Ricamare è un’arte antichissima proveniente dai più talentuosi e creativi sarti e poi tramandata di casa in casa, di atelier in atelier, attraverso le mani e la creatività delle donne.
Pertanto, tempo fa, saper cucire dimostrava possedere di saper svolgere una pratica essenziale, scontata e prevedibile che faceva del ricamo una componente di sorpresa, di cura e originalità.
Così, riunite in cerchio in casa di chi poteva insegnare, ogni donna imparava ad avere dimestichezza con ago e filo dando vita al prodotto artigianale, unico, esclusivo, ovvero tutte le caratteristiche ancora bramate ma che difficilmente compongono oggi un capo.
Anche Dior scriveva in una sua biografia quanto fosse complicata, unica e sensazionale l’arte del ricamo inserendola nelle sue antiche radici storiche:” Riusciamo a ricamare un abito con migliaia di paillettes o perline, tutte infilate da meravigliose mani di fata, perché il ricamo nel nostro atelier è ancora fatto a mano, come nel XVIII secolo“.
Attualmente ancora utilizzata, l’arte del ricamo viene elaborata per completare abiti vintage e retrò lasciando che posseggano un gusto nostalgico.
Ma non solo.
Viene utilizzata per adornare capi e accessori contemporanei per dar loro un tocco di classico romanticismo coniugato in hit bag mozzafiato.
Un esempio sono le borse Miu Miu con fantasia floreale. Il ricamo cede a tonalità neutre come il rosa antico.
La proposta di Valentino è decisamente più sfiziosa.
L’hit bag totalmente in denim presenta dei ricami di farfalle colorate. Il modello seguente è quello della borsa a spalla ricamata Red Valentino.
Diesel rielabora il patchwork ricamato sul tondo.
Fendi opta per un ricamo floreale, in questo caso un fiore su pelle nera.
Anche Zara propone il ricamo però su secchiello etnico e luminoso.
Paillettes per Alexander Mcqueen che colora la clutch di rosso, azzurro e giallo con teschio in color oro.
Autore: Roberta Comes
I più bei cappotti ’16 di Zara sotto i 100 euro
Ultimamente Zara sorprende con prezzi che sembrano salire sempre più dimenticando il vero motivo che spinge le donne a comprare: il rapporto qualità/prezzo.
Eppure non tutti i capi sono untouchable per il portafoglio, molti altri sembrano perfetti per completare un armadio in linea con la moda del momento, ma economico.
Così, scovando nella collezione Autunno Inverno 2016 del colosso spagnolo, si sono resi visibili alcuni indumenti sui quali la qualità/prezzo sembrerebbe ancora governare.
Tra questi, i cappotti.
I trend del momento affermano:” Sì al cappotto, ma che sia lunghissimo“.
Zara non si fa cogliere impreparata e aggiunge nella sua collezione un cappotto nero molto lungo, così lungo da coprire le caviglie.
Si presenta con classico colletto e abbottonatura a sei bottoni.
Il suo prezzo è 89, 95 euro.
Per le amanti delle fantasie, immancabile nell’armadio dell’autunno inverno 2016 è il tartan.
Zara propone un cappotto con tartan nero su una base in grigio chiaro.
Anche questo abbastanza lungo ma meno del primo, scivola infatti sulle ginocchia.
Classico colletto e tasche laterali lo completano.
Il suo prezzo è 69,95 euro.
Dalla commistione tra il primo e il secondo, ne viene un terzo lungo sino a nascondere le caviglie (proprio come il primo) ma con un particolare che richiama il secondo: le tasche laterali.
Un solo bottone centrale congiunge il classico colletto.
Nella versione in colore rosso, questo cappotto richiama il calore delle feste natalizie e del fuoco dei caminetti accesi durante il periodo invernale.
Il suo prezzo è 99,95 euro.
Ancora tartan per il cappotto dalle linee morbide, meno rigide delle precedenti.
Il capotto si presenta su base neutra con tartan rosso e verde mascherando così una rivisitazione della classica fantasia.
Lunghezza fino alle caviglie, classico colletto, bottone unico centrale e tasche a sacco laterali lo completano.
Il suo prezzo è 69,95 euro.
Addio reggiseno, è il ritorno del seno piccolo
Le donne poco prosperose hanno sempre dovuto combattere con un problema definito “estetico”: il seno piccolo.
