata nelle vesti di cantante, la popstar Anastacia, che di recente ha rilanciato la sua carriera con il singolo Take This Chance, può dirsi soddisfatta della collaborazione con il marchio Blumarine, dopo il successo ottenuto con il lancio della capsule collection di occhiali, siglata con il noto brand italiano.

Per l’amica Anna Molinari, che veste la cantante in ogni suo tour dal 2003, ha disegnato una serie di occhiali originali, che rispecchiano la personalità della regina dello Sprock (un mix tra soul, pop e rock n.d.r.).

 

(fonte immagine anastacia.com)
(fonte immagine anastacia.com)

 

 

Fra i prezzi proposti spiccano i sunglasses maculati con dettagli sparkilin sulle astine (Anastacia adora profondamente questo pattern) o i basici black per chi ama celare lo sguardo dietro una montatura basica; rotondi e maxi, sono gli occhiali adatti a chi si sente una diva d’altri tempi.

Il gruppo De Rigo Vision, che cura la linea Blumarine Eyewear, ha animato la fantasia della cantante americana, producendo tre modelli di occhiali da sole e due da vista, ricalcando fedelmente l’idea creativa della popstar.

Anastacia, anche dopo aver corretto attraverso il laser i suoi noti problemi agli occhi, non rinuncia mai agli occhiali, sua firma peculiare in ogni suo look.

La collezione può essere acquistata nei negozi selezionati e sullo store online Blumarine.

 

 

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Fonte cover vanityfair.it

Biennale Gherdëina. Va in scena l’arte contemporanea ad Ortisei

12 artisti, tutti di fama internazionale, si sono dati appuntamento a Ortisei, in Val Gardena, per la V edizione della Biennale Gherdëina.

Curata da Adam Budak, la Biennale Gherdëina, inaugurata lo scorso 21 luglio, ospita le opere di: Xavier Veilhan (Francia), Fernando Sánchez Castillo  (Spagna), Michele Bernardi (Italia),  Anna Hulačová (Repubblica Ceca), Stephan Balkenhol (Germania), Katinka Bock (Gemania), Symons Kobylarz (Polonia), Christian Kosmas Mayer (Germania), Franz Kapfer (Austria), Adrian Paci (Italia/Albania), Marzia Migliora (Italia) e Nicola Samorì (Italia).

 

STEPHAN BALKENHOL. Grand homme chemise blanche, jean bleu, 2003.  Photo © Simon Perathoner
STEPHAN BALKENHOL. Grand homme chemise blanche, jean bleu, 2003. Photo © Simon Perathoner

 

XAVIER VEILHAN. Cedar, 2016 photo © Simon Perathoner
XAVIER VEILHAN. Cedar, 2016 photo © Simon Perathoner

 

Nicola Samorì. Ascia Romana, 2015  2016 photo © Rolando Paolo Guerzoni
Nicola Samorì. Ascia Romana, 2015 2016 photo © Rolando Paolo Guerzoni

 

 

Il centro e il Circolo Artistico e Culturale di Ortisei, sono oggetto di installazioni di vario genere come le statue in bronzo di Katinka Bock o l’olio su legno dal titolo “Ascia Romana” dell’artista Nicola Samorì.

La complessità di questo evento che si protrarrà fino al prossimo 11 settembre 2016, si desume dal parterre di artisti che vi hanno preso parte e che con generosità, hanno accettato di esporre le proprie opere, attraverso una variegata concentrazione artistica proveniente da diverse parti del vecchio continente.

 

FRANZ KAPFER. Die letzten Tage der Menschheit, 2016 wood, collage. © Simon Perathoner
FRANZ KAPFER. Die letzten Tage der Menschheit, 2016 wood, collage. © Simon Perathoner

 

CHRISTIAN KOSMAS MAYER. Atlas  Pilot 2016 4 pine trunks photo © Simon Perathoner
CHRISTIAN KOSMAS MAYER. Atlas Pilot 2016 4 pine trunks photo © Simon Perathoner

 

 

Come affermato da Adam Budak,  Chief Curator alla National Gallery di Praga: “La mostra è intesa come una conversazione tra posizioni artistiche diverse che impiegano materiali, economie, linguaggi formali e fonti attingendo al vernacolare come una preziosa risorsa, posta al centro di un necessario processo di trasformazione che coinvolge in un unico flusso storie, tradizioni ed eredità”.

 

 

Per la cover Marzia Migliora, Fil de sëida, 2016, fine art pigment print,courtesy the artist and Galleria Lia Rumma Milan / Naples