Così la chirurgia estetica è intervenuta presto con la sua bacchetta magica, quasi fosse una fatina, e in men che non si dica ha dato luogo a coppe più tonde e voluminose.
La corsa irrefrenabile al corpo più sinuoso e provocante, ha ammorbidito anche i costi di esecuzione tanto da divenire economici e accessibili alla maggior parte delle donne.
Ma non è stato sempre un bene.
L’angosciosa speranza d’ottenere più curve, ha sottoposto il mondo femminile a continui interventi chirurgici che, invece di eliminare il problema dalla matrice primaria, hanno sottolineato ulteriori difetti fisici.
Contemporaneamente si è evoluto il commercio di reggiseni push-up, contenitivi e imbottiti per possedere sempre un’alternativa e mascherare un’abbondanza inesistente.
Il mito della donna mediterranea, calorosa e di forme generose, è cresciuto con l’avvento delle star, felici e serene di mostrare la propria sensualità attraverso un décolleté ridondante.
Sempre in linea col modello estetico imposto dalla società, le pubblicità, il cinema, la moda, si sono adeguati all’immagine prestabilita necessitando sempre più di modelle curvy, di corpi a clessidra e forme armoniose.
Ma raggiunto lo scopo, ecco il ritorno al naturalissimo seno piccolo.
Il ritorno ideologico a ciò che non è artificiale, non è da sottovalutare.
Dagli anni ’70 tornano ruggenti e aggressivi i corpi snelli e geometrici, privi di eccessi, naturali e spigolosi.
Così, oggi, piccolo fa rima con eleganza, senza mezzi termini.
Via l’abbondanza, benvenuto minimal.
Dimenticate il “melius est abundare quam deficere” e ricordate la massima di Coco Chanel: “prima di uscire guardati allo specchio e togli qualcosa“, in questo caso due taglie di seno.
Chi possiede un seno così piccolo non necessita di un suo contenitore, pertanto si fa strada il trend del momento: a seno libero.
Si chiama “braless trend” e si accompagna facilmente ad abiti sottoveste.
Sono moltissime le star che mostrano i capezzoli sotto gli indumenti e per coloro che non apprezzassero questo particolare, potrebbero subentrare in ausilio i copri-capezzoli adesivi così da essere comunque a seno scoperto senza eccessivamente mostrarlo del tutto.
Natale ’16: Pandora, i più bei gioielli della collezione invernale
Manca poco più di un mese a Natale, ma scegliere cosa regalare o farsi regalare è un bisogno femminile che deve e può essere colmato.
Tra le proposte più invitanti, sicuramente è da annoverare la collezione di Natale 2016 di Pandora, produttore e distributore danese di gioielleria fondato nel 1982 da Per Enevoldsen.
L’intero mood della collezione è in blu, oro e rosso in tutte le sfumature e conta 28 charms e 2 braccialetti, 4 anelli e 9 orecchini e pendenti da scoprire.
CHARMS E BRACCIALI:
Il primo charm è di una magnificenza opulenta senza paragoni, piace a primo occhio.
Una serie di 36 cuori openwork splendidamente intrecciati, abbinati al cristallo blu e alle pietre di zirconia cubica, creano un look che colpisce da ogni angolazione.
Fino a 35 artigiani esperti e qualificati lavorano con passione alla realizzazione di ogni gioiello.
50 pietre sono state incastonate a mano per questo nuovo gioiello. Il suo costo è di 79,00 euro.
Il bracciale Pandora in Argento Sterling 925 si veste d’inverno con un’incisione a forma di fiocco di neve, è una limited edition e quindi è disponibile solo per un certo periodo di tempo. Il suo costo è di 69,00 euro.
Questo charm ornamentale è ispirato allo splendore del cielo notturno. La luna luminosa e le stelle iridescenti di smalto blu notte racchiudono l’essenza della notte stellata in un sontuoso charm a bottone. Il suo costo è di 49,00 euro.
Con la sua intensa sfumatura blu e la decorazione a nastro, questo charm in Argento Sterling 925 è semplicemente sontuoso. Il suo costo è di 59,00 euro.
Il classico charm a cuore PANDORA in Argento Sterling 925 si rinnova con questo design curvo decorato da un motivo ispirato al ghiaccio. Il suo costo è di 39,00 euro.
Simbolo di bellezza e purezza, questo charm in Argento Sterling 925 è impreziosito da una finitura texturizzata e incantevoli pietre blu intenso valorizzate da tagli innovativi. Questa sofisticata combinazione conferisce lucentezza e mistero al design, creando un effetto che ricorda la superficie delle gocce d’acqua ghiacciate. Il suo costo è di 65,00 euro.
Questo innovativo charm a bottone ha un design luminoso e decorato sontuosamente, ispirato ai boccioli coperti di brina. Elegante e sofisticato, porterà una nota di novità nella tua collezione. Il suo costo è di 65,00 euro.
Chi non ha mai sognato da piccolo di aprire un regalo di Natale e trovarci dentro un gattino? Ora quel sogno può diventare realtà con questo grazioso charm in Argento Sterling 925 e smalto rosso, completo di accessori natalizi. Il suo costo è di 39,00 euro.
Con il suo allegro “Ho ho ho” e la slitta piena di doni per tutti i bravi bambini e bambine, questo charm PANDORA dedicato a Babbo Natale riempirà il mondo di auguri. Il suo costo è di 45,00 euro.
Questo magnifico charm in Oro 14k decorato da un tenero cuore e da dettagli openwork proteggerà il bracciale con dignità, grazia e amorevolezza. Il suo costo è di 399,00 euro.
Un regalo perfetto per un membro della famiglia: un pendente con cuore in Argento Sterling 925 con scritta “Family” in un elegante script corsivo, incorniciato da un cuore di grani in Oro 14k. Il suo costo è di 69,00 euro.
ANELLI:
Questo charm ispirato ai cimeli di famiglia possiede un design a corona. Decorato da una grande zirconia cubica taglio Danubio circondata da pietre scintillanti, questo fastoso anello in Oro 14k reinterpreta lo stile vintage in chiave moderna ed è perfetto per ogni occasione. Il suo costo è di 399,00 euro.
Gli anelli in stile vintage sono tornati alla ribalta e questo elegante anello con pietra taglio ovale ne è un esempio perfetto. Un anello romantico e particolare, che grazie alla sua forma curva e regale farà sembrare più lungo il dito su cui si indossa. Il suo costo è di 69,00 euro.
ORECCHINI E PENDENTI:
Con la loro bellezza fresca e cristallina, questi squisiti orecchini a lobo in Argento Sterling 925 completeranno qualsiasi look. Il delicato design impreziosito da pietre preziose è ispirato ai fiori invernali che scintillano di cristalli di ghiaccio. Il loro costo è di 69,00 euro.
Questi fantastici orecchini a lobo in Oro 14k sono decorati con una corona di pietre che circonda la pietra centrale taglio danubio. Con la loro bellezza classica e intramontabile, renderanno seducente anche l’outfit più basic. Il loro costo è di 299,00 euro.
Questo pendente per collana dal design contemporaneo e originale è composto da un mix estroso di pietre sfaccettate. Le sue intense sfumature di blu e le “schegge” scintillanti incorniceranno il tuo collo in modo seducente. Il suo costo è di 59,00 euro.
Trainspotting 2, la controcultura di una nuova dipendenza
27 Gennaio in Gran Bretagna, 3 Febbraio in America.
Queste le date di uscita dell’attesissimo sequel di Trainspotting, film del 1996 diretto da Danny Boyle e tratto dal romanzo omonimo di Irvine Welsh.
Il sequel, la cui uscita in Italia è prevista per 2 marzo 2017, è prodotto da TriStar Pictures e diretto nuovamente da Danny Boyle.
Lo stesso cast del film originale torna in scena con una nuova dipendenza: la pornografia.
Il secondo film è un adattamento del romanzo “Porno” di Irvine Welsh, autore del romanzo che ha ispirato Trainspotting.
Così il monologo critico di Mark cambia e si adatta ai consumi di oggi:
“Scegli la vita. Scegli Facebook, Twitter, Instagram e spera che, da qualche parte, esista qualcuno cui tutto questo interessi. Scegli di contattare una vecchia fiamma e di trovarti a pensare che avresti dovuto comportarti diversamente. Scegli di guardare la storia ripetersi“.
Ma Trainspotting è un’altra storia.
Erano gli anni di una forte critica cinematografica costruita attraverso le pellicole di Pulp Fiction, poco prima di Traispotting, e Fight Club, poco dopo.
La ribellione, l’angoscia, la paura, la forza, la violenza, la critica feroce tra i temi più disparati, erano il simbolo di una controcultura che aveva come obiettivo la fine del cinema di massa.
“C’è di meglio dell’ago Renton, scegli la vita” (Sick Boy)
Mark Renton, assieme all’amico Spud del quale si dice subito sia un amante di Sean Connery, è in fuga da poliziotti che lo inseguono.
La voce fuori campo slitta tra la corsa di Mark e la sua posizione sulla vita alla quale ha scelto di rinunciare, lo esplica attraverso un discorso ambiguo su quello al quale tenderebbe una vita medio-borghese e al quale difficilmente si vorrebbe assomigliare, almeno elencato così:
“Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?“.
La tensione all’autodistruzione, al pericolo che crea piacere come sottile pulsione alla morte che genera godimento, è il frutto di una sottile linea di contatto tra i due film, attesissimo ormai nelle sale.
Impossibile dimenticare Mark Renton nel suo iniettarsi con sottofondo “Perfect Day” di Lou Reed, in un’armonia dei sensi e del tempo impassibile, quasi fosse fermo in un momento in cui è davvero un “giorno perfetto”.
“La gente pensa che si tratti di miseria, disperazione, morte, merdate del genere, che pure non vanno ignorate. Ma, quello che la gente dimentica è quanto sia piacevole, sennò noi non lo faremmo. In fondo non siamo mica stupidi! Almeno non fino a questo punto, e che cazzo! Prendete l’orgasmo più forte che avete mai provato. Moltiplicatelo per mille. Neanche allora ci siete vicini“. (Mark)
La moda è a fumetti, si parla di casual wear
Perché è così difficile diventare grandi? Ma soprattutto, perché si deve per forza?
La domanda Peter Pan-iana si svela nell’animo di ogni uomo/donna che si appresti a diventare adulto.
Eppure esiste un modo per non cadere del tutto nel dilemma esistenziale e per abbandonarsi ancora un po’ all’autoironia e al senso di “meraviglia“, proprio come i più piccoli.
Facile a dirsi come: attraverso la moda.
“È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi […] ma lagrime ancora e tripudi suoi“, scriveva Pascoli.
Muovendo verso un parallelismo accennato e quasi forzato, si potrebbe dedurre che Pascoli conoscesse – in maniera del tutto futuristica – l’idea di casual wear del 2016 che in altri modi non potrebbe esprimersi se non con la necessità di ogni essere umano di mostrare la propria piccola voce interiore ancora carica di meraviglia, ancora lontana dai sistemi della società dei consumi, del guadagno, della fatica, del dovere.
Così la collezione maschile di Gucci dell’autunno-inverno 16/17, realizzata sotto la guida del direttore creativo Alessandro Michele, è un omaggio ai Peanuts.
Gap avvia una nuova collaborazione con Disney dando il benvenuto alla collezione Gap Holiday 2016.
I prodotti co-firmati Disney saranno venduti a partire da queste vacanze 2016 e avranno Minnie e Topolino come prima stampa.
Un comunicato stampa ha affermato che l’accordo rappresenta “la prima partnership diretta” tra Disney e Gap, ma non il primo approccio.
Infatti è risaputo che Paul Pressler, presidente e amministratore delegato di Gap Inc., avesse un titolo imponente all’inizio della sua carriera, ovvero quello di alto dirigente della Disney e proprietatio del titolo di Presidente di alcuni parchi e resort.
Ma non solo abbigliamento, anche calzature.
Per questo settore interviene l’azienda MOA Masters of Art che propone per l’autunno-inverno 16/17 una collezione di sneakers con soggetto stampato.
Quale se non l’intramontabile Mickey Mouse?
Buon compleanno Kendall Jenner!
La star delle passerelle Kendall Jenner, intima alle sorelle Hadid ma loro rivale in fatto di seguito sui social, compie 21anni.
In famiglia, l’unica ad aver intrapreso il percorso e la carriera da modella, seguita solo dalla piccolina Kylie.
Opposta al clan Kardashian anche fisicamente: loro, status symbol del mondo curvy, linee pazzesche, formose, con curve ultra sinuose, lei magrissima, esile, corpo skinny e sguardo sicuro.
I festeggiamenti si sono tenuti al ristorante Catch di Hollywood tra divi dello spettacolo, attori, modelli, star e celebrities.
Non poteva non esserci un colpo di scena, la modella ha cambiato due abiti per la serata.
Il primo le scivolava sul corpo sottoforma di cascata glitterata, sexy ed elegante, il secondo invece si presenteva sottoforma di jumpsuit in stampa animalier, anch’esso sexy e provocante.
Tra assenti e presenti al party, impossibile non notare l’assenza della sorella Kim Kardashian, che cerca ancora di riprendersi dall’aggressione subita e l’amica Gigi Hadid che però giocato d’anticipo augurando un buon compleanno alla festeggiata sui social un giorno prima.
Kendall ha davvero tanto seguito, è riuscita a raddoppiare i suoi follower su tutti i social con la sua sola popolarità ma anche grazie (o a causa) di una notizia particolare: su Instagram una sua sosia vorrebbe rubarle la scena.
Il suo nome è Kate Bogucharskaia e assomiglia incredibilmente a Kendall.
Se inizialmente Jenner sembrava essere lusingata dalla situazione, successivamente si è detta infastidita in alcune interviste.
Pare infatti che Kate abbia avuto diverse richieste di collaborazione dopo la sua associazione a Kendall, cosa che ha voluto evidenziare una componente di popolarità del fattore Kardashian.
In effetti, sarebbe una Kendall Jenner a un prezzo più economico, perfetto per le case di moda che vogliono sfruttare la sua caratteristica d’attrazione.
Ma Kendall Jenner è davvero così popolare?
La risposta è: sì.
Ha conquistato una sua statua di cera al museo di Madame Tussauds ed è rientrata nella classifica di Forbes delle 10 modelle più pagate al mondo.
Inoltre è ormai confermato che parteciperà allo show annuale di Victoria’s Secret, un passo sullo stesso percorso intrapreso già nel 2015.
La modella a soli 21anni è conosciuta in tutto il mondo, conta 68mila follower su Instagram ed è l’esempio per tantissime ragazzine che sognano di cavalvare le sue stesse passerelle.
Classe 1995, Buon compleanno Kendall Jenner!
Stefanel sempre più in calo, chiede concordato preventivo
L’azienda Stefanel guidata da Giuseppe Stefanel pare essere sempre più in calo, lo attestano i numeri.
Solo il 2015 si è concluso con una perdita netta di 7,7 milioni di euro, un Ebit negativo per 4,8 milioni e ricavi netti di poco in crescita, a 156,6 milioni di euro.
La situazione sembra essere proprio in deficit, l’azienda ha dovuto far fronte a due aumenti del capitale e tre ristrutturazioni del debito che non hanno però risolto ciò che ormai da tempo è irrisolvibile.
Così il 2 novembre 2016 il consiglio d’amministrazione dell’azienda Stefanel si è riunito per deliberare una scelta decisiva dinanzi a un notaio: presentare domanda di ammissione al concordato preventivo c.d. “in bianco” o “con riserva”.
Una nota aggiunge: “Tale delibera si inserisce nel contesto delle iniziative assunte dall’emittente finalizzate alla ristrutturazione del debito e al rafforzamento patrimoniale della società“.
Intanto per Stefanel non è ancora il momento di chiudere i battenti, sono in corso scambi d’interesse da parte di alcuni soggetti nell’investire nel gruppo o in singoli asset facenti parte dello stesso.
L’obiettivo non è quello di ritirarsi vendendo le proprie quote, bensì quello di restare accanto ai nuovi potenziali investitori.
Già questo 27 ottobre, Stefanel smentiva l’idea portata avanti da alcuni uffici stampa riguardo la cessione delle suddette partecipazioni.
Il fine ultimo dell’azienda è infatti quello di: “ottenere gli effetti protettivi del patrimonio della Società previsti dalla normativa applicabile a tutela di tutti gli interessi coinvolti“, nota che sostiene che Stefanel può presentare un ricorso per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti nell’ambito della procedura.
Versace a Mosca con una nuova boutique di lusso
Il department store GUM nel cuore di Mosca apre le porta a una nuova boutique di lusso, quella di Versace.
Pensata secondo un concept disegnato da Donatella Versace, la boutique porta il nome della collaborazione con l’architetto Jamie Fobert.
“Il concept Versace è un omaggio al grande patrimonio culturale dell’Italia. Con questo progetto Jamie Fobert ha creato uno spazio dove si esprime Versace oggi. Per me la boutique è un dialogo ininterrotto tra il nostro passato e il nostro futuro, tra me e Jamie Fobert e ovviamente tra Versace e i nostri clienti“, sostiene Donatella Versace.
Così lo stile della moda Versace si estende per 115 metri quadrati fondendosi con la tradizione architettonica italiana.
L’ambiente lussuoso del nuovo store Versace vede una commistione solidale ed elegante tra il marmo fior di pesco e gli elementi in ottone che danno una vivacità regale all’intera boutique.
Dopo aver smentito la notizia della fondazione e della mostra al Mann, la maison Versace si cimenta nell’edificazione stilistica e concettuale di un ambiente moda difronte alla Piazza Rossa.
Non solo luogo di mercato e compravendita ma anche luogo di culto della moda che ripercorre la storia del marchio.
I luoghi, gli odori, i profumi delle boutique Versace saranno elencate in un libro per Rizzoli che racconta il divenire di Donatella Versace, 43enne quando divenne direttore creativo del brand creato dal fratello Gianni Versace.
Un racconto a ritroso che vede la realizzazione del celebre vestito verde trasparente indossato da Jennifer Lopez in occasione dei Grammy Awards 2000, l’esposizione degli abiti in mostra al Victoria and Albert Museum di Londra per celebrare il successo mondiale della Versace e così via.
Un viaggio che inizia dal primo store e si conlude con ciò che ancora ci si aspetta dal brand Versace.
The Art Of Color, il libro sul colore della maison Dior
La maison Dior celebra il colore in un libro intitolato “The Art Of Color“, titolo che sottintende una componente artistica dello stesso.
Il libro contiene dodici capitoli nei quali esplorare e ricercare gli artisti di maquillage della maison attraverso parallelismi e correlazioni, tra opere e stili iconici che hanno reso grande il nome della griffe Dior.
Ma tra aneddoti e ricerche varie sul mondo e sul look della maison, si destreggia fiero nelle pagine di Rizzoli il vero protagonista del volume: il colore.
Il libro esplora le tre stagioni creative della maison: da Serge Lutens (1967 – 1980), Tyen (1980 – 2014) a Peter Philips (dal 2014).
Tra le pagine si presenta altisonante l’excursus che evoca la teoria della luce di Isaac Newton del 1672 sino alla collezione Explosion de Couleurs ad opera di Serge Lutens comprensiva di 40 tinte di rossetto differenti.
A fare da cornice, oltre alle pagine da sfogliare, leggere e rileggere, anche due video che raccontano la storia dell’arte di Dior in una commistione di strumenti multimediali che vedono il brand come una vera e propria opera di studio e riflessione.
Il primo video svela e interpreta i look storici e iconici di casa Dior, mentre il secondo è il racconto del “dietro le quinte” con l’attuale direttore creativo della maison e dell’immagine del make up, Peter Philips.
“Perché privare la moda e le donne del fascino e del prestigio del colore?“, si chiedeva Christian Dior.
La risposta è in ogni capitolo, il quale rappresenta ed esplora un colore: bianco, argento, nude, rosa, rosso, porpora, blu, verde, giallo, oro, grigio e nero.
Le frasi sessiste contro le donne: “Non vuoi avere figli?”, “Hai le tue cose?”
Ogni giorno vengono utilizzate alcune parole nei confronti delle donne che risultano sessiste pur non facendoci molto caso.
L’effetto provocato non è quello dello sdegno o della vergogna, bensì di una consapevolezza taciuta: le donne sono oggetto di una sottocolutura maschilista che si è cementata all’interno della società in cui viviamo.
Il regista e fotografo Pietro Baroni e Luz hanno voluto girare un video che portasse alla luce alcune delle frasi che lasciano il ruolo della donna in un contesto di scherno, derisione e disagio nei confronti del mondo.
Non è facile tirarsi fuori da luoghi comuni, da generazioni e generazioni di cultura maschilista che ha deciso di annientare il ruolo della donna per primeggiare in un limbo sociale gerarchico.
Il progetto intitolato “Parole d’Amore – Words of love” vuole essere un invito non agli uomini affinché smettono di discriminare, offendere e deridere la femminilità, bensì alle donne affinché siano consapevoli di queste frasi sessiste e riescano a non cedere ad essere, a non sentirsi come il mondo vuol che si sentano.
Ecco #ParoleDAmore